|Anger| |Tobio Kageyama| |LEMON|
Attenzione! In questo capitolo sono presenti scene di sesso esplicite! Se siete sensibili a questo tipo di one-shot, non leggete!
L'orologio della palestra del Karasuno ticchettava ininterrottamente e le sue lancette segnavano ormai mezzanotte e un quarto mentre l'eco di schiacciate si disperdeva.
Tobio Kageyama era ormai ricoperto di sudore, ansimante, ma non dava segni di cedimento. Non era una novità vederlo allenarsi fino a notte tarda, era superbo ed orgoglioso, e quella superbia lo portava al conseguente e continuo desiderio di migliorarsi, di dare il meglio di sé.
Ma stavolta c'era qualcosa di diverso: i nervi sul collo guizzavano visibili, la vena sulla sua fronte pulsava e i denti digrignanti erano stretti in una forte morsa. I capelli neri e sudati gli ricadevano sui taglienti occhi blu scuro, più assottigliati e fulminanti del solito, tanto che parevano capaci di lanciare scintille.
Era arrabbiato, molto arrabbiato, e l'allenamento non riusciva a calmarlo.
Si era precipitato lì infuriato e agitato, iniziando ad allenarsi senza un obbiettivo ben chiaro in mente. Passava dal fare due minuti di servizi a cinque di palleggi, aveva provato a correre, a fare addominali e di nuovo tutto da capo, ma niente, non riusciva proprio a darsi una regolata.
Sapeva di essere dalla parte del torto, lo sapeva bene, ma non lo voleva ammettere. Era partito tutto da uno stupido commento, da una presa in giro, che lui aveva però preso sul personale, ed ecco iniziare una litigata.
Lui in silenzio, ad accumulare rabbia e frustrazione, e lei a insistere chiedendo quale fosse il problema, cercando una sua reazione, iniziando ad irritarsi pure lei, fino a che Tobio non si era stufato e se ne era andato con le chiavi della palestra strette in tasca.
Aveva sbagliato lui, lo aveva capito nel momento esatto in cui aveva messo su il broncio, però anche lei avrebbe potuto evitarselo.
Sospirò pesantemente, lasciando andare la palla ed inginocchiandosi a terra, scompigliandosi i capelli sudati. Chiuse gli occhi, stanco e dolorante.
Si doveva scusare, per quanto gli desse fastidio e gli costasse fatica, ma lo doveva fare se voleva che le cose si risolvessero.
Si portò una mano agli occhi, strofinandoli, mentre dalla porta della palestra [T/n] lo osservava con le braccia incrociate e un cipiglio in viso, allontanandosi poi dalla porta in direzione degli spogliatoi della squadra.
Ancora sudaticcio e con i muscoli doloranti Tobio uscì dalla palestra con la borsa in spalla e si diresse verso gli spogliatoi, riformulando le proprie scuse, immaginando diversi scenari che gli fecero accapponare la pelle e che non gli permisero di accorgersi della luce che proveniva dalle finestre.
Entrò ripensando al litigio, cercando di capire che cosa dire una volta tornato a casa e preso il telefono in mano, ma la figura di [T/n] seduta sulla panchina davanti al suo armadietto lo bloccò.
Il sangue gli si gelò nelle vene e gli occhi si spalancarono, iniziò a boccheggiare stringendo più forte il manico della borsa tra le dita. [T/n] dal canto suo sembrava tranquilla, ma un'ombra sul suo viso lasciava intendere la sua irritazione cos' come il continuo scuotersi della gamba accavallata.
Gli faceva sinceramente paura, forse più di Daichi quando si arrabbiava.
Non si aspettava un confronto così velocemente, pensava che se la sarebbe cavata mandandole un messaggio di scuse durante la notte e che il giorno dopo tutto si sarebbe risolto, ma lei non pareva della stessa idea.
Lei voleva risolvere quella bisticciata proprio perché era stata una stronzata, e non aveva senso lasciarla irrisolta.
Tobio deglutì e si sforzò di comportarsi normalmente (nonostante il suo colorito si fosse impallidito più del latte) ma gli risultò più difficile di quanto sperasse.
Chiuse la porta, ignorando il suo sguardo penetrante, e poggiò la borsa a terra iniziando a tirare fuori il cambio.
"Vuoi ignorarmi così?"
Tobio raggelò, tremando da capo a piedi, ed aprì la bocca come per parlare, ma non ne uscì alcun suono. La sua voce pareva fredda e dura. Bloccò i suoi movimenti e, inginocchiato davanti alla propria sacca, chiuse le labbra espirando dalle narici e si portò una mano ai capelli, appiattendoli.
"Non... non ti sto ignorando." Bofonchiò, in un modo quasi inudibile, ma [T/n] lo sentì chiaro e tondo.
"Allora guardami."
Tobio esitò per un secondo prima di cedere e puntare i suoi occhi blu su di lei, che non più imbronciata ora indossava un sorriso rassicurante che sembrava invitarlo ad avvicinarsi.
