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Mafia


Era una giornata come tante per le altre Nazioni.

Si trovavano tutti ad una riunione.

Tutto normale finché,dopo ripetuti insulti da parte di un certo italiano nei confronti di un povero tedesco,quest'ultimo sbottò.

E si sa,i tedeschi arrabbiati non portano mai buone cose.

«Ah!Io sarò pure un bastardo

mangia-patate da cui è meglio stare alla larga,ma tu?»

«Che cazzo intendi dire,crucco? »

«Beh,io almeno sono conosciuto per la mia autonomia,per la mia abilità in campo economico e perché me la so,in termini semplici,cavare sempre.E tu?Sei inutile.Non sai né disegnare o cucinare bene come tuo fratello,e anche se a Feliciano le cose non riescono,quanto meno ci prova a farle.

A te non te ne può fregar di meno.

Veneziano è conosciuto per la sua bontà e,in un certo senso,per il suo ingegno.

Invece pensando a te mi vengono in mente solo tre parole.»

L'aria si era fatta pesante.Tutti erano sconvolti per la reazione di Ludwig,persino Alfred stava zitto!

"Non vorrà mica,non vorrà mica...non oserà..."

I pensieri di Romano scorrevano veloci nella sua mente,intasandola.

Non...non...

« Pizza,Pasta e... -gli occhi del Meridione si dilatavano sempre di più. - Mafia. »

Gli occhi del meridione si appannarono,contemporaneamente strinse i pugni così tanto che le nocche divennero bianche.

Fu un attimo.

Un lampo di furia negli occhi Ambra,che sembravano così scuri in quel momento.

E il tedesco si ritrovò addossato contro il muro.

«A-A te pesa tanto essere chiamato Nazista vero?!A te pesa tanto essere chiamato assassino vero?!»

Ludwig osservò Romano.

Dove voleva andare a parare?

«E io allora come mi dovrei sentire,eh!?

COME CAZZO MI DOVREI SENTIRE,MENTRE VENGO PARAGONATO A QUALCUNO CHE BRUCIA NELL'ACIDO I BAMBINI,EH?!»Mentre gli urlava contro,Vargas stringeva contemporaneamente sempre di più il colletto del tedesco.

Nessuno si muoveva nella sala.Erano tutti immobili.Se prima l'atteggiamento del nordico li aveva sconvolti,quello dell'Italia del Sud...

Romano si girò,lasciando andare Germania.

«E dico anche a voi...SI ANCHE A VOI,CHE ALMENO UNA VOLTA MI AVETE PARAGONATO AD UN MAFIOSO!

Voi,voi sapete cosa significa essere succubi di qualcosa,ma non di un qualcosa esterno?SAPETE COSA SIGNIFICA ESSERE SUCCUBI DI SE STESSI?!DELLA PROPRIA PARTE PIÙ OSCURA?!»

Ormai Romano si era completamente sbloccato.

E aveva intenzione di dire tutto.

Ma proprio tutto.

Si doveva sfogare.

«Sapete cosa significa guardare il proprio mare,la sera e...e pensare che è un grande,enorme cimitero?»

La voce di Romano si era fatta sempre più bassa,quasi un sussurro.

«Voi che definite una qualunque organizzazione criminale...mafia...state attenti.

Perché questa parola porta con se più morti di quanti ne possiate solo immaginare.»

Romano corse fuori dalla sala,nonostante la pesantezza,la tristezza di fatti orribili,di immagini terribili,rievocate nella propria mente,Romano Lovino Vargas provava anche un grande senso di liberazione.

Finalmente aveva aperto a tutti gli occhi sulla Mafia.

. . .

Antonio osservò silenziosamente la sala.

Tutte,e dico proprio tutte,le Nazioni erano col capo chinato a riflettere sulle parole del Sud Italia,che per una volta era stato realmente ascoltato.

Antonio sospiro profondamente,alzando il capo verso il soffitto,ad occhi chiusi.

"Credo che oggi dovremmo essere noi a ringraziarti Lovi."

Antonio aprì gli occhi lentamente,per poi mormorare «Gracias,Romano.»

Angolo Autrice

Okay,come avrete notato questo è l'unico capitolo della fanfiction in cui è Antonio che ringrazia Romano.

La Mafia è un argomento che mi sta molto a cuore,nel senso,penso sia qualcosa da non prendere così alla leggera;proprio per questo ho deciso di non entrare troppo nei dettagli.

Ci sarebbe un discorso da fare e io non ho le conoscenze adatte,però volevo scrivere qualcosa su questo argomento.

Credo che praticamente tutte (perché io parlo al femminile!) abbiate capito a quali episodi si riferisce Romano,ma preferisco specificare!

L'orrendo episodio del bambino sciolto nell'acido si riferisce a Giuseppe di Matteo.

(Giuseppe Di Matteo (Palermo 19 gennaio 1981 - San Giuseppe Jato 11 gennaio 1996) figlio del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo, ex-mafioso, divenne vittima di una vendetta trasversale nel tentativo di far tacere il padre. La sua morte ha avuto grande risalto su tutti i giornali anche perché il cadavere del ragazzo non fu mai trovato, essendo stato disciolto in una vasca di acido nitrico) magari se ne volete sapere di più potete continuare a leggere su Wikipedia,o comunque cercarlo.

Baci!

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