Ventidue ↭ Shape of You
Questa qui sopra è la copertina di Babydoll, una lashton che io e la bellissima fletcherssmile98 stiamo scrivendo insieme. La trovate sul nostro profilo congiunto DoubleTrouble, se volete passare a dare un'occhiata! ♥♥
***
[Claire]
Ero nervosa da far schifo. E me ne accorgevo solo in quel momento mentre Tessa, seduta sul mio letto con espressione rassegnata, passava in rassegna gli abiti che le avevo lanciato contro perché non sapevo cosa mettere. Era passato così tanto tempo da quando avevo avuto un appuntamento decente che adesso anche il pensiero di abbinare maglia rosa e pantaloni neri mi dava la nausea, mi faceva pensare che non sarei stata in grado di sopportare la tensione. Ero sull'orlo di una crisi di nervi, in pratica, crisi di nervi che – ovviamente – Tessa avrebbe dovuto sopportare.
«Perché ho accettato di uscire con lei?», ripetei, crollando esausta sulla sedia della scrivania, «Andrà tutto malissimo!».
Tessa alzò gli occhi al cielo. «Non andrà niente malissimo, suvvia! Anzi, io sono sicura che andrà tutto benissimo e decisamente meglio di come te l'aspetti. Devi essere positiva, Claire cara, altrimenti la vita non ti sorriderà», disse, dannatamente ottimista come suo solito, mentre si alzava e saltellava verso il mio armadio. Fino a due secondi fa era depressa per la situazione con Luke e adesso invece parlava di restare positivi e scrutava allegra nel mio armadio per aiutarmi a trovare l'outfit adatto per il mio appuntamento. A volte invidiavo questa sua capacità di seppellire i dispiaceri per aiutare gli altri, io non ne ero capace; se qualcosa non andava come volevo mi facevo sopraffare dalle emozioni e non riuscivo a fare niente – proprio come adesso, anche se a dirla tutta quella era più una situazione dettata dall'ansia che da altro.
«Che ne dici di questo?», mi chiese Tessa, distraendomi dai miei pensieri e sfoderando un vestito nero dall'armadio. Non era niente di speciale, quindi scossi la testa e Tessa si limitò a sospirare, mettendo il vestito a posto. Dopo quello susseguirono innumerevoli capi di vestiario, alcuni troppo semplici, alcuni troppo speciali, altri che non mi piacevano. Mezz'ora dopo anche Tessa aveva perso le speranze, si era seduta per terra e osservava l'armadio di fronte a sé con espressione vacua, indicando di tanto in tanto abiti che rifiutavo persino di vedere o che avevamo già visto.
«Ma insomma, vuoi andarci nuda a questo appuntamento?! Deciditi!», sbottò all'improvviso, alzandosi, «Okay, forse Ashley apprezzerebbe se ti presentassi nuda, ma non è questo il punto. Sei quasi in ritardo, devi ancora cambiarti e truccarti e siamo ancora a zero qui!».
«Ma tutti questi abiti non mi piacciono! Sono troppo poco speciali per uscire con una come Ashley, non voglio fare brutte figure».
Tessa sospirò. «Claire, ad Ashley piaci perché sei tu, non per i vestiti che indossi. Le piaci perché sei bella, simpatica, divertente, e non perché sai abbinare i colori – Okay, è anche probabile che le piaci perché gliela lecchi bene a giudicare da quanto avete scopato, ma comunque, non le piaci per come appari ma per come sei. E adesso decidiamo cosa indossare e va a conquistare la tua donna», esclamò combattiva, facendomi scoppiare a ridere.
Mi ritrovai a sospirare con aria sognante mentre seguivo Tessa in bagno. Avevo deciso di fidarmi del suo istinto e di indossare le prime cose che mi aveva passato, sperando che almeno mi avrebbero fatta sentire carina. «Quattro orgasmi consecutivi solo grazie alle magie della mia lingua», borbottai, facendo scuotere la testa a Tessa.
«Già, questo non credevo di volerlo sapere», mugugnò leggermente indispettita mentre si sedeva sul cesto dei panni sporchi, «Però devo dire che vi invidio molto».
