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Capitolo 8

ATTENZIONE: nel capitolo sono presenti scene cruenti scene di battaglia ( almeno per me)

Riuscii a raggiungere lo stormo di Aquile con pochi battiti d'ali, seguendo le correnti di aria fredda proveniente da Nord. Mi affiancai ad un'Aquila, stando attenta a non far scontrare le mie ali con le sue, e non potei fare a meno di osservare quella maestosa creatura. Era del tutto simile a una comune aquila: il morbido piumaggio superiore era di colore bruno castano mentre quello inferiore leggermente più scuro, la testa invece presentava piume castane dorate; il becco era robusto e ricurvo, le zampe anch'esse robuste erano parzialmente coperte di piume ed avevano artigli lunghi e affilati, in particolare quelli posteriori erano capaci di trafiggere qualsiasi preda; gli occhi marrone chiaro permettevano una visione incredibilmente acuta, alla quale niente poteva sfuggire.

Ben presto arrivammo nel luogo da cui provenivano gli ululati: una parte di foresta situata su una sporgenza rocciosa completamente devastata da un incendio. Gli alberi che prima si innalzavano rigogliosi erano stati abbattuti ed erano ormai avvolti dalle fiamme, tutti tranne un grosso abete posto sulla punta della sporgenza. Il tronco era quasi totalmente spezzato alla base e pendeva orizzontalmente, ormai sul punto di cadere nel vuoto.

Tra i rami si muoveva qualcosa, ma il fumo mi impediva di vedere chiaramente. Riuscii solamente a distinguere alcune figure confuse, tra cui quella di un uomo sulla cima dell'albero. Portava una lunga tunica e un cappello a punta che riconobbi all'istante. Quell'uomo era Gandalf, lo stregone grigio. Aguzzai ancora di più la vista e le figure confuse divennero i Nani che avevo incontrato a Gran Burrone, ma ne mancavano alcuni e di Bilbo non c'era traccia.

Allora alzai leggermente lo sguardo e ciò che vidi mi fece gelare il sangue nelle vene: sul bordo della sporgenza, steso a terra privo di sensi, vi era Thorin Scudodiquercia, circondato da un intero branco di Warg. Alcuni lupi avevano una parte di pelo bruciato, mentre altri portavano sulla loro schiena degli Orchi armati fino ai denti.

Uno di essi catturò la mia attenzione: era un Orco pallido, con numerose cicatrici lungo tutto il corpo, a cavallo di una bianca mannara, la Matriarca. In una mano portava una grossa mazza di ferro, mentre l'altro braccio era mozzato e dal gomito sporgeva un uncino con diverse punte ricurve. Le orecchie erano appuntite, gli occhi azzurri e freddi come il ghiaccio.

Azog Il Profanatore. Molti raccontavano che fosse morto durante la battaglia a Moria, ma a quanto pareva si sbagliavano.

Puntava dritto verso Thorin, con lo sguardo pieno di odio e rabbia. Infatti era stato proprio il Nano a mozzargli il braccio sinistro, anni e anni prima, per vendicare la morte del padre Thráin e del nonno , settimo Re della Gente di Durin e Re Sotto la Montagna.

In difesa dell'Erede di Durin vi erano i suoi migliori guerrieri: Dwalin, i nipoti Fili e Kili, e ... Bilbo.

Lo hobbit brandiva il suo pugnale elfico per intimidire un Warg davanti a lui, ma il mannaro non sembrava intimorito dal mezz'uomo. Anzi, continuava ad avanzare, scoprendo i lunghi canini e gli artigli affilati come lame. Bilbo era in grave pericolo ed i Nani accanto a lui erano tutti impegnati a fronteggiare altri Warg. Senza pensarci due volte mi lanciai a tutta velocità verso il mannaro, girando velocemente su me stessa per rompere il muro di fuoco che si innalzava alto nel cielo scuro della notte: era mia dovere proteggerlo a ogni costo.

Mi schiantai contro il fianco del Warg, il quale venne scagliato via per diversi metri per il forte impatto. Caddi a terra in ginocchio, con la schiena leggermente piegata in avanti, le mani strette al petto e le ali di Fiamma che mi avvolgevano tra di esse, proteggendomi dal fumo e dal fuoco. Quindi balzai in piedi e spalancai le ali, creando un'onda d'urto che allontanò le fiamme. Intanto il mannaro iniziò a riprendersi e si alzò da terra, zoppicando leggermente e scuotendo la testa intontito, per poi voltarsi verso di me inferocito.

