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Capitolo 27

A me,

che cerco sempre di dare la colpa a qualcun'altro.

Le accarezzava i capelli lentamente mentre sentiva il viso di Lexi contro i jeans. Era in silenzio, immobile contro Jaden da ore. Poteva sentire il suo fiato corto attraverso il tessuto spesso dei pantaloni, riusciva a sentire le sue labbra arricciarsi contro la propria gamba coperta. Cercando di trattenere i gemiti.

Lexi aveva le mani strette attorno alle lenzuola, le dita leggermente bianche e capelli che le cadevano a cascata intorno al viso.

Jaden la accarezzava, sulla schiena, sulle spalle, ovunque per cercare di sollevarle del dolore.

-Mi dispiace così tanto.- sussurrò.

Alzò lo sguardo osservando la stanza dell'amica, quel posto sembrava così diverso da Lexi. Come se appartenesse ad un altra persona, come se ci fosse appena entrata o come se ne fosse completamente estranea.

Di Lexi non c'era niente in quelle quattro mura, ne un disegno, n'è una scritta, solo una foto.

Jaden si lasciò sfuggire un sorriso quando ricordò il giorno rappresentato in quella piccola foto, posta accanto del letto. Abbassò lo sguardo, perdendosi nella spensieratezza che Lexi una volta emanava come il sole emana luce.

La gonna blu scuro ondeggiava a ritmo dei fianchi di Lexi, si sporse un secondo verso lo stereo alzando il volume di una canzone pop poco conosciuta.

Jaden poteva i piedi di Lexi sparire nel tappeto peloso, per poi riapparire quando li alzava per ricreare qualche passo di danza probabilmente visto in qualche video musicale.

La bionda rise portando una mano davanti alle labbra tese, Lexi era appena caduta per terra dopo aver sollevato troppo la gamba.

-Non si ride delle sfortune altrui.- si lamentò Lexi rialzandosi e massaggiandosi un'anca.

-Scusa.- ridacchiò -Le ragazze a 16 anni non dovrebbero cadere a terra per colpa di un tappeto peloso.-

-Uno.-

Lexi schiarì la voce sorridendo.

-Bob non puoi insultarlo.- aveva dato un nome al tappeto.

-E due.- riprese -Allora ho ancora 4 giorni per cadere su questo tappeto prima che la "Polizia delle cadute sui tappeti." Mi venga a fare una multa.-

Jaden si stese sul letto portandosi le gambe al petto e ridendo, le era sempre piaciuta la casa di Lexi.

-Non vedo l'ora che sia sabato, finalmente potrai andare in giro per locali sfoggiando i tuoi freschi 16 anni.-

-Si.- Lexi spense la musica, per poi sedersi di fianco a Jaden -Mi hai già comprato il regalo?-

La bionda prese un cuscino lanciandoglielo contro il viso.

-Certo che te l'ho già comprato. E ti piacerà.-

Lexi la abbracciò prima di ridacchiare, la sua risata cristallina riecheggiò per la stanza chiara prima di spegnersi.

Era vuota, ma forse anche lei era vuota.

E, in quel caso, la stanza la rispecchiava alla perfezione. Sembrava che gli oggetti sui mobili fossero un rivestimento, un identità finta.

Jaden spostò la mano dai capelli di Lexi quando si mosse sulle gambe stese.

Due occhi verdi la colpirono in pieno petto, erano lucidi e le lenti non facevano che aumentare questo effetto e rivestimento triste.

-Sai cosa,- biascicò -un po' me l'aspettavo. Ma non pensavo potesse farmi così male.-

Jaden tese le mani in avanti e Lexi ci si tuffò dentro, premendo la fronte contro il petto della ragazza.

-É normale che tu ci stia male.- la rassicurò.

-No!- rispose di scatto Lexi.

Si alzò dal proprio letto, spostando il piumone leggermente da un lato. Guardò fuori dalla finestra prima di passarsi le mani tra i capelli rossi.

