Capitolo 2 _ La Druida di Kilika.
Ciao a tutt* ! ^_^
Vi chiedo veramente scusa, in questo periodo ho poco tempo per revisionare i vecchi diari, correggerli, tagliare ed aggiungere parti ed infine pubblicare.
Prima di procedere con la storia, vorrei specificare alcune cose.
Innanzitutto, volevo darvi due informazioni riguardo Dungeons and Dragons, il gioco di ruolo a cui mi sono ispirata per scrivere "Halamshiral" :
" Normalmente Dungeons & Dragons è giocato al chiuso seduti intorno a un tavolo. Ogni giocatore generalmente interpreta un singolo personaggio, detto (PG), che rappresenta il protagonista di un'avventura, insieme ai personaggi degli altri giocatori, in un'ambientazione fittizia di genere , sotto la guida di un giocatore detto (DM) che descrive le situazioni in cui si trovano i personaggi. Nel corso del gioco ogni giocatore dirige le azioni del suo personaggio e le sue interazioni con gli altri personaggi, descrivendone verbalmente le decisioni e risolvendo la riuscita o l'insuccesso delle loro azioni mediante il lancio di dadi. [...] "
(Wikipedia)
Per tanto, se accadranno scene piuttosto surreali è perché in game ho fatto dei tiri pietosi (Potere dell' 1 critico vieni a meee!! -_- "). Ho deciso lasciare volutamente un'impronta D&Desca alla storia anche se questo potrebbe penalizzarla.
Seconda cosa, Eámanë non è una druida fine.. per nulla! Quindi (per evitare di scriverlo ogni volta) vi avverto che in ogni capitolo potranno esserci parolacce (sempre) e anche scene di sesso (ogni tanto).
I nomi che incontrerete (personaggi,nomi di città etc..) sono un piccolo tributo a libri e/o videogiochi. Lo stesso titolo, Halamshiral, è ispirato alla bellissima saga di Dragon Age. Alcuni nomi delle città, invece, a Final Fantasy.
Se vi piace la storia, cliccate la stellina! ^_^
Grazie a tutti !!
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Devo confessare a me stessa che essere un elfo ha anche i suoi lati negativi: uno di questi è di essere già attivi quando fuori è ancora buio e l'alba ancora lontana. D'altronde noi non dormiamo come le altre razze, ma meditiamo in una sorta di "trance"per quattro ore al giorno. E' sufficiente questo arco di tempo per ottenere gli stessi benefici che avrebbe un umano in otto ore di sonno. Coloro che si recano da me mi chiedono in continuazione se durante questa meditazione gli elfi sognano. La verità è che i nostri sogni sono solo dei semplici esercizi di meditazione, i quali ,dopo anni di addestramento, diventano spontanei. I miei non sono ancora bene definiti, ma ci sto lavorando.
La longevità elfica è un fatto noto, tuttavia mi auguro di non rimanere a marcire in questo posto sino alla fine. All'inizio ero affascinata dalla vita di questa piccola cittadina, dalla sua gente , un miscuglio di razze diverse, dai loro usi e costumi. Ma dopo un po' tutto questo ha cominciato a starmi stretto. Silmarwen mi rimprovererebbe per questi pensieri, lo so. Effettivamente, gli abitanti di Kilika mi hanno accolto abbastanza bene quando sono arrivata, mezza morta, sulla schiena della mia amica, a sconvolgere le loro tranquille abitudini.
Dopo una lunga convalescenza, mi sono ripresa e mi sono ritagliata un posto in questa cittadina sempre in fermento. Inizialmente speravano potessi offrire loro un servizio come guida spirituale, ma han capito presto che non ero molto tagliata nel dispensare consigli religiosi e, soprattutto, morali. Allora ho deciso di mettere in un pratica una delle mie maggiori conoscenze, ovvero l'uso delle erbe, diventando così l'unica erborista di Kilika. In questo modo anziché essere una guida in campo religioso ed esempio di retta condotta morale, sono complice e consigliera di tutto ciò che avviene sotto la superficie di questa patina apparentemente perfetta. È già da qualche anno che sono qui, ma le richieste sono quasi sempre le stesse:
<< Questo mese mi è saltato il flusso lunare e temo di essere incinta. Puoi prepararmi una pozione per abortire? >>
<< Temo che mia moglie mi lasci, non potresti darmi qualcosa per aumentare la mia virilità? >>.
