Capitolo 23
Pov's Erica
Sei mesi dopo.....
Apro la porta. Letizia e Davide entrano e con sé portano la solita arietta fresca.
-Dov'è? Dov'è il pupetto che oggi compie due anni?-
Stefano arriva correndo con le sue piccole gambe. Letizia lo afferra e lo tira su.
-Non ti sforzare troppo con questo pancione!- le dico.
Lei lascia Stefano fra le braccia di Davide e si tocca la pancia.
Stefano comincia ad arrufare i capelli dello "zio" che ride di gusto.
-Quarto mese giusto?-
Le chiedo, guardando il mio ometto.
-Esatto. Sai Eri.... stavo pensando.... sembrava che fossimo delle semplici ragazze.... ed ora tre anni dopo l'inizio di tutto questo siamo sposate!-
Ci rifletto su.
Ci siamo entrambe sposate dopo un anno di fidanzamento.... precoci senza dubbio....
Mi scappa un sorriso.
-L'amore non ha età!- le rispondo.
-Già....- risponde lei guardando il suo Davide.
-Dimmi... come state? Dai venite a sedervi.
Li faccio accomodare sul divano.
-Tutto bene e voi?-
Ricordo il giorno del suo matrimonio, cinque mesi fa.... era bellissima nel suo vestito, bianca come la neve. Io ho fatto da testimone.
Si.... però il mio matrimonio non lo batte nessuno!
Fanatica!
Zitta coscienza.
-Beh...non potevamo stare meglio. All'inizio Stefanuccio ci dava un po' di problemi a mangiare e ad addormentarsi ma ora è passato tutto. E poi...fare la mamma a tempo pieno è bellissimo. Vero Stefanino? Dai vieni e lascia stare lo zio.
Il piccolo mi guarda e si butta tra le mie braccia. Lo afferro e, mentre mi siedo, lo metto sulle mie gambe. Lui fa finta di stare su un cavallo e comincia a fare i versi così muovo le gambe.
Letizia sorride.
-Non vedo l'ora di conoscerla!
Esclama, toccandosi la pancia.
-E io non vedo l'ora di viziarla!
Emanuele spunta con qualche bibita e dei dolci in mano.
Si abbassa per non far alzare Letizia dal divano e la saluta dandole un bacio. Poi si avvicina a Davide.
-Vuoi anche tu il bacetto?
-Oooh nono... mi basta un abbraccio.
Io e Letizia ci guardiamo e ci facciamo un segno come per dire "questi sono matti" mentre loro due si abbracciano.
-Bene...Ste, prendiamo la torta?
Alle parole del padre il bimbo quasi cade dalle mie gambe e si afferra a quelle del padre. Lui lo tira su con una leggerezza incredibile e si dirige con lui in cucina.
Mi alzo e spengo la luce.
L'unica cosa che si vede, ora, è la debole luce delle candeline sulla torta. Iniziamo a cantare e Stefano mette il dito vicino alla fiamma.
Sussulta ma non piange.
La fiamma si spegne e lui ci guarda strano. Ci prova con l'altra e piano,
piano si diverte a spegnerle.
-Ha i tuoi poteri, vero?
Mi chiede Davide.
-Beh, veramente non ci avevamo mai fatto caso...ma credo di si.
È rimasta una sola candelina.
Mi avvicino e, evocando un piccolo sbuffo d'acqua, la spengo.
Il bambino mi guarda stupito e poi ride.
-Auguri, amore mio!
Ora sto creando un piccolo cuoricino con l'acqua e Stefano mi guarda, ammirato.
-Ti...voglio...bene...
Mi dice. Rimango a bocca aperta e lo stringo forte.
-Anche io...
Poco dopo.....
Qualcuno bussa alla porta. Apro. Sono due ninfe.
-Ditemi! Che succede?-
Una tiene in braccio un bambino.
-Ci è stato detto che una volta compiuti un anno circa avremmo dovuto affidarlo a voi- dice dolcemente.
Le faccio entrare. Davide e Letizia mi guardano per chiedermi spiegazioni ma io alzo le spalle.
-Circa quindici mesi fa .... i suoi genitori lo affidarono a noi. Aveva un paio di mesi. Ci dissero che una volta compiuto il suo primo anno avremmo dovuto affidarlo a te e Emanuele-
Guardo il bambino che gioca tranquillamente con Stefano.
Si stanno contendendo una pallina. Alla fine Stefano gli e la dà, il bimbo ride e tornano a giocare.
-Chi sono i genitori?- domanda Manu.
-Questo non possiamo dirlo.... abbiamo giurato!-
-Mbe.... amo.... volevi un altro figlio? Eccotiti accontentata!- dice Manu prendendo sia Stefano che l'altro bambino in braccio -ci prenderemo cura di te come fossi nostro figlio!- dice facendo naso naso con il piccolo. Mi scappa un sorriso quando vedo Stefano che pretende un bacio dal papà.
Emanuele è dolcissimo con i bambini.
-Noi dobbiamo andare...- dice la ninfa.
Le accompagno alla porta.
-Ha già un nome?- domando mentre se ne vanno. Si girano.
-I genitori volevano che si chiamasse.... Vector!-
Spazio dell'autore
Hey ragazzi! Vi è piaciuta la storia? Io la amo sempre di più! Come al solito vi invito a mettere like e vi incoraggio a fare commenti e a darci consigli. Ringrazio come sempre la mia cara amica lapazzadagliocchiblu che mi aiuta come sempre; inoltre per scrivere questa terza storia ha dato una mano anche un'altra mia amica: newtyna. Andate a leggere la sua storia.... sono sicuro che vi piacerà.
Forse, sottolineo forse, ci sarà un continuo, quindi una quarta storia.... quindi ci vediamo presto!
Ciao ragazzi da ilservitoredeidemoni!
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