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Capitolo 19

Al mio risveglio la prima sensazione che provai fu solitudine: Calen rimaneva solamente un sogno, niente di più. Ogni giorno che passava lo sentivo sempre più distante, come se anche il nostro legame si stesse sgretolando.

Non avevo più molto tempo.

Mi alzai dal freddo letto di ferro e trovai Pallando disteso a terra in un angolo della cella. Non mi aveva mai lasciato sola durante il mio riposo, neanche per un singolo istante.

-Mia signora desiderate qualcosa da mangiare? - mi chiese gentilmente alzandosi in piedi.

-No grazie, non ho molta fame.- risposi avvicinandomi alla porta della cella.

Desideravo poter camminare all'aria aperta, uscire da quella umida prigione, ma sapevo che dall'altra parte della porta vi era di guardia Hundriol, il quale aveva l'ordine di tenermi rinchiusa fino a quando non avessi dato a Sauron ciò che voleva.

All'improvviso sentii un forte boato provenire dall'esterno, seguito da una scia di luce che illuminò la stanza.

-Cosa è stato?- chiesi preoccupata.

Pallando era divenuto più pallido del solito ed aveva iniziato a tremare.

-Pallando che cosa sta accadendo?!- ma lui non mi diede risposta.

Mi appoggiai alla porta ed affinai l'udito, fino a sentire una voce profonda che riconobbi all'istante.

-Qualunque male sia nascosto qui, io gli impongono di uscire allo scoperto!

Gandalf.

Mi voltai verso lo Stregone Blu, il quale rimaneva immobile come una statua.

-Devo uscire da qui ... subito.

-Non potete farlo.- mi rispose con voce piatta.

-Ma c'è Mithrandir là fuori, lo uccideranno!- gridai disperata.

-Non potete farci niente, non dovete preoccuparvene.

-Come fa a non importarti? Siete entrambi degli Stregoni, questo non significa nulla per te?

-Io non sono più come lui.

Sentii un secondo boato, molto più forte del primo. Se Pallando non voleva farmi uscire, allora lo avrei fatto da sola.


Chiamai mentalmente la Fiamma, che mi avvolse interamente come un'aura blu oceano.

-Che cosa pensate di fare mia signora?

-Aiutare il mio amico.


Detto questo mi scagliai contro la porta, facendola uscire dai cardini e scontrare con la parete del corridoio. Sulla soglia comparve l'Orco con la spada in mano, pronto ad attaccarmi.

-Voi non farete un solo passo fuori da quella cella.- disse digrignando le zanne sporgenti dalla bocca.

- Prova a fermarmi. - risposi guardandolo con occhi fiammeggianti.

Hundriol scattò verso di me, fendendo colpi ma riuscendo a colpire solamente l'aria: in un battito di ciglia gli fui dietro le spalle, per poi colpirlo dritto sul collo. In meno di un minuto l'Orco cadde a terra esanime, in una posizione innaturale dovuta al collo spezzato.

Avevo perso il controllo soltanto per un secondo e quello era il risultato, la morte. Da lontano sentii degli ululati di lupi mannari, seguito da un pesante tonfo, come se una parete della roccaforte fosse crollata.

Lo avevano trovato.

Cominciai a correre per gli stretti corridoi, pregando che non lo avessero ucciso. I rumori provenivano dall'interno del palazzo, nella zona centrale, dove i corridoi erano più intricati tra loro, come in un labirinto.

Ogni creatura del Male che incontravo veniva fatta tacere all'istante, prima che potesse avvertire gli altri della mia fuga. Mi bastava solamente un colpo per farli cadere e togliere loro la vita, tale era la forza che in quel momento la Fiamma mi infondeva, e che aumentava sempre di più ponendomi al limite del controllo.

Arrivai di fronte all'entrata di una ampia sala a cielo aperto e senza neanche l'intero pavimento: di esso rimaneva soltanto uno spuntone di roccia ricoperto di rovi, oltre al quale vi era un profondo strapiombo che terminava sulla nuda roccia della collina su cui si ergeva la fortezza.


Ero arrivata troppo tardi.

Gandalf era stato scaraventato contro un muro dall'ombra oscura di Sauron, a diversi metri da terra. L'Istari non aveva più il suo lungo bastone, segno distintivo del suo potere, ed era ormai quasi privo di sensi.