Le peggiori, poi, sono quelle ragazzine stupide che mi chiedono qualche filtro d'amore per conquistare qualche bardo itinerante che viene qui a suonare alla taverna o nella Capitale. E poi puntualmente ritornano, in lacrime, a farmi la prima richiesta.
A dir la verità, nonostante spesso vorrei mandarli a fare in culo quando parlano ininterrottamente per ore ed ore, è piuttosto divertente osservare le debolezze e le fragilità dell'animo di queste persone. Credono che una pozione possa fare miracoli, salvarli per l'eternità senza fare alcuno sforzo personale e soprattutto senza pensare alle conseguenze. Ovviamente, per evitare qualsiasi tipo di grane, metto sempre le mani avanti e metto in guardia i miei acquirenti sui possibili effetti indesiderati.
Attento a ciò che desideri, perché potrebbe realizzarsi.
So benissimo di non brillare per gentilezza e simpatia, ma nonostante questo, devo dire che ho molti clienti anche se una piccola parte di loro vuole solo portarmi a letto. Alla fine il mio lavoro mi piace e credo di essere anche molto brava, sicuramente più di quel ciarlatano del migliore erborista della Capitale. Quello si che è un deficiente succhia-soldi. Per fortuna è talmente stupido da avere prezzi improponibili per le persone comuni, le quali si rivolgono a me, a cui della ricchezza materiale importa ben poco. Meglio così; preferisco sicuramente i disadattati e i criminali o l'ingenuità di qualche ragazzina, che un nobile o una guardia che deve far rispettare la legge.
Oggi, comunque, dovrei avere la giornata di libera. In questi giorni sono stata molto occupata ed passato un po' da che ho fatto visita a Silmarwen, chissà come se la passa. Più tardi andrò a trovarla.
Nel pensare a lei mi sfugge un sorriso; quella piccola elfa mi è proprio entrata nel cuore.
Il mio stomaco brontola, ho fame. Mi alzo dal letto e mi dirigo verso quella che dovrebbe essere la mia cucina, ma constato con amarezza che non ho nulla di commestibile in casa. Odio cucinare, sono negata e non ho mai voglia di farlo. Accanto al fuoco mi ci metto solo quando devo preparare le pozioni.
Rassegnata, esco fuori nel bosco. Una brezza leggera mi fa tremare leggermente. L'estate è appena iniziata, ma le prime ore dell'alba sono ancora piacevolmente fresche.
Mi sono rifiutata di abitare in città. Non mi pesa vivere da sola; ho passato gran parte della mia vita in completa solitudine e , sinceramente, preferisco la compagnia degli animali e il cantare silenzioso degli alberi che ascoltare le lamentele e i problemi dei miei clienti.
Distrattamente mi metto a cercare qualche bacca o qualche frutto da mangiare. E' tutto così tranquillo, così calmo...così silenzioso.
Vedo un piccolo leprotto non lontano da me e , percependo la sua paura, provo istintivamente un'indicibile tenerezza.
<<Vieni qui, piccolino>> gli dico con tono affettuoso.
Allungo una mano e guardo il suo piccolo corpo grassottello smettere di tremare. I suoi occhioni dolci ora mi fissano curiosità e noto che si fa sempre meno diffidente.
<<Coraggio, vieni!>> lo incito con la mano. L'empatia funziona ed ecco che riesco a prenderlo in braccio mentre lui si lascia accarezzare contento. Continuo a passare la mia mano bianca sulla sua soffice pelliccia marrone chiara fino a quando non percepisco la sua impazienza crescere perciò decido di lascio andare: credo fermamente che ogni creatura dev'essere libera e non deve mai essere trattenuta.
***
Non lontano da casa mia c'è un piccolo lago dove ogni mattina mi lavo. È un luogo piuttosto appartato, situato in un piccolo boschetto, lontano da occhi indiscreti. È il posto che preferisco quando necessito una piccola pausa o un momento di riposo oppure quando mi apparto con qualcuno. Devo dire che è molto romantico fare l'amore in questo posto sotto il cielo stellato.
Prima di spogliarmi, guardo la mia immagine riflessa in quello specchio d'acqua limpido e due occhi grandi, di un viola intenso, ricambiano lo sguardo fissandomi fieri e sicuri di sé. Tocco il mio viso passando la mano sui lineamenti spigolosi tipicamente elfici e sulla mia pelle bianca e candida come la neve, soffermandomi sul tatuaggio che ho sulla fronte, ovvero una piccola mezzaluna blu. Questo simbolo è tipico degli abitanti dell'Isola della Luna e se in passato me ne vergognavo, ora è un motivo di vanto. Sono orgogliosa di appartenere a questa razza, nonostante tutto. Non esistono elfi più belli ed eleganti, la migliore di tutte le razze e sotto-razze.
Mi tolgo gli indumenti, un corpetto verde muschio e un paio di braghe ormai piene di strappi e decisamente logore, ma non me ne importa affatto del mio vestiario. L'unica cosa che non tolgo mai è il ciondolo che porto al collo, una piccola sfera d'argento. Per quanto mi sforzi, non riesco a ricordare chi me l'abbia dato, ho solo ricordi confusi. Sento solo il bisogno di averlo con me, sempre.
In piedi, con i piedi già immersi nell'acqua, osservo il mio corpo nudo e come al solito mi rammarico di essere così bassa. La maggior parte degli elfi è un po' più alta di me, basti guardare Silmarwen. Tra le due, la più grande sembra lei anche se ha ancora diciassette anni (per comodità contiamo quelli umani ) mentre io ne ho già ventiquattro. Tanti maschi mi hanno sempre detto che io li colpisco per via della mia fisionomia minuta, dicendo che suscita in loro un istinto di protezione mista a tenerezza, come se fossi una fanciulla da salvare.
Che cosa estremamente irritante.
Abbasso gli occhi sul mio seno e mi scappa una risatina, cosa non s'inventano per poterti sedurre...
Come ogni giorno, ringrazio Ehlonna di non portare delle cicatrici sul mio esile corpo, non dopo tutto quello che mi è successo. E' stato merito anche della pazienza e l'amore della mia amica che mi ha salvata e che si è presa cura di me. Avrei potuto uscirne sfigurata o storpia.. se non addirittura morta. Ha caricato una sconosciuta sulle sue fragile spalle e l'ha portata dove potesse essere curata. Le dicevano che non c'era più niente da fare , ma lei si è impuntata e ha voluto a tutti i costi prendersi cura della sottoscritta.. ed eccomi qua.
Mi riscuoto da questi pensieri e mi immergo completamente nel lago. Rabbrividisco a contatto con quell'acqua fredda, ma provo subito una sensazione di benessere. Adoro questo elemento. Oltre ad essere fonte di Vita , ha il magico potere di levarti di dosso tutti i problemi, tutti i brutti pensieri accumulati e di lasciarli fluire via, lontani. Ogni volta che sono in acqua, mi lascio cullare dalla sua immobilità, persa in un attimo che sembra eterno, sentendomi subito dopo rigenerata e pulita, sia fisicamente che mentalmente.
I miei lunghi capelli neri fluttuano sulla superficie, aprendosi a ventaglio esattamente come un'ala di un corvo ed esattamente così che mi sento, libera e leggera come un uccello.
Dopo il bagno, decido di recarmi a Kilika a trovare Silmarwen.
