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First Kiss -ONESHOT-

"Abbiamo vinto!" Esclamo abbracciando Maya.
"Phoenix sei stato grande!"
"Non è solo merito mio, grazie a te abbiamo vinto. La prova che mi hai portato l'avevi trovata tu."
Maya arrossisce, la mia assistente è veramente grandiosa.
Il tribunale si sta svuotando, io e Maya abbiamo battuto la leggenda vivente. Manfred Von Karma.
Nel processo di Miles Edgeworth è stata più dura del previsto, quando hanno aggiunto il caso DL-6 pensavo di aver vanificato i miei sforzi.
"Phoenix vai da Edgeworth."
Maya torna a casa lasciandomi solo nella sala d'attesa.
Il ragazzo vestito color vinaccia si avvicina, i suoi meravigliosi capelli grigi pettinati perfettamente dietro e lasciati cadere sul volto in due ciocche mi fan venir voglia di toccarglieli.
Ho sempre desiderato rivederlo, da quando eravamo bambini e se n'era andato.
"Edgeworth! Ce l'abbiamo fatta." Sorrido sperando di rivedere il suo.
"Mmm...si... Wright... voglio ringraziarti."
"E di cosa?"
"Per tutto quello che hai fatto. Mi hai salvato la vita... grazie."
Sentire dire queste cose mi fa piangere ma trattengo le lacrime. Non avrei mai pensato che potesse dirmi qualcosa del genere.
"Di nulla... l'ho fatto con piacere..." Rispondo nervosamente portando una mano dietro la testa.
I suoi occhi grigi sono tornati ad esprimere emozioni da quando ha realizzato che Von Karma era il vero colpevole dell'omicidio di suo padre. Sono tristi ora, così come il suo viso. Se non scoppierà in lacrime sarò più che fortunato. D'altra parte, vorrei consolarlo, abbracciarlo, stringendolo a me.
In questi tre giorni ho avuto la certezza di essere innamorato di lui, ma so che non potrà mai esserci una relazione tra noi.
"Ehi amico!" La voce potente di Gumshoe interrompe il silenzio imbarrazzante appena creatosi.
"Detective!" Lo saluto con la mano.
"Amico! Ce l'ha fatta. Sapevo che ci sarebbe riuscito!" Gumshoe ha le lacrime agli occhi. "Questa sera venite a cena, siete invitati!"
Gumshoe ci prende sotto braccio trascinandoci nel locale dove ha intenzione di brindare per il verdetto di non colpevolezza di Edgeworth.
Quest'uomo è pazzo.
Ceniamo con qualche piatto scelto da Gumshoe e devo dire che ha buon gusto.

Che è successo? Ho un gran mal di testa. Non ricordo nulla di ieri sera.
Sento il mio corpo bloccato da qualcosa, non mi permette di muovermi. Le coperte color vinaccia mi riscaldano la parte superiore del mio corpo. Significa che le gambe sono scoperte?
Il mio cuscino è molto più comodo di quel che pensassi, appoggio una mano vicino al mio viso. Questo cuscino è un po' largo per essere un cuscino normale. I miei capelli sono mossi da un leggero venticello, ed è così rilassante che non voglio alzarmi.
No! Aspetta! Le finestre sono chiuse e in ogni caso non ho una finestra sopra la testiera del letto. Allora dove sono?
Spalanco gli occhi.
Indosso ancora i miei abiti di ieri, il solito completo blu. La coperta in realtà è una giacca, questo spiega come mai sotto il busto ho un gran freddo. Sono bloccato da un braccio forte e muscoloso.
Il cuscino invece è il petto vestito con un gilet grigio e sotto una camicia bianca. Sono abbracciato ad una persona?
Che sta ancora dormendo, sento il suo respiro sui miei capelli a punta. Ecco spiegato il venticello che sentivo. Quello che mi chiedo è chi sia la persona che mi sta abbracciando.
Questa stanza è diversa dalla mia, sono in casa di un'altra persona.
Sto dormendo nel suo letto. Cosa cappero è successo?!
Il colore della giacca, il modo di vestire, i colori delle pareti. Solo una persona ha questi gusti.
Alzo leggermente la testa, incontro il viso giovane e addormentato del ragazzo più bello del mondo. I suoi capelli sono spettinati, ha il viso rivolto verso il lato destro, più precisamente piegato sul mio volto. Siamo a pochi centimetri e le nostre labbra potrebbero toccarsi se uno dei due decidesse di spostare la testa in avanti.
Mentre dorme è ancora più bello. Questa situazione è molto imbarazzante. Cosa non darei per baciargli quelle labbra perfette.
Edgeworth si gira di lato abbracciandomi completamente, sono bloccato.