-Non è per niente normale, non è normale starci male quando una persona è stata così cattiva e spietata con te.- sputò indicandola.

Il suo labbro inferiore tremava fuori controllo.

Jaden stese le gambe, arrivando alla sua stessa altezza.

-Si invece, perché siamo umani, persone con sentimenti. Sbagliati, ma sono pur sempre sentimenti.- la strinse nelle spalle esili -E tu puoi solo imparare a conviverci.-

Lexi chiuse gli occhi strofinandosi il viso con le mano freneticamente.

-Io non capisco solo perché.- respirò affannosamente -Che bisogno c'era di umiliarmi ancora di più? Non gli bastava picchiarmi?-

-Lexi.-

La ragazza scosse la testa.

-No, Jaden, no. È tutta una questione di possesso.- abbassò lo sguardo facendo cadere le mani ai lati dei fianchi -E io non mi possiedo più.-

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L'indice e il medio si muovevano in sincronia, la sigaretta che reggevano saettava da una parte all'altra della vista di Calum.

Si era quasi incantato a vedere la punta rossa e bruciante muoversi per poi lasciare una leggera scia di pochi secondi nell'aria notturna, prima di sparire completamente.

Il gomito era appoggiato al suo ginocchio, anche se la brezza serale era fresca per quella stagione autunnale, la sua canotta lo copriva parzialmente. Lasciando le sue braccia tese e contratte in vista.

Poteva sentire il rumore delle fronde degli alberi intorno a lui e il sibilo che emetteva la sigaretta quando aspirava dal filtrino.

Un piccolo tonfo sordo gli fece scattare la testa, abbassò gli occhi neri sulla piccola ciliegia caduta vicino alla sua gamba prima di prenderla con la mano libera.

Se la passò sul palmo prima di lanciarla nel bel mezzo del giardino degli Evans.

Spense la sigaretta contro il terreno umidiccio, facendo uscire fuori dalle narici gli ultimi residui di fumo.

-Come mai sei così,- una voce vicino al tronco dell'albero parlò -tranquillo.-

-Sto solo pensando.- rispose.

Alzò lo sguardo verso la finestra della camera di Lexi, la luce calda giallastra filtrava dalle sue tende e dalla sua finestra che era leggermente alzata. Avrebbe voluto arrampicarsi sul tubo della grondaia e spostare quelle tende, senza entrare, solo scostarle per guardarla.

Magari guardarla senza paura o nervosismo negli occhi, mentre ci pensava capì che in realtà non l'aveva mai vista com'era realmente. Non l'aveva mai sentita sghignazzare, o non l'aveva mai semita fare battute.

Il fatto era che lei sembrava una persona così solare in sua assenza, e lui avrebbe voluto un raggio di quel sole tutto per se.

Connor incrociò le braccia al petto facendo alzare la felpa sui fianchi.

-A cosa pensi?-

-Principalmente,- biascicò -Al motivo per cui lei da tre giorni non mi parla più.-

-Le voci a scuola girano.-

Calum alzò il viso verso il ragazzo. Lo sapeva in realtà, per un secondo avrebbe voluto alzare il viso e aggrottare la fronte, facendo finta di non capire.

Ma lui capiva, sapeva che Lexi non l'avrebbe mai più guardato. E a Calum le regole non importavano più, non voleva che lo odiasse. Forse l'aveva solo per convincere se stesso.

"Forse l'ho detto sperando di odiarla a mia volta."

-Tu non la odi.- disse Connor.

Calum si morse la lingua dopo ave dato voce ai suoi pensieri.

-Per quando odi questo fatto, tu non la odi. E se lei ti odia, beh, presto si risolverà tutto.-

-Non capisco ancora perché non ti piace.-

Connor stette zitto stringendo di più le braccia contro il petto.

-Dimmi solo chi è stato.- chiese ancora Calum, "oltre a me", pensò.

Voleva qualcuno su cui addossare la colpa.

-Ashton.- canzonò Connor.

Calum sorrise.

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