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XVI

a l b u s

Mi guardo intorno, camminando accanto a Scorpius nel corridoio angusto. Sulle pareti rovinate e trasandate sono dipinte delle rune antiche, ma anche altri simboli. Penso siano parole in greco, o in qualche altra lingua a me sconosciuta.

La Cooman ci fa strada, canticchiando un'inquietante melodia. Scorpius mi guarda perplesso ed io gli afferro la mano. Dire che sono terrorizzato è poco.

«Accomodatevi, prego!» la Cooman ci invita a sedere, entrando in una stanza più ampia rispetto al corridoio. Mi guardo intorno, notando un divano ed una poltrona, entrambi occupati da innumerevoli gatti. Non lasciano nemmeno un piccolissimo spazio.

«Stiamo in piedi, grazie.» Scorpius le sorride gentilmente e lei sorride a sua volta.
«Vado a prepararvi del tè.» dice.
«In realtà siamo di fretta...» non riesco a finire di parlare che la nostra professoressa scompare nella sua cucina, con la sua stramba camminata.

Lascio andare la mano di Scorpius e lui prende a curiosare in giro, muovendosi tra i mobili di legno antico. Io, per non restare troppo esposto e vulnerabile agli occhi degli innumerevoli gatti e ai loro artigli, mi affretto a raggiungerlo.

«Ricordami perché siamo venuti qui.» gli dico, affiancandolo, mentre lui sfoglia delle pagine giallognole di un'agenda con la copertina in pelle scura. Assottiglia gli occhi per leggere l'inchiostro, sforzandosi per distinguere le lettere. Scorpius è miope.

Non gli mancano molti gradi, ma si rifiuta di portare i suoi occhiali in pubblico. Non gli piacciono, dice che gli stanno male. Ma non è assolutamente vero, ovviamente. Scorpius sarebbe bellissimo anche vestito da cassonetto.

«Per scoprire chi sei davvero, perché riesci a predire le cose.» mi risponde, avvicinandosi l'agenda agli occhi.
«Sai già chi sono.» sospiro, e lui abbassa lo sguardo su di me, alzando entrambe le sopracciglia. Distolgo lo sguardo.

«Che succede?» mi chiede, poggiandomi una mano sotto il mento, incrociando i miei occhi.
«Non so se voglio davvero... scoprirlo.» gli rispondo, con tutta sincerità. Scorpius mi osserva per diversi secondi senza dire nulla.

I suoi occhi grigi mi studiano per bene, cercano di scavare a fondo nei miei per capire cosa mi passi per la testa. Peccato che non lo so nemmeno io.

«Ecco il tè!» esclama la professoressa Cooman, entrando attraverso la porta. Sobbalzo, e Scorpius mi lascia andare, posando l'agenda e voltandosi verso la nostra professoressa. Poggia il vassoio con le tazzine e la teiera fumante sul tavolino di legno antico accanto al divano invaso dai gatti.

Scorpius mi lancia uno sguardo, percependo il mio disagio. «Professoressa, ci dispiace molto ma abbiamo avuto un contrattempo e dovremmo andare...» Scorpius non finisce.
«Non prima del tè. È l'ora del tè.» insiste.

Con un colpo di bacchetta fa apparire tre poltrone color mogano scuro e, con un cenno, ci invita a sederci mentre lei versa il tè. Io e Scorpius discutiamo attraverso gli sguardi.

"Scappiamo?" penso.
"No, è maleducazione. Beviamo il tè e poi andiamo via."
"E se è avvelenato?" Scorp aggrotta la fronte.
"Non essere stupido!" e mi spinge dolcemente verso le tre poltrone. Deglutisco, sedendomi.

Scorpius si accomoda sulla poltrona accanto alla mia, osservando i movimenti della Cooman. Io cerco di ignorare i miagolii dei gatti fissando la sfera di cristallo posata sul tavolino, accanto alla teiera.

Un gattino dal pelo dorato prende a strusciarsi contro le mie gambe ed io abbasso lo sguardo, incontrando i suoi occhioni verdi. Il gattino miagola, poi un'altro, completamente nero, gli salta addosso, e iniziano a rotolare per terra.

