INTRO
Avete mai provato quella leggerezza, che solo un paio di ali possono farti provare?
Solcare nuovi orizzonti, guardare il mondo da una prospettiva diversa da quella che già hai.
Ogni volta che mi trovo sulla cima di un grattacielo, mi alzo sul cornicione e chiudo gli occhi, apro le braccia e faccio finta di poter volare: spiccare il volo facendo liberare le mie ali dietro la schiena, di un bianco candido, puro; mentre sento la brezza scontrarsi con il mio volto.
I miei capelli ricadono lungo il mio corpo, mentre giocano sornioni con il vento vedendo quanto riesce a spingerli lontano dal mio corpo.
Poi apro gli occhi e ritorno alla realtà, scendendo dal cornicione e guardandomi intorno: questo mondo è marcio, pieno di male annidato in ogni angolo della città.
Più ti guardi intorno e più è difficile saper distinguere un umano da una creatura demoniaca. Tutti siamo segnati da un destino, siamo noi a scegliere però che scelte prendere e che strada seguire: il bene o il male, la luce o l'oscurità.
Molti di noi umani hanno dei particolari doni: c'è chi riesce a sentire le presenze, senza però distinguere se siano buone o malvagie; c'è chi può entrare in contatto diretto con essi; e poi c'è chi invece può scorgere le vere sembianze di ogni mostro e sentirne la presenza, che sia buono o cattivo e queste ultime, in via d'estinzione, sono più uniche che rare.
Forse, sono l'ultima della mia specie...
Mi guardo intorno, vedendo la vera forma delle persone, demoni da una parte e angeli dall'altra: non sanno di essere uno vicino all'altro, mentre si osservano con minuziosità, e magari si comportano come semplici umani che si frequentano.
Sorrido amaramente, scuotendo la testa e pensando a quante bugie le persone dicono nella loro vita. Mi fermo aspettando che il semaforo si faccia verde, appena scatta cammino per raggiungere l'altro capo della strada, mentre mi faccio strada fra la gente che viene nella direzione opposta a me.
Qualcuno mi prende in pieno, facendomi quasi cadere ma la sua stretta sulla mia spalla mi fa evitare una brutta caduta: una scarica di brividi lungo il corpo e una strana sensazione mi attanaglia lo stomaco, mentre alzo lo sguardo per vedere chi mi ha urtato e salvata nello stesso momento.
Incontro il suo sguardo: occhi blu, quasi lo stesso colore del mare quando è in tempesta, labbra rosee e piene, a incorniciare il suo volto angelico, biondo, sotto la luce del sole.
Mi raddrizza senza staccare le mani sulle mie spalle, osservandomi ancora con quei due pozzi, scontrandosi con i miei occhi color terra bagnata.
Continuavo a sentire quella sensazione così forte e quella morsa allo stomaco che non riuscivo a spiegarmi: intorno a noi c'erano angeli e demoni, ma lui era una persona normale come le altre, non era né uno né l'altro.
Eppure sentivo come una pesantezza che si attanagliava sulle mie spalle, e non appena staccò le sue mani dalle mie spalle, sentii un peso volare via.
Appena vidi che lentamente si allontanava da me, gli presi il polso, sentendo un forte calore emanato dalla sua pelle.
-Cosa sei tu?- gli chiesi, guardandolo meglio, sperando riuscissi a vedere la sua vera forma.
-Il tuo peggior incubo- accennò un sorriso, mentre fece scivolare la mia mano dal suo polso con la sua, lasciandomi lì, in mezzo alla strada, sulle strisce pedonali, mentre vedevo la sua figura allontanarsi e le macchine suonare imperterrite i loro clacson.
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