One chance
«Ciao Gary, ci vediamo domani!» salutò Peggy, agitando la mano, per poi portarla al petto e stringersi dentro il suo cappotto. Non si preoccupò nemmeno di ricevere una risposta, o meglio non ne ebbe il tempo, perché non aveva nemmeno raggiunto la porta del locale che il suo telefono emise un suono acuto, segno che le era arrivata una notifica su WhatsApp.
Il messaggio era di Ashley che le riferiva che prima di tornare a casa doveva passare a prendere il mangime per gatti, perché lei aveva un appuntamento con un ragazzo.
Peggy sbuffò, rispondendo un semplice "ok" all'amica. Certe volte davvero non riusciva a sopportarla; nonostante fossero amiche da ormai parecchi anni e quindi ci doveva essere abituata, quel suo modo di fare quando si trattava di adescare uomini la innervosiva. Non solo perché spesso spariva per un appuntamento con una nuova fiamma, ma perché poi altrettante volte metteva in mezzo anche lei, costringendola a farle da spalla o peggio ancora ad accettare le sue richieste.
Com'era accaduto nemmeno un mese prima, quando aveva insistito fino allo sfinimento a darle il numero del ragazzo che avevano incontrato all'Aquarium. Aveva provato in tutti i modi a dissuaderla, ma la sua insistenza l'aveva talmente innervosita che alla fine aveva ceduto; ritrovandosi ,spesso, a ricevere messaggi dal ragazzo, che a quanto pareva si chiamava Daniel. In realtà doveva ammettere che si era divertita a scambiare con lui qualche commento; cose i poco conto, come il tempo o la salute, nulla di minimamente privato o intimo, anzi a dirla tutta non sapeva nulla di lui se non come si chiamasse e quanti anni avesse e lei non gli aveva riferito nulla di se stessa. Ancora, però, evitava ad ogni costo le sue chiamate ed ogni volta che il cellulare squillava e sul display compariva il suo nome, che aveva salvato in rubrica, chiudeva la chiamata.
Comunque fosse, il discorso in quel momento non riguardava Daniel, ma quella scarica barile di Ashley, non vedeva l'ora che trovasse finalmente l'uomo giusto, così non l'avrebbe più fatta impazzire.
Arrivata davanti alla Mini Cooper color verde acqua, ficcò una mano nella borsa rovistando alla ricerca delle chiavi; non appena le trovò premette il tasto per l'apertura porte e si fiondò nell'abitacolo, rabbrividendo. Quel giorno faceva maledettamente freddo e la sua pelle chiara ne stava risentendo, perché l'avvertiva sensibile ed era sicura che se si fosse guardata allo specchietto si sarebbe ritrovata guance e naso, ancora più rossi dei suoi capelli.
Soffiò sulle mani e poi le strofinò tra di loro, nel tentativo di scaldarle, per poi infilare la chiave nel cruscotto e mettere in funzione l'auto. Se non trovava troppo traffico, ci avrebbe messo una dozzina di minuti per arrivare da Mungo & Maud. Distava appena tre minuti da casa sua ed era sempre stato il suo negozio di fiducia: i proprietari Nicola e Michael Sacher la conoscevano e spesso le chiedevano notizie della sua palla di pelo che ormai aveva compiuto ben tre anni. Da loro praticamente aveva comprato tutto e, nonostante i loro prezzi fossero alquanto alti, sapeva che era tutto di ottima qualità.
Arrivò anche con un leggero anticipo, la strada che costeggiava Hyde Park era stata piuttosto scorrevole e le aveva permesso di accelerare un po'.
Entrò nel negozio, facendo suonare il campanello e subito la proprietaria la accolse con un saluto ed un sorriso che percepì appena; tutta la sua attenzione si era riversata sull'altro cliente che, in quel momento, ignaro della sua presenza, stava parlando con Michael della miglior marca di cibo per cani.
«Margaret, tutto ok?» dovette richiamarla Nicola, per attirare nuovamente la sua attenzione.
Si voltò verso di lei confusa, come se si fosse dimenticata il motivo per cui era entrata in quel negozio; in quel momento nella sua testa c'era solo la strana sensazione di disagio ed eccitazione allo stesso tempo. Era stranissimo, si sentiva come Emmi in presenza di Leo, nell'ultimo libro che stava leggendo; si chiedeva come fosse possibile che un uomo visto per appena una mezz'ora in un locale notturno, nemmeno di un mese prima, e con cui poi aveva solo messaggiato, potesse farle quell'effetto.