Lo sento sussurrare.
"Phoenix..."
Ha detto il mio nome? Arrossisco di colpo.
Porto le mani sul suo petto, facendo attenzione a non svegliarlo.
I nostri nasi si sfiorano, ora so cos'è veramente terribile. Poter stare vicino alla persona amata e non poter far nulla se non guardarla.
Potrei impazzire se non ci stacchiamo immediatamente, ma la sua presa è veramente forte.
La sua giacca mi scivola dal corpo cadendo di lato. Una manica continua a stringermi la vita.
"...Mmm..."
Si sta svegliando. Cosa gli dico appena aprirà gli occhi? E se si arrabbia? E se pensa che io abbia fatto tutto questo? D'altra parte potrei anche essere stato io visto che non so cosa è successo dopo quel bicchierino di troppo.
"...Devo... Devo andare in ufficio..." Mugula Edgeworth tra se e se.
È ufficiale sta per aprire gli occhi.
"Chiamerò Gumshoe..."
I suoi occhi si aprono in due piccole fessure, sbatte gli occhi più volte per abituarsi alla luce che proviene dalla finestra. Nonostante sia la fine di dicembre c'è un bel sole che brilla in cielo.
I suoi occhi si spalancano all'improvviso.
"Cosa ci fai tu qui?!" Esclama Edgeworth dopo aver ripetutamente sbattuto le palpebre.
"...ehm... A dire la verità... non lo so..."
Edgeworth realizza la posizione in cui siamo, vede la sua giacca avvolgermi la vita. Sente le mie mani sul suo petto e vede con i suoi occhi l'abbraccio che mi sta regalando.
Arrossisce vistosamente per poi allontanarsi, ci guardiamo un istante.
Anche lui è vestito come ieri, è possibile che siamo finiti per addormentarci nel suo letto. Rimane scoprire come ci siamo finiti e sopratutto come io sia venuto con lui. Gumshoe dov'è? Lo saprà? E Maya? L'ho lasciata andare a casa da sola. Chissà cosa avrà pensato.
"Phoenix. Cos'è successo?"
"Mi piacerebbe saperlo."
Nemmeno lui si ricorda nulla.
Devo cercare di rimettere i pochi pezzi del puzzle a posto per ricavare una conclusione verosimile.
"Ieri sera siamo andati a cena con Gumshoe, ricordo che siamo rimasti fino alle 23.45 dentro al locale. Però non so cosa sia successo." Inizio a ricordare l'ora in cui sono uscito, avevo bevuto un po' troppo con Edgeworth e Gumshoe.
Visto che ci aveva portato lui con la sua auto di polizia, pensavo ci avrebbe riportato a casa, ma invece.
"Questo me lo ricordo anch'io, abbiamo bevuto insieme alzando il gomito." Aggiunge Edgeworth ricomponendosi dallo shock.
"Però come sono finito in casa tua?"
"Questo non lo so, ma il vero problema è: come sei finito nel mio letto?!"
"Beh... Mi dispiace per quello che è successo ma non riesco a ricordare nulla. Dobbiamo chiedere a Gumshoe?"
"No. Non credo lui lo sappia, al massimo ci dirà che ci ha visto allontanarci insieme ma non saprà nulla del resto."
"Hai ragione, ma... se lui non sa nulla, vuol dire che noi siamo venuti qui da soli. Quanto dista casa tua da quel locale?"
"Mmm..." Edgeworth apre la finestra inspirando l'aria invernale. "Dieci passi."
"Dieci passi?"
"Si. È praticamente di fronte a casa mia." Dice indicando il locale.
"Oh."
Forse ho capito.
"Edgeworth. Ho capito tutto!"
"Cosa?"
"Quello che è successo ieri."
"Che aspetti a dirmelo?"
"In pratica siamo usciti dal locale con Gumshoe, lui era ancora sobrio quindi è tornato a casa con la propria auto."
"Non poteva portare anche noi? Visto che era sobrio..."
"Ti spiego, probabilmente gli avremmo detto qualcosa del tipo che casa tua era vicino e che sarei tornato a casa il giorno dopo quando la sbronza sarebbe passata. Lui se n'è andato ed io e te siamo venuti qui, eravamo ubriachi e ci siamo addormentati insieme." Come spiegazione ha senso in effetti.
"Mmm... sai forse non hai completamente torto."
Almeno abbiamo vagamente capito cosa sia successo ieri notte. Gumshoe confermerà questa ipotesi e tutto tornerà normale.
Però qualcosa mi sfugge. Anche da ubriachi penso che non avremmo potuto addormentarci così abbracciati, però forse nel sonno ci siamo spostati.
E come è finita la sua giacca sopra di me? A giudicare da come dormiva poco fa doveva essere il più ubriaco, non è possibile che mi abbia messo la giacca mentre io dormivo. Deve averlo fatto prima ancora, quando ero sveglio anch'io con lui.
Lasciamo stare dopotutto si tratta solo di aver usato la sua giacca come coperta nulla di che.
"Edgeworth se per te va bene... io... andrei... non voglio disturbarti ancora... ehm... e mi dispiace veramente per... ieri..."
"Phoenix... non è solo colpa tua... anch'io ero ubriaco d'altronde... non ti preoccupare..."
È in assoluto la prima volta che lo vedo in imbarazzo, è veramente carino.

Entrambi ci ricomponiamo, metto a posto la giacca che nel sonno si è sgualcita, così come fa Edgeworth.
Indosso le scarpe nere identiche a quelle del ragazzo vicino a me e mi sistemo i capelli.
Sento il mio cellulare squillare, lo cerco in tasca ma non lo trovo.
"Sai per caso dov'è il mio cellulare?" Chiedo ad Edgeworth il quale si sta mettendo del gel nei capelli per pettinarli al solito modo. Si pulisce le mani per poi cercare nelle sue tasche dei pantaloni. Tira fuori due cellulari, uno è il suo ed uno il mio.
Cosa ci fa lì?!
Cercherò di capirlo dopo aver risposto.
Mi porge il cellulare, per prenderlo gli sfioro la mano delicata.
È Maya.
Rispondo.
"Maya."
"Ma quanto ci metti a rispondere?!"
"Scusa, non... non trovavo il cellulare."
"Mmm... Dove sei?"
"Sono... Sono..."
Cosa le dico? Potrebbe pensare male se le dicessi che sono da Edgeworth. Potrei mentire dicendo di essere in ufficio ma lei potrebbe essere lì.
Cosa faccio?
Edgeworth mi si avvicina mimando delle parole con le labbra.
"Sono... al commissariato."
"Perché?"
"Perché devo finire delle procedure per il caso di ieri."
"Ho capito. Ti aspetto in ufficio, ho fame!"
"Torno tra mezz'ora ok? Ti porto a mangiare degli hamburger."
"Siii!!" Maya strilla costringendomi ad allontanare il cellulare dal mio orecchio.
Chiudo la chiamata.
"Grazie Edgeworth, non so cosa avrei fatto altrimenti."
"Figurati... hai un appuntamento?"
"Eh? Beh dobbiamo andare a pranzo."
Chissà che ore sono. Guardo l'orologio nello schermo del cellulare. Le 11.37?!
"Salutami la tua fidanzata e... ringraziala... per ieri."
"Chi?!"
"Maya."
"Io e lei non siamo fidanzati. Per me lei è solo un'amica, è la sorella del mio capo."
"Non mentire a te stesso... se ti piace farai bene a dirglielo."
Davvero lo crede? È la prima volta che lo sento dare consigli amorosi. Noto una leggera nota di gelosia da parte sua però.
Torno nella home del cellulare.
Pensare che sta per tornare tutto alla normalità mi fa stare male.
Adesso siamo ancora amici? O mi tratta come conoscente?
Vorrei chiederglielo.
"Edgeworth a me Maya non piace in quel senso."
Alza le spalle aprendo la porta di camera sua, mi fa strada nel corridoio.
Siamo nel salotto molto elegante del suo appartamento.
Non ho ancora spento il telefono.
"Phoenix? Che succede?"
Edgeworth schiocca le dita più volte, cercando di risvegliarmi dalla trance in cui sono.
"Ed...Ed...Edge...Edgeworth..."
"Che ti prende?"
Mi passo una mano sulle labbra, le tocco leggermente per poi alzare lo sguardo incrociando i suoi occhi grigi preoccupati.
"Mi fai spaventare ora." Afferma avvicinandosi ancora.
"Miles... tu... io... ehm... noi due..."
"Che cosa? Non ti capisco."
"Ecco... mi hai... baciato?"
Edgeworth sbianca di colpo. Aggrotta le sopracciglia, sembra arrabbiato, sorpreso, imbarazzato e offeso.
"Cosa? No. Perché mai dovrei?"
"Perché... perché..." Non riesco a parlare, così gli porgo il mio cellulare.
Lui lo prende continuando a non capire.
"Guarda lo sfondo..."
Lui abbassa lo sguardo. Spalanca gli occhi. Alza lo sguardo su di me alternando me allo sfondo.
"Come? Cosa? Quando?"
Non sa cosa dire. Lo sfondo del cellulare è stato cambiato ieri notte, c'è un selfie mio e di Edgeworth scattato da quest'ultimo. Raffigura Edgeworth che mi stringe alla vita tenendomi stretto a lui, io ho le braccia dietro la sua schiena mentre ci baciamo.
