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|Hug me!| |Sō Inuoka|

Un fresco vento primaverile soffiava leggero tra le fronde degli alberi di ciliegio, liberando milioni di petali rosa che iniziarono a fluttuare per l'aria, danzando insieme a quello spirito giocherellone.
Le candide nuvole bianche si muovevano a vista d'occhio nel cielo azzurro, oscurando di tanto in tanto il caldo sole, dando così sollievo a chi era costretto sotto quei caldi raggi.
Nei dintorni di quel lungo viale alberato erano udibili solo i rami dei ciliegi scontrarsi dolcemente tra loro e il dolce odore di primavera accarezzava delicatamente l'olfatto.
Alla fine di quella colorata strada, una scuola si ergeva imponente, coprendo con la sua grande ombra lo spiazzo a lei adiacente.
Ancora vuota, ma pronta per accogliere gli studenti che da lì a poco sarebbero arrivati, sembrava priva di vita.
Nella piccola palestra sul retro però, degli studenti si stavano già dando da fare, facendo spargere le loro urla di incoraggiamento e il rumore rimbombante di palloni sbattuti al suolo.
Alcuni stavano ancora facendo stretching mentre altri si erano già messi ad allenarsi sotto rete, mentre una strana coppia correva attorno alla palestra, il più basso dei due che cercava di lanciare la propria borraccia dell'acqua al più alto, che scappava come un dannato.
Quella mattina, la squadra della Nekoma si era ritrovata a doversi allenare senza l'allenatore Nekomata, partito per una mini vacanza insieme alla propria famiglia, lasciando il tutto nelle mani del capitano, che non si poteva dire fosse al settimo cielo.
Ma l'allenatore non sembrava essere l'unico componente a mancare quel giorno.
"Kuroo?"
Quando il citato sentì il proprio cognome venir chiamato, ancora intento a stirare le proprie gambe sul pavimento lucido della palestra, voltò il capo e si ritrovò davanti il libero della squadra, che ancora con il fiato corto per aver rincorso il loro centrale, giacente apparentemente senza vita a terra, si era posizionato davanti a lui, prendendo grandi respiri.
I corti capelli di un castano chiaro si stavano già bagnando del suo sudore e una goccia gli scese lungo il collo bianco, infilandosi all'interno della sua maglia da allenamento, in quel momento agitata dalle sue mani, in un disperato tentativo di ricevere un po' di aria fresca.
"Si, Yaku?"
Kuroo tornò a concentrarsi sul suo stretching, abbassando il busto contro le sue gambe, stendendo le mani verso i propri piedi, continuando ad ascoltare Yaku mentre il suo ribelle ciuffo nero gli andava a finire davanti agli occhi ambrati.
"Dov'è Kenma?"
"È vero! Non lo vedo dall'altra sera, che fine ha fatto?"
Alla voce del libero si aggiunse anche quella squillante di Yamamoto, seduto affianco a lui.
Il corvino rialzò il torso e inarcò la schiena, facendo schioccare qualche osso mentre i suoi due compagni lo osservavano.
"Ah, Kenma ha avuto un po' di febbre in questi giorni, quindi credo che stamattina se la prenderà comoda."
Il castano annuì e si allontanò dal gruppetto per andare a riprendere la sua borraccia blu, ancora abbandonata sul pavimento dopo aver colpito il cranio del centrale, mentre Yamamoto continuò a fare i suoi esercizi, controllando di tanto in tanto che la sua acconciatura bionda fosse al propio posto.
Kuroo, a sua volta, si alzò in piedi, iniziando a far riscaldare le proprie congiunzioni, guardandosi intanto attorno.
Tutto sembrava sotto controllo: Yaku stava cercando di far alzare Lev, il centrale, Yamamoto ogni tanto si specchiava sullo schermo del proprio cellulare,Shibayama, Kai e Fukunaga stavano facendo dei passaggi e Kenma stava arrivando, ma nonostante ciò, sentiva che qualcosa mancava, o forse, qualcuno..
"Aspettate un attimo! Si può sapere dov'è Inuoka?"
La sua forte voce si propagò per il resto della palestra, attirando l'attenzione della propria squadra.