Si sentì infiammare le gote e, prima che lei potesse accorgersene, si voltò di scatto e si alzò in piedi, iniziando a cambiarsi togliendosi la maglietta da allenamento.
[T/n] rimase leggermente spiazzata dal quell'azione improvvisa e tanto esplicita, ma non dispiaciuta.
Il suo corpo era ricoperto di adesivi muscolari colorati, che gli fasciavano la pelle mettendo in risalto il suo addome scolpito, le sue braccia muscolose e le sue spalle larghe.
Da dietro la sua schiena era visibilmente contratta e tesa (nonché ammaliante), e [T/n] s'intenerì oltre che eccitarsi il minimo.
Fu svelta ad attirare nuovamente la sua attenzione prima che potesse infilarsi il cambio, ed indossò il suo sorriso incoraggiante, incorniciato da due gote rosate.
"Tobio, vieni qui. Siediti vicino a me."
Il corvino parve pensarci un attimo prima di sbirciare con i suoi occhi insicuri da dietro la propria spalla, osservando come la fidanzata accarezzasse il posto sulla panchina di fianco al suo, e si arrese.
Si avvicinò con passo sconfitto, continuando a rimuginare sul suo errore così tanto che gli parve comparire una nuvoletta colma di tempesta sopra la testa.
Si sedette vicino a lei mantenendo le distanze e gli occhi a terra, ma ci pensò lei as infrangere entrambi.
Gli afferrò la mano dolcemente e gli fece voltare il capo lentamente con l'altra, sorridendogli.
In quel momento, le parole gli uscirono immediate, senza sforzi o altri ripensamenti.
"Mi dispiace."
[T/n] sorrise di più, accarezzandogli la guancia e Tobio si sentì il fuoco nella viscere e le labbra contrarsi, ma la [c/c] non i fece caso. Era stato più semplice e indolore di quanto si fosse aspettata, e ne era felice.
"Va bene, non ti preoccupare. Però la prossima volta, per favore, dimmi come ti senti prima di fare tutto questo casino, okay?"
Tobio annuì abbassando lo sguardo sulle loro mani congiunte, e si sentì avvampare una volta di più, rendendosi conto solo in quel momento, seguendo col lo sguardo il proprio braccio fino ad intravedere il proprio petto nudo, che era rimasto senza maglietta per buona parte del tempo.
Agitato ed imbarazzato cercò di liberarsi della presa della fidanzata, ma quella non mollava, anzi. Ora sul suo viso si era fatto strada un sorrisetto a cui non era abituato.
"E adesso dove stai andando?"
Senza che potesse fare niente, [T/n] gli era salita in braccio, circondandogli il collo con le braccia e il busto con le gambe, facendo aderire i loro corpi.
"C-c-cosa stai..."
"Non volevo ammetterlo prima ma..."
La ragazza iniziò ad accarezzargli l'addome con le dita, lentamente e leggermente, quasi facendogli il solletico, ma provocando ben altra reazione.
Avvicinò le labbra al suo orecchio rosso, sorridendo.
"Quando ti arrabbi sei ancora più sexy." Sussurrò prima di baciargli il lobo.
Tobio tremò e mille brividi gli percorsero il corpo mentre [T/n] continuava a baciargli il collo, scendendo verso le spalle fasciate dal taping blu.
Cercò di togliersela di dosso scuotendola, ma non mollava.
"O-oi, smettila..."
"Perché?"
Portò il viso davanti al suo ad una distanza di pochi millimetri l'uno dall'altro, e lo guardò languidamente.
"P-p-perché... ehm..uhh..."
[T/n] alzò un sopracciglio, aspettando una risposta e godendosi lo spettacolo di un Tobio in difficoltà, che intanto si guardava attorno in cerca di un qualunque scusa per non farlo li, in quel momento.
"Sia... Siamo in spogliatoio! Non possiamo!"
La [c/c] ridacchiò, accarezzandogli la clavicola.
"E allora? È notte fonda, nessuno verrà a disturbarci."
Tornò a baciargli il collo, passando poi alla mandibola, sentendolo tremare sotto il suo tocco.
Riprese ad accarezzarlo lentamente, scendendo sempre di più verso la sua zona pelvica.
Tobio si allontanò dai suoi baci, ormai allo strenuo delle sue forze.
"N-non ho la protezione qui.. quindi mi sa che..."
"Non c'è problema, prendo la pillola, ricordi?"
Tobio strinse le labbra in una smorfia per contenere il piacere e portò indietro il capo, cercando di trattenere un sospiro, quando [T/n] tornò a guardarlo faccia a faccia, accarezzandogli il viso con una mano.
"Dai, Tobio. Non c'è nulla di male nel farlo, e lo vuoi tanto quanto lo voglio io... Lo sento."
E nel mentre lo diceva, accarezzò con una mano l'erezione ben visibile di Tobio, facendolo gemere e tremare involontariamente.
