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"You are magic"




Ci stiamo guardando da un po' io e Hoseok, senza parlare, senza fare nulla.

Posso sentire le dita della sua mano scorrermi fra i capelli.
Mi piace questa sensazione.


È calda, rilassante.


Ma... non la capisco.


Non il suo senso, non la sua funzione, non il motivo per cui gli permetta di toccarmi.
Cosa ha di speciale quest'uomo?


Razionalmente parlando, nulla.


È attraente.


Molte persone sono esteticamente attraenti, non è una motivazione accettabile.


Ma lui non è come gli altri.


Forse no, forse davvero è diverso.

L'hacker abbassò lo sguardo solo per un attimo, sfuggendo all'intensità che permeava gli occhi di Hoseok, e si accorse si avere le mani sudate. Tornò a guardare il poliziotto strofinandosele con discrezione sulla stoffa dei pantaloni per liberarsi di quella sensazione fastidiosa e umidiccia.

Strano, pensò.

E il suo cervello si mosse alla ricerca di una spiegazione razionale.

Causa di mani sudate può essere l'eccitazione.

Le monoamine ( dopamina, noradrenalina e serotonina), sostanze chimiche che generano eccitazione nel nostro cervello, agiscono anche sulle ghiandole del sudore. Dal momento che ben due terzi di queste si trovano sul palmo delle mani, possiamo avere mani umide (o sudaticce). Cosa che colpisce particolarmente gli uomini, il cervello maschile produce infatti dosi maggiori di monoamine.

No.

Sì.

Be' un altro segno di eccitazione sessuale sono le pupille dilatate e quelle di Hoseok sono più grandi del normale in questo momento.

Frutto della consapevolezza di non essere l'unico a trovarsi in quella situazione, un sorriso, impercettibile, gli comparve sul viso per poi sparire con il ritorno di pensieri fastidiosi.

Ma sono quasi certo che le mie stiano avendo le stesse reazioni.

Non è un bene.

O forse sì.

«Come stavo dicendo... oggi non sembri così nervoso».

«Non lo sono».

Perché dovrei?


Ieri è stato solo un caso, una falla nel mio autocontrollo, un inconveniente che non si verificherà di nuovo.


Il nervosismo è sintomo di debolezza. Ed io non sono debole, non più.


Sentimenti e emozioni sono un campo troppo instabile e di difficile prevedibilità, non vale la pena di investirci del tempo, a meno che non si è certi del risultato.

Sono certo che sto fraintendendo i segnali, probabilmente sono malato.

Forse mi ha contagiato Hoseok, visto che ha i miei sintomi.

«Come mai?»

«Così».

Come se potessi dirtelo.

Come se tu potessi capire.

Come se io riuscissi a capire.

«Sai, credo mi piaccia vedere il tuo viso arrossato»

Ti piace vedermi nervoso?
Insicuro?
Perché mi fa sembrare normale?
Perché credi che in questo modo potrò essere controllato?
Perché?
A me non piace.

«Beh dimenticalo. Non succederà più»

«Sicuro?»

«Sicuro».

Smettila di mettere in dubbio ciò che dico, non ti permetterò di creare nuove crepe nelle mie difese. Già la scusa della malattia non sta in piedi e mi sento di star insultando me stesso sostenendo una stronzata simile.

«Anche se ti do un bacio?»

«Anche se mi da- aspetta ch-»

Prima che potesse finire la frase un paio di labbra morbide si posarono sulle sue cogliendolo di sorpresa e soffocando qualsiasi sua protesta sul nascere.

Caffè, la bocca di Hoseok sa di caffè.

Quella è la prima cosa che V registrò, un dettaglio, futile, inutile, inconsistente, ma che lo aiutò a mantenere un barlume di lucidità, evitandogli di soccombere completamente al calore delle labbra del poliziotto.

Ma più la bocca di Hoseok si muoveva sulla sua, più sentiva la razionalità sfuggirgli dalle mani, costernato si rese conto che non star nemmeno opponendo resistenza.