I suoi compagni si guardarono intorno, rendendosi conto anche loro che Inuoka, quel fulmine castano pieno di energie, mancava all'appello.
"Oh, io so dov'è!"
La squillante voce di Lev arrivò violenta alle orecchie di Kuroo, che si girò in un millesimo di secondo verso di lui.
Il ragazzo si era alzato immediatamente da terra con un balzo, sotto lo sguardo infastidito del povero Yaku, che fino a quel momento aveva cercato di farlo alzare, inutilmente.
I suoi capelli argentei si sollevarono per un momento in aria, scoprendo le sue gemme verdi, ed un sorriso gli spuntò sulle sottili e rosee labbra.
"Sentiamo, allora."
Lev alzò l'indice in aria e con fare ovvio sorrise beffardo, facendo innervosire il proprio capitano, che nell'attesa aveva incrociato le braccia al petto e aveva iniziato a far battere ritmicamente il piede destro contro il pavimento.
"L'altro giorno mi ha detto che oggi non sarebbe potuto veni-"
Le parole di Lev vennero sovrastate dal rumore delle porte scorrevoli della palestra che venivano aperte con uno scatto, attirando l'attenzione dell'intera squadra, compresa quella del mezzo russo, che smise di parlare per voltarsi verso l'ingresso, facendo ingrossare dal nervoso la vena sulla fronte di Kuroo.
A sua volta, anche il capitano voltò esasperato il capo verso la porta, trovando davanti ad essa la minuta figura dell'alzatore di ruolo della Nekoma, Kenma Kozume.
Indossava la sua larga tuta rossa e bianca della Nekoma e a braccetto portava la borsa con il proprio materiale scosalistico; e sarebbe potuto sembrare il ragazzo di sempre se solo il suo aspetto non fosse stato così sciupato: i suoi lunghi e lisci capelli biondi, con una ricrescita nera, sembravano secchi e poco curati, le occhiaie sotto i suoi occhi del colore dell'ambra erano più prorompenti del solito e la sua pupilla era colorata di pagliuzze rosse, come se non avesse dormito per i giorni precedenti.
Infine, più della metà del suo viso era coperta da una mascherina nera, che metteva in risalto il pallore del suo viso già bianco come il latte.
Ma qualcuno dietro di lui sembrava attirare a dismisura l'attenzione dei gatti della Nekoma.
Aggrappata alla schiena del biondo, una ancora più minuta figura sporgeva la testa per guardare all'interno della palestra, intimorita.
I [l/c] capelli [c/c] le ricadevano penzolanti sulle spalle, mossi un poco dal fresco vento, incorniciando un visetto dalle gote arrossate e un broncio spaurito sulle labbra rosee.
I suoi grandi e splendenti occhi [c/o] perlustravano attentamente e timorosamente l'intera palestra e i visi delle persone che la popolavano.
Quando vide la quantità di ragazzi presenti nella palestra, la presa sulla giacca rossa di Kenma si rafforzò.
Il biondo, a sua volta, emise un sospiro e fece un passo avanti, chiudendo poi la porta dietro di sè, facendo entrare la ragazza prima di voltarsi nuovamente verso i propri amici, osservando le loro facce da pesci lessi, incantati davanti al bel viso della ragazza dietro di lui.
"Te lo avevo detto che sarebbe stato meglio non venissi, [T/n]."
Kenma si voltò verso la ragazza, che sentendo gli occhi del biondo su di sé abbassò il capo velocemente, come per nascondersi.
"Volevo solo controllare che non ti affaticassi troppo.."
Il sussurro si scontrò contro la felpa di Kenma, rendendo udibili solo a lui le parole, al contrario degli altri presenti, a cui arrivò solo un borbottio desolato, che li fece inevitabilmente intenerire.
"Eddai Kenma, non essere così scorbutico con la mia [T/n]! Ti sono mancato tanto, non è vero?"
"No."
Kuroo, che si era avvicinato alla ragazza con le braccia aperte, in attesa di un abbraccio, e con un sorriso beffardo in viso, alle parole della [c/c] si bloccò di colpo, portandosi una mano al cuore con fare offeso.