Cercando di ritrovare un certo contegno, abbassò le palpebre sugli occhi azzurri per qualche secondo e poi rivolse quello stesso sguardo alla proprietaria, regalandole finalmente un sorriso di ricambio.
«Come posso aiutarti?» le domandò la donna.
«Avrei bisogno del solito pacco di Kitty Sand.» rispose lei e la proprietaria del negozio, dopo un leggero cenno di testa, si dileguò subito verso il magazzino per andare a prendere ciò che aveva chiesto.
Peggy era rimasta lì, cercando d'ignorare la presenza incombente che sentiva alle sue spalle, mentre tamburellava le dita sul bancone. Presa da un'irrefrenabile curiosità, però, si voltò un'attimo e quell'attimo fu fatale. Michael e Daniel si erano voltati per dirigersi alla cassa e, inevitabilmente, il suo sguardo incrociò quello nocciola del ragazzo.
«Ciao!» disse, con un tono fin troppo entusiasta.
«Ciao...» rispose a malapena lei, nel tentativo di sembrare scocciata.
«Come mai qui? Qualche amico peloso a cui badare?» domandò, forse nella speranza non solo di attaccare bottone, ma anche di scoprire qualcosa in più su quella ragazza con cui messaggiava da ormai qualche settimana.
Per fortuna di Peggy, però, che non aveva nessuna voglia di parlare con lui, ancora troppo imbarazzata degli eventi che li avevano visti insieme, in quel preciso istante tornò Nicola con in mano una busta blu di medie dimensioni di sabbietta per gatti che subito le porse, ricordandole il prezzo.
Aprì la borsa, mettendo mano al portafogli, mentre di fianco vedeva il ragazzo fare lo stesso, pagando il cibo per cani che aveva scelto e rimettendosi il portafogli nella tasca posteriore dei pantaloni.
«Come sta Milkshake?» le domandò Nicola, facendole nuovamente alzare lo sguardo verso di lei.
«Oh, bene!» disse con un sorriso, che però si tramutò in una smorfia irritata nel sentirlo ridere in modo sommesso. Si morse l'interno della guancia, irritata, poi non riuscendo a trattenere il suo temperamento di fuoco, si voltò verso di lui, quasi furiosa.
«Cosa c'è da ridere?»
«Nulla, nulla... – rispose lui, scuotendo la testa divertito – Solamente trovo curioso il nome del tuo gatto.»
«È un gatto sacro di Birmania, perciò bianco a macchie marroni, per questo motivo l'ho chiamato così.» puntualizzò scocciata.
La verità era che se c'era un essere a cui teneva di più in assoluto, quello era il suo gatto. Probabilmente se le avessero chiesto di scegliere tra la sua migliore amica e la sua palla di pelo, lei avrebbe scelto quest'ultimo e Ashley stessa lo sapeva bene.
Comunque, lui, a quella sua risposta piccata le regalo un semplice sorriso e Peggy dovette concentrarsi parecchio per non far trapelare la benché minima emozione, nel bearsi di quella bianca dentatura che spiccava in mezzo alla barba ispida.
Si voltò di scatto, tornando con l'attenzione su Nicola e prendendo il sacco di sabbietta.
«Ciao Nicola, ciao Michael, ci vediamo la prossima volta.» li salutò, dopodiché uscì dal negozio senza degnare nemmeno di un saluto il giovane.
Era appena rientrata in auto e aveva gettato il suo acquisto nel sedile passeggero, quando il cellulare trillò di nuovo per l'arrivo di un altro messaggio. Era già pronta a lanciare tutti gli improperi possibili contro Ashley se se ne fosse uscita con un'altra richiesta, ma il messaggio in questione non era suo, era di Daniel.
È stato bello rivederti.
Stava per ignorare il messaggio, ma il pensiero di lui che la guardava tra il divertito e l'interessato non voleva abbandonarla.
La cosa non è reciproca. rispose d'stinto, più per auto convinzione che per altro, tanto che quasi si pentì di essere stata nuovamente così acida. Guardò terrorizzata il cellulare, rimanendo ferma al parcheggio, senza mettere in moto o andarsene. Fino a che non arrivò la risposta.