Avrei dovuto ritirare le ali, non potevo rischiare di perdere il controllo della Fiamma che le formava, ma un istante prima che scomparissero completamente il Warg che avevo colpito si lanciò verso di me, facendomi cadere a terra schiacciandomi con il suo peso. Tentai di tenerlo lontano dal viso spingendo via il muso con le braccia, mentre con le gambe cercavo di ribaltare le posizioni.

All'improvviso sentii qualcosa dentro di me, una potente energia scorrere nelle mie vene e riempirmi di una nuova forza, una forza selvaggia e senza controllo: la Fiamma. Mollai la presa dal muso del Warg, il quale non esitò a infilare i suoi canini nel mio braccio sinistro. Sentii la pelle venire squarciata, l'osso venire spezzato in due, ma non provai dolore.

Con il braccio libero, tirai un pugno al muso del mannaro usando tutta la forza che avevo, sentendo le ossa del suo cranio scricchiolare sotto le mie dita. Il Warg diminuì la pressione sul mio braccio, ma io continuai a colpire e a colpire, senza sosta né pietà. Smisi solamente quando perse i pensi e cadde morto su di me, con il cranio completamente sfondato e ridotto in frantumi.

Spinsi via la carcassa e mi rialzai in piedi, proprio mentre un'Aquila mi stava volando appena sopra la testa, per poi afferrare Bilbo tra i suoi artigli ricurvi. Solo in quel momento mi accorsi che le Aquile avevano afferrato tutti i Nani e Gandalf, volando via verso il loro nido e portandoli in salvo.

Rimanevo solo io, insieme al branco di Warg comandato da Azog.

-Uccidete la Custode!- ordinò l'Orco pallido in lingua nera.

Alcuni mannari cominciarono ad accerchiarmi, per cui sfilai la spada dal fodero e mi preparai ad attaccare. Ma qualcosa alle mie spalle attirò la loro attenzione, facendoli indietreggiare impauriti fino al confine della foresta che ricopriva i pendii della montagna. Perfino Azog Il Profanatore indietreggiò, dando l'ordine immediato di ritirarsi.

Mi voltai lentamente, incerta su cosa avrei potuto trovare.

Ciò che vidi mi mozzò il fiato, facendomi scivolare la spada dalle dita: il fuoco non era più lo stesso, era cambiato.

Non aveva più le sue solite sfumature rossastre, ma parte dell'incendio presentava fiamme di colore azzurro tendente al blu, con leggere sfumature violacee: la Fiamma. Si stava espandendo velocemente, assorbendo il fuoco e rendendolo parte di essa. Provai a farla tornare dentro di me, invocandola ripetutamente nella mia testa, ma era tutto inutile, la Fiamma continuava ad espandersi e presto avrebbe occupato del tutto la sporgenza.

Non sapevo cosa fare, non ne avevo più il controllo. Una delle mie peggiori paure si stava avverando, ed io sarei rimasta a guardare impotente. Ormai ero circondata dalla Fiamma e non potevo sfuggirle, se non buttandomi tra le sue fiammate bluastre e venire incenerita all'istante dalla sua potente energia.

Quando l'ultima fiamma rossa venne assorbita pensai che fosse arrivata la mia ora, invece accade qualcosa di strano, qualcosa che non avrei potuto spiegare e tanto meno immaginare.

La Fiamma non continuò a bruciare la vegetazione, al contrario la rigenerò: le foglie carbonizzate ritornarono verdi brillanti, i tronchi spezzati vennero ricomposti e l'erba ricrebbe. Ogni traccia lasciata dall'incendio svanì in pochi secondi e solo allora la Fiamma cominciò ad abbandonare le piante, dirigendosi verso di me.

Mi sentii avvolgere dal suo calore familiare all'altezza delle scapole: la Fiamma ritornò a formare le ali, però in modo totalmente diverso. Erano molto più grandi di prima, quasi quanto quelle delle Aquile, e la Fiamma aveva assunto le sembianze di vere e proprie morbide piume azzurre come il cielo, con sfumature blu oceano sulle punte.

Mi alzai da terra con una leggera spinta, volando nel buio della notte e nella luce delle stelle e della luna.

Ero confusa per ciò che era accaduto con la Fiamma, nessun Valar mi aveva mai raccontato in modo dettagliato cosa sarebbe successo se ne avessi perso il controllo e nemmeno in quali modi potevi rafforzarsi. Mi sentivo molto più forte di prima, come se tutta l'energia presente nel fuoco fosse stata strappata da esso e usata dalla Fiamma, diventando così ancora più potente.

Avevo bisogno di risposte, ma le uniche persone che potevano darmele erano le stesse che mi aveva mentito sulla vera natura di mio fratello Sauron.

Allo stesso tempo ero preoccupata per Thorin e la sua compagnia. Azog era uno degli Orchi più temuti della Terra di Mezzo, nonché probabile alleato di Davoch. Avrei dovuto seguire le sue tracce, ma sapevo che il suo obiettivo era sterminare la Stirpe di Durin.

Per questo presi la direzione verso il nido delle Aquile, posto su un'altura di roccia più a Sud.

\\

Volai per alcune ore, attraversando anche qualche nuvola, e quando raggiunsi il nido il sole era sorto da poco.

I Nani erano tutti lì, sani e salvi, così come Gandalf e Bilbo. Thorin si era ripreso ed era circondato dai suoi compagni, con lo sguardo rivolto alla Montagna Solitaria che si innalzava in lontananza.

Riuscivo perfino a sentire ciò che si dicevano.

-Credo proprio che il peggio sia passato.- sospirò di sollievo Bilbo, riferendosi allo spiacevole incontro di poche ore prima.

-Se non fosse stato per Belthil e le Aquile, a quest'ora saremmo tutti morti.- affermò Fili.

-Belthil? Che cosa c'entra adesso quell'elfa?- chiese Thorin.

-Mentre eri privo di sensi, insieme alle Aquile è venuta in nostro aiuto anche la Custode. Aveva delle enormi ali di fuoco blu che le uscivano dalla schiena e l'ho vista uccidere un Warg a mani nude!- gli rispose il nipote.

-E come faceva a sapere dove eravamo?!- esclamò l'Erede di Durin guardando Gandalf.

-Non essere sciocco! Belthil rappresenta il più alto potere presente su queste terre e il suo compito è quello di proteggerci dal Male!- replicò lo stregone grigio.

-E dov'era quando Smaug distrusse Dale e si prese la Montagna, la nostra casa?!- urlò furibondo il Nano.

-A Valinor.- dissi atterrando alle loro spalle.

ANGOLO DELL'AUTRICE

Seraa :) si, sono consapevole del fatto che non aggiorno da due settimane, ma ho avuto uno dei miei blocchi dello scrittore e non avevo idee, scusate davvero vedrò di rimediare ;)

Per me è stato davvero difficile scrivere questo capitolo, spero che non sia venuto una schifezza. Devo solo fare una piccola precisazione: ho voluto fare arrivare Smaug a Erebor durante la Seconda Era per vari motivi, ma il principale è quello legato al perché i Nani non entrarono in guerra a Mordor, dalla quale inizia poi la Terza Era. In pratica ho tolto un po' di anni tra la battaglia a Mordor e Lo Hobbit. Comunque spiegherò tutto nei prossimi capitoli, don't worry.

Purtroppo dal prossimo capitolo le parti diventeranno leggermente più corte e la causa è lo studio che mi porta via un sacco di tempo ... però alla fine ce ne saranno di più e vi lascerò sempre più in sospeso muahah

Come ben sapete, a Thorin gli Elfi non piacciono proprio ... cosa succederà con Belthil? Riuscirà la nostra protagonista a guadagnare la sua fiducia e il suo rispetto? Si saprà nel prossimo capitoli ...

Spazio pubblicità:

-"Storie di un immortale: La regina dei maghi" di Superpippo89: è un libro stupendo, leggetelo ne vale la pena.

-"Gossip Wattpad" di Interviste : è una raccolta di interviste dove potrete trovare libri molto interessanti, potrete trovare anche una recensione del mio libro.

Colonna sonora del libro( si, ho trovato anche la colonna sonora): Vivo sospesa di Nathalie.

Bacioni

Giulia :3

P.S molto probabilmente non ho scritto la metà delle cose che volevo dirvi, vedrò di comunicarvele nei prossimi angolo dell'autrice ;)



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