Era incredibile come quella ragazza potesse cambiare a dismisura in base alle persone che la circondavano: poteva essere estremamente timida con persone appena conosciute, soprattutto del sesso opposto, maledettamente dolce e carina con le persone a cui teneva, oppure incredibilmente cinica con chi non sopportava, e Kuroo sembrava essere quello che portava fuori il lato diretto e scorbutico, un pò come quello di Kenma, da quel piccolo e timido scricciolo.
"Non essere così cattiva! Non vorrai mica diventare come tuo fratello spero!"
"Fratello!?"
Le urla che provenirono da dietro Kuroo gli fecero prendere un colpo, talmente grande che quasi saltò in braccio a Kenma-non che lui l'avrebbe preso al volo-.
Si voltò verso la propria squadra, guardando infastidito Lev e Yamamoto che, in quel momento, si stavano sporgendo verso la porta, avvicinandosi gradualmente alla ragazza.
"Si, non lo sapevate? Kenma ha una sorellina più piccola, è al primo anno, [T/n] Kozume."
Kuroo, mentre parlava, non si era minimamente accorto che i suoi compagni lo avevano oltrepassato, circondando la ragazza e scacciando il biondo, iniziando a riempirla di attenzioni, da lei del tutto indesiderate, e quando se ne accorse, era ormai troppo tardi.
"Hei idioti! Spostatevi da lì!"
Le urla del corvino, inutile dirlo, furono vane davanti all'eccitazione di Lev e Yamamoto messi assieme, che non smettevano di assillare la ragazza, fino a quando un secondo urlò arrivò più forte e prorompente alle loro orecchie.
"Ma siete cretini?! Lasciatela stare, la state spaventando!"
A quelle parole, i due guardarono meglio la ragazza, notando solo in quel momento il tremolio delle sue gambe, le sue guance rosse per l'imbarazzo ed i suoi occhi lucidi, allontanandosi di scatto da lei, chiedendo in continuazione perdono.
Yaku, dopo aver urlato, si avvicinò con rabbia ai due ragazzi, brandendo un aria la sua borraccia blu, facendo rabbrividire Lev alla sua vista, e afferrò entrambi per le orecchie, trascinandoli tra le loro urla di dolore vicino al piccolo Shibayama, a Kai e a Fukunaga che, nonostante fossero rimasti sorpresi e incantati da quel bel visetto, si erano perlomeno dati un poco di ritegno.
[T/n] si strofinò gli occhi, turbata dall'esperienza appena vissuta, ma una carezza sulla testa la rese più tranquilla.
Alzò il capo, trovando gli incantevoli occhi ambrati del fratello maggiore, sul quale si buttò a capofitto qualche secondo dopo, aspirando il dolce profumo proveniente dalla sua maglietta appena lavata.
Il biondo continuò ad accarezzare delicatamente i morbidi capelli della sorella, accennando un sorriso sotto la mscherina nera, ma subito dopo, lanciò un'occhiataccia ai suoi due compagni di squadra, che ancora si stavano massaggiando le orecchie, facendoli rabbrividire ulteriormente, talmente tanto che Lev cercò riparo dietro le muscolose gambe del proprio capitano.
Erano rari i momenti nei quali Kenma esternava le proprie emozioni, ancora di più quelli nei quali si arrabbiava, ma quando ci andava di mezzo la sorella, le possibilità che succedesse erano molto più alte.
Il loro rapporto era qualcosa di indissolubile e incredibilmente forte: per [T/n], Kenma era sempre apparso come un super eroe, simile a quelli che vedeva nei suoi videogiochi, ma molto più forte. Non sopportava l'idea di vederlo triste, deluso o peggio ancora, malato.
Per questo faceva tutto ciò che le era possibile per non fargli accadere niente di male.
Era sempre stato così per loro.
Per Kenma, invece, [T/n] appariva come una piccola fatina indifesa, che ancora doveva trovate la sua bacchetta magica per difendersi, e toccava a lui farlo per lei.
Era sempre stata lì per lui, e lui lì per lei, ed era diventata un pò uno stabilizzante nella sua vita, lo aiutava a mettere in ordine le sue emozioni quando erano scombussolate, e lo curava quando i loro genitori non erano in casa.
Insomma, il loro rapporto era un qualcosa di difficile da spezzare, e quando Kenma notò gli occhi lucidi della sorellina, non potè fare a meno di minacciare con lo sguardo Lev e Yamamoto, che dopo quell'avvertimento, ci avrebbero pensato due volte prima di avvicinarsi così tanto alla ragazza.
Ma, forse, Kenma non era l'unico ragazzo a cui dovevano stare attenti.
All'improvviso, la porta scorrevole della palestra si aprì una volta di più, rivelando la figura stanca e affranta di Inuoka che, senza prestare attenzione a chi c'era all'interno della palestra, salutò tutti con un tono di voce più basso del solito.
"Inuoka! Si può sapere che fine avevi fatto? Abbiamo iniziato ad allenarci mezz'ora fa!"
Kuroo si fece avanti, sgridando il primino, che ancora con lo sguardo basso e la coda tra le gambe, non si era minimamente accorto della presenza di una intrusa nella palestra, e che proprio lei lo stava guardando con occhi scintillanti e gote arrossate.
I suoi capelli castani, di solito belli dritti sul capo, sembravano essersi afflosciati, e il bel sorriso smagliante che per la maggior parte del tempo compariva sulle sue labbra, era sotituito da una linea dritta, priva di alcun tipo di sentimento.
Non si poteva però dire lo stesso della [c/c]: i suoi occhi si erano riempiti di scintille quando il ragazzo aveva fatto la sua entrata, le guance le si erano scaldate e arrossate ed il suo cuore aveva iniziato a battere sempre più velocemente osservando l'affascinante profilo ben delineato del ragazzo.
"Sō!"
Ancora con la testa fra le nuvole ed il capo abbassato per la ramanzina che stava ricevendo, Inuoka venne distratto da una dolce voce che pronunciava il suo nome e da due minute braccia che gli cirvondarono il braccio sinistro, riempiendolo di calore.
Quando abbassò lo sguardo, tutto quello che vide furono due grandi e vispi occhi [c/o] che lo guardavano affascinati, messi in risalto dal rossore sulle gote della ragazza, che magicamente venne trasmesso sulle guance del castano.
Quasi istantaneamente, un sorriso smagliante comparve sulle sottili labbra del ragazzo, facendo perdere un battito alla ragazza, che arrossì di una tonalita di rosso più scura.
La abbracciò di slancio, stritolandola tra le sue forti braccia, e sollevandola da terra le fece fare un giro per aria sotto lo sguardo sconvolto della squadra.
La domanda che aleggiava nelle teste dei giocatori era una: ma che diavolo sta succedendo oggi?
Nemmeno una mosca sembrò volare, erano udibili solamente i risolini di [T/n] e le risate mal contenute di Inuoka, che ancora non aveva lasciato andare la ragazza.
Kuroo, nel frattempo, era rimasto a bocca aperta e con l'indice, che prima stava sventolando in aria come rimprovero, a mezz'aria.
Solo Kenma fu capace di interrompere quel silenzio denso, chiudendo la bocca del suo capitano con uno scatto della mano.
"Chiudi quella bocca, o ci entreranno le mosche."
Il corvino guardò scioccato l'amico.
Era suo fratello! Doveva pur sapere qualcosa di quello che stava succedendo!
Probabilmente, questo fu il pensiero dell'intera squadra, dato che subito tutti, compreso Yaku, gli si accerchiarono attorno, in attesa di una spiegazione.
"Sputa il rospo, Kenma."
Il biondo sospirò esasperato.
Possibile che tutti i suoi amici fossero così stressanti?
Si spostò di poco la mascherina dal viso, osservando tutti con viso stanco.
"Non che ci sia molto da dire. Stanno insieme da un po', nient'altro."
"E tu non mi hai mai detto niente? Per me è una sorellina! Devo controllare la gente con cui esce!"
"Non dire scemenze. Non penso siano affari che ti riguardino, Kuroo."
Da quel momento ebbe inizio un battibecco bello e buono tra il capitano della Nekoma ed il suo alzatore e, non volendo finire coinvolti, i loro compagni iniziarono ad allontanarsi gradualmente, disperdendosi per la palestra, ma solo Lev fu in grado di notare la mancanza di qualcuno, rimanendo imbambolato davanti alla porta aperta della palestra, ripensando alla ragazza di cui Inuoka non smetteva mai di parlare.
