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5.

《Tu cosa?》strillo incazzata.

Adesso ho il sospetto che mi abbia legato i polsi per il semplice motivo che avesse paura di una mia reazione isterica. E sarebbe stato proprio così. Molto probabilmente lo avrei preso a pugni in faccia e gli avrei tirato anche qualche calcio sullo stomaco.

《Cherie io esco, ci vediamo tra poco! Non distruggete la casa per piacere! Ciao ciao!》urlacchia mia madre sbattendosi la porta d'ingresso alle spalle.

《Ho avuto un imprevisto》si giustifica lui con la mano tra i capelli, mentre mi guarda dalla sua posizione sollevata ai piedi del letto.

Mi divincolo in ogni modo possibile su questo dannato letto, con il solo pensiero di dovermi slegare i polsi per poterlo picchiare. Il problema è che mi ritrovo a pancia in giù con i polsi doloranti per la posizione innaturale e contratta.

"Adesso capisco il dolore che provoco a quei maniaci" penso, cercando di mordere il collant.

《Se prometti che non mi uccidi allora ti libero》mormora impaurito avvicinandosi di qualche passo.

《Dylan...》giro il viso lentamente, come fossi la bambina de "l'esorcista" per poterlo guardare malissimo
《Giuro su Dio che se riesco a liberarmi ti faccio fuori con un singolo pugno》sibilo a denti stretti tornando a tirare i collant.

Impreco svariate volte per il dolore ai polsi e, lui evidentemente, ha proprio voglia di morire visto che mi afferra dai fianchi e mi fa rigirare. Porta le dita sopra la mia testa fin quando non riesce a sciogliere il nodo ed io mi scaglio su di lui.

Lo afferro dalla maglietta e lo spintono sul letto con poca grazia.
《Ripetimi il perché non potrai partire il mio stesso giorno》sputo inacidita a un palmo dal suo naso.

Sospira, sapendo già come andrà a finire.
Mancano due settimane alla nostra partenza per la Grecia e lui senza dirmi niente ha cambiato la sua prenotazione di volo per due giorni dopo.

《Ho avuto un imprevisto!》ripete monocorde spostando lo sguardo verso la tv ancora accesa.

《Come si chiama questo "imprevisto"?》chiedo arrabbiata afferrandogli il viso nella mano.

《Come scusa?》mi guarda con un sopracciglio alzato, come se non lo conoscessi da quindici anni e non sapessi che la sua voce diventa più acuta quando mente.

《Come. Cazzo. Si. Chiama.》sibilo.
So che la causa di tutto questo è Carly, ma deve essere la sua voce a pronunciare quel nome che sta rovinando tutto.

《Cherie smett-》
《No! Cazzo non la smetto Dylan! Sei solo uno stronzo che sta abbandonando la sua migliore amica per una ragazza che conosce da due mesi》sbraito come una furia. 

Scatto in piedi per allontanarmi da lui, sento già le lacrime farsi presenti nei miei occhi, e pur di non dargli questa soddisfazione e rinunciare all'unica cosa che potrebbe farmi stare bene, esco fuori dalla stanza e vado in bagno.
Mi spoglio prima di infilarmi in doccia e accendere l'acqua fredda.

Non voglio guardare la sua stupida faccia, non voglio sentire la sua stupida voce, non voglio avere a che fare con le sue inutili giustificazioni.
Due anni fa, quando mi misi insieme al mio ex, Dylan fu il primo e l'unico a dirmi "Non dimenticarti che hai un migliore amico. Cerca di non sparire come fanno tutti", da quale pulpito vorrei dirgli adesso.

Ho fatto sei mesi e mezzo con quel ragazzo e per tutto quel tempo mi portavo dietro anche Dylan. Lo coinvolgevo in ogni modo possibile, gli scrivevo tutti i giorni, ci vedevamo tutti i giorni, eravamo sempre gli stessi anche se a lui il mio ragazzo non piaceva: "Non va bene per te, è un coglione".

Si sarà anche rivelato un coglione, ma mai quanto lui adesso. Ha pure iniziato a mentirmi, a cambiare piani senza dirmi niente.

《Cherie-》
《Esci da questo bagno Dylan!》urlo in preda alla rabbia appena sento la sua voce. Non funzionano i suoi giochetti del cazzo. Non adesso.

Sento la porta chiudersi di scatto, in un tonfo secco e forte che mi fa ringraziare dio per il fatto che mia madre non sia più in casa da un po'.
《Coglione! A momenti la buttava giù. Manco fosse in casa sua!》esclamo irritata afferrando la spugna.

Ci butto sopra più bagnoschiuma del necessario, infatti mi sembra quasi di navigare in un mare di bolle profumate.

