Capitolo 3
Pov's Letizia
Corro nella nebbia. Non capisco dove vado. Sento una voce.
-Loro lo sanno....-
Continuo a correre.
-Loro lo sanno!-
La nebbia si dissolve. Davanti a me appare Domenico nel suo vestito rosso sangue.
-Mi hai fatto prendere un accidente! Se non ti avessi richiamato io....- dico cercando di riprendere fiato.
-Scusami....-
-Ma scusa.... ho la sfera per parlare con te.... dovevi proprio rovinarmi il riposo?- dico un pò scocciata.
-Avrebbero potuto vederti.... e comunque ti devo solo dire una cosa poi ti lascio ai tuoi bei sogni!-
-Dimmi....-
-Loro lo sanno!-
-COSA? SANNO COSA?-
-Dov'è il mio scettro!-
-Il tuo scettro? E cosa c'entra?-
-Anche se gli hanno tolto i poteri delle armi leggendarie il mio scettro conserva ancora una parte di quei poteri! É una bomba ad orologeria!-
-E come fai ad essere sicuro che loro sappiano dov'è?-
-Ho fatto visita ad alcuni "vecchi amici"....-
-E come sai che non è stato distrutto?-
-Un'arma del genere non può essere distrutta!-
-Quindi che dovrei fare?-
-Improvvisa....-
Lui scompare e io mi sveglio. Vorrei rimettermi a dormire ma questa è l'occasione giusta per cercare in casa. Mi alzo e cercando di non fare rumore cerco lo scettro in giro per casa. Guardo dentro i mobili e sopra gli scaffali. Proprio mentre abbandono ogni speranza sento un urlo.
Pov's Emanuele
-JUVE SEGNA ED È GOOOAAALLL!
Juve batte Milan 3 ad 1. Juventus vince la coppa delle coppe!-
Esulto ed urlo sventolando la bandiera bianco, nera. Iniziamo a festeggiare.
-Ti piace la partita?- mi giro e alla mia destra c'è Domenico. Ha un vestito rosso con due grosse spalliere.
-Ma cosa....?-
-Abbiamo vinto! Visto?- Mi dice come se fosse tutto normale.
C'è un lampo di luce. Mi ritrovo in campo, nello stadio.
-Signore e signori!- mi giro verso la postazione degli speaker. Domenico è lì col microfono in mano.
-Dopo la grande vittoria, abbiamo per voi uno spettacolo speciale!-
Gli spettatori esultano.
-Stasera Emanuele.... affronterà una sfida di coraggio, dolore e sacrificio!- il pubblico ricomincia ad esultare.
-L'unico modo che ha per evitare la sfida.... è dirmi dov'è il mio scettro!-
-Io non so dov'è!- gli urlo.
Cala il silenzio.
-Risposta sbagliata!-
Vengo assalito da centinaia di strane creature mentre la folla esulta. Mi sveglio poco prima di essere colpito. Mi sveglio urlando. Erica si sveglia con me spaventata dal mio urlo. Letizia bussa alla porta ed entra.
-Manu.... è successo qualcosa?- mi chiede infilando dentro la testa.
-No tranquilla.... era solo un incubo!-
Ci scambiamo un sguardo ed un cenno col capo.
-Scusatemi...- dico.
-Tranquillo... buona notte!- Letizia esce.
-Scusami amo....- dico guardando Erica ma lei già dorme. Mi rimetto sotto le coperte e mi addormento.
Ricominciano gli incubi.
Ho le mani e i piedi legati, sono steso su un piccolo tavolo tondo e con molti spintoni. Mi sembra di essere come al centro di una grande roulette, rossa e blu. Al margine della roulette ci sono molti spintoni luccicanti come l'oro.
Sono dentro una specie di caverna, la roulette sembra occupare il centro della caverna. Più in là c'è uno di quei sarcofagi con gli spuntoni, una serie di ingranaggi e ruote su ognuna delle quali c'è uno scheletro. Dal soffitto pendono molte catene e c'è un odore che riempie l'ambiente e che io ho sentito troppe volte: sangue. C'è poca luce. Vedo una porta con lo stipite fatto da tanti grossi dadi impilati. La porta si spalanca.
-Benvenuto a casa mia! Stai comodo?- mi domanda il tizio che sta uscendo dalla porta. Ha un cappuccio e non posso vedere il volto. Indossa come una specie di toga nera.
-Si può stare più comodi!- scherzo.
-Che peccato.... i vecchi amici voglio che stiano sempre comodi!- si abbassa il cappuccio: è di nuovo Domenico.
Chissà perché la cosa non mi sorprende? Sto iniziando ad avere l'idea che qualunque cosa succeda sia colpa sua.... C'È SEMPRE DI MEZZO LUI!
-Dimmi dov'è il mio scettro e vedremo di fare come se fossi a casa tua.... in caso contrario....-
-Te l'ho già detto! Non so dov'è il tuo scettro! E comunque questo è solo un sogno! Cosa credi di farmi?-
-Vediamo che si può fare....- dice con un grosso sorriso. In un attimo le sue dita si trasformano in ogni genere di arnese: forbici, coltelli, seghetti, pinze. Si avvicina. Il medio e l'indice della sua mano sono due coltelli. Me li punto sull'avambraccio ed inizia a tagliare. Urlo ma lui continua, lentamente per farmi soffrire di più.
-Parli?-
-No!-
-Ok.... allora è meglio colpire dove fa più male!- indica il sarcofago. Erica è lì, spaventata ed incatenata.
-Manu....- non finisce a parlare che il sarcofago si chiude infilzandola con i suoi spuntoni. La sento urlare. Continua ad urlare fin quando da fori del sarcofago inizia a uscire sangue a fiotti.
-NOOOO- urlo mentre le lacrime mi ricoprono le guance.
Mi sveglio di soprassalto.
-Un altro incub....- Erica si è svegliata -MANU, IL BRACCIO!-
Mi guardo l'avambraccio. I tagli che mi ha fatto Domenico ci sono, sono aperti e perdono sangue.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro