XIV. Stupido
Era già trascorso un altro giorno, tre da quella notte, ma nessuno dei due stava meglio.
Levi sentiva l'immensa mancanza di Eren, l'amore che provava non poteva di certo spegnersi a suo piacimento.
Eren stava male, invece, perché non capiva.
Non capiva per quale cavolo di motivo continuava a pensare a quel ragazzino, al suo viso serio, ai capelli neri, al modo di fare, a quel giovane corpo che aveva avuto tutto per sè.
Aveva.
Ora, invece, Rivaille lo odiava, così come tutte le altre persone prima di lui, eppure era il primo su cui Eren si soffermava a pensare.
Forse, per quanto gli costasse ammetterlo, Armin aveva ragione e a lui Rivaille piaceva.
Probabilmente gli piaceva molto.
Non aveva nessuna intenzione però di cambiare il suo atteggiamento per una cotta.
Salutò i bambini che erano andati a ballare al mini-club, abbracciandone molti che poi lo salutarono, pronti per andare in piscina a divertirsi.
Controlló l'ora nel telefono e sospiró. Aveva mezz'ora di pausa perciò si diresse verso la sua casetta: avrebbe dormito un po'.
Si fermò quando sentì una voce conosciuta seguita da una risata.
Spostó lo sguardo sulle figure di Rivaille e Nifa, seduti su una panchina tremendamente vicini.
Il braccio del ragazzo era sulle spalle della rossa che teneva la testa sulla sua spalla.
Perché Rivaille avrebbe dovuto comportarsi così se non sapeva nemmeno della sua presenza, non lo faceva per ripicca come lui credeva?
A quanto pare no e la cosa lo faceva infuriare.
Al diavolo il sonnellino e il riposo, la mente sarebbe sicuramente rimasta sul giovane dai capelli neri e la rabbia sarebbe gradualmente aumentata sapendolo con Nifa.
Attese.
Poggiato ad un tronco, tenendoli d'occhio, vedendo come si parlassero tranquillamente, sorridendo e più di qualche volta Nifa gli diede dei baci sulla guancia.
Una decina di minuti dopo la rossa si alzò salutandolo con la mano per poi raggiungere una ragazza bionda che abbracciò, Petra in teoria.
"Non ti pensavo così" disse Eren quando Rivaille passò accanto al suo nascondiglio. Egli si fermò dandogli le spalle.
"E io che ti credevo il ragazzo perfetto" rise sprezzante. "Hai già trovato qualcun altro con cui consolarti" continuò il castano.
Finalmente il diciassettenne si voltò mostrando tutta la sua immensa bellezza, il viso serio, affilato ed elegante, gli occhi socchiusi che lo fulminavano, le labbra rosee chiuse in una linea fina, il corpo fasciato dalla t-shirt e da un paio di quegli shorts che lui amava vedergli addosso.
"Che c'è, fai il geloso adesso?" Parlò incrociando le braccia al petto facendo ridere il castano.
"Ti piacerebbe, Levi"
Il minore lo raggiunse in poche falcate, il pugno alzato pronto a colpirlo, ma Eren aveva i riflessi pronti e lo schivó afferrandolo per una spalla.
Lo baciò con rabbia, infilando la lingua in quella bocca che bramava da intere notti, spingendola a fondo nella sua.
Rivaille gli morse il labbro fino a fare uscire sangue per poi intrecciare a sua volta le loro lingue.
Si tirarono i capelli a vicenda, mugulando per il dolore a causa dei numerosi morsi e graffi che si stavano scambiando.
Rabbia, rabbia e ancora rabbia.
Il sapore ferroso delle loro labbra si mescolava alla saliva, alle lingue che ormai volevano solo scontrarsi e sfidarsi.
Quanto si desideravano, quanto si bramavano, quanto si detestavano, quanto si amavano.
Levi aprì di scatto gli occhi posando le mani sul petto muscoloso di Eren di cui sentì la consistenza prima di spingerlo via con forza con un mugolio.
"Non toccarmi!" Esclamò allontanandosi.
Il castano si asciugò le ultime gocce di sangue guardandolo negli occhi.
"Ti devo ricordare che hai ricambiato?" Gli rinfacció notando le guance arrossarsi leggermente e lo trovò estremamente carino.
"Sono un coglione infatti" disse, era proprio impossibile avere l'ultima parola con lui. "Non osare più toccarmi. Sei uno stupido, credi davvero che resterò qui a esaudire i tuoi desideri e a giocare con te? Vaffanculo"
"Quello che tra i due si sta divertendo sei tu o sbaglio?" Ribattè il maggiore riferendosi a Nifa.
"Volevo farti ingelosire e tra l'altro ci sono riuscito. Non pensavo fossi così stupido da crederci"
Eren strinse un pugno, ormai furibondo.
Era fottutamente geloso.
"Non sapevi che ero qui e i vostri atteggiamenti erano parecchio intimi"
Rivaille ghignò.
"Tra i due non sono io l'allocco come dici tu. Più persone ci vedevano e più la voce sarebbe girata arrivando prima o poi a te" il minore gli si avvicinò, accostando le labbra al suo orecchio.
Strisció le unghie sul suo collo, sfiorandogli il lobo con le labbra, godendosi il suo sospiro di aspettativa.
I brividi riempirono il corpo di Eren, la voglia di baciarlo crebbe a dismisura, così come quella di possedere il suo corpo.
Lo voleva solo per sè.
Solo e unicamente per lui.
Voleva stringerlo e dirgli che era stato uno stupido a trattarlo in quel modo.
"Questo è ciò che hai perso" sussurrò Rivaille per poi staccarsi.
Si voltò iniziando a camminare.
"E comunque Nifa è lesbica" se ne andò senza voltarsi indietro.
*
Quarto giorno.
Rivaille si era chiuso nella sua stanza, non era più uscito, aveva saltato la cena della sera prima e la colazione di quel giorno.
Non rispose quando qualcuno bussó alla porta della sua stanza, sprofondò con il viso nel cuscino e lasciò che il ricordo dell'ultimo bacio che Eren gli aveva dato gli riempisse la mente.
Era anche colpa sua, come aveva potuto assecondarlo...era così debole da non potergli resistere?
Strinse il lenzuolo con la mano, proprio nel punto in cui lui aveva passato la notte prima di sparire.
Si spostò su quel posto, il naso schiacciato sul guanciale, l'odore di pulito raggiunse le sue narici rilassandolo.
"Levi, apri siamo noi" sentì dire da Farlan oltre la porta, ma non volle rispondere.
Si sentiva in colpa nei loro confronti, stava rendendo quelle vacanze per nulla rilassanti con i suoi problemi.
"Sappiamo che sei in camera, apri per favore" continuò il suo migliore amico non ricevendo comunque alcuna risposta.
Isabel disse qualcosa che il corvino non colse, ma sobbalzò quando i colpi alla porta aumentarono notevolmente d'intensità.
"Rivaille Ackerman apri questa fottuta porta immediatamente altrimenti te lo giuro che Farlan la butta giù"
"Io cosa?!" Esclamò il fidanzato.
"Hai tre secondi per aprire oppure..." Si bloccò quando si ritrovò il corvino davanti.
Dopo un'occhiata i due si abbracciarono con forza.
Il più piccolo sospiró pesantemente, cullato dalle mani di colei che considerava una sorella, stringendola mentre gli occhi pizzicavano fino a bruciargli.
Non doveva piangere.
Indietreggiò entrando con loro nella stanza, sempre uniti in quell'abbraccio in cui Farlan si unì accarezzando la schiena di Levi.
"Cosa ti ha fatto quel coglione?" Gli chiese la rossa guardandolo negli occhi.
Rivaille si staccò sedendosi sul letto guardandoli accomodarsi accanto a lui.
Avevano già capito che c'entrava Eren, chi altri sennò?
"Voleva solo scopare e io ci sono cascato in pieno" spiegò brevemente buttandosi indietro sul materasso.
"Sono stato uno stupido a credere di poter avere una vera relazione con lui. Mi ha dato così tante attenzioni che non potuto lasciarlo perdere. Però..."
"Ti sei innamorato di lui" concluse Farlan accarezzandogli il ginocchio.
"Quanto posso essere stupido? E io che gli ho parlato anche di mia madre..." Sospiró accogliendo entrambi i migliori amici sul suo petto accarezzando loro i capelli.
Isabel mormoró qualche insulto giocando con le dita di Farlan posate all'altezza dello stomaco di Levi.
"Non ti ha fatto male, vero? Lo vado a uccidere"
Rivaille esitó un attimo, era meglio non creare discussioni inutili, doveva solo dimenticarlo.
"No, va tutto bene, stai tranquilla"
Restarono lì a coccolarsi tutti e tre per diverso tempo, insieme da sempre.
Chiuse gli occhi, Levi, stringendolo a sé.
"Grazie" sussurrò.
I due fidanzati si guardarono per qualche attimo: avrebbero parlato dopo.
"Ci saremo sempre, Levi"
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