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36 - Aurora


I giorni seguenti passarono in fretta. Avevo deciso di non dire ad Agàte di me e Andrea per non dargliela vinta. Tuttavia, dal mio incidente con Logan il suo comportamento era mutato radicalmente ed era tornata con noi l'Agàte di sempre, adesso ero soltanto io che non mi fidavo più abbastanza.

Adriano si era stabilito a casa nostra a tempo indeterminato. Avevo iniziato ad abituarmi alla sua innocua invadenza e così la convivenza era divenuta più semplice, e a volte anche divertente.

Le mattine a scuola proseguivano indisturbate. Dall'ultimo scontro Logan non mi aveva più rivolto la parola né aveva tentato di avvicinarmi anche se continuava a fare pressione su Gabriele.

Quando vedevo Logan tentare di attaccare bottone con lui non me ne curavo affatto. Il mio protetto mi era sempre più fedele, Agàte mi aveva detto che era pure venuto a cercarmi il pomeriggio in cui avevo avuto quella brutta avventura. Gli era stato detto che ero presa da una brutta influenza e che in quel momento non avrebbe potuto vedermi perché riposavo, così, il giorno prima di recarmi a scuola io e Andrea pensammo a mettere a punto una scusa da riferire a tutti i miei compagni di scuola che avessero chiesto della mia convalescenza.

Riguardo Andrea appunto, il mio fidanzamento con lui era ormai a conoscenza di tutta la scuola. A volte vedevo Logan gettargli certe occhiate che temevo avesse potuto fare male anche a lui.

La mia amica Matilde, invece, diceva di Andrea che era un grandissimo strafigo, il che mi faceva un sacco ridere. Lo elogiava sempre per la sua altezza e per il fisico bestiale che (a sua detta) ti dava voglia di riempirlo di baci. Da quando conosceva Andrea era diventata addirittura una sua fan sfegatata e mi aveva assicurato che mi avrebbe tartassata finché non le avrei portato un suo autografo.

La sua domande ricorrenti erano: "Ma come fai a beccare i migliori?" ,"Senti, il tuo ragazzo non ha mica qualche collega da presentare anche a me?".

Oppure c'erano le sue affermazioni, queste sì che erano uno spasso, anche perché lo diceva in maniera bonaria, senza alcuna malizia.

"Guardalo è là che ti aspetta, ma tu lo vedi? Sembra un dio greco!", oppure, "Cosa darei per salire su quell'auto, è proprio uguale a quella dei miei sogni!". Ma il suo pezzo forte era: "Non so perché ma quando vedo lui mi sembra di vedere un angelo!".

Vederlo all'uscita della scuola appoggiato alla portiera della sua auto, mi riempiva d'orgoglio. Avevo un ragazzo che la maggior parte delle ragazze a scuola sognava di avere. E ogni giorno era là, tutto per me, a fissarmi da sopra lo sportello con la sua aria spavalda e le labbra schiuse in un impercettibile sorriso.

Il piede poggiato dietro di lui, la sciarpa avvolta al suo morbido collo e il giubbino scuro e attillato che risaltava la sua corporatura magra e proporzionata.

"Che spettacolo!", mi diceva Matilde con ammirazione.

In poche parole la mia amica aveva una cotta per il mio ragazzo, ma io non me ne preoccupavo un granché. Di Andrea non avrei mai dubitato.

Riguardo Simon, ovviamente, di lui non c'era stata più traccia. Io e Andrea invece eravamo sempre più affiatati. Si avvicinava il Natale e tutto iniziava a tingersi di rosso e oro: dalle vetrine dei negozi alle strade e ai capetti firmati che la gente indossava.

Molto presto anche Agàte venne a conoscenza della mia storia con Andrea. Ne fu entusiasta e mi suggerì di non lasciarmelo scappare per niente al mondo.

Andrea, dal canto suo, era sempre più dolce e disponibile, l'unica cosa che di lui non mi convinceva era il modo con cui eludeva sempre se si parlava del suo passato.

Le settimane trascorsero in un turbine. Credo che fosse Andrea a dar colore alla mia vita. Ogni tanto pensavo alla mia missione e riflettevo sul fatto che presto avrei dovuto rivelarmi a Gabriele per quello che ero. Temevo una sua reazione negativa nei miei confronti, ma da Albian avevo ricevuto una scadenza. Entro la fine dell'inverno avrei dovuto agire.

Da quando stavo con Andrea, avevamo approfittato per organizzare delle uscite di gruppo con il mio protetto e la sua nuova ragazza, Cristina, giusto per incrementare i rapporti.

Giravamo per i pub, le discoteche, e a volte semplicemente andavamo nei locali in cui Andrea doveva esibirsi.

Nello stare insieme a lui, mi stupii che molto spesso mentre passeggiavamo per le strade alcune ragazzine lo rincorrevano come le matte solo per chiedergli un autografo. Evidentemente Andrea non era solo un'ossessione di Matilde.

Lui era disponibile con tutte. Le sue fan, a volte, risultavano essere fin troppo invadenti. Alcune mi lanciavano certe occhiate quando eravamo insieme, che sembrava volessero incenerirmi con lo sguardo, altre si limitavano ad ignorarmi e riempivano Andrea di regali e complimenti, c'erano certe piccolette che esultavano come se avessero incontrato un divo internazionale e altre ragazze, anche della mia età, pretendevano di fare una foto con lui mentre gli schioccavano un sonoro bacio sulla guancia, senza tenere conto del fatto che io fossi la sua ragazza o meno. Tutto questo, sinceramente, mi infastidiva un po'.

Mi scoprii ad essere gelosa anch'io di lui.

"Ti diverti con le ragazze, eh?", gli dissi una sera mentre ci recavamo al locale dove ci eravamo conosciuti. Gabriele e Cristina, dietro di noi, ci seguivano con la loro auto.

"Beh, da quando ho pubblicato il mio primo album, qui in città ho raccolto un po' di ammiratori, soprattutto ragazze... forse... spero vivamente che tu sia fra queste, perché saresti quella che riempirei più d'attenzioni... la più coccolata...", mi sorrise e mi sfiorò il naso con la punta del dito mentre guidava.

Stirai le labbra in un sorriso sarcastico. "Non ho nemmeno un tuo autografo veramente... e sono la tua ragazza!".

Scoppiò a ridere, "Non hai bisogno di un autografo, angelo, hai tutto me stesso!". Mi prese la mano e ricambiai la stretta, me la lasciò al momento di ingranare la nuova marcia.

"Cosa canterai stasera?", chiesi. In quei giorni avevo scoperto che Andrea lavorava nel locale in cui ci eravamo conosciuti, era per questo che aveva accesso a tutti i luoghi.

"Fallen Angel, dedicata a te, sia chiaro, e poi... ho anche una sorpresa".

Rimasi interdetta. "Una sorpresa?".

Annuì con la voce ed effettuò un sorpasso.

"Okay, staremo a vedere", dissi. Accesi lo stereo e sintonizzai la radio sulla mia stazione preferita.

Ci fu un momento di silenzio tra noi, ma al contrario di sempre, non mi sentivo a disagio. Le fusa dell'auto di Andrea mi erano ormai familiari. Tra meno di due settimane avremmo compiuto due mesi di fidanzamento, il tempo sembrava essere volato da quei momenti orrendi che avevo passato poco meno di un due mesi prima. Il ricordo di Simon ora non mi tormentava più, ero tornata a vivere appieno la mia vita e avevo anche migliorato il mio rapporto d'amicizia con Gabriele.

Quando giungemmo al parcheggio del locale Andrea posteggiò nei posti riservati al personale. Era vestito in maniera piuttosto bizzarra quella sera.

"Adoro quei jeans", gli dissi quando fummo scesi dall'auto.

Erano dei jeans morbidi, stretti alle gambe ma a vita molto bassa, sorretti da un cinturone nero, aveva il solito piercing ad anellino sul sopracciglio destro e i capelli quella sera sembravano più neri che mai. Sotto il giubbotto in pelle indossava una t-shirt rossa e ai piedi calzava degli anfibi scuri. Lo sguardo mi cadde su una collana che portava al collo, era una A colorata allo stesso modo dello ying e yang.

"Mi piace!", dissi prendendola tra le dita. La girai e rigirai per qualche secondo.

"Mi fa pensare a noi...", mi rispose lui, "infondo è la nostra iniziale, e i colori indicano l'unità di bianco e nero". Mi baciò sulla fronte e mi prese per mano, "Andiamo", disse.

Ci accordammo con Gabriele e Cristina che ci saremmo incontrati all'interno del locale nei pressi del palco, poi mi affrettai a seguire Andrea tra la marea di gente. Passammo senza pagare il biglietto e poi svoltammo per un corridoio deserto riservato al personale. Riconobbi il luogo in cui ci eravamo scambiati il nostro primo bacio e scorsi Andrea voltare la testa per fissare quello stesso punto. Quando girò lo sguardo verso di me scoppiammo a ridere tutti e due.

"Hai portato una borsetta stasera?", mi chiese.

"Purtroppo me ne sono dimenticata, oggi", risposi.

Mi baciò come quella volta. Ero convinta che si stesse aspettando una reazione simile alla precedente. Lo accontentai assestandogli un leggero pugno allo stomaco.

"Okay, messaggio ricevuto!", sghignazzò lui riprendendomi nuovamente per mano e conducendomi di nuovo in mezzo alla folla nei pressi del bar.

Giungemmo vicino al palchetto e qui mi invitò a sedere su una sedia posta in quel luogo proprio per me, a separarmi dal resto del pubblico ci stava solo il mixer del dj.