Ma.. allora era lei!
Come aveva potuto non dirgli un dettaglio così importante?
Si aspettava di tutto, ma di certo non che fosse la sorella di Kenma ad essere la fidanzata di Inuoka!
Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto da un calcio ben assestato sul suo fondoschiena che lo fece cadere rovinosamente a terra con le lacrime agli occhi.
"Torna a lavorare, screanzato!"
"Ma Yaku-san..!"

[T/n] e Sō erano sgattaiolati fuori dalla palestra senza farsi vedere da nessuno.
Dopotutto, un giorno di pausa non avrebbe fatto male a Inuoka, e Kenma sapeva cavarsela perfettamente anche senza [T/n].
Ora, volevano solo godersi il loro giovane amore, sbocciato come i fiori di ciliegio nella stagione primaverile, rosso come il pigmento che colorava le loro gote e splendente come i loro timidi sorrisi.
"Perchè in questi giorni non ti sei fatta sentire? Ero preoccupato!"
[T/n] ridacchiò un poco, avvolta da quella stretta così calda e confortevole che erano le braccia di Sō.
Lo strinse un po' di più a sé, strofinando la sua testa contro il petto del castano.
"Kenma era malato, dovevo stargli un po' dietro."
"Si ma non è giusto! Anche io voglio stare con te!"
Il viso della [c/c] si arrossò nuovamente a quelle parole, facendole nascondere il viso tra le proprie mani, provocando una leggera risata a Sō.
Avvicinò lentamente le proprie labbra all'orecchio di [T/n], baciandolo dolcemente dopo aver lasciato che un sussurro si confondesse col vento.
"Me ne farò una ragione, dopotutto abbiamo l'intera vita per stare insieme."
Mille brividi percorsero la schiena della ragazza, che con uno scatto felino si allontanò rossa come un peperone dalle braccia di Sō, camminando a passo spedito lontano da lui, mentre il castano la seguiva ridendo.
"Avanti [T/n], non fare la timida!"
"Non sto facendo la timida!"
"Allora abbracciami!"
"No!"
Sō alzò gli occhi color cioccolato al cielo e con un sorriso iniziò a correre dietro alla propria ragazza, fino a quando non le si piazzò davanti, un sorriso beffardo e smagliante ad incorniciare il viso di lui e un rossore prorompente ad illuminare il viso di lei, ora allo scoperto.
Scaltro, le rubò un bacio a fior di labbra, beccandosi svariati schiaffetti una volta che la [c/c] si rese conto di quello che era appena successo.
Con ancora le risa in gola, Sō bloccò i sottili polsi della fidanzata nelle sue grandi mani, attirandola nella sua morsa calda, dalla quale [T/n] non si mosse più, troppo coccolata e benvoluta per volersene andare.
"Alla fine ti sei arresa, eh?"
"Semplicemente mi piacciono i tuoi abbracci."
Alzandosi in punta di piedi, [T/n] schioccò un bacio, più duraturo del precedente, sulle labbra del ragazzo, e questa volta fu il turno di Inuoka ad arrossire, facendo spuntare un ghigno sul viso della [c/c] quando Sō voltò il capo per nascondere il proprio rossore.
"Chi è che sta facendo il timido ora?"
Colpito nell'orgoglio, Sō si girò verso la ragazza, le prese il viso tra le mani e unì una volta di più le proprie labbra con quelle rosa di [T/n], rimanendo incatenati in quell'intreccio di braccia che tanto diffondeva amore e calore, pieno di carezze, durante il quale due cuori iniziavanon a battere alla stessa frequenza, quasi si fossero fusi in uno solo.
E forse, era per questo che a [T/n] piacevano tanto i dolci abbracci del suo Sō.

Nota Autrice:
Okay, è una semplicissima fluff, e forse non sono proprio il mio forte.
Fatemi sapere comunque se vi è piaciuta! Purtroppo il carattere del personaggio né nel manga e né nell'anime è molto approfondito, quindi ho provato ad arrangiarmi con quello che sapevo su di lui, spero di aver fatto bene.

Dedicata a Scema-senpai.

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