Capitolo II
Era passata oramai una settimana dall'incontro con Natsu ed Happy; mi sembrava strano che non si fossero fatti vedere in tutto questo tempo. In parte ne ero felice, non volevo ricordare quanto fosse bella la mia vita nella gilda... Non ero pronta a soffrire un'altra volta.
Mi buttai sul letto e alzai il braccio, come a voler accarezzare il cielo, e mi guardai la mano. Un vuoto si fece spazio nel mio cuore. Portai le mani al petto, mi raggomitolai e cercai di calmarmi.
Non piansi. Nessuna lacrima. Ma mi allagai dentro.
Mi alzai, non poteva continuare così. Non potevo starmene con le mani in mano. Eppure, cosa avrei potuto fare? Nulla. Non ero capace di fare nulla e anche volendo non ci sarei riuscita.
Così mi ributtai sul letto.
Avrei voluto avere qualcuno al mio fianco, a farmi compagnia. La solitudine mi stava trascinando in un enorme buco nero. Però io volevo stare sola, infondo lo ero sempre stata.
Ce l'avrei fatta ancora.
Non avevo bisogno degli altri.
Mi affacciai alla finestra e guardai il cielo. Quel cielo che anche se pallido mi consolava ogni giorno; quel cielo che con le sue stelle mi faceva compagnia la notte; quel cielo che sapeva tutto di me, che mi osservava sia di notte che di giorno.
Quella notte sembrava non volermi vedere, come se avesse vergogna di guardarmi in faccia. Di un blu quasi nero, pareva volesse risucchiarsi le stelle.
<<Forse anche tu sei triste...>> sussurrai.
Come se mi avesse sentito, iniziò a sfogarsi con una calda pioggia che ricoprì lentamente le strade, come se volesse eliminare il mondo.
Decisi di andare a fare una passeggiata; nonostante fosse notte fonda e nonostante fossi sola, la quiete e il leggero rumore della pioggia bastavano a rendermi felice.
Camminai per un po', guardandomi intorno.
Poi capii. In un secondo, come un lampo, mi resi conto di quanto fossi stata stupida. Insomma, chi volevo prendere in giro? La gilda mi mancava, così come mi manca la mia famiglia ed i momenti passati insieme. Volevo ancora ridere, piangere ed arrabbiarmi... Volevo ancora sentirmi viva.
L'ombrello mi scivolò dalle mani, cadendo alle mie spalle; m'inginocchiai e mi presi la testa fra le mani.
<<Scusa, Natsu...>>, sussurrai a fatica per via di un nodo alla gola.
Una goccia dopo l'altra cadeva sulla mia piccola ed insignificante figura. Una, due, tre, e molte altre ancora, fino a svanire.
Mi alzai riprendendo l'ombrello e mi diressi verso casa con lo sguardo rivolto verso il basso. Ormai arrivata alzai lo sguardo.
Un miraggio? Stavo impazzendo?
<<Natsu...? >>
Lo guardai negli occhi senza mai distogliere lo sguardo. Ma alla fine mi persi nei suoi occhi, così come accadeva ogni volta.
Calò il silenzio e, semplicemente, ci guardammo.
<<Nats...>>
Mi passò avanti; non mi salutò, non mi parlò... Semplicemente passò oltre.
<<Volevo chiederti scusa...!>> urlai fra l'incertezza e la paura che se ne andasse.
Ma lui non si girò né mi degnò di uno sguardo.
Smise di camminare, e sospirò.
<<Chi pensi di essere? Lucy, sono qui, xome ti avevo detto! Non me ne sono mai andato... Io non ti avevo lasciata sola! Ero andato via apposta per te! E come ringraziamento che fai? Mi tratti male e mi sbatti porte in faccia? Eh no Lucy, no... dove sono le buone maniere?>> sbraitò Natsu, ridendo follemente e scompigliandosi i capelli.
Si girò, e finalmente potei guardarlo negli occhi. Le pupille sembravano quasi scomparse, erano piccoli ovali e gli occhi mi sembrarono più sottili.
Si potevano scambiare per quelli di un drago. S'incamminò verso di me, fino allo stare il più vicini possibile. Mi alzò il mento così così che riuscissi a vederlo per bene negli occhi.
<<Ti volevo bene, Lucy. >> sussurrò, quasi senza emettere alcun suono.
Sentii il suo fiato caldo sul collo, e dei brividi mi percorsero il corpo; mi tremavano lei gambe e il cuore sembrava volesse uscirmi dal petto.
Se ne andò lasciandomi a terra, senza una minima esitazione.
<<Va bene se mi odi. Mi odio anche io>>, sussurra sorridendo.
Una lacrima mi rigò il viso.
Era davvero Natsu?
Piansi. Piansi rumorosamente, come una bambina che aveva perso il suo palloncino. Avevo appena perso la persona più importante che avevo.
Perdonami, Natsu...
Mi alzai usando l'ombrello come appoggio.
Mi guardai ancora la mano. Poi guardai il cielo, non si vedeva una stella. Forse le aveva risucchiate veramente. Magari il mondo avrebbe risucchiato me...
************************
SPAZIO AUTRICE
Salveee
Scrivere questo capitolo è stato un parto okay
Le idee che non arrivavano lol Ringrazio tutti per aver letto fino a qui e vi chiedo di mettere una stella se vi è piaciuto e di commentare sulle vostre aspettative o quello che volete ahahah
Al prossimo capitolo! ♡
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro