Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

C O L O R I

Nonostante le cicale, gli uccellini e gli insetti che rendevano il tutto più fastidioso, l'atmosfera di quella giornata non era niente male. C'era il sole, ma fortunatamente qualche nuvola lo copriva di tanto in tanto, rendendo possibile a chiunque di godersi una bella giornata all'aperto. Katsuhiro era rimasto sull'uscio di casa Mukasa, sotto il sole e a farsi mangiare dalle zanzare, per almeno dieci minuti. In attesa. Aveva suonato al campanello, una voce pimpante e acuta aveva risposto dicendo che ci avrebbe messo un attimo, e aveva aperto il portone d'ingresso.

Katsuhiro non era entrato: si vergognava troppo e, da quello che sapeva, dall'inizio dell'estate anche la madre di Yoru era tornata in città. E vederla era l'ultima cosa che aveva intenzione di fare. La madre della sua migliore amica, infatti, a differenza dell'ex marito, odiava a morte Katsuhiro. Lui non sapeva bene perché, non aveva mai avuto il coraggio di chiederlo a Yoru, e lei stessa lo aveva rassicurato dicendo che l'opinione della madre era l'ultima che le importava. Ma comunque passare quei dieci minuti in casa a sopportare le occhiate piene di disapprovazione di quella donna non era la cosa che preferiva fare nel tempo libero.

Decidendo quindi di non entrare, per i motivi sopracitati, aveva iniziato a prendere metaforicamente fuoco. Soffriva il caldo in una maniera spaventosa, ma non se la sentiva di chiedere a Yoru di sbrigarsi."Sei il mio migliore amico, quindi hai tutto il diritto di lamentarti di me!", era una frase che gli ripeteva spesso, e nonostante si conoscessero da ormai sei anni lui proprio non ce la faceva: non se la sentiva di mandarle un messaggio o qualche faccina dell'orologio per dirle di sbrigarsi, come invece faceva lei.

Il fatto è che quando era con lei era tutto così strano... Sembrava tutto più vivace, più colorato. Aveva iniziato a vedere i colori dal giorno in cui l'aveva incontrata, e dapprima si era sentito al settimo cielo. Ma poi era arrivata la conferma che in realtà lei non aveva smesso di vedere in bianco e nero, e così lui era rimasto in silenzio.

Non sapeva come fosse successo sei anni prima, quando lui aveva iniziato a vedere tutto diverso, mentre lei aveva soltanto guadagnato un amico. Erano cose che potevano accadere? Forse sì, forse per lei ci voleva più tempo. Tanto alla fine a lui andava bene lo stesso: Yoru aveva affermato che non si sarebbe messa con nessuno, se questa non fosse stata la sua anima gemella, e lui era fiducioso su questo punto. Avrebbe aspettato.

Mentre Katsuhiro era intento a schiacciare quelle succhiasangue di piccola taglia, combattendo contro il caldo, Yoru girava per la camera avanti ed indietro più o meno da quando il suo migliore amico aveva suonato il campanello. Era ancora in abiti da casa (che in realtà non variavano molto dai vestiti che indossava per uscire), i capelli sciolti e spettinati e si stava mangiando quella che probabilmente era l'ultima unghia rimasta. Almeno delle mani.

Il problema era in realtà molto semplice: non sapeva come vestirsi. Il fatto è che non le piaceva niente di ciò che indossava: quei pantaloncini grigi, quella magliette grigie, quelle gonne grigie, quelle felpe grige... La verità é che voleva sapere cosa significava vedere i colori, era tutto ciò che aveva sempre sognato: i colori. Chissà cosa si provava a vederli... voleva incontrare la sua anima gemella solo per quel motivo. Tanto meglio se intanto si fosse innamorata, ma non era quello il punto focale.