La guardai con un sopracciglio alzato. «Perché? Luke non è stato bravo?», le chiesi, incuriosita, «A pensarci tu non mi hai raccontato di com'è stato».
Alle mie parole Tessa arrossì veemente. «Oh, no, Luke non era il problema... credo che avremmo continuato se Michael non fosse tornato a casa e ci avesse beccati», mormorò, improvvisamente intimidita.
Scossi la testa. «Quindi quando eravate sul terrazzo non avete fatto niente?».
«Lui ci ha provato ma... non gliel'ho permesso, ecco. Non volevo succedesse di nuovo», confessò, «Nonostante l'avessi voluto. È complicato».
«Non è complicato, sei stupida», borbottai io entrando in doccia, «O sei stupida o lui non è poi così bravo».
«Oh, no; Luke è bravo anche se io non sia una fonte proprio attendibile, visto che lui è stato l'unico...», rispose, arrossendo nuovamente.
Io le sorrisi maliziosa. «Quanto bravo?».
Tessa sospirò. «Talmente bravo che Dio, se ci ripenso rischio di bagnarmi».
«Okay, okay, credo che sia una risposta sufficiente».
***
Tessa e Michael mi avevano accompagnata a Park Avenue, dove avrei dovuto incontrare Ashley. A Michael era sembrato un po' sospetto che io non stessi andando con loro, ma speravo si fosse bevuto la storia di me che uscivo con Marjorje - Marjorje che, tra l'altro, non vedevo dal famigerato episodio della rissa. Avrei dovuto affrontarla, prima o poi, ma avrei preferito non farlo. Non avevo il coraggio necessario, nonostante ormai lei non mi piacesse più di tanto (la cotta mi era quasi passata del tutto, e decisamente grazie ad Ashley. Era diventata parte integrante della mia vita così all'improvviso, "liberandomi" da quei sentimenti così negativi per Marjorje, ed io ne ero soltanto grata).
Persa nei miei pensieri - e distratta dal cellulare; stavo parlando con Tessa della situazione disastrosa in cui s'era andata a cacciare - quasi non mi accorsi dell'arrivo di Ashley. La guardai camminare verso di me, bellissima come sempre nel suo sorriso radioso e con i capelli ondulati lasciati liberi sulla schiena. Era vestita in modo semplice, eppure mi sembrava elegante come una regina mentre volteggiava disinvolta verso di me, mi salutava con un bacio e poi mi prendeva per mano, strattonandomi verso il marciapiedi.
«Cazzo, sei bellissima», mi ritrovai a dire senza pensarci; arrossii mentre Ashley ridacchiava.
«Grazie Claire. Anche tu sei bellissima, oggi più del solito», rispose lei, allungandosi sulle punte dei piedi per baciarmi la punta del naso, «Allora, sei pronta per questo appuntamento?».
Deglutii. «Mentirei se ti dicessi di sì», risposi, facendola ridere, «Dove mi porti di bello?».
«C'è un All You Can Eat in questa strada», spiegò, «Potremmo andare a mangiare lì e poi fare una passeggiata - sempre se ti va, ovvio. Va bene? Forse è troppo scontato o troppo poco-».
La interruppi con un piccolo bacio sulle labbra; Ashley si imbronciò ma poi mi sorrise imbarazzata, rossa come un peperone. Mi resi conto, guardandola, che mi piaceva farla arrossire, diventava infinitamente carina (non che solitamente non lo fosse, ovvio). «A me basta essere con te, Ashley. Possiamo anche restare a casa e guardare un film mangiando gelato, andrebbe bene lo stesso», le dissi, facendola sorridere riconoscente.
«E pensare che quella era la mia prima idea», borbottò dispiaciuta, facendomi scoppiare a ridere, «Okay, forse è meglio andare, non credi?».
Annuii contenta; Ashley mi lasciò un piccolo bacio sulle labbra e riprendemmo a camminare, parlando del più e del meno finché non arrivammo ad un piccolo locale. Entrammo e, dopo aver trovato un tavolo ordinammo tutto ciò che pensavamo avremmo potuto mangiare.