Io e lei siamo come il giorno e la notte in tutto e per tutto. Lei è, nonostante sia più piccola di me, più posata, dolce e matura. E' estremamente sentimentale, si entusiasma per tutto ed è molto ingenua. Io sono decisamente più cinica e razionale, forse troppo menefreghista. Amo la Natura e gli animali, l'arte e la musica, ma delle persone non mi fido per nulla e se posso, le evito, soprattutto i nani e i mezzorchi . Silmarwen è la prima e l'unica per cui provo un sentimento d'affetto. Come potrei non provarlo dopo tutto quello che ha fatto per me? Ora pensandoci, una cosa in comune però l'abbiamo: abbiamo entrambe un difficile passato alle spalle. Non ne so molto, lei è molto restia a parlarne. So che è cresciuta in un orfanotrofio in solitudine dovesi è subito distinta per le sue capacità magiche. Adesso, nonostante la giovane età, è il braccio destro del mago di corte di Luka, la Capitale.
Sono molto orgogliosa di lei. Io sono per Silmarwen ciò che è lei per me: una famiglia.
***
Man mano che mi avvicino alle porte della città, noto subito che c'è qualcosa diverso dal solito.
In genere, a mattinata inoltrata, c'è un allegro via-vai di mercanti, avventurieri o semplici passanti, invece oggi la strada è praticamente deserta e le poche persone che incontro camminano di fretta, a testa bassa e scrutandosi cautamente intorno come se avessero paura di fare un incontro indesiderato.
Le guardie poi, di solito divise a piccoli gruppi sparsi per la cittadina, sono tutte radunate in piazza in un gruppo molto più numeroso rispetto al normale. Guardo attentamente nella loro direzione e mi accorgo che non indossano la solita armatura a piastre, ma una ben più massiccia, ovvero quelle delle Guardie Imperiali.
Wow, addirittura? Dev'essere successo qualcosa di bello grosso. Speriamo che abbiano ammazzato Jeff il taverniere, quella si che sarebbe una bella cosa.
Decido di avvicinarmi alla prima guardia dalla faccia abbastanza sveglia per chiedergli che cosa stia succedendo .
<<Furto.>> mi risponde banalmente. << Il decimo nel giro di una settimana. Riteniamo che ad operare ci siano due bande di briganti che si uniscono per depredare negozi, venditori e persone di Kilika. Le stesse che hanno già avuto precedenti in altre città e che ci sono sempre sfuggite.>>
<<Andiamo bene allora. Con voi qui dormiremo tutti sogni più tranquilli.>> dico sarcasticamente.
La guardia mi lancia un'occhiataccia, ma non replica.
<<Se vedi qualcosa di sospetto, per favore, vieni a riferirlo al Capitano Alistair. Lo troverai nella caserma. Se invece non fosse presente, comunicalo pure ad uno di noi.>>
Batto i talloni e mi porto una mano sulla fronte. <<Signorssìsignore!>> dico tutto d'un fiato appositamente per scimmiottarlo. Non posso farne a meno, ho veramente poco rispetto per quelli che rappresentano la legge, la prima minaccia alla libertà individuale.
<<Vedi di fare poco la furba. Puledre come te ne ho già domate.>>
Che schifo.
<<Lo terrò a mente.>>
Gli volto le spalle e me ne vado, biascicando tra i denti un vaffanculo.
***
<<Ciaooo!>> esclamo appena spalanco la porta d'ingresso di Silmarwen.
Vedo la mia amica sobbalzare sul divano, come al solito era persa nel suo mondo mentre stava leggendo un libro.
<<Eámanë !>> mi accoglie con un sorriso.
<<Ciao Silmarwen! Ciao amore!>> esclamo in direzione della sua bellissima micetta bianca, Inwë, la quale mi risponde con un miagolio prima di acciambellarsi sul divano accanto alla sua padrona. La mia amica è in grado di comunicare telepaticamente con lei e recentemente, grazie a questo potere, abbiamo scoperto un grosso buco proprio a dietro a questa casa, e pure pieno di topi ! Tuttavia, penso che il loro numero sarà destinato a calare presto visto la costanza della micia nel cacciare.
<<Come mai non sei a Luka oggi?>> le chiedo puntando direttamente alla dispensa.