《Sono ancora qui. E questa è anche casa mia. Cogliona.
Tiro un urletto acuto per la sorpresa, coprendomi la bocca come se potesse servire a qualcosa. Pensavo fosse uscito.

《Ti do tempo tre secondi Cherie. E questa volta non scherzo》inizia a bassa voce《Esci subito da quella doccia o giuro su mia madre che entro io così sei obbligata a parlare》conclude con voce ferma e seria. Inizialmente resto di stucco prima di scoppiare a ridere come una pazza.

《Fottiti Dylan!》dico soltanto.
《Okay, l'hai voluto tu》sento dirgli con ostilità. Inizio a preoccuparmi.

《Non lo farai sul serio. Rovineresti tutto. Più di quanto stai già facendo!》mormoro cauta, indietreggiando contro le mattonelle fredde alle mie spalle.
《Non rovino niente. Ti ho già vista nuda.》

《Avevamo cinque anni brutto idiota. Eravamo in piscina e ci stavano lavando le nostre mamme》metto in chiaro con la voce che trema un po'.
《Non ti guarderò. Anche perché non c'è proprio un cazzo da guardare.

Che ci crediate o no, la spugna mi scivola dalle mani e le braccia mi cadono praticamente a terra.
Non tanto perché ha solo confermato un fatto ovvio, ma più che altro perché è stato lui a spazzarmi via quel poco di autostima che mi teneva in piedi.

Fisso inerme le porte scorrevoli della doccia, con l'acqua che continua a scorrere imperterrita sopra la mia testa e mi manda in ulteriore confusione.

So da me di non essere formosa, so da me che non sprizzo sensualità nemmeno dalla faccia, ma questa frase poco carina poteva risparmiarsela, no?

Pensava che dicendo queste parole potesse essere abbastanza convincente sul fatto che non mi avrebbe guardata? No. Ha solo deciso di fare lo stronzo.

Chiudo l'acqua molto lentamente, come fossi un automa.
《Fuori da questa casa》mormoro delusa, sentendomi completamente vuota e senza vitalità.

《Non ho capito》sento dirgli dubbioso.

E così... fanculo alla nostra amicizia, fanculo a lui e fanculo al mio ipotetico imbarazzo; apro le antine che mi separano da lui, mostrandomi completamente bagnata e con i capelli incollati al viso.

Resta impassibile mentre mi fissa dritto negli occhi.

《Ho detto... Fuori da questa casa》sussurro a fatica per la perdita di fiato, notando solo dopo il suo corpo praticamente nudo coperto da un paio di boxer neri.

《Perchè dovrei... Perchè devo... insomma...》le parole gli si intrecciano sulla lingua mentre lo vedo deglutire a fatica senza spostare mai gli occhi dai miei.

《Questa non è casa tua.》Faccio un passo avanti, mettendo un piede fuori dalla doccia.

《Non voglio in casa mia gente stronza》mormoro facendo un altro passo. Il vapore che ci avvolge completamente mi sembra quasi di sentirlo scivolare contro la mia pelle scoperta. I vetri appannati della finestra impediscono a chi si trovi in strada di poter vedere qualcosa, come una sorta di scudo che vuole nasconderci.

《E tu non sei da meno, Dylan》sibilo a un palmo dalla sua faccia.

Me ne frego completamente di essere nuda davanti a lui, non mi importa nulla in questo momento. Voglio solo che vada via e non si faccia vedere per un bel po' di tempo.

《Ricordati soltanto una cosa...》gli punto un dito sul petto nudo, osservando i suoi occhi azzurri che mi guardano stizziti per svariati motivi《So essere stronza il doppio di te se mi ci metto d'impegno. Stai molto attento》sputo tra i denti.

Allungo un braccio verso il lavandino, con l'intento di prendere i suoi stupidi vestiti e lanciarglieli in faccia ma, in un gesto inaspettato, lui mi afferra dal polso e mi fa fare una mezza giravolta. Mi ritrovo con la schiena umida appiccicata al suo petto duro, con la sua mano ancora stretta al mio polso a sfiorare quasi il mio seno.

Trattengo il respiro per un tempo così lungo che credo di poter morire soffocata, soprattutto quando china il viso verso il mio orecchio destro 《Non provare a minacciarmi Cherie, sai come andrebbe a finire》sussurra serio aumentando la presa.

Rabbrividisco a causa del suo fiato caldo contro la mia pelle umida, chiudo solo per un attimo gli occhi mentre un ansimo muto abbandona la mia bocca. Mi ci vogliono dei secondi interminabili perché possa finalmente riprendere coscienza
《Questa volta potrebbe finire in un modo inaspettato, per te》metto in chiaro cercando di allontanarmi.