«Dio, sono secoli che non vengo qui», esclamò Ashley, sorridendo estasiata, «Qui fanno il migliore pollo al curry di tutta New York».
Sentii il mio stomaco brontolare alla menzione del pollo al curry. Era stata la prima cosa che avevo ordinato, i miei occhi si erano letteralmente spalancati - come la bocca del mio stomaco - quando l'avevo visto nel menu. «Senti, ho già fame, non infierire parlandomi del pollo al curry», implorai, facendo sorridere Ashley in modo infame.
«Quindi hai fame?», mi chiese, ridacchiando, «Dai, tra poco potrai mettere il miglior pollo al curry che le tue papille gustative abbiano mai percepito sotto i denti», mugugnò, prendendo ad accarezzarmi la mano in modo lascivo, «Oppure potresti leccarmela da sotto il tavolo, se proprio non vedi l'ora di mangiare qualcosa e non riesci più ad aspettare».
Quasi sputai l'acqua che stavo bevendo; tossii sotto lo sguardo malizioso e divertito di Ashley. Mi ci volle un po' per riprendermi dai suoi commenti. «Sei una stronza!», sbottai, facendola scoppiare a ridere.
«Ah perché, non vorresti? Eppure l'altra volta mi sembravi così contenta di leccarmela», rispose, mordendosi il labbro inferiore.
Avrei dovuto indossare dei pantaloni, sì. Mi ritrovai ad accavallare le gambe nell'invano tentativo di ridurre la pressione che sentivo in mezzo alle mie gambe mentre Ashley continuava a guardarmi con malizia, leccandosi le labbra. Era così dannatamente stronza ed eccitante che volevo prenderla a schiaffi e allo stesso tempo fare tutto ciò che lei avesse voluto che le facessi. Era una situazione orribile. «Non tentarmi, piccola stronza», la minacciai, abbassando la voce mentre la cameriera che aveva preso le nostre ordinazioni si fermava al nostro tavolo e posava due piatti davanti a noi, mettendo fine per qualche secondo alla tensione sessuale che si era accumulata tra me ed Ashley; tensione che, tra l'altro, tornò galoppante quando la cameriera lasciò il tavolo ed Ashley attaccò di nuovo, questa volta attorcigliandosi i capelli tra le dita.
«Scusa», borbottò, fissandomi innocente (per quanto innocente Ashley Irwin potesse essere), «Ti ho turbata in qualche modo?».
Deglutii. «Direi proprio di sì».
Ashley sorrise maliziosa. «Beh, potresti pur sempre punirmi - le ragazze cattive meritano di essere punite, non credi anche tu?».
Strinsi le cosce. Dio, non sarei resistita a lungo. E Ashley lo sapeva benissimo « S-smettila ti prego», borbottai, facendo ridere maleficamente la ragazza che sembrava tanto angelica, ma che in realtà era un vero diavolo.
«Ma è così bello vederti in difficoltà», mormorò Ashley, imbronciandosi, «Ma se proprio insisti, la smetto».
Sospirai di sollievo. «Ah, grazie al cielo».
«Però mi stavo divertendo a metterti in difficoltà - Scommetto che stavi per venire senza neanche essere toccata».
Mi ritrovai a gemere frustrata. «Ma non vale! Lo sai che io ho un problema con il dirty talking e poi tu sei così dannatamente sexy mentre fai l'innocente quando poi sei sfacciata da morire e - Cazzo, credo di avere un problema con il tuo corpo», mi ritrovai a dire tutto d'un fiato, arrossendo successivamente.
A quel punto Ashley sorrise, si alzò e mi prese per mano, guidandomi verso il bagno. «Beh, allora risolviamo questo problema. Non vedo l'ora di avere la tua lingua su di me».
***
[A/N] Holaaa! Devo entrare a lezione quindi sarò super breve: Claire e Ashley si sono date un gran daffare nel bagno dell'All You Can Eat e ho un annuncio da fare: siccome la storia è arrivata a 1k voti (e Dio, non vi ringrazierò mai abbastanza♥) e ieri sono arrivata a 800 followers (YAY VIVA ME), proverò a postare questa storia per tutta la settimana (quindi preparatevi che dovete sopportarmi). A domani!♥♥
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