-Non vi è luce Stregone ... che possa sconfiggere l'oscurità.- disse il Signore Oscuro intensificando la spinta contro il debole scudo di luce di Gandalf.

-Ti sbagli!

Non esitai a interpormi tra i due, facendo un balzo durante il quale spalancai le ali, rimanendo sospesa nell'aria. La mia aura di Fiamma si estese fino a formare uno scudo dalla luce intensa e pura, che respinse lo spirito di Sauron.

-Come hai fatto ad uscire dalla tua cella?! Non ti eri ancora ripresa del tutto, come è possibile che la Fiamma sia così potente?

-Non dovresti mai sottovalutare il potere immenso dell'essenza divina di Eru.

La mia voce era cambiata, come se qualcos'altro avesse preso momentaneamente il controllo di me stessa.


Sentii un debole formicolio alla cicatrice sul petto, ma scomparve quasi immediatamente.

-Non riesco più a controllarti ... - sussurrò infastidito Sauron.

-La Fiamma Imperitura può essere controllata solamente dalla propria Custode, tu non hai forza sufficiente per contrastarla.

-Ma ho ancora in mio possesso il tuo amato Calen ... il nostro patto non conta più?

Il mio cuore mancò un battito, la mia unica debolezza. La luce del mio scudo cominciò ad affievolirsi, fino a dissolversi nell'aria.

Avevo agito senza riflettere sulle conseguenze delle mie azioni, ma non avrei potuto permettere che Gandalf morisse per una mia egoistica scelta. Dovevo adempiere anche alle mie responsabilità, anche se ne avrei sofferto.

-Avrai il tuo corpo, se non farai del male a Mithrandir. - la mia voce era tornata normale, sebbene fosse leggermente tremolante.

-Il nostro patto non comprende la salvezza dello Stregone. Lui possiede una cosa che io desidero fortemente, quasi più del corpo che tu mi devi.

Guardai Sauron con aria interrogativa, non riuscendo a comprendere a cosa si riferisse.

-Esiste un motivo per cui forgiai l'Unico Anello, ed è quello di controllare tutti gli altri Anelli del Potere. I Nove caddero subito sotto il mio comando, mentre i Sette appartenenti ai Re dei Nani dovetti recuperarli uno ad uno, ed alcuni mi sono tuttora celati dai Figli di Aulë. Ma quelli a cui aspiro maggiormente sono i Tre Anelli degli Elfi: Narya, Nenya e Vilya. Furono forgiati segretamente da Celebrimbor, per cui non possiedono tracce della mia influenza, anche se sono soggetti al potere dell'Unico. Il loro potere è apparentemente quello di preservare ciò che è stato e mantenere intatti dal tempo i luoghi in cui sono custoditi, eppure io credo che in realtà possiedano una forza ben più potente ...

-Ma cosa c'entra Mithrandir in tutto questo?- chiesi arretrando vero l'Istari privo di sensi.

-Cirdan il Carpentiere consegnò il proprio Anello ad uno dei cinque Maiar inviati nella Terra Mezzo, che lo tenne segretamente fino a questo momento. Mithrandir è l'attuale Portatore di Narya, l'Anello di Fuoco.

Mi voltai verso Gandalf, chiedendomi quale fosse il motivo per cui non mi avesse mai rivelato tutto ciò.


Narya era l'Anello più forte tra i Tre, essendo in grado di infondere speranza, coraggio e audacia a chi lo circondava, dando così nuova forza per combattere le tenebre.

All'improvviso mi sentii trascinare violentemente contro il suolo, cadendo sulla fredda pietra in preda a dolori lancinanti al petto: Sauron era riuscito a riprendere il controllo su di me.

-Non avresti dovuto abbassare le tue difese ... - mi disse beffardo mentre gridavo dal dolore - Che ti serva da lezione Custode, il tuo gesto lo pagherai a caro prezzo. Hai un solo giorno di tempo per darmi il mio corpo, dopodiché darò l'ordine di portarmi la testa di Calen e che il suo corpo venga dato in pasto ai Mannari. Per quanto riguarda lo Stregone, lo terrò imprigionato e prenderò finalmente l'Anello di Fuoco.

La sua voce rimbombava nella mia testa, il dolore continuava a crescere.

-Anche se avrò ciò che desidero, non ti lascerò mai andare. In un mondo o nell'altro tu diverrai la mia Regina, anche contro la tua stessa volontà ...

Sentii lo spirito di Sauron passarmi attraverso, mi sentii svuotare di ogni emozione che non fosse dolore, mi sentii morire dentro.

Gandalf cadde a terra accanto a me, ma non riuscii a voltarmi verso di lui. Alcuni Orchi chiamati da Sauron lo presero per le spalle e lo trascinano via, mentre io tentai invano di allungare una mano per afferrarlo; il dolore era troppo forte. Quando se ne furono andati, Sauron cominciò ad alleviare la presa su di me, lasciandomi riprendere fiato.

-Il tempo scorre Belthil, ti consiglio di non sprecarne un solo istante.- mi sussurrò lo spirito, per poi dissolversi nel vento gelido.

Rimasi distesa a terra, priva di forze e quasi incosciente. Persi la cognizione del tempo, ma ad un tratto mi sentii sollevare da esili braccia tremanti: Pallando.


Socchiusi leggermente gli occhi, abbastanza per vedere sul suo volto un profondo taglio e diversi lividi.

-Pallando ... il tuo viso ... che cosa ti hanno fatto? - chiesi con voce rauca.

-Non sprecate fiato per me mia signora, ho avuto ciò che meritavo.

Lo avevano punito a causa mia, in fondo anche io avevo meritato quel dolore più di chiunque altro.

-Perdonami ... io non ...

-Non vi preoccupate, mi riprenderò, sono sopravvissuto a molto peggio. È stata colpa mia, non ho saputo fermarvi quando ero ancora in tempo per farlo.

-Mithrandir ... dove lo hanno portato? ...

-In un luogo sicuro che non vi è concesso sapere, nemmeno a me.- disse mentre mi adagiava cautamente su di un letto in una nuova cella, posta ai piani superiori dell'antica fortezza - Adesso dovete stare ferma, ciò che sto per fare richiede molta concentrazione.

-Spiegatevi meglio ...

-Sauron vi ha fortemente indebolita, e a voi servono tutte le forze che avete per dargli un nuovo corpo entro domani. Ho intenzione di darvi la mia energia, di modo che voi possiate riprendervi il più velocemente possibile.

-No! Non riuscirei a controllare la Fiamma, ti risucchierebbe ogni singola briciola di energia che possiedi. Non sopravvivresti ...

-Lo so bene, ma sono disposto a farlo. È giunto il momento che io sconti la mia pena una volta per tutte.

-No ... non dovete, mi riprenderò in meno di ...

-Basta così, ho preso la mia decisione. Se con il mio sacrificio riuscirò ad aiutare la Custode, allora potrò andarmene in pace. Io ho fiducia in voi, so che farete la cosa giusta ... - mi disse accarezzandomi la guancia e facendomi un piccolo sorriso, per poi stendere le braccia sul mio corpo ed iniziando a recitare una sorta di preghiera in un'antica lingua elfica.

Inizialmente cercai di dimenarmi, non volevo che Pallando si sacrificasse per me, mentre attorno a lui si formò un'aura di luce celeste. Lentamente iniziai a sentirmi più forte, ma più io mi fortificavo, più la luce di Pallando si affievoliva. Sul suo viso tumefatto cominciò a formarsi una smorfia di dolore, eppure lui non cedeva. Sentii la Fiamma ardere nelle mie vene, incontrollabile e bramosa di energia vitale. Ne volevo ancora.

Accecata dalla sete di quel potere, mi alzai di scatto e presi il viso di Pallando tra le mani, che cominciò a gridare per il calore emesso dal mio corpo. Avrei voluto fermarmi, ma c'era qualcosa in me che me lo impediva. La Fiamma avvolse il corpo dell'Istari prelevandone tutta l'energia rimasta e riducendolo in cenere in pochi secondi, tornando infine dentro di me.

Mi guardai sconvolta le mani leggermente arrossate, che fino a pochi istanti prima reggevano il viso dello Stregone. Guardai ai miei piedi il mucchietto di cenere, che fino a pochi istanti prima era stato una persona.

In realtà non ero la Custode della Terra di Mezzo.


Io ero un mostro.





ANGOLO DELL'AUTRICE


Salvee :) scusate il ritardo numero 77738332562, ma tra la gita e varie verifiche il tempo per la scrittura del capitolo è stato drasticamente ridotto :(


Vi invito come sempre a lasciare un commento, ci tengo troppo a leggere le vostre opinioni!!


Bacioni,


Giulia :3


























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