<<Mi hanno proibito di spostarmi. Dev'essere successo qualcosa. Hai visto niente di strano, mentre venivi? >>
<<Si. Ci sono addirittura le illustri Guardie Imperiali fuori. Chissà come saranno contente di prestare servizio qui, in un questo buco di cittadina.>>
<<Ma cos'è successo?>>
<<Furto.>> dico scimmiottando la voce della guarda. Do un morso ad un biscotto <<Pare ci siano dei ladri qui nei paraggi. Così bravi che nemmeno cinquanta soldati imperiali riescono ad acciuffare. Mm-mm! Buoni questi biscotti, li hai fatti tu?>>
<<Si, li ho fatti io. Non dirmi che non hai di nuovo mangiato!>>
<<Si, in realtà stamattina appena alzata ho mangiato qualche bacca . Ma adesso ho di nuovo fame!>> dico in tono sconsolato. <<Ma perché ho sempre fame?>> dico con fare teatrale sedendomi sul divano sperando che Silmarwen mi prepari qualcosa.
<<Andiamo a dare un'occhiata?>>
<<Eh?>>
<<In giro. Metti che riusciamo a trovare uno dei banditi!>>
<<Spero tu stia scherzando!>>
Dieci minuti dopo siamo in giro per le strade di Kilika, armate di bastone, arco e frecce.
Lancio un'occhiata a Silmarwen che ride sotto ai baffi, compiaciuta. Sa di avermela fatta.
Nonostante tutto, la situazione sembra apparentemente tranquilla anche se c'è un'atmosfera tesa, segnata dalla presenza delle guardie e dalla preoccupazione per gli avvenimenti recenti e così rimane per qualche ora, sino al tramonto. Il giorno sta ormai morendo, la gente si sta recando a casa per la cena e i venditori stanno smontando le loro bancarelle. Il sole calante proietta una luce rossastra sulla terra battuta della piazza creando un gioco di ombre.
Forse dovrei tornarmene a casa. Al solo pensiero mi sento però pervadere da una sensazione di malinconia o forse solitudine, non saprei. Chissà perché ogni volta che guardo il sole morente, mi sento morire un po' anch'io. Eppure non so spiegarmi il motivo.
Magari potrei fermarmi da Silmarwen stasera, o andare in taverna e trovare qualcuno con cui bere e poi passarci la notte, forse una sbornia e un po' di sano sesso mi faranno bene.
Mentre sono persa nei miei pensieri, con la coda dell'occhio vedo un'ombra muoversi velocemente.
Mi giro in quella direzione e vedo in lontananza qualcuno avvicinarsi di soppiatto ad uno de pochi mercanti rimasti, mentre smontava la sua bancarella nei pressi di un vicolo. In un lampo, l'aggressore, un umano , punta un qualcosa simile ad un coltello alla gola dell'uomo e lo trascina nel vicolo.
Il tutto molto, molto rapidamente e con un'ottima destrezza.
Ovviamente non c'è nessuna guardia nei paraggi.
Incerte su cosa fare, iniziamo ad inseguirlo e per non farlo fuggire, tento di braccarlo con la corda, ma nella fretta e con una buona dose di sfortuna, mi annodo le mani nel tentavo di fare un cappio.
... Porca puttana!
Ci impiego un sacco di tempo per scioglierlo e quando mi libero, noto che la mia amica è sparita nel vicolo all'inseguimento del ladro.
Per fortuna nessuno ha assistito a questa colossale figura di merda.. !
Dopo questo imbarazzante momento, riesco a correre abbastanza velocemente tanto da raggiungere la mia amica, finché svoltando un angolo, arriviamo dietro le spalle della nostra preda intenta a minacciare il povero mercante.
"Perfetto! Potremo così attaccarlo alle spalle e bloccarlo!" penso soddisfatta, ma sfortunatamente non ho fatto i conti con la mia onnipresente sfortuna.
Il pover'uomo, fuori di sé dal terrore, ci nota e nonostante io mi sia portata l'indice alla bocca per fargli segno di stare zitto, inizia a gridare come un ossesso, attirando l'attenzione del ladro su di noi.
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