A quel punto, non si poteva più fermarla.
Tobio si arrese, non prima di aver lanciato alla fidanzata un'occhiataccia, e accasciò la testa all'armadietto dietro di lui, lasciando lei campo libero, sentendo la sua eccitazione pulsare al contatto con il corpo di lei.
[T/n] sorrise, sporgendosi per baciarlo sulle labbra, stringendo i suoi capelli neri tra le dita.
Durante il bacio, lentamente ed editando, Tobio appoggiò le proprie grandi mani sui fianchi di lei, spingendola contro di lui per aumentare i loro sfregamenti.
Con le labbra unite e le lingue che si esploravano timide, [T/n] iniziò a spingersi sempre di più contro il corpo di Tobio, cercando di sentire maggiormente la sua eccitazione contro di lei, stringendo i suoi capelli sempre di più.
Presero entrambi ad ansimare senza fiato, abbracciandosi ed esplorandosi senza più preoccuparsi di nulla, eccitandosi anzi di più al pensiero del rischio.
Tobio, ormai stanco di strusciatine inconcludenti, si staccò da lei per togliersi di dosso i pantaloni, facendo scontrare i suoi occhi blu scuro con quelli [c/o] di lei, offuscati da un velo di piacere che la distaccava dal resto.
Tobio deglutì spostandola da sé, iniziando a togliersi i pantaloncini da allenamento mentre anche lei iniziava a spogliarsi, lasciando cadere a terra gli indumenti.
E mentre si liberava degli ultimi vestiti, Tobio si perse a guardarla, rimanendo bloccato in piedi come una statua con le guance rosse ed il fiato corto, fino a quando [T/n] non riprese il controllo della situazione avvicinandosi a lui.
Afferrò con una mano i pantaloni sfilati a metà e glieli abbassò una volta per tutte facendo riunire le loro labbra, spingendo nuovamente i loro corpi l'uno contro l'altro.
Mentre si riavvicinavano alla panca, Tobio si liberò impacciatamente della scarpe e dei pantaloncini ai suoi piedi, finendo per ritrovarsi inginocchiato sulla panchina, con [T/n] contro gli armadietti e avvinghiata a lui.
Tobio si staccò dal bacio, passando le labbra sull'incavo del suo collo spostandosi poi sulla spalla, abbassando la spallina del reggiseno, con il cui gancio stava armeggiando.
Nel mentre, [T/n] ormai impaziente continuava con i piedi nudi e con le mani a cercare di abbassargli i boxer, lamentandosi tra i gemiti.
Finalmente, quando il reggiseno fu sparito e i seni della ragazza, sodi e ammalianti, furono messi alla luce, Tobio si affrettò ad abbassarsi l'ultimo indumento, con [T/n] a fare lo stesso.
Ma quando i loro corpi nudi furono ad un passo dall'unirsi completamente, Tobio esitò.
Guardando la fidanzata cercò un appiglio a cui aggrapparsi e lo trovò nei suoi occhi colmi di desiderio e di impazienza, decidendosi finalmente ad unirsi a lei.
Stringendo le sua natiche tra le mani, entrò in lei lentamente cercando di non farle male, spingendola di più verso gli armadietti, tenendosi in equilibrio sulla panchina.
E spinta dopo spinta, il ritmo aumentò così come il rumore metallico degli armadietti e i gemiti di piacere che [T/n] si lasciava scappare.
Con le gambe deboli e tramanti e le braccia a penzoloni dalle spalle di Tobio, [T/n] si aggrappò alla sua schiena, percependo il taping in contrasto con la sua pelle liscia e sudata che sarebbe stata presto marchiata dai suoi graffi feroci che nascondevano un'oasi di piacere.
Tobio, concentrato a mantenere l'equilibrio e a sorreggere lei, si era rifugiato nello spazio tra i sebi di lei, ansimando senza sosta e lasciando scie di baci sconnessi sulla sua pelle candida.
La sentiva tremare e sentiva che era tanto eccitata quanto lo era lui, ma sentiva anche il chiasso degli armadietti, nonostante fossero un rumore secondario rispetto ai gemiti e sospiro di piacere della fidanzata.
Ormai allo stremo delle forze, dolorante ma soddisfatto, Tobio si lasciò andare al piacere dopo qualche altra spinta, più forti e costanti, che con un ultimo ansimo fecero scoppiare [T/n], ancora schiacciata fra gli armadietti e Tobio che, esausto, si era accasciato sulla panchina, lasciando ricadere il proprio viso sul petto pulsante di lei.
Si sentì accarezzarsi dolcemente i capelli sudati ed alzò lo sguardo stancamente, gli pareva di aver fatto più di cento allenamenti.
[T/n] lo guardava con i capelli attaccati alla fronte, arricciati e ribelli, con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra prima di stampargli un bacio sulla tempia, stringendolo a sé.
"Sai... Forse dovremmo litigare più spesso."
Dedicata a MomoiyaNakamura .
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