Mi schiarisco la voce e alzo lo sguardo, notando che la professoressa mi sta osservando attentamente. E per attentamente intendo da dietro i suoi enormi occhiali, con gli occhi spalancati e la bocca semiaperta.

«Professoressa, quando siamo arrivati ha detto che ci stava aspettando, ma noi non l'avevamo avvisata...» dice Scorpius, prendendo la sua tazza di tè. Anch'io prendo la mia.
«Me l'hanno detto gli uccellini.» dice lei, e berrei il mio tè solo per poterlo sputare.

Io e Scorpius ci guardiamo, e gli faccio intendere silenziosamente: "Te l'avevo detto di scappare!" Scorpius si schiarisce la voce.
«D'accordo...» dice, e la Cooman si volta ad osservare i suoi gatti, sorridente.

«Evanesco.» sussurra Scorpius prima rivolto alla sua tazza, poi alla mia. I nostri tè scompaiono. «Beh, il tè era squisito. La ringraziamo per l'accoglienza, ma dobbiamo proprio andare.» dice Scorpius, alzandosi, e se non fossi così agitato lo bacerei.

«Non così in fretta.» la voce della Cooman cambia completamente, diventando bassa e roca. Non so con quale coraggio io sia riuscito ad alzarmi e ad avvicinarmi al mio ragazzo.

«P-Prof, si sente bene?» Scorpius la guarda, e se è spaventato non lo da a vedere. O almeno, non come me. Sto letteralmente tremando.
La prof alza lo sguardo di scatto, fissandoci con i suoi occhi vuoti. Vuoti nel senso di vuoti, perché le pupille hanno deciso di scomparire.

Forse sono rivolte verso l'alto. Forse sono ripiegate all'interno. Forse sono davvero scomparse. L'unica cosa che so è che, con quegli occhi completamente bianchi, la professoressa Cooman è più inquietante di mia cugina, Rose.

Sempre con gli occhi fissi su di noi, la professoressa indica con un dito la sfera di cristallo posta sul tavolino in legno. Al suo interno si sta dissipando un fumo rosso, fin quando non riesco a distinguere una figura.

«Abel?» guardo nella sfera, aguzzando lo sguardo. Vedo Abel piegato in ginocchio su un pavimento rovinato, completamente al buio. Il suo petto si alza e si abbassa velocemente. Si passa le mani fra i capelli umidi e sporchi, tirandoli. Alza lo sguardo verso l'alto, i suoi bei lineamenti rigati dalle lacrime. Un urlo silenzioso lascia le sue labbra, una scintilla di follia divampa nel suo sguardo.

«Non lasciare che Lyssa si impossessi dell'eroe.» sibila la Cooman, ed io continuo a guardare Abel, sofferente.
«Come?!» chiedo alla professoressa.
«Nel luogo in cui il travagliato principe giunse, colei che sussurra ti indicherà la strada.» continua, ma io non capisco una sola parola.

«Quale strada?! Abel sta...» guardo preoccupato la sfera di cristallo, dentro la quale vedo il ragazzo sull'orlo di esplodere. Davvero.
«Persuadi i sovrani dell'Averno, dai pace all'anima destinata ai Campi Elisi, e l'ingiusta morte verrà vendicata.» termina.

Un secondo dopo le sue iridi ritornano al loro posto, il fumo all'interno della sfera di cristallo si disperde e Scorpius mi riporta sulla terraferma, afferrandomi la mano. «Andiamo via di qui.» dice, trascinandomi fuori. Lo seguo più che volentieri.

La Cooman ci segue, pregandoci di fermarci per bere un'altra tazza di tè, parlandoci come se non avesse appena pronunciato una terribile profezia. Ma non appena varchiamo i confini della sua proprietà, Scorpius si smaterializza e atterriamo insieme nel salotto di casa sua.

Abbiamo entrambi il respiro affannato e lo sguardo sconvolto. Ci scambiamo diverse occhiate, parlando silenziosamente, fin quando non ci accorgiamo di due occhi che ci osservano. Ci voltiamo lentamente, e quasi sussulto quando vedo Draco Malfoy scrutarci con i suoi occhi fatti di mercurio, compostamente accomodato su una poltrona in pelle nera, la Gazzetta del Profeta poggiata sulle gambe magre accavallate.

«Ciao, papà.» azzarda Scorpius, ed io mi schiarisco la voce, salutandolo educatamente.
«Buonasera, signor Malfoy.» dico, cercando di tenere la schiena dritta e il mento alto. Non ho intenzione di fare una brutta impressione sul padre del mio ragazzo. Anche se sono terrorizzato da quanto è appena accaduto.

«Ciao, Albus.» mi saluta lui, con il suo sguardo impassibile. Deglutisco impercettibilmente.
«Vedo che non hai perso tempo a sfruttare la tua licenza di materializzazione, Scorpius.» il Signor Malfoy inarca un sopracciglio chiaro, e Scorpius si porta una mano libera dietro la nuca. L'altra è impegnata a stringere la mia.

Il padrone di Villa Malfoy ci osserva attentamente, e vedo il suo sguardo fermarsi sulle nostre mani. Sento la pelle andare a fuoco, e lentamente e delicatamente mi libero dalla presa di Scorpius, nascondendo le mie mani intrecciate dietro la schiena.

Osservo con la coda dell'occhio la reazione del Signor Malfoy e quasi perdo un battito quando scorgo l'accenno di un sorriso. L'uomo biondo si schiarisce la voce, si alza e ripiega il giornale, poggiandolo poi sul braccio della poltrona.

«Dico a Minnie di preparare qualcosa?» ci chiede, e Minnie, l'elfa domestica dei Malfoy, appare accanto al suo padrone.
«Salve signorino Scorpius, Albus.» ci saluta facendo un inchino. Scorpius le sorride dolcemente e faccio tutto ciò che è in mio potere per non sciogliermi davanti questa celestiale visione.

«Ciao, Minnie.» la saluta Scorpius, piegandosi alla sua altezza e aggiustandole il vestito da domestica. Io mi limito ad agitare la mano.
Nonostante mia zia, Hermione Granger, si sia battuta per i diritti di queste creature, è nella loro natura servire le famiglie dei maghi. E Minnie è molto felice di essere a disposizione dei Malfoy.

«Minnie prepara il tè?» chiede Minnie e io e Scorpius ci lanciamo uno sguardo veloce.
«No.» diciamo entrambi, cupamente, ricordandoci del tè di Sybill Cooman.
«Grazie, Minnie. Puoi andare.» le dice Scorpius, gentilmente. Minnie scompare con un puff.

«Da dove venite?» ci chiede il Signor Malfoy e Scorpius si rialza, guardando suo padre.
«Da casa di Albus.» mente, in un certo senso. «Dovremmo tornare per ora di cena, ho promesso ai Potter che sarei rimasto lì. Siamo solo di passaggio.» spiega Scorpius.

«Mmh, va bene.» suo padre annuisce, guardando prima suo figlio e poi me. Gli sorrido impacciatamente e quando torna con gli occhi su Scorpius mi schiaffeggio da solo.
«Mi serve un libro... la biblioteca è aperta?» chiede Scorpius.

«Si, ci sono stato poco fa. Quale libro ti serve?» gli chiede, alzando le sopracciglia chiare. È incredibile quanto si somiglino. Oltre a condividere il colore degli occhi e dei capelli, hanno lo stesso sguardo e la stessa espressione. Il naso è identico. I lineamenti di Scorpius però sono meno affilati di quelli del padre, più delicati, come erano quelli di sua madre.

«L'Eneide.» dice, e aggrotto la fronte.
Draco Malfoy storce il naso. «Non mi piace molto il genere.» dice, per poi accomodarsi di nuovo sulla poltrona. Ci da il permesso di andare e così affianco Scorpius, seguendolo nei corridoi della sua enorme reggia.

«Perché ti serve l'Eneide?» gli chiedo, mentre camminiamo fra i corridoi semibui.
«So di cosa stava parlando la Cooman.» risponde, voltandosi a guardarmi. I suoi occhi sembrano estremamente freddi al buio, la pelle come puro marmo bianco.

Mi ritorna alla mente l'immagine di Abel nella sfera di cristallo. «Hai visto anche tu?» gli chiedo, deglutendo a fatica «Abel...»
Scorpius annuisce, e nello stesso momento ci fermiamo davanti ad una porta chiusa.
«Sì. Ma per completare il puzzle iniziamo a creare il contorno.» mi dice, abbassando la maniglia.

Spalanca la porta e davanti a noi si apre un mondo. File e file di scaffali disposti precisamente uno dietro l'altro, corridoi spaziosi separano più scaffali, ordinati per genere e poi per lettere alfabetiche.

«Wow...» riesco a dire «Talìa lo amerebbe.»
«Penso che se lo scoprissero, lei e Rose verrebbero a vivere qui.» ride Scorpius, contagiandomi. Ci dirigiamo verso lo scaffale intitolato "Babbani" e poi ci infiltriamo nella sezione "Classici Antichi".

Scorpius scorre un dito sul legno, osservando attentamente ogni copertina. «Trovato.» dice, tirando fuori l'opera. Se la mette sotto braccio, poi si dirige verso un tavolo, poggiandola sulla superficie legnosa. Si siede e mi fa cenno di accomodarmi accanto a lui, poi fa apparire con un colpo di bacchetta piuma e pergamena.

«Non lasciare che Lyssa si impossessi dell'eroe.» ripete ad alta voce le parole pronunciate dalla Cooman, scrivendole sulla pergamena. «Nel luogo in cui il travagliato principe giunse, colei che sussurra ti indicherà la strada.» continua a parlare e a scrivere.

«Persuadi i sovrani dell'Averno, dai pace all'anima destinata ai Campi Elisi, e l'ingiusta morte verrà vendicata.» finisco, e Scorpius osserva la pergamena.
«È una profezia... non mi piacciono le profezie.» mormoro, scuotendo la testa.

«Proviamo a decifrarla, potrebbe essere importante.» mi dice Scorpius ed io annuisco, avvicinandomi con la sedia a lui.
«Non ho idea di chi o cosa sia questa Lyssa, tu?» mi chiede Scorpius ed io scuoto la testa.
«Nemmeno io.»

Scorpius racchiude in un cerchio il nome Lyssa, e fa lo stesso con eroe. «Potrebbe riferirsi a chiunque.» dice ed io annuisco.
«Il travagliato rincipe potrebbe essere Enea.» dice Scorpius, ed io osservo il libro accanto alle mie mani. Lo apro alla prima pagina:

Canto le armi e l'uomo, che per primo dai lidi di Troia
venne in Italia fuggiasco, per fato, e alle spiagge
lavinie, e molto in terra e sul mare fu preda
di forze divine, per l'ira ostinata della crudele Giunone,
molto sofferse anche in guerra, finché ebbe fondato
la sua città, portato nel Lazio i suoi dèi, donde il sangue
Latino, e i padri Albani, e le mura dell'alta Roma.
Musa, tu dimmi le cause, per quale offesa divina,
per quale dolore la regina dei numi a soffrir tante pene,
a incontrar tante angosce condannò l'uomo pio.
Così grandi nell'animo dei celesti le ire!?

Alla pagina precedente c'è il testo originale in latino. Arma virumque cano...

«Guarda qui...» dice Scorpius, facendo scorrere un dito sul testo in latino e appellando un dizionario di quella lingua ormai morta.
«Cerca iactatus.» mi dice e apro il dizionario, sfogliando le pagine mentre lui continua a fissare concentrato il libro e poi la pergamena.

«Travagliato.» leggo, alzando poi lo sguardo «Come il principe.» continuo.
Scorpius annuisce, e traccia una linea accanto a principe, scrivendo Enea.
«Il proemio dice che Enea giunse in Italia. La profezia della Cooman dice di andare lì, da colei che sussurra.» dico a Scorpius.

«La Sibilla Cumana, l'oracolo di Cuma.» dice Scorpius, appuntando altre informazioni sulla pergamena. Inizia a sfogliare l'Eneide, fermandosi alla prima pagina del sesto libro, poi continua a sfogliare più lentamente.

«Cuma è vicino Napoli.» dice Scorpius, e sento il respiro morirmi in gola. «Ci siamo stati, mesi fa...» continua e abbasso lo sguardo.
Ricordo benissimo. Talìa e Percy erano precipitati giù dall'Argo II in seguito all'attacco dei pirati zombie ed io, Scorpius e Lily eravamo andati a cercarli. Avevamo affrontato gli orrori del mare e della terraferma, e li avevano superati. Fin quando non siamo arrivati su quella maledetta isola greca...

«Non voglio tornarci.» dico a Scorpius, cercando di non far tremare la mia voce.
«Nessuno ha detto che dovremo andare noi, Albus.» si affretta a tranquillizzarmi, prendendomi entrambi le mani e guardandomi negli occhi. Annuisco, ma so che non è così.

«Continuiamo?» mi chiede e annuisco di nuovo, cercando di togliermi i ricordi dalla testa. «L'Averno... un Lago si chiama così, ed è proprio da quelle parti, a Cuma.» mi dice, e si appunta altre informazioni sulla pergamena.

«No, aspetta. Non ha senso. I sovrani del Lago?» dice Scorpius, guardandomi accigliato.
«In effetti...» sospiro, allungando una mano verso il viso di Scorpius, rilassando il cipiglio formatoglisi sulla fronte. Lui sorride, io anche.

«La Cooman dice di dare pace ad un'anima destinata ai Campi Elisi, e in questo modo una morte ingiusta potrà essere vendicata.» dice Scorpius, e io cerco di ricordarmi i racconti mitologici della mia migliore amica.

«I Campi Elisi si trovano nell'Ade, il regno dei morti. Sono destinati a coloro cari agli dei, come i loro prediletti, o i loro figli. Forse dobbiamo dare pace all'anima di un semidio?» ipotizzo. «Ma cosa c'entra Abel in tutto questo?» domando.

«Potrebbe essere lui l'eroe di cui parla la Cooman.» dice Scorpius, osservando la pergamena. «Ricapitolando, questa Lyssa non deve impossessarsi di Abel, e per farlo qualcuno dovrà  viaggiare come fece Enea, andando a Cuma e chiedendo aiuto alla Sibilla, che è solo una leggenda, e che se non lo è è morta da... 2000 anni? Questi dovranno persuadere i proprietari del Lago d'Averno e dare pace ad un'anima per vendicare una morte ingiusta.» dice Scorpius.

«La Cooman ha parlato al singolare, a me.» dico a Scorpius, guardandolo negli occhi. Lui non dice nulla, aspettando che io continui. «Talìa mi ha sempre detto che le profezie non vanno ignorate. Che il fato vince sempre, in un modo o nell'altro.» continuo.

«Se tu andrai, io verrò con te.» mi dice, poggiandomi una mano sulla gamba. Io annuisco: sapevo lo avrebbe detto. Lo avrei detto anch'io. «Ti seguirei ovunque, lo sai.»

✵ ✯ ✵ ✯ ✵

«Come sta tuo padre, Scorpius?» Scorpius ingoia il cibo che ha in bocca prima di rispondere alla domanda postagli.
«Sta bene, e saluta entrambi.» risponde, sorridendo educatamente ai miei genitori.

«Mi fa piacere.» mio padre ricambia il sorriso, alternando lo sguardo fra me e il mio ragazzo con un'espressione da imbecille stampata sulla faccia. Scommetto tutti gli Oreo di Talìa che ora dirà qualcosa di estremamente stu...

«Avete in mente anche voi una fuga d'amore, come James e Talìa?» chiede, serio. A Scorpius va di traverso il cibo. Io ho intenzione di scivolare lentamente sotto il tavolo.
«James e Talìa sono fidanzati?» chiede mia madre. Ti prego, non mettertici anche tu...

«James e Talìa non stanno insieme.» sospiro, cercando di far evaporare velocemente le mie povere guance. Scorpius sta ancora cercando di riacquistare una respirazione regolare.
«Ah, l'amore degli adolescenti. Ricordo come fosse ieri quando...» mia madre fortunatamente interrompe mio padre.

«Harry, basta parlare di Cho Chang. Sai che mi irrita.» sbuffa, lanciandogli un'occhiataccia.
Mio padre si copre la bocca con una mano, guardando Scorpius. «Albus ha ereditato la sua gelosia, non è così?» gli chiede.
«Papà!» sbuffo, imbarazzato. Scorpius sorride.

«Bene, visto che sono gelosa, ho bisogno di sfogare la mia rabbia. Quindi, caro, sparecchia tu.» sorride mia madre. «Scorpius, ti piacciono i film babbani?» gli chiede, invitandoci ad alzarci e a seguirla in salotto.

Non ce lo facciamo ripetere due volte, e sento mio padre sbuffare alle nostre spalle, contrariato ma allo stesso tempo divertito. Mamma adora punzecchiarlo in questo modo. Lei e Lily se la spassavano un mondo...

«Hai qualche preferenza?» chiede mia madre a Scorpius, e cerco di risucchiare la tristezza dentro di me, accomodandomi sul divano. Scorpius si siede compostamente accanto a me.
«Non saprei... mio padre non ha la televisione babbana, e di conseguenza non ho mai visto un film...» dice Scorpius e mia madre lo guarda come se fosse un alieno.

Poi si rivolge a me con uno sguardo di rimprovero. «Albus Severus Potter, devi assolutamente portare il tuo fidanzato al cinema in questi giorni! Danno di nuovo Titanic, settimana prossima.» mi fa la predica ed io scuoto la testa, imbarazzato.

«Perdonalo, Scorpius.» continua mia madre, guardando Scorpius dispiaciuta. Fa sul serio?!
«Non importa, signora Potter.» sorride lui.
«Ti prego, chiamami Ginny. Che ne dici di Showhunters? È urban fantasy. Carino, ma i libri sono meglio.» dice mia madre.

«Non è esattamente il mio genere.» dice Scorpius «Ma se a lei piace... cioè, se a te piace, possiamo comunque guardarlo...» impacciato.
«Mmh, meglio di no.» dice mia madre, scorrendo fra i film disponibili sulla piattaforma streaming alla quale si è iscritta.

Nonno Arthur deve avergli passato l'ossessione per gli oggetti babbani, in particolare per la televisione. Mia madre passerebbe la sua vita davanti alla poltrona, ingurgitando cioccorane e andando da una serie all'altra su Netflix.

«Oh, questo è perfetto.» dice, cliccando su un film che si intitola Chiamami col tuo nome.
«Buona visione!» ci sorride, poi spegne le luci con un colpo di bacchetta e sparisce in corridoio. Scorpius mi fissa leggermente sconvolto.

«Vuoi lasciarmi?» gli chiedo, provando vergogna per i miei genitori. Scorpius ride, scuotendo la testa, avvolgendomi la schiena con un braccio e attirandomi a se, facendomi poggiare la guancia sulla sua spalla.

«Come fanno i babbani a muoversi lì dentro?» mi chiede Scorpius ed io sorrido, prendendogli la mano e chiudendola nelle mie, mentre con l'altra lui mi accarezza dolcemente il fianco.
«È come le nostre fotografie, solo che a colori e con il volume.» gli rispondo, e in quel momento finiscono i titoli d'inizio.

Il film inizia con un ragazzo dai capelli scuri e scompigliati che lancia vestiti su un letto dove è sdraiata una ragazza che lo osserva divertita. Si sente il rumore di una macchina che parcheggia e il ragazzo si avvicina alla finestra della sua stanza.

«Ti somiglia, un po'.» dice Scorpius, ed io alzo lo sguardo verso di lui.
«Davvero?» gli chiedo, alzando le sopracciglia. Lui mi osserva attentamente nella semioscurità, la sua pelle che cambia tonalità a seconda della luce emessa dalla televisione.

«Sì, ma tu sei più bello.» mi sorride, con tutta la naturalezza e sincerità del mondo. Per fortuna siamo al buio e non può vedermi arrossire, ma probabilmente riuscirà a percepire il calore della mia faccia visto che sto letteralmente andando a fuoco.

Scorpius mi da un bacino sul naso, poi torna a guardare il film ed io, dopo aver raccolto un po' di dignità, seguo il suo esempio. Sullo schermo del televisore, un ragazzo alto scende da un auto e nel momento in cui catturano i raggi del Sole, i suoi capelli risplendono di un biondo miele.

«Quello sono io, ma abbronzato.» dice Scorpius, facendomi ridere. Pochi secondi dopo anche il ragazzo del film fa una battuta. Mi accoccolo a lui e per la maggior parte del tempo ci godiamo il film silenziosamente. Fin quando, nemmeno a metà, mi addormento.

Ma non perché il film sia noioso, anzi, mi stava prendendo anche molto. È che all'improvviso sento i muscoli cedere e le palpebre abbassarsi. La mente mi si offusca e vengo catapultato in uno strano sogno senza alcun senso.

Vedo come il trailer di un film diverse scene che si susseguono l'una dopo l'altra: un ragazzo dai capelli marroni e il volto oscurato che tiene in spalla un maestoso arco, una ragazza dai lunghi capelli scuri con il viso coperto da una tela argentata e un'altro ragazzo il cui viso è coperto da un elmo greco, ciuffi di capelli chiari spuntano fuori dagli spazi aperti.

Sento i lamenti e le urla di tante persone.
Lasciaci andare!
Basta!
Cosa vuoi da noi?!

Come risposta hanno soltanto una risata malvagia. Cerco di aprire gli occhi, ma inutilmente. Sulle mie palpebre chiuse inizia a prendere forma uno strano mantello con su ricamate delle forme in oro. Emette una forte luce, e una flebile voce esce fuori da esso, giungendo dritta verso di me, colpendomi in pieno petto.

«Se non salvi lui, sarò perduta.» mi sussurra la voce di mia sorella, e subito dopo rivedo ciò che ho visto nella sfera di cristallo della professoressa Cooman, quello stesso pomeriggio: Abel che impazzisce.

Vorrei chiederle da cosa devo salvarlo, come posso farlo e perché ha bisogno di me. Ma ho la bocca serrata. Tuttavia, la voce di Lily sembra leggermi nel pensiero. «Lui è da solo a combattere i suoi fantasmi. Aiutalo.»

Quando riesco finalmente ad aprire gli occhi, è mattina. Il sole che filtra dalla finestra mi arriva dritto in faccia. Provo a muovermi, ma sento qualcosa, o meglio, qualcuno che mi tiene stretto. Cerco di girare la testa, e mi basta poco per notare i capelli biondi di Scorpius sparsi sulle mie spalle.

Ci siamo addormentati davanti al televisore. Abbracciati. Mentre guardavamo un film romantico su due ragazzi che ci somigliano scelto appositamente da mia madre. Abbiamo una coperta addosso, e ieri sera non c'era. Questo vuol dire che qualcuno di ha coperti. E che quindi ci ha visti così. E questo qualcuno è probabilmente mia madre. O peggio, mio padre. Oh Merlino, che imbarazzo.

«Scorp...» mormoro, con la voce impastata dal sonno. Lui si limita a rispondermi con un mugolio, accoccolandosi ancora di più a me.
Ripenso a ciò che ho sognato, alla voce di mia sorella che mi prega di aiutarla, che mi fa credere che c'è ancora una goccia di speranza.

«Scorpius.» lo richiamo, fissando dritto davanti a me, pensando a mia sorella.
«Mh?» dice lui, abbracciandomi i fianchi.
«Alziamoci.» gli rispondo, deglutendo.

«Perché?» mi chiede lui, insonnolito.
«Ci dovrebbe essere un volo per l'Italia, fra qualche ora. Non dobbiamo perderlo.»

—Coso autrice.—

Holaaa!
Scusate tanto se non ho aggiornato in queste settimane, ma è "colpa" di diversi fattori. :,)
Vabbè, tralasciando i casini personali, ho aspettato a lungo perché voglio dare il massimo in questo libro e per farlo devo conoscere alla perfezione quello a cui si ispira, ovvero l'Eneide. E la sto studiando proprio in questo periodo a scuola, quindi spero di fare un bel lavoro. :D

So che vi sono mancata, comunque ;D
Anyway, spero che questo capitolo vi sia piaciuto❤️

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