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CAPITOLO IV - L'INFERNO DELLA MENTE

Svariate volte si pizzicó il braccio destro cercando invano di svegliarsi da un sogno inesistente  e perse persino lei il conto di quante volte aveva letto le  medesime parole che le provocavano uno strano mal di testa.

Ripose in fretta il libro da dove lo aveva precedentemente preso e con passo spedito si diresse verso l'uscita.

Il bibliotecario, uno strano ometto sulla settantina, alto magro e senza capelli, la fissava stranito.

Il suo passo veloce la faceva sembrare colpevole di un qualche reato.

                               ***

Infilò le cuffiette nelle orecchie, alzando il volume al massimo.

La musica la distraeva.

Quelle parole le corrodevano il cervello.

Ripensando poi al fatto che la teomanzia era una scienza inesatta, ripeteva tra sé e sé che non credeva a questo genere di cose, che Nat aveva di sicuro visto male.

Eppure, perché era apparsa così spaventata dopo aver visto la sua tazza?

                               ***

Nel bosco doveva esserci una specie di torrentello. Cara aveva intenzione di andarci per affogare le sue preoccupazioni in un bel bagno.

Quindi, senza pensarci molto, si infilò nella boscaglia ,e dopo poco era già arrivata.

Si andò a sedere su una roccia vicino all'acqua, e dopo essersi sfilata le scarpe e i panaloncini,  fece per entrare il primo arto in acqua.

Era gelida.

Sentiva il piede intorpidito.

Lo accarezzo e poi lo strinse per riscaldarsi.

In quel periodo il torrente era caldo.  La corrente lo riscaldava e l'acqua era molto piacevole.

Stava succedendo qualcosa di strano.

Si calmó e si rivestí in fretta.

L'inferno.

La sua mente era un inferno di parole , domande prive di risposta , imaggini che volavano in un immaginario mondo senza regole.

La croce e la scure...La croce la scure...la morte...le difficoltà...

BASTA!

 

Cara gridò con tutta la forza che aveva in corpo.

BASTA!

BASTA!

Basta, basta, basta...

Cadde a terra svenuta. Lo sforzo le aveva provocato un mancamento, ma la sua mente era ancora sveglia.

                                ***

Cara, Cara...vieni con noi.

Cara, Cara.

La ragazza si alzò da terra e sentì una strana melodia , parole quasi cantate...

Cara, Cara...vieni, siamo qui. Ti aspettiamo.

Cara, Cara...raggiungici.

Cara, Cara...vieni.

Vieni.

-Chi sei?- Gridò al vento la ragazza impaurita.

La risposta non arrivava.

Cara, Cara...vieni con noi.

-Noi? Chi siete?-

Siamo qui Cara, vieni.

No! No!

La voce allora si fece più cupa e profonda. Fino a poco prima sembrava quella di una donna, ma ora stava cambiando.

Non vuoi ? Non vuoi venire con noi? Noi verremo e ti prenderemo.  Ti porteremo qui con noi. Per sempre.

Per sempre .

Per sempre....

BASTA! BASTA! BASTA! LASCIATEMI STARE! NOOOOOOOO....

Cara ora  correva tra gli alberi, mentre la voce continuava a ripetere PER SEMPRE.

La ragazza correva, correva a perdi fiato.

Cadde . Le sanguinava il labbro .

Si rialzó e continuò a correre gridando BASTA.

Portò le mani sulle orecchie per fermare quell'orribile suono, ma lui non si fermava.

BASTA!

                                   ***

Cara aprì gli occhi.

Era stesa per terra.

Era un sogno. Un incubo.

Eppure il labbro le sanguinava ancora.

Cosa stava succedendo?

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