"Andrea!". Sentii urlare le ragazze invasate. Alcune cominciarono a lanciare dei peluche sul palco non appena lui fece ingresso sotto le luci. Mi domandai se la casa di Andrea fosse il giardino di Alice nel Paese delle meraviglie o semplicemente il mondo dei balocchi data l'enorme quantità di pupazzi che doveva possedere.

Quando mi ero messa con Andrea non pensavo di stare con un ragazzo che alle spalle aveva una carriera musicale affermata e anche una buona fama.

Doveva essere difficile per lui conciliare il suo lavoro con ciò che era. Per un Alessi non era molto conveniente che tutti ti conoscessero e che i fotografi ti spiassero anche quando meno te lo aspettavi.

Capii che il rigido autocontrollo di Andrea veniva dalla vita che faceva. Era per questo che riusciva a mantenere il controllo quando mi baciava. Non poteva rischiare che qualcuno lo vedesse con un paio d'ali all'improvviso.

La serata iniziò, Andrea salutò il suo pubblico, poi mi lanciò un occhiata fugace e disse: "Voglio dedicare la prima canzone ad una persona che per me è importante, e che stasera è qui tra voi e mi sta guardando".

Le urla si sollevarono, poi partì la base. Andrea iniziò cantare e la sua voce mi parve ancora più bella.

Fallen angel,
you will be with me forever,
fallen angel
I'll be waiting for you alone,
I'm looking for a word
A promise or a dream of you
The hell waits far away
Because you're with me

Because you're a fallen angel,
Fallen from the heaven
Only for me, only for my love,
This song is just for you
I see the way where you
Guide me... oh

Sitting in the dark
I think of you
I want to live my life
Always by your side

I love you...

My fallen angel
This song is just for you
For your smile, for your eye,
For your lips and golden hair

Fallen angel I'm here alone tonight
Oh, my little angel
Kiss me under the moonlight
And hold me in the silence

Because you're a fallen angel,
Fallen from the heaven
Only for me, only for my love,
This song is just for you
I see the way where you
Guide me... oh

Sitting in the dark
I think of you
I want to live my life
Always by your side

I love you...

I close my eyes
And with you the darkness shine
Let me come into the light
This song is just for you
Oh, my fallen angel,
Let me come with you,
Goodbye world, welcome heaven
Let me come with you...

I love you...

Quando terminò la canzone sentivo che due lacrime luccicanti mi scorrevano sulla guancia. E non era dolore, ma solo emozione. Andrea mi mandò un bacio con la mano. Poi annunciò altre canzoni e io rimasi incollata alla sedia, senza la capacità di fare altro. Ascoltai e basta.

Ad un certo punto Andrea chiese nuovamente il silenzio e ricominciò a parlare.

"Ho scritto un'altra canzone un po' di tempo fa... vorrei sapere cosa ne pensate", sorrise teneramente e mi fissò ancora una volta.

Capii che lo stava chiedendo solo a me. Chiusi gli occhi e attesi che partisse la musica. Era lenta, una ballata, e mi sforzai di capire le parole.

The fog is dense, the night is still long
my sight mists over because I've have nothing to which to seize me
the notes of this song cross the silence
I whisper the words, I let their go to the wind
and the mute city is only a spectator of the feeling that I have inside

and then suddenly you are here

it doesn't care how you arrived, or why, or from where
cares that I feel your love
that I perceive you to my side
and cares that you breathe nearby me
that you're alive, alive, and you make me live

Because you're the sun arise,
the gold of your hair remembers me its light
and your smile is the shine that illuminates me the soul
with you I'm not afraid anymore nearby of the dark
because my light are you.

the blue of your eyes is as the sky
and without you the rainbow doesn't exist
everything can go to the hell
for what I care
when you are by my side
my sun is here with me
and darkness is nothing
because you're the sun arise.

look through my eyes, not only inside
what hides behind of them
all the things that you will discover
it belongs only to you
and doesn't care if I have met you to a cafe or in sky or in earth
I only know that have found you and that I will never let you go

My search has ended
the angel of my dreams walks side by side to me
and if he will protect me with her light I will protect her
over the world and to the end of time.

Because you're the sun arise,
the gold of your hair remembers me its light
and your smile is the shine that illuminates me the soul
with you I'm not afraid anymore nearby of the dark
because my light are you.
the blue of your eyes is as the sky
and without you the rainbow doesn't exist
everything can go to hell
for what I care
when you are by my side
my sun is here with me
and darkness is nothing
because you're the sun arise.

You're my sun arise...

E quando terminò, capii che questa canzone era mia, l'aveva dedicata a me, soltanto a me! Perché era così che mi chiamava. Sun arise, sole che sorge...

Adorava già quelle parole, volevo sentirla ancora, e ancora... era bellissima, era splendida.

E Andrea era un angelo, in tutti i sensi, aveva ragione Matilde quando me lo diceva. Ci aveva visto giusto!

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