Sono così morbide le sue labbra e io sono così debole.

Non lo sapevo che i baci fossero così, non sapevo che fossero così eccitanti.

Senza davvero rendersi conto di quello che stava facendo gli afferrò i capelli con le mani e lo strinse a sé curioso di scoprire cos'altro si può fare con una bocca.

È solo curiosità.

È solo la curiosità di capire cos'è un bacio, solo perché non ne ho mai dato uno.

Hoseok, al contrario di V, sapeva quel che stava facendo.

Lo aveva fatto ripensando alle parole di Namjoon, lo aveva fatto perché voleva dimostrare a sé stesso che l'amico si sbagliava, che l'hacker gli era indifferente da quel punto di vista.

Così, pur sapendo di agire da farabutto, lo aveva baciato.

Un semplice contatto sarebbe bastato, si era detto, pochi secondi e si sarebbe allontanato. Niente lingua, niente mani e nessun movimento di troppo.

Solo che la bocca di V era squisitamente morbida e i secondi, da pochi, divennero tanti.

Poi l'hacker si aggrappò ai suoi capelli, stringendolo ulteriormente a sé, e tutti i propositi di Hoseok si dissolsero come un piatto di carne di fronte a Jin.

Iniziò a torturare le labbra del ragazzo con baci e piccoli morsi, compiaciuto del fatto che, seppur titubante, l'altro stesse ricambiando con la stessa intensità.

Stringendogli i lati del collo con le mani ne guidò i movimenti della testa e gli leccò il labbro inferiore per invogliarlo a dischiudere la bocca.

Più V lo assecondava più Hoseok dimenticava perché aveva iniziato quel gioco pericoloso.

E quando finalmente riuscì a toccare con la sua lingua quella dell'hacker, i due erano ormai sdraiati entrambi sul divano.

Le mani del detective vagavano incessantemente esplorando quello che nascondeva la maglia del ragazzo sotto di lui e quest'ultimo si stava dimostrando molto veloce nell'apprendimento.

Il detective riuscì a staccarsi un attimo dalla bocca di V, il quale non sembrava volerlo lasciare andare, e affondò il viso nella curva del suo collo assaggiando voracemente la sua pelle morbida e liscia.

L'hacker, dal canto suo, trovò presto con che tenersi impegnato mentre i suoi sospiri e i suoi gemiti spezzavano la quiete della stanza deserta.

Le sue mani scesero verso il fondoschiena di Hoseok e si infilarono sotto i pantaloni e boxer per tastare la carne soda e calda, accompagnando i movimenti dell'uomo che spingeva contro il suo inguine creando così un eccitante frizione tra le erezioni ancora intrappolate nella stoffa.

Lasciò una mano lì, ormai il detective aveva capito a che ritmo voleva si muovesse, e usò l'altra per afferrargli i capelli e fargli staccare a forza la testa dal suo collo, incurante del fatto di potergli provocare dolore, in modo da poter riprendere a baciarlo.

Entrambi, grazie ai loro movimenti frenetici e ai baci infuocati che si stavano scambiano, erano vicini al culmine, ma proprio in quel momento la mente di V ricominciò a funzionare e un pensiero dissipò velocemente la nebbia di passione ed eccitazione che lo confondeva.

Ha una fidanzata.

Sì fermò, immobilizzato dall'orrore e dal senso di colpa.

Sentiva Hoseok continuare a muoversi su di lui, innervosito se lo tolse di dosso e lo scaraventò giù dal divano.

«Che cazzo fai!?»

«Sei fidanzato detective».

La colpa si dipinse sul volto dell'uomo il quale non tentò nemmeno di giustificarsi e evitò lo sguardo gelido dell'hacker che lo fissava senza alcun'emozione.

«Ero davvero convinto che fossi meglio di così».

V si alzò dal divano e se ne andò senza mai voltarsi indietro.

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