Da questo momento in poi, avrete brevi momenti con il secondo hacker di questa storia: X.

Jungkook è davvero ingenuo e stupido.

Ha consegnato al capo l'indirizzo di quel poliziotto pensando davvero che non gli sarebbe stato fatto nulla.

Il ragazzo seduto dinanzi al computer lo guardò con sufficienza, Jungkook credeva ancora in quello che stavano facendo, lui invece aveva rinunciato da tempo a credere in quella farsa.

Quello che faceva, quello che aveva già fatto, non avrebbe avuto giustificazioni agli occhi del mondo, troppe persone erano state sacrificate e immolate, troppo tempo era stato speso in quel piano.

Distolse lo sguardo dal capo chino di Jungkook e dall'uomo che stava parlando al ragazzo e tornò a concentrarsi sul computer.

Sullo schermo campeggiava l'immagine di Kim Taehyung da adulto.

Nei tratti del suo viso riconobbe quelli del bambino silenzioso che tenevano costantemente rinchiuso nella stanza delle punizioni insieme a quella mocciosa rumorosa.

Li aveva visti spesso insieme a leggere su qualche libro mentre faceva i suoi giri.

Li aveva sempre trovati fastidiosi.

Perché erano felici  pur vivendo all'inferno.