Capitolo 14
Iniziammo a correre, schivando alberi e tronchi caduti. Alle nostre spalle potevo percepire chiaramente i ringhi famelici dei Warg, sempre più forti, sempre più vicini. Ma non erano i soli ad inseguirci.
Un enorme orso dal pelo scuro come la notte più buia, un Mutatore di Pelle. Neanche se fossimo stati suoi amici avrebbe potuto fermarsi: una volta liberata, la bestia era inarrestabile. Non potevamo fare altro che correre sperando di raggiungere in tempo la casa, guidati da Gandalf, l'unico a sapere dove si trovasse.
-Per di qua svelti!- gridò facendoci segno con il suo lungo bastone verso un ampio campo di lavanda e steppa giallastra, al confine tra due piccole foreste delle Terre Selvagge.
Sapevo che non avremmo mai raggiunto la casa, ormai la bestia era troppo vicina e presto ci avrebbe travolti, ponendo fine all'impresa di Thorin Scudodiquercia. Rallentai la mia corsa, fino a fermarmi del tutto lasciando passare la compagnia.
-Belthil cosa stai facendo?! Corri!- urlò lo stregone appena non mi vide più al suo fianco, bensì immobile in mezzo ai fiori di lavanda appena sbocciati.
-Voi andate avanti, io cercherò di farvi guadagnare tempo.- risposi decisa, impugnando saldamente il mio arco.
-Ma ...
Gandalf su interrotto dal forte bramito dell'orso proveniente dalla foresta alle nostre spalle, quasi ai confini del campo.
-Andate!- gridai guardandoli con occhi di fiamme blu cobalto, gli Occhi della Custode.
-La Custode ha ragione, muoviamoci!- mi diede ragione Thorin, per poi incitare nuovamente i suoi compagni a sbrigarsi.
E proprio quando la compagnia raggiunse il bosco successivo, dal verde fogliame balzò fuori la bestia, che, non appena mi vide, cominciò ad avanzare nella mia direzione scoprendo gli affilati artigli: esattamente ciò che volevo.
Incoccai una freccia e presi la mira. Non avevo intenzione di ucciderlo, ma solamente di infastidirlo, perciò mirai a qualche metro da lui per cercare di rallentare la sua corsa. Colpii il terreno esattamente a un centrimetro dalla zampa anteriore destra, provocando un feroce ringhio da parte dell'animale che non accennò minimamente a rallentare. Allora ritirai velocemente l'arco e cominciai a correre nella sua direzione, schivando per poco le zanne e gli artigli, diventando ben presto una nuova e succulenta preda da inseguire.
All'inizio mi feci inseguire percorrendo sempre lo stesso percorso, fino a quando non se ne accorse. A quel punto i Nani sarebbero già dovuti arrivare alla casa, per cui era arrivato il momento di porre fine al nostro "gioco". Iniziai a seguire le loro tracce, attraversando il campo di lavanda e un'altra piccola foresta, mantenendo sempre non molta distanza fra me e la bestia. Infine saltai in mezzo ad una sepie sul confine della boscaglia, ritrovandomi in una piccola valle al centro della quale vi era una casa.
Dopo pochi secondi, con un altro bramito, l'orso superò anch'esso la siepe, lanciandosi di nuovo all'inseguimento. Da lontano riuscivo a vedere la compagnia dinnanzi al portone di legno, ma non riuscivano ad entrare.
La porta era bloccata.
Fortunatamente Thorin vide il piccolo asse di legno che teneva chiusa la porta, lo sollevò e finalmente la porta si aprì. A quel punto cominciai ad aumentare la mia velocità, attraversando in pochi istanti il piccolo giardino posto di fronte alla dimora e letteralmente tuffandomi all'interno delle sue mura. L'orso arrivò alla porta, ma venne chiusa in tempo dai Nani che la spinsero con tutte le loro forze per non farlo entrare.
Eravamo tutti sani e salvi.
-Quello cos'è?- chiese spaventato Ori, uno dei Nani più giovani della compagnia.