Dopo neanche mezzo passo mi ritrovo nuovamente contro il suo corpo, nella stessa posizione ma con l'aggiunta della sua mano calda e libera appoggiata al mio fianco sinistro.
Sussulto visibilmente per questa strana vicinanza, cercando invano di regolarizzare il respiro sotto le sue mani grandi e il suo respiro sulla mia guancia.

《M-mollami Dylan. Vattene》biascico tremante iniziando ad agitarmi.
《Non vado da nessun parte finché non mi dici qual è il problema》mormora con estrema serietà.

Il polso stretto nella sua mano inizia quasi ad andare a fuoco per quel tocco, come la schiena che inizia a bruciare come dopo una scottatura.

Trattengo il fiato fissando un punto dritto davanti a me, cercando con tutta me stessa di rimanere impassibile alla sua mano che si muove sulla pelle umida della mia pancia. Avvolge con estrema lentezza il braccio intorno al mio bacino, facendomi annaspare silenziosamente per questa situazione quasi surreale.

《Fam... Fammi vestire》chiedo quasi in una supplica, iniziando a sentire un imbarazzo non indifferente farsi largo nell'aria.
《No》sussurra convinto, scuotendo la testa per accentuare il fatto che non ha intenzione di lasciarmi.

Non so quanto tempo passa, ma non riuscendo più a sopportare quella strana vicinanza, decido di aprire bocca《Il problema è-》
《Cherie!! Sono a casa!!》la voce acuta di mia madre arriva come un onda anomala tra le mura del bagno, segno che stia salendo le scale per raggiungermi.

Sgrano gli occhi quando realizzo quello che potrebbe succedere, come ogni volta visto che si parla di mia madre e non di una persona normale.

Anche Dylan scatta sull'attenti e, conoscendo mia mamma, molla la presa dal mio corpo per afferrare i suoi vestiti e metterli nel cesto vuoto dei panni sporchi. In un attimo mi ritrovo contro il muro della doccia e il suo corpo mezzo nudo, mentre l'acqua bollente gli sbatte violenta contro la schiena.

La porta del bagno si spalanca e in un attimo Dylan si porta l'indice alle labbra, facendomi segno di stare zitta come se fosse davvero necessario.

《Tesoro! Tua nonna ti saluta!》esclama mamma tutta contenta.
Io non riesco a rispondere perché la visione paradisiaca che ho davanti non me lo permette.

《Rispondi》Mi sussurra frettoloso fissandomi in faccia. Mi perdo per un solo istante sulle sue labbra rosse e bagnate, giuro su dio, solo per un attimo.

《Io ehm... okay mamma, ci sarò》biascico a caso, non sapendo nemmeno cosa abbia detto.

《Dove ci sarai? Comunque mi ha dato trecento dollari per la tua vacanza, te li lascio sulla scrivania, va bene?》
Annuisco fissando le spalle larghe di Dylan, rendendomi conto solo dopo che mia madre non possa vedermi.

《Si ehm... okay, grazie. Posso avere un po' di privacy adesso?》domando scocciata, mordendomi l'interno della guancia con fare imbarazzato.

I suoi boxer sono molto più attillati adesso che l'acqua ha bagnato ogni centimetro della stoffa nera. Sembrano anche più gonfi ma non posso saperlo con certezza visto che con l'indice mi obbliga a sollevare il capo, ghignando divertito per avermi colta in pieno.

"Merda! Merda merda merda!"

Distolgo lo sguardo fissando un punto oltre le sue spalle, cercando in tutti i modi di non arrossire come un peperone.

"Se io non ho niente da guardare, lui al contrario, ha anche troppo" penso, fissando la sagoma di mia madre chinata probabilmente verso lo specchio.

《Vado tesoro, scusa ma tua nonna mi ha riempita di pollo e ce l'avevo tra i denti. Quasi quasi lo vedevo addirittura sbattere le ali》esclama con nonchalance facendomi sbattere una mano in fronte.

Dylan cerca con tutte le forze di non ridere e, il suo sussultare ogni secondo, ne è la conferma.
"Che situazione del cazzo"

Quando sentiamo la porta sbattere ci abbandoniamo a dei sospiri lunghissimi.
《Quindi Cherie? Qual è questo fottuto problema?》mi incalza all'improvviso.

《Tu. E adesso, se non ti dispiace, ti voglio fuori da questa casa.》
Detto ciò lo supero ed esco dalla doccia come se niente fosse successo, avvolgendomi in un asciugamano per poter raggiungere la mia stanza.

Forse stare lontani per un po' servirà ad entrambi, a lui magari può far capire che senza di me non ci può stare e, per me, potrebbe essere utile per eliminare questi strani pensieri che mi avvolgono la mente da un po' di tempo.

Che mamma assurda:

Ci vediamo al prossimo capitolo babies❤❤ fate le brave, ma non troppo 😈

Love ya🌽🌽🦄🦄

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