Scusami, ma non ti credo. Comunque bella macchina.
Leggere quell'ultima parola fu come ricevere una scossa che partiva dal fondo schiena fino percorrerle tutta la spina dorsale e farle alzare di scatto la testa che voltò verso l'esterno dei veicolo. Sul marciapiede c'era Daniel, il pacco di cibo per cani in una mano e l'altra che si muoveva a destra e sinistra per salutarla.
Emise un grugnito infastidito, poi gettò il cellulare dentro la borsa e mise in moto, ignorandolo.
I quattro minuti di tragitto dal negozio a casa le parvero infiniti, le sembrava quasi ci avesse messo meno da lavoro al negozio. Nella sua testa c'era solo quel maledetto ragazzo; ora che l'aveva visto nella sua versione civile e non in quella di accalappia donne come quando l'aveva conosciuto all'Aquarium, ai suoi occhi appariva ancora più interessante ed attraente e questa cosa la innervosiva a dismisura.
Cominciava a pensare che Ashley avesse ragione, da quando si era lasciata col suo ex, stava letteralmente evitando il genere maschile e quest'astinenza si stava facendo sempre più intollerabile. Forse doveva dare a quel ragazzo una possibilità, in fin dei conti non le era dispiaciuto in quei giorni messaggiare con lui, sebbene avessero parlato delle cose più futili; magari la prossima volta che l'avesse chiamata, poteva provare a rispondere.
Arrivata a casa il freddo e la stanchezza le avevano intorpidito talmente tanto le membra da farla sentire uno straccio. Poggiò in un angolo il sacco di sabbia, mentre il suo futuro fruitore si avvicinava miagolando e cercando attenzioni. Peggy si tolse sciarpa e cappotto, sistemandoli nell'appendino a muro che c'era proprio di fianco al porta d'ingresso e Milkshake, che l'aveva già raggiunta, cominciò a strusciarsi su di lei.
«Ehilà palla di pelo... Scommetto che quella sconsiderata della tua altra padrona ti ha lasciato senza pappa, vero?» domandò lei, ma lanciando un'occhiata al suo angolo ciotole, notò che c'erano ancora rimasugli di una scatoletta e comprese che tutto quel strisciarsi e fare le fusa era solo una gran voglia di coccole da parte del micio.
«Ok, dammi il tempo di farmi una doccia e prometto di essere tutta tua... o quasi.» concluse, per poi dirigersi verso la sua camera con piedi pesanti.
Mantenne la promessa fatta al gatto e dopo nemmeno una mezz'oretta era comodamente svaccata sul divano rosso della zona living dell'appartamento. Si era vestita da casa e preparata una buona cioccolata calda, da sorseggiare mentre leggeva. Mentre la sua mano sinistra grattava distrattamente il capo bianco di Milkshake, la sinistra reggeva "La settima onda", trasportandola in quella meravigliosa storia d'amore tra Emmi e Leo.
Ma voi ci credete che dopo un secolo che non mettevo più mano a questa storia riesco finalmente a riaggiornarla?
Devo ammetterlo, inizialmente nella nuova revisione questo capitolo avevo tutte le intenzioni di cancellarlo perché lo trovavo davvero stupido e forzato (almeno come lo avevo scritto a suo tempo). Però, valutando come strutturare il rapporto di Daniel e Peggy, mi sono accorta che se avessi fatto comparire subito Anthony e tutto ciò che accadrà nel prossimo capitolo (che sà solo chi seguiva questo romanzo prima che lo ricominciassi da capo) così presto, senza un minimo di approccio tra i due, la cosa sarebbe apparsa troppo strana.
Perciò è uscito questo capitolo, molto simile a ciò che era in precedenza, ma che scende più nel dettaglio.
Come sempre ricordo che ogni luogo e libro esiste davvero e in questo caso il negozio di animali è proprio un famoso negozio londinese e i proprietari, marito e moglie, sono proprio quei due citati. Per quanto riguarda il libro, beh... Appena mi arriverà (visto che l'ho comprato) lo vedrete su Instagram.
Anzi vi ricordo come al solito di seguirmi su "Black Lady's Shadow", sia su Facebook che su Instagram e di seguirmi anche su You Tube, dove spero di caricare presto anche un Book Trailer di questa storia!
Kiaretta
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