-Il nostro anfitrione.- rispose Gandalf, voltandosi verso di me per vedere se stavo bene e aiutandomi ad alzarmi da terra, anche se non era necessario - Il suo nome è Beorn, ed è un Mutatore di Pelle. A volte è un enorme orso nero, altre volte è un omone, grande e forte. L'orso è imprevedibile, ma con l'uomo ci si può ragionare. Tuttavia, non è che faccia salti di gioia per i Nani.- disse infine guardando di sottecchi Thorin.
-Se ne sta andando!- esclamò il giovane Nano, appoggiandosi alla porta e tendendo un orecchio su di essa.
-Vieni via da lì! Non è naturale, niente qui lo è. È ovvio, è sotto un oscuro incantesimo!- lo rimproverò Dori, suo fratello maggiore, guardandosi intorno.
Anche io avevo percepito qualcosa, ma quella non era di certo stregoneria oscura. Ogni cosa in quella casa era molto più grossa del normale, perfino le api erano come ingrandite, divenendo grandi quanto le mie dita. La casa era ampia e spaziosa, ma più che una vera e propria dimora somigliava ad una stalla: all'interno infatti, in spaziose stalle colme di fieno, vi erano un paio di cavalli e delle mucche, nonché alcune oche e galline, tutti dalle insolite proporzioni.
-Non essere sciocco! È sotto un solo incantesimo, ed è il suo!- ribattè infine lo stregone. -Bene, mettetevi a dormire tutti voi. Starete più al sicuro qui stanotte ... lo spero ...
Le ultime due parole le sossurrò guardandomi negli occhi: dopotutto là fuori vi era ancora un intero branco di Warg inferociti.
Mi creai un piccolo giaciglio con la paglia, ponendo l'arco, le frecce e la spada di fianco a me, per poi lasciarmi cadere tra le braccia di Irmo, Signore delle Visioni e dei Sogni, fratello minore del Valar Mandos, e della sua sposa , Signora del Riposo.
Ma quella notte provai di nuovo quella strana sensazione alla cicatrice, quel dolore intenso come se la pelle si stesse nuovamente staccando. Mi girai e mi rigirai tra la paglia, ma il dolore non diminuiva e, come se non bastasse, nella mia mente vi era fissa l'immagine di Calen, che non faceva altro che aumentare l'angoscia.
Speravo solamente che passasse in fretta come era venuto, e così accadde, facendomi finalmente riposare anche solo per poche ore.
Venni svegliata alcune ore dopo da secchi colpi di ascia, provenienti dall'esterno. Era da poco passata l'alba e fievoli raggi di sole passavano dalla finestra, illuminando la stanza con la fioca luce del mattino. Lentamente tutti i Nani si svegliarono, compreso Gandalf, ed insieme andammo a vedere cosa stava accadendo fuori da una finestra che dava sul cortile anteriore della casa.
A tagliare la legna vi era un uomo alto e imponente, dalle spalle larghe e massicce. Indossava solamente dei pantaloni scuri, mentre ai polsi vi era ciò che rimaneva di alcune catene dopo essere state tagliate da pesanti corde di metallo. Osservandolo meglio, sulla schiena vi erano numerose cicatrici, parzialmente coperte da una folta striscia di peluria bruna che continuava fino ai capelli, come se ne fosse un prolungamento. Inoltre l'uomo aveva delle lunghe basette che gli contornavano il viso squadrato, delle folte sopracciglia castane e gli occhi scuri.
Gli stessi occhi che avevo visto nell'orso.
-Dovevamo darcela a gambe, passando dal retro!- si lamentò Nori, anch'esso fratello di Dori e Ori.
-Ehi tu, io non scappo da nessuno, bestia o altro.- lo schernì Dwalin.
-Non serve a nulla litigare! Non attraverseremo le Terre Selvagge senza l'aiuto di Beorn: saremmo catturati prima di arrivare alla foresta.- li ammonì entrambi Gandalf.
-Boscoverde il Grande ... - sussurai.
-Ormai per tutti è divenuto Bosco Atro a causa di una malattia che si sta espandendo molto velocemente.- mi spiegò l'Istari.
Da dietro le sue spalle comparve Bilbo, l'ultimo ad essersi ridestato dal sonno.
-Ah Bilbo eccoti qua! Ora, questo richiederà una gestione delicata per cui dobbiamo agire con molta prudenza: l'ultima persona che l'ha spaventato è stata ridotta in brandelli. Io andrò per primo insieme a Belthil, e Bilbo - disse lo stregone indicando lo hobbit - tu vieni con noi.
-È-è una buona idea?- chiese Bilbo.
-Sì, voi altri invece restate qui e non comparite fino al mio segnale.- rispose dando una pacca sulla spalla a Bilbo.
-Bene, aspettiamo il segnale. - ripertè Bofur, forse per convicere più se stesso che gli altri.
-Ah niente mosse improvvise o rumori forti, e non stategli addosso. Uscite solamente in coppia.- disse infine lo stregone, per poi aprire la porta. - Oh ehm Bombur tu vali per due quindi uscirai da solo. Ricordate di aspettare il segnale!
E detto questo finalmente riuscimmo ad uscire, incamminandoci lentamente verso Beorn. Gandalf si schiarì la voce, facendo sobbalzare lo hobbit.
-Sei agitato?-gli chiese Bilbo.
-Agitato? Ma che sciocchezza!
-Sì lo è, e anche molto. Ma andrà tutto bene, ne sono sicura.- dissi richiamando in me tutto l'autocontrollo che avevo prima di arrivare da Beorn, il quale stava ancora tagliando la legna.
Avrei lasciato parlare Gandalf, lui era sicuramente una persona più diplomatica rispetto a me.
-Buongiorno!- esclamò lo stregone, ma la sua voce venne coperta da un colpo d'ascia ben piazziato nel tronco.
-Buongiorno!- riprovò con voce più dolce, tanto che dovetti trattenere una risata.
-Chi sei tu?- si girò di scatto Beorn impugnando saldamente la sua ascia.
- Io sono Gandalf, Gandalf il Grigio - si presentò inchinandosi.
-Mai sentito nominare.
-Sono un mago, avrai di certo sentito parlare del mio collega Radagast il Bruno, risiete al confine Sud di Bosco Atro.
-Voi invece chi siete?- chiese l'uomo rivolgendosi alla sottoscritta.
-Belthil, figlia di Aran ....
- Custode della Fiamma Imperitura, voi vi ho già sentita nominare. Che cosa volete?
-Semplicemente ringraziarti per la tua ospitalità. Avrai notato che abbiamo trovato riparo qui nel tuo alloggio ieri sera. - intervenne Gandalf voltandosi verso la casa e lasciando venire allo scoperto da dietro la sua schiena Bilbo.
-Chi è questo piccoletto? - chiese allarmato Beorn.
-Lui sarebbe mastro Beggins della Contea.- gli rispose l'Istari.
-Non è un Nano, vero?
-Ma no, lui è uno hobbit, di buona famiglia e di impeccabile reputazione.
-Un mezz'uomo, un mago e la Custode ... come mai siete qui?- domandò continuando a fissarci.
-Il fatto è che abbiamo avuto una brutta esperienza con gli Orchi sulle Montagne ... - iniziò a raccontare Gandalf, ma fu subito interrotto.
-Perché vi siete avvicinati agli Orchi? Che stupida cosa da fare.
-Hai assolutamente ragione - sostenne gesticolando con una mano.
Improvvisamente sentii aprire il portone, dal quale uscirono fuori Dwalin e Balin.
"Cosa diamine stanno facendo? Perché non hanno aspettato il segnale?!" pensai, ma riflettendoci bene né io né Gandalf avevamo detto loro quale fosse effettivamente il segnale che avrebbero dovuto attendere.
Appena li vide Beorn alzò l'ascia, pronto a colpire.
-Dwalin e Balin. - dissero i due Nani facendo un piccolo inchino con il capo.
-Ehhm devo confessare che parecchi del nostro gruppo sono in effetti ... Nani. - sospirò lo stregone, consapevole dell'errore che avevamo fatto.
-Tu chiami due parecchi?- chiese confuso il Mutatore di Pelle.
-Beh ora che la metti così .. loro ... potrebbero essere più di due .. - e intanto fece finta di contare con le dita.
Dal portone uscirono Oin e Gloin, che fecero anch'essi un lieve inchino. La situazione stava pian piano degenerando.
-Oh ecco altri della nostra allegra truppa!- cercò di sdrammatizzare Gandalf, lanciandomi però uno sguardo disperato.
-E tu chiami sei una truppa? Cosa siete, un circo ambulante?
Effettivamente Beorn non aveva tutti i torti , non eravamo di certo una normale compagnia di semplici viaggiatori.
Il portone si aprì nuovamente e questa volta fu il turno di Dori e Ori, il quale tremava come una foglia.
-Dori e Ori, al tuo servizio.- disse con incertezza il fratello maggiore.
-Non voglio il vostro servizio- sentenziò con forza Beorn.
-Assolutamente comprensibile. - replicò lo stregone, sempre muovendo la mano e cercando di mantenere il più possibile la calma.
Probabilmente era quello che i Nani avevano interpretato come il segnale, visto che dalla casa uscirono Fili e Kili. Almeno stavano uscendo in coppia, come avevamo detto loro.
-Oh Fili e Kili, me ne ero dimenticato!- esclamò l'Istari fingendosi sorpreso.
Beorn sembrava rimanere abbastanza calmo, forse avremmo potuto cavarcela in qualche modo. Ma ecco che la mia speranza vacillò non sentii degli strani rumori provenire dalla dimora.
-Oh ehm ecco Nori, Bofur, Bifur e ... Bombur ...- li presentò sospirando Gandalf.
In quel momento avrei tanto voluto prendere una pala dal giardino di Beorn e scavarmi da sola una fossa pur di scomparire.
-Non c'è altro?Ce ne sono ancora? - chiese ormai spazientito Beorn, ma ancora fortunosamente in forma umana.
Per ultimo uscì Thorin , ma appena l'uomo lo vide sembrò calmarsi: lo aveva riconosciuto; infine ci invitò a rientrare nella sua casa, dove avremmo potuto parlare indisturbati e magari mettere qualcosa sotto i denti.
-Per fortuna è andata bene ... - affermò il mio caro amico.
-Hai ragione: siamo ancora vivi, direi che è andata molto più che bene.- gli sorrisi dandogli una leggera pacca sulla spalla.
Prendemmo posto attorno ad un lungo tavolo di legno, sul quale era appoggiate dei grossi boccali lavorati a mano. Beorn iniziò a versare ad ognuno di noi del latte appena munto, per poi rivolgersi direttamente al capo della compagnia.
-Così tu sei quello che chiamano Scuododiquercia. Dimmi, perché Azog il Profanatore ti sta dando la caccia?
-Tu sai di Azog ... Come mai?- domandò interessato Thorin.
-La mia gente è stata la prima a vivere sulle Montagne, prima che gli Orchi scendessero dal Nord. Il Profanatore ha ucciso quasi tutta la mia famiglia, ma alcuni li ha resi schiavi, non per lavorare capisci? Ma per sport: ingabbiare Mutatori di Pelle e torturarli, parevano divertirsi molto ...
-Ci sono altri come te?
A chiederglielo fu Bilbo, la sua curiosità spesso prendeva il sopravvento su di lui.
-Una volta ce ne erano molti ...
-E-e ora?
-Ora ce n'è solo uno.
Beorn in un certo senso era simile a me: l'ultimo della sua famiglia, anch'essa strappatagli via dalla malvagità.
-Dovete raggiungere la Montagna prima degli ultimi giorni d'autunno.
-Prima che il Giorno di Durin arrivi, esatto.- asserì Gandalf.
-Non avete molto tempo ... - disse l'uomo accomodandosi sulla sua poltrona di legno con due musi d'orso intagliati sulla sommità: una vera opera d'arte.
-Perciò dobbiamo attraversare Bosco Atro. - dichiarai con tono sicuro.
- Un'oscurità grava su quella foresta, cose malvagie strisciano sotto quegli alberi ... io non mi ci avventurerei, se non per grande necessità.
-Prenderemo la Strada Elfica, quella zona è ancora sicura.
Mi voltai di scatto verso Gandalf: così facendo saremo entrati nel Regno di Thranduil, che sicuramente non ci avrebbero accolto a braccia aperte come Elrond a Gran Burrone, soprattutto la sottoscritta.
-Sicura?Gli Elfi Silvani di Bosco Atro non sono come i loro parenti: sono meno saggi e più pericolosi. Ma non ha importanza ...
-Che vuoi dire?- gli domandò l'Erede di Durin.
-Quelle terre brulicano di Orchi, e il loro numero è in aumento. Voi siete a piedi, non raggiungerete mai la foresta da vivi.- si alzò in piedi e si avvicinò lentamente a Thorin, abbassando la stesa per non colpire una trave e prendendo un piccolo topolino bianco arrampicatosi sul tavolo e che Bofur stava cercando di allontanare dalla sua brocca -Non mi piacciono i Nani: sono avidi e ciechi, ciechi verso la vita di quelli che ritengono più miseri di loro.
Trattenni il fiato, pronta a scattare nel caso fosse servito.
-Ma gli Orchi li odio di più. Che cosa ti serve?
Ognuno di noi fece un piccolo sospiro di sollievo: Beorn ci avrebbe aiutato. Finito di mangiare ci condusse al giardino dietro la casa, un piccolo bosco dove vi trovava un piccolo capanno all'interno del quale vi erano delle stalle di pony, dal manto pezzato bianco e nero. I Nani e Bilbo cominciarono a sellarli, compreso il cavallo destinato a Gandalf, mentre io feci un lungo fischio.
Dopo pochi istanti sentii arrivare Akira, la mia fedele e importante compagna fin dai primi giorni in cui arrivai nella Terra di Mezzo. I Nani la osservarono con ammirazione, dopotutto non tutti i giorni si poteva vedere una rara discendente della Razza Immortale. La lasciai momentaneamente sotto la loro tutela, allontanandomi insieme a Gandalf e Beorn.
-Lascerete i miei pony prima di entrare nella foresta.
-Hai la nostra parola. - affermai.
All'improvviso sentimmo uno stormo di corvi volare appena sopra le fronde degli alberi. Spie mandate dal Principe dei Corvi, ne ero sicura.
-Siamo sorvegliati ... - constatò Gandalf.
-Sì, gli Orchi non si arrendono: daranno la caccia ai Nani finché non li vedranno distrutti. Però quello che mi preoccupa è l'alleanza tra gli Orchi di Moria e lo stregone a Dol Guldur.
-Sei sicuro di questo?- domandò allarmato l'Istari.
-Branchi di Orchi sono stati visti riunirsi lì. Ogni giorno di più, sempre di più ...
-E cosa sai di questo stregone? Quello che chiamano "il Negromante"?- continuò Gandalf.
-So che non è quello che sembra. Creature malvagie sono attirate dal suo potere, Azog e Davoch gli rendono omaggio. Ma c'è dell'altro ... recentemente, si è sparsa la voce che i morti siano stati visti deambulare vicino alle Colline Alte di Rhudaur.
-I morti?
- É vero? Ci sono tombe su quelle montagne?- mi chiese l'uomo.
- Quando il Re Stregone di Angmar cadde gli uomini del Nord sigillarono il suo corpo e quanto lui possedeva nelle Colline di Rhudaur. Nella profondità della roccia lo seppellirono, in una tomba così oscura che non sarebbe mai venuta alla luce.
-Io ricordo un tempo in cui un grande male governava queste terre, un male potente abbastanza da resuscitare i morti. Se quel Nemico è tornato nella Terra di Mezzo, gradirei che voi me lo diceste.
- Saruman il Bianco dice che non è possibile: il Nemico è stato distrutto e non farà mai ritorno.
- Invece Gandalf il Grigio e la Custode che dicono?
Io e lo stregone ci scambiammo un rapido sguardo, ma che bastò a Beorn per capire i nostri reali presentimenti.
-Andate ora, finché avete luce. Chi vi da la caccia non è molto lontano ...
E da lontano si levò un forte ululato, seguito dallo sgradevole gracchiare dei corvi.
ANGOLO DELL'AUTRICE
Salve :) capitolo abbastanza intenso non trovate? Avrei voluto pubblicarlo per Natale, ma alla fine non ce l'ho fatta per cui consideratelo come un rigalo leggermente in ritardo ;)
Ammetto che molte battute le ho riprese dal film, ma questa parte mi è piaciuta molto quindi ho deciso di riproporvela introducendola nella storia; fatemi sapere se vi è piaciuto ;)
Bacioni,
Giulia :3
ANGOLO PUBBLICITÀ
Vi consiglio di passare a leggere la storia di aragornpotter293160 intitolata "Benji e il cappello parlante confuso", merita davvero di essere letta!!
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