Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

|One-night stand| |Kōtarō Bokuto| |LEMON|

Attenzione! In questo capitolo sono presenti scene di sesso esplicite! Se siete sensibili a questo tipo di one-shot, non leggete!

Questa shot avrà un seguito (non Lemon), quindi restate aggiornati!


Le luci della città brillavano delicate nella notte, illuminando il cielo scuro mentre la metropoli era ancora fin troppo attiva per andarsene a letto.
Le macchine e i taxi sfrecciavano veloci per le strade di Tokyo, suonando di tanto in tanto i loro clacson, circondati dalle miriadi di persone che abitavano quella così immensa caotica, ma al contempo stesso tranquilla città.
E in uno di quei taxi neri e dai finestrini oscurati, le luci dei club notturni e delle mille abitazioni attorno illuminavano i finestrini, proiettando i loro colori all'interno del taxi, al cui interno solo il rumore di labbra che si incontravano vogliose era udibile.
Due ragazzi erano avvinghiati l'uno all'altro sui sedili posteriori dell'auto, osservati di tanto in tanto dal taxista, curioso e preoccupato.
Il sapore delle loro labbra si era mischiato a quello dei forti alcolici bevuti quella sera, mentre nella loro testa ancora rimbombava la musica assordante che poco prima si pervadeva per la gigantesca discoteca nella quale si erano incontrati, per la prima volta.
Un fascio di luce violetta si andò ad intrecciare nella chioma [c/c] della ragazza che, con una gamba sotto al sedere e l'altra in mezzo a quelle del ragazzo, aveva infilato la propria mano nella bizzarra chioma dell'amante, approfondendo ancora di più il bacio e imponendosi per il momento la padrona del gioco.
Quella sera era uscita di casa infuriata e frustrata, con una miriade di emozioni in corpo e l'intento di inibirle e confonderle con dosi massicce di alcool che, in effetti, aveva assunto.
Ma oltre all'alcool. il suo obbiettivo era anche un altro.
Doveva dimenticare, svagarsi, vivere la sua fottuta vita senza doversi sentire al guinzaglio, andare dove voleva, con chi voleva, senza i continui sensi di colpa, gelosie e le altre immense stronzate che comporta una relazione.
E quale miglior modo per ottenere tutto ciò, se non portandosi a letto qualcuno?
Insomma, una botta e via!
Era stata fin troppo all'interno dei suoi limiti, non superando mai la dannata riga che si era disegnata attorno da sola, restringendola sempre e sempre di più, vedendola venir marcata da chi le stava attorno, e che ora le stava terribilmente sul cazzo.
E quella sera, il suo obbiettivo sembrava essere stato ben più che raggiunto.
Rimbambita com'era dall'alcool, quasi aveva perso il senso del tatto, ma non abbastanza da non percepire l'eccitazione del 'ragazzo senza un nome' con la sua gamba che, sensualmente, si era fatta strada fra le sue.
Era bisognoso di lei, la toccava ovunque le sue lunghe e grandi mani potessero raggiungere, memorizzando le sue forme invitanti, accarezzandola con bramosia, desiderandola più di qualunque altra cosa.
Quella notte aveva esagerato con l'alcool, forse un po' troppo, ma era ancora abbastanza lucido da vederla e capire quanto fosse bella con le luci della discoteca o della città ad illuminarla.
Infilò una mano nella sua folta chioma, tirandola a sé nel tentativo di avere un contatto più profondo, più intimo.
Le leccò il labbro inferiore, mordendolo leggermente mentre cercava di tirarla sopra di sé, così da poterla toccare meglio, così da approfondire il loro contatto carnale di quella notte.
La [c/c] gli salì sopra, percependo chiaramente l'eccitazione di lui mentre le lasciava baci umidi e lenti sul collo, scoprendoglielo dai capelli.
Vedeva i suoi sottili occhi del colore dell'ambra brillare di lussuria e desiderio, assottigliati e più scuri nell'oscurità della macchina.
Si lasciò uscire un sospiro quando le prese a succhiare un lembo di pelle, desiderandola più dell'aria che, dentro al taxi, stava diventando sempre più calda e gravida dell'odore del loro desiderio.
Il taxista dovette però interrompere il loro idillio con un profondo e rauco tossito, attirando la sola attenzione della ragazza, mentre il ragazzo era fi troppo perso nel profumo di lei per potersi staccare dalla sua pelle morbida e liscia, continuando a tastare con le mani ogni centimetro del suo corpo, spingendola verso di lui sempre di più.
"Dove vi porto, ragazzi?"
Il ragazzo, la cui capigliatura lunga e folta, scura e chiara, stava solleticando il mento della ragazza, alzò il capo, sbirciando da dietro il corpo della ragazza, tenendola sempre stretta a sé.
Per un momento, sembrò quasi tornare lucido.
"A casa mia, è il-"
"No. Casa mia è più vicina."
Lo interruppe bruscamente, lanciandogli un'occhiata di rimprovero mentre quello la guardava come un cucciolo bastonato.
Disse il suo indirizzo al taxista prima di tornare a prestare attenzione al ragazzo sotto di lei.
"veramente, casa m-"
"Non mi interessa, zitto e continua."
La ragazza si avventò nuovamente sulle labbra del ragazzo, confuso più che mai, ma troppo eccitato per potersi far distrarre.
La ragazza, dal canto suo, nonostante fosse frustrata, tirò un sospiro di sollievo: la sua serata era salva, e per quella notte, avrebbe avuto qualcuno a farle compagnia, che l'avrebbe aiutata a liberarsi delle cazzate che le passavano per la testa.


La porta dell'appartamento della ragazza si aprì frettolosamente, e non si fece nemmeno in tempo a chiudere che già i due erano avvinghiati l'uno all'altro, frementi dall'eccitazione focosa e vogliosi di dare fuoco a quella nottata accesa dalle prime fiammelle.
Riuscirono a chiudere per pura fortuna la porta prima di avventarsi a tentoni verso la camera da letto, a luci spente e con la ragazza a guidare il percorso.
Una volta entrati in camera, la [c/c] venne bloccata alla parete dal ragazzo, che prese a baciarla lentamente e dolcemente, scendendo verso il collo e verso l'ampia scollatura della maglietta, baciandole la linea dei seni che tanto desiderava vedere.
I sospiri di lei si fecero più intensi, i gemiti più desiderosi.
Il calore che le si era espanso nelle parti intime era fin troppo da sopportare, stava per impazzire.
Era da così tanto che non si sentiva così desiderata, che non provava le stesse emozioni di una volta, ma più forti e fresche, talmente tanto da sembrarle nuove.
Sentire le sue ruvide e grandi mani su di lei la faceva eccitare a dir poco, voleva sentirle sulla sua pelle nuda, sentirsi percorrere da esse per tutta la notte.
In quel momento, si sentiva così bene, che non voleva lasciarlo andare.
Ma non aveva tempo per esplorare i suoi sentimenti fin troppo contradditori ed incasinati, il piacere la stava divorando, e non poteva più trattenersi.
Lo voleva, e non le importava nulla del resto.
Col fiatone, si tolse la maglietta, scansandolo ed invitandolo a fare lo stesso, mentre lui, spaesato, imitava il gesto, più impacciato, ma veloce.
La [c/c] fece per sfilarsi il reggiseno, ma quello fu più svelto di lei e la prese per i fianchi, sorprendendola tanto da farle emettere un gridolino, e la fece sdraiare sul letto, con lui sopra, a dominare il fuoco.
Privato del suo maglione bianco a collo alto e dei suoi pantaloni neri, sopra di lei, con i muscoli dell'addome sviluppati e ben scoperti, le spalle larghe e possenti, le braccia muscolose ed un sorriso smagliante e provocante in viso, quel ragazzo era ancora più sexy di quando lo aveva visto alla discoteca.
La ragazza si perse un secondo accarezzando i suoi muscoli ben delineati, completamente in estasi, quasi avesse davanti agli occhi una divinità greca.
Il suo tocco freddo e delicato fece rabbrividire il ragazzo che, tanto quanto lei voleva lui, voleva lei.
L'aveva torturato e provocato tutta la sera, fino a quando non si era ritrovato con lei in quel taxi, ancora più torturato, ma compiaciuto di aver conquistato una tale bellezza.
La lasciò osservare il suo corpo mentre lui guardava meglio il suo viso, sentendosi avvampare.
Le sue labbra erano gonfie e rosse per i baci ardenti che si erano scambiati, i suoi occhi [c/o] luccicavano dalla lussuria mentre la sua chioma era sparsa per tutto il cuscino, andando a creare intrecci disordinati.
Le accarezzò il succhiotto che le aveva lasciato prima in macchina, sentendo il suo cuore pulsare più forte a quel marchio sulla sua pelle profumata e delicata.
Si abbassò per baciarglielo dolcemente, come fosse una richiesta di perdono, leccandolo come si fa con le ferite, ma quando sentì le mani fredde di lei aggrapparsi ai suoi addominali, subito si rialzò.
Abbassandosi, le aveva coperto la visuale, e lei si era come risvegliata, attirando la sua attenzione.
Alzò di poco l'addome, frugando nel cassetto aperto del comodino, e tirando fuori un preservativo sigillato, porgendoglielo poi prima di slacciarsi il reggiseno una volta per tutte e lanciarlo in un angolo della stanza.
Quando fece per prendere il preservativo, risvegliando il fuoco che si era quasi assopito, la vista dei seni di lei lo fece bloccare, mandandolo fuori di testa.
Era così bella che pensava se la stesse sognando.
Prima di infilarsi il preservativo, si avventò delicatamente sui suoi seni, accarezzandoli con le proprie mani calde e ruvide, facendola fremere.
Le baciò la punta di uno, mandandole brividi lungo tutto il corpo, mentre con l'altra mano accarezzava l'altro e la loro eccitazione cresceva.
Il ragazzo non stava più nella pelle-o nelle mutande-perché averla così esposta e bella sotto ai suoi occhi lo mandava fuori di testa e lei, altrettanto impaziente, non ce la faceva più.
Il ragazzo si staccò dai seni di lei, sentendo un mugugno che lo fece sorridere allegro, per togliersi i boxer ed infilarsi il preservativo sull'eccitazione pulsante e dura.
Tornò poi sopra di lei, accarezzandole la coscia destra prima di stringerla forte ed alzarla, lasciando su essa un soffice bacio prima di guardare la ragazza, chiedendo l'accesso.
Quasi rise in faccia a quel ragazzo dalle buone maniere, prendendolo per il collo ed avvicinandolo a sé, dandogli il bacio che aizzò l'incendio.
Il ragazzo entrò in lei facendole emettere un gemito di piacere e sollievo.
La sua grandezza era molto più rispetto a ciò a cui era abituata e dovette prendere un paio di respiri primi di abituarsi, almeno in parte.
Si aggrappò alla possente schiena di lui, che sembrava fatta apposta per ospitare le sue mani e i graffi che presto gli avrebbero marchiato la schiena.
Dal canto suo, il ragazzo sentiva le pareti dell'intimità di lei stringerlo, eccitandolo ancora di più di quanto non fosse.
Iniziò a muoversi, all'inizio lentamente e dolcemente, facendo abituare entrambi ai nuovi ambienti, ma poi il ritmo aumentò sempre di più, facendosi sentire sempre più in profondità.
I gemiti, il rumore dei loro corpi che si univano, il letto che scricchiolava ed il suono dei loro baci umidi e desiderosi pervasero la stanza buia, circondando il loro abbraccio focoso, circondato dalle fiamme scarlatte della passione.
Il ragazzo continuò a stringerle forte la coscia, spingendosi sempre più a fondo in lei mentre le accarezzava ogni parte del corpo nudo, baciandola con dolcezza lenta e calcolata, mentre lei, invece, voleva averlo con tutta la passione che possedeva.
Finalmente si sentiva bene, non pensava più ai problemi della sua vita e nulla aveva più importanza se non il copro caldo, muscoloso ed accogliente di quel ragazzo che, in quel momento, le stava donando la più bella notte della sua vita.
Finalmente, il calore della [c/c] si intensificò e le sue pareti iniziarono a stringersi attorno al ragazzo, incitandolo ad aumentare il ritmo, venendo a poca distanza di tempo dalla ragazza.
Le si accasciò sopra, ancora dentro di lei, col fiatone ed il cuore a mille, la pelle madida di sudore che brillava alla luce della luna dalla porta finestra.
Uscì da lei con un ultimo gemito, sdraiandosi al suo fianco, soddisfatto e contento, ma non tanto quanto lei.
Si girò verso di lei, sorridente e col cuore a mille, guardandola come un cucciolo che aspetta il cibo.
Aspettò paziente che lei si riprendesse e che ricambiasse lo sguardo, anche lei visibilmente sollevata e allegra.
Con le guance rosse-non si sa se per l'amplesso o altro-, il ragazzo le porse la mano grande, sorridendo.
"Io sono Kōtarō, comunque."
Alla ragazza mancò un battito, ora preoccupata.
Non pensava che dopo una bottarella ci si parlasse anche.. ma forse era giusto?
Era comunque meglio limitare il dialogo, non aveva nulla in mente, non voleva nulla da lui, se non una notte di svago, ed era ciò che aveva ottenuto.
Gli sorrise, intimidita e preoccupata, schiva.
"Io sono [T/n]."
Gli strinse esitante la mano, vedendo il suo grande sorriso spuntargli sulle labbra, facendola sentire ancora più in soggezione.
Era meglio finirla lì per il momento.
"Bhe.. buonanotte."
Si girò dall'altra parte, dandogli la schiena mentre quello rimaneva interdetto, ma comunque al settimo cielo.
"Ah, si! Buonanotte!"
E come un cucciolo, troppo ingenuo, le avvolse un braccio attorno alla vita, rimanendo sveglio per un po' insieme a lei, con la felicità tra i pensieri, completamente opposti a quelli dell'amante appena conosciuta nel letto con lui.
[T/n] rimase invece sveglia, frustrata e preoccupata.
Non aveva intenzione di vederlo mai più, sarebbe stato difficile, ma doveva farlo.
Per quella notte però, lasciò correre.
Peccato però, che dovesse ancora fare i conti con il domani che, apparentemente, aveva piani diversi.





Dedicata a inazuma_fireworks

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro