Kagehina #1
THE TEASING
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Coppia: Kagehina (Kageyama Tobio x Hinata Shouyou)
Rating: giallo
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"Fallo di nuovo, ti prego!" Lo supplicò Nishinoya, non riuscendo a smettere di ridere, e Hinata lo accontentò, ridacchiando a sua volta.
Si appiattì gli indomabili capelli arancioni con le mani e assunse un'espressione truce borbottando, in un'imitazione perfetta del numero 9 della Karasuno.
Il libero scoppiò in un'altra fragorosa risata, che purtroppo attirò l'attenzione di Kageyama, che vide tutta la scena.
Il moro si avvicinò con uno sguardo furioso all'arancione, che indietreggiò spaventato.
"K-Kageyama... Stavamo solo scherzando... Non te la prendere..." balbettò il numero 10, cercando Nishinoya con lo sguardo per chiedere un silenzioso aiuto, ma quello si era allontanato fino ad una distanza di sicurezza porgendogli un'occhiata di scuse.
"Traditore..." Pensò Hinata, volgendo lo sguardo al moro, intimorito.
"Se hai tempo per simili idiozie, usalo per allenarti in ricezione, ne hai più bisogno!" Gli urlò in faccia un apparentemente infuriato Kageyama.
In realtà il moro, per quanto si sentiva ferito, non riusciva ormai da tempo a prendersela con Hinata. Ma questa volta aveva esagerato, era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
"Cosa pensi che abbia fatto negli ultimi mesi?!" controbatté arrabbiato e incredulo Hinata.
"Non aspettarti che ti alzi ancora la palla." Disse freddo il numero 9 senza nemmeno ascoltarlo, per poi girare i tacchi e andarsene, lasciando tutti i compagni sconvolti e con lo stesso pensiero in testa: senza la veloce di Kageyama e Hinata, che fine avrebbe fatto la Karasuno?
Non appena si fu allontanato abbastanza, Kageyama permise finalmente alle lacrime di scendere copiose sul suo volto. Hinata non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti, per lui era soltanto un rivale, la persona da battere a qualunque costo.
Ciò che era successo quel giorno non faceva altro che ferirlo ancora di più.
Il suo cuore era in catene e ad averne la chiave era quell'idiota.
Il moro fece un respiro profondo, strofinandosi gli occhi con la manica della felpa nera che aveva imparato ad amare e calmandosi.
Le due settimane successive passarono senza che i due si rivolgessero la parola.
Kageyama aveva deciso di esercitarsi da solo sulla sua battuta per perfezionarla al massimo e Hinata schiacciava le alzate di Sugawara e si esercitava in ricezione con Daichi e Noya.
"Non pensi che dovremmo fare qualcosa?" chiese Suga al capitano, osservando le due matricole intente ad ignorarsi, fallendo miseramente nel loro intento.
"Penso di si... Hai un'idea?" sospirò Daichi concentrandosi sul compagno.
"Penso di si" sorrise il numero 2, iniziando a spiegare dettagliatamente il suo piano: era evidente che ci avesse pensato a lungo.
"Hinata, potresti portarmi uno straccio dallo sgabuzzino? Mi faresti davvero un favore..." chiese Suga al numero 10, non appena Daichi gli diede il segnale.
"Certo! Torno subito!" rispose l'arancione con un sorriso, per poi correre verso la porta situata nell'angolo della palestra.
Si avvicinò allo scaffale contenente gli stracci quando sentì la porta chiudersi con un rumore sordo.
Sgranò gli occhi quando girandosi per controllare cosa fosse successo vide Kageyama accanto al cesto con i palloni, probabilmente intento a mettere a posto quelli che aveva usato, guardarlo con la stessa espressione smarrita.
Sussultarono entrambi quando sentirono scattare la serratura, segno che la porta era stata chiusa a chiave.
"Ci dispiace dover ricorrere a questi metodi ma non avevamo altra scelta... Non uscirete di lì finché non farete pace." Li informò Daichi da dietro alla porta.
I due si guardarono per un attimo per poi riportare la loro attenzione sulla porta. Stavano scherzando, vero?
Poi sentirono dei passi, che fecero loro capire che si erano tutti allontanati lasciandoli da soli, chiusi nel magazzino delle scope: non stavano scherzando.
Dopo un lungo attimo di smarrimento, Hinata si girò verso Kageyama, che si era seduto per terra contro il muro sussurrando: "Non ho intenzione di perdonarti..."
"Quindi dovremmo rimanere chiusi qui dentro per sempre?! Conoscendo il capitano, sarebbe capace di tenerci chiusi qui per mesi..." rabbrividì il numero 10.
Il moro schioccò la lingua e si ostinò testardamente a non perdonare l'arancione, a costo di rimanere lì per sempre.
Hinata seguì l'esempio di Kageyama sedendosi contro il muro, a debita distanza dal moro.
Le ore passarono e, per quante volte l'arancione avesse provato a parlare col numero 9, questo si ostinava ad ignorarlo.
"Senti, Kageyama... Posso avvicinarmi un pochino?" chiese titubante il numero 10, guardandosi intorno.
"Perché ?" ribatté il moro, ma questa volta con una nota di sorpresa e curiosità a colorare la voce fredda.
Le guance del numero 10 si colorarono di rosso, e lui ci mise un po' prima di rispondere rispondere in un sussurro appena udibile: "Ho paura del buio...".
Kageyama sgranò gli occhi: se Hinata stava rivelando una cosa del genere al suo rivale, doveva essere davvero terrorizzato...
Senza pensarci un attimo allargò un braccio in un chiaro invito, distogliendo però lo sguardo.
Hinata si precipitò immediatamente nell'abbraccio del compagno, tremando, e si lasciò stringere.
"Grazie..." Sussurrò l'arancione contro il petto del moro, senza staccarsi.
Dopo non più di un paio di minuti, il moro portò anche l'altro braccio attorno al corpo tremante del compagno e lo strinse a se.
Cosa poteva inventarsi per far smettere di tremare il cucciolo impaurito tra le sue braccia?
Forse poteva provare a distogliere la sua attenzione, facendogli dimenticare di essere immerso nell'oscurità... Ma come?
"Ti perdono" disse chiaramente il moro ad un certo punto.
"Davvero?!" chiese conferma Hinata girandosi a guardarlo con gli occhi sgranati e prossimi alle lacrime, ma smettendo finalmente di tremare.
"Sì, davvero..." sussurrò Kageyama con un sorriso.
"E mi alzerai di nuovo la palla?!" chiese ancora l'arancione con gli occhi colmi di speranza.
"Sì."
Quelle due lettere riuscirono da sole a far tornare il sorriso solare del numero 10 sul suo volto.
Hinata iniziò a parlare senza fermarsi un secondo se non per prendere aria, quando all'improvviso si bloccò, dopo che un pensiero ebbe attraversato la sua mente.
"Lo hai fatto perché ti facevo pena?" chiese improvvisamente serio, dando voce ai suoi dubbi.
"No... È solo che... vederti triste mi stringe il cuore..." disse dolcemente il moro, senza pensare, accorgendosi troppo tardi dell'errore commesso. Sperava solo che Hinata passasse oltre le sue parole sdolcinate senza soffermarcisi troppo, o avrebbe capito tutto.
Kageyama non riuscì a nascondere il rossore e voltò lo sguardo quando Hinata si girò a guardarlo negli occhi.
Il suo cuore sembrò smettere di battere quando l'arancione si staccò dal suo abbraccio, per poi accelerare e rischiare di scoppiare quando gli si sedette in grembo, congiungendo le loro labbra in un dolce e casto bacio.
Il moro, dopo un attimo di sorpresa, lo strinse ancora di più a sé, rispondendo al bacio del suo cucciolo coraggioso, per poi chiedergli l'accesso con la lingua, leccandogli il labbro inferiore.
L'arancione schiuse immediatamente le labbra, facendo incontrare le lingue, che danzarono insieme, vogliose di scoprirsi a vicenda.
Dopo vari minuti si staccarono, entrambi senza fiato, ma felici come non lo erano mai stati.
"Ti amo Shouyou" sussurrò il moro all'orecchio del numero 10, che sentì il cuore accelerare i battiti all'inverosimile e lacrime di felicità premere per uscire.
"Ti amo anch'io Tobio" rispose con un sorriso, generando reazioni simili nel compagno.
Si baciarono di nuovo, consci di aver appena trovato una cosa più importante della pallavolo: l'amore.
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Spero che questa one-shot vi sia piaciuta! Stellinate e commentate! A presto!
~Yuki
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