Comunque, finché fosse rimasta chiusa in casa non l'avrebbe scoperto di certo: aveva bisogno di vedere gente per vedere i colori-, cioè per innamorarsi! E poi Katsuhiro la stava aspettando lì fuori! Sospirò pesantemente, si sedette sul letto e iniziò a mettersi le scarpe: sarebbe uscita così, con quei pantaloncini della tutta grigi e quella maglietta grigio chiaro. Prese la felpa grigia dall'attacca-panni e, finalmente, uscì di casa:

-Awachan!-

Salutò Yoru, dal suo metro e settanta, rivolgendosi al ragazzo alto dieci centimetri in più di lei. Katsuhiro sorrise di riflesso: era vestita senza alcuna logica, come al solito.

-Ci hai messo tanto...-

Le fece notare Katsuhiro, e si stupì nel vedere che si era presa dietro una felpa arancione: con quel caldo sperava davvero di indossarla?

-Scusa, non sapevo cosa mettere! Comunque, tu sei pronto così? Stasera hanno detto che farà freddo, al Telegiornale...-

-Stasera?-

Katsuhiro si riascoltò mentalmente la conversazione telefonica del giorno precedente: "Vieni da me prima di pranzo e passiamo il pomeriggio insieme!" Pomeriggio.

-Non avevi accennato a stasera...-

-Era naturale, Hiro! Ci sono i fuochi artificiali!-

-Ah.-

-Non fare quella faccia, vado a prendere una felpa di papà, torno subito!-

-Non ser-

Ma Yoru era già ripiombata in casa. Anche questa era una cosa che amava di lei: non lo ascoltava mai, che avesse ragione o torto avrebbe sempre fatto di testa sua. Katsuhiro si chiese se gli avrebbe mai creduto, se lui le avesse detto la verità. Se le avesse detto che lui i colori li vedeva da quando si erano incontrati. Probabilmente no.

-Ecco a te, è la più grande che ho trovato ma potrebbe starti corta di manica visto che sei più alto di mio padre.-

Yoru uscì porgendogli una felpa grigia. Katsuhiro quasi rise per l'ironia della cosa.

-Grazie, è anche-

Si bloccò in tempo, per fortuna che Yoru non era poi così sveglia. Non avrebbe capito che intendeva dirle il vero colore della felpa, che lei vedeva giusto.

-Anche?-

-Della stessa marca di quella che ho a casa.-

Quasi balbettò, poi ammutolì, sperando che Yoru se la fosse bevuta.

-Oh, okay, bene! Allora, andiamo? Io sarei passata prima dal centro in qualche negozio, poi volevo andare a vedere il nuovo negozio di CD vintage che ha aperto il mese scorso e poi potremmo andare a prendere un gelato oppure-

Yoru iniziò a parlare, e Katsuhiro la affiancò in silenzio per tutto il tempo, beandosi della sua voce e del suo sorriso allegro. Se solo avesse saputo di che bel colore aveva gli occhi. Se solo si fosse resa conto del colore lucente dei suoi capelli, del bellissimo rosso della sua maglietta, delle scarpe color senape che non c'entravano nulla con il resto ma che su di lei stavano bene comunque. Se solo avesse potuto vedersi, continuò a pensare Katsuhiro, probabilmente si sarebbe innamorata di sé stessa quanto lo era lui.

⌚🌀

Si stava facendo tardi, Yoru aveva iniziato a sentire freddo e si era messa la felpa arancione, mentre quella si Katsuhiro giaceva ancora sulla sua spalla, inutilizzata. Erano appena usciti dal centro, e tutto il calore delle persone che li circondavano li stava piano piano abbandonando. Yoru non si capacitava di come facesse il suo amico a non congelare, ma Katsuhiro rispose alla domanda con una stretta di spalle.

-Sto bene così.-

-Sei proprio strano, Katsudon. Oh, comunque tra poco ci saranno i fuochi! Andiamo, andiamo, conosco il posto perfetto, vieni!-

E così dicendo Yoru gli prese la mano tra le sue, iniziando a condurlo verso il "posto perfetto". Katsuhiro arrossì violentemente al contatto, e si ritrovò a chiedersi se Yoru potesse effettivamente notare il rossore delle sue guance. Forse no.