"Non... non lo so..."
Si passa anche lui una mano sulla bocca. Non riesco a credere che il mio primo bacio l'ho dato a lui e nemmeno lo ricordo.
Vorrei sapere cosa è successo veramente ieri notte.
Il cellulare di Edgeworth squilla risvegliandoci dai nostri pensieri.
Risponde balbettando.
"Si? P...Pronto...?"
Non so chi sia il suo interlocutore ma adesso ho il tempo per ripensare all'accaduto.
"Ah! Detective Gumshoe... un'ultima cosa."
È Gumshoe?! Diamine.
"Ieri notte cos'è successo?"
Gliel'ha davvero chiesto? Oh santo cielo!
"Bene, passerò più tardi per il resto. Grazie."
"Scusa se sono curioso ma, cosa è successo ieri?"
"Quello che hai detto prima, ma lui non sa nulla del... del bacio."
E ora come facciamo a sapere del... bacio?!
Ora ricordo tutto.
"Miles, mi sono ricordato cos'è successo ma... mi vergogno a spiegarlo."
"Ormai con tutto quello che è successo non sarà la cosa peggiore."
"Hai ragione. Ieri dopo essere entrati in casa, sentivo freddo. Anche se eri molto più ubriaco di me hai capito cosa avevo detto e mi hai dato la tua giacca."
Ecco perché l'avevo io stamattina.
"Successivamente hai insistito per andare a dormire insieme nel tuo letto, ti ho seguito ma prima di entrare in camera ho mandato un messaggio a Gumshoe per dirgli che eravamo in casa, visto che era preoccupato. Non gli è mai arrivato il messaggio perché poco prima che lo spedissi hai afferrato il mio telefono e... ed è successo quello che vedi nella foto." Faccio una piccola pausa.
"Quando hai aperto la porta siamo finiti a dormire insieme nel letto, non è successo nient'altro."
Lui è scioccato. In effetti anch'io non avrei mai pensato che sarebbe stato capace di fare tutto questo.
"Phoenix?"
"Mh?"
"Quanto ho bevuto ieri sera?"
"Credo molto più di me."
"Stai dicendo che ho dato il mio primo... primo... bacio... ad un uomo e che... che... ho voluto dormire con te a tutti i costi?"
Il suo primo bacio?
"A me non è dispiaciuto."
No! Non l'ho detto davvero.
"Cosa?"
"Nulla, nulla. Sono solo nervoso e stressato dopo tutto. Non ascoltare quello che dico."
"Phoenix era anche il tuo primo...?"
"Si..."
"E com'è possibile che non ti dia fastidio il fatto che il tuo primo bacio l'hai dato ad un uomo, che non ti ha mai trattato bene o..."
Adesso è il momento di dire la verità.
"Io lo volevo. Volevo quel bacio da quindici anni, per tutto questo tempo ti ho cercato sperando di ritrovare l'Edgeworth di un tempo. Quando ti ho rivisto ho avuto un tuffo al cuore.
Eri cambiato, avevo paura di stringere amicizia con te anche perché non avresti mai voluto.
Sono stato in silenzio fino ad oggi, non riesco più a tenerti nascosto il mio amore per te. Non sai quante notti ho passato pregando di aver una relazione con te e altrettanti notti ho pianto per non poterla avere.
Adesso te lo dirò.
Sono innamorato di te da quando eravamo piccoli e questi tre giorni hanno aumentato l'amore del triplo, sono pronto ad accettare qualunque risposta da parte tua e se ti sembrerà egoistico perdonami ma, sono felice di essere stato baciato da te ieri notte."
Ho detto tutto d'un fiato e non sono sicuro di aver detto cosa sensate.
Ho un peso di meno nel cuore anche se il suo rifiuto mi farà star male.
"Wow."
Tutto qua? Cosa vuol dire?
"Pensavo di essere io quello pazzo."
"Pazzo?" Chiedo alzando il capo.
"Si pazzo. Pazzo di te." Ammette avvicinandosi.
Le sue labbra sfiorano le mie.
"Ti amo Phoenix Wright, ti amo."
Le nostre labbra si uniscono, siamo una cosa sola ora.
Le lacrime rigano il mio volto andando a bagnare le labbra di Miles.
Lui mi ama? Sento il cuore scoppiarmi in petto.
Sono al settimo cielo.

Ci stacchiamo per riprendere fiato.
Siamo ancora vicini.
"Phoenix... non piangere..." Dice asciugandomi le lacrime con il pollice.
"Scusa... Scusa..."
Le nostre labbra tornano insieme dopo nemmeno un minuto.
"Ti amo Miles."
Sussurro sulle sue labbra.

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