-E-ehi, sei sicura che sia per di qua? Poi si va verso il bosco.-

-Certo, lo so! C'è una radura, lassù in cima, proprio sopra al posto in cui li accendono! Sarà perfetto!-

E così dicendo, Yoru gli strinse di più la mano, iniziando a correre e trascinandolo con sé. Katsuhiro si chiese come le persone come Yoru vedessero i fuochi, visto che prima di qualche anni prima lui non li aveva mai visti; esplosioni di grigio in mezzo ad un cielo nero? O magari non avrebbe visto nulla, chi lo sa.
Giunsero alla radura: era un spiazzo di diversi metri circondato da alberi altissimi e pieni di foglio, ed era circondato da un cancello, che serviva per evitare che qualcuno scendesse di sotto. Era effettivamente il posto perfetto, per vedere i fuochi.
Ma quando entrambi arrivarono, e Katsuhiro iniziò a guardarsi attorno meravigliato, Yoru tacque. Era raro che accadesse, e immediatamente Katsuhiro iniziò a chiederlo cosa fosse successo. Stava male? Aveva visto qualcuno che le stava sul cazzo? Si era ricordata una cosa brutta? Yoru rimase in silenzio, con lo sguardo rivolto verso il basso, e iniziò a piangere senza emmettere suono.

Katsuhiro iniziò a preoccuparsi seriamente. Poi, ad un certo punto, Yoru sorrise, e lo guardò:

-Tu li vedi, non è vero?-

Katsuhiro ammutolì, non rispose. Yoru sospirò, abbassando lo sguardo.

-Si vede da come ti guardi attorno, Awaki. Sei sempre così meravigliato, guardi sempre attentamente il luogo in cui ti trovi... Come se osservassi qualcosa in particolare.-

Katsuhiro abbassò lo sguardo a sua volta: non credeva che se ne fosse accorta. Non credeva che lo guardasse così spesso come lui guardava lei.

-Mi dispiace di non avertelo detto.-

-Non preoccuparti. È normale, immagino. Non puoi certo dirmi tutto quanto, ciascuno di noi ha dei segreti, no?-

Yoru si passò una mano sugli occhi, asciugandoseli, poi tirò su con il naso e rialzò il viso, tornando a guardare Katsuhiro negli occhi:

-Immagino che tu non possa dirmi chi è neanche adesso, se non me lo hai detto prima.-

Katsuhiro abbassò gli occhi, voltò le testa di lato:

-Scusa, Yoru.-

-Puoi farmi un favore?-

Yoru quasi non ascoltò le sue scuse, ma non sembrava arrabbiata, e quando fece la sua domanda Katsuhiro non se lo fece ripetere:

-Tutto quello che vuoi.-

-Tra poco ci saranno i fuochi. Li descriveresti per me, ad alta voce?-

Katsuhiro avrebbe fatto qualunque cosa Yoru avesse chiesto: ma come avrebbe potuto descrivere dei colori?

-Puoi... Puoi dirmi il nome del colore, oppure dirmi se è dello stesso colore della felpa che indosso, o degli alberi...-

-Sì, certamente, volentieri.-

Yoru sorrise e lo ringraziò. Katsuhiro si rese conto che non gli aveva ancora lasciato la mano.
Raggiunsero il cancello in tempo per i primi fuochi, Katsuhiro iniziò a parlare: il primo era blu, come il cancello al quale erano appoggiati; il secondo giallo, come le scarpe di Yoru, il terzo verde, come le foglie degli alberi.

Yoru continuò a fissare il cielo, estasiata, mentre ancora stringeva la mano di Katsuhiro. Dopo il nono scoppio, girò il capo verso di lui. Il decimo scoppio gli illuminò il viso, e Yoru poté vedere dei luminosi occhi rosa che osservavano il cielo.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro