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Tredici ↭ Sweet Dreams (are made of this)

[Tessa]


«Grazie per la bella giornata», dissi a Luke, voltandomi verso di lui e sorridendogli timida quando si fermò davanti al mio condominio - una mossa un po' azzardata, se si pensa che Arzaylea fosse da Michael e che sapeva che Luke non fosse con lei perché aveva la febbre. Ma ormai erano le undici e mezza, probabilmente era andata via.

Quella serata con Luke era stata assurda, per certi versi, ma mi ero divertita ad ascoltare le storie di sua nonna e a giocare con Petunia, di cui mi ero innamorata - e forse mi ero divertita anche a baciare Luke, nonostante la cosa mi stesse facendo sentire dannatamente in colpa. Anche se litigavano, Luke ed Arzaylea erano ancora una coppia, e nonostante i baci non fossero niente di così grave comparati ad altre cose terribili che Luke potrebbe fare alle sue spalle, era comunque un tradimento. Ed essere la stronza con cui tradiva la ragazza non mi piaceva, ma i suoi baci sì, e quindi non sapevo cosa pensare. Ero divisa tra il fare la cosa giusta per me e quella giusta per gli altri.

Luke ricambiò il mio sorriso, arrossendo lievemente. Non pensavo fosse addirittura capace di arrossire, era stata una bella scoperta. «Figurati. Grazie a te per avermi sopportato per tutta la giornata - da solo sarei impazzito».

«Uhm, di niente. Adesso dovrei andare però», dissi io, aprendo la portiera per uscire dall'auto. Prima che potessi fare un solo passo fuori, però, Luke mi afferrò per il polso costringendomi a voltarmi verso di lui; quando lo feci mi ritrovai di nuovo con le labbra attaccate alle sue e quel misto di senso di colpa e felicità che si intensificava nel mio stomaco, togliendomi il fiato proprio come stava facendo la bocca di Luke sulla mia.

Quando ci staccammo Luke respirava affannato ed aveva un piccolo sorriso sulle labbra leggermente più gonfie del solito. Il suo respiro colpì le mie labbra, facendomi rabbrividire. «Buonanotte», disse soltanto, posando un'ultima volta le labbra sulle mie prima di lasciarmi andare.

Arrossii, non potendo fare a meno di sorridere mentre salutavo Luke e scendevo dall'auto, osservandolo andare via stringendomi nella giacca che lui aveva insisto affinché tenessi io - con la solita scusa del "sta meglio a te" e "mi piace che indossi i miei vestiti", parole che potevano sembrare innocue ma che in realtà non avevano fatto altro che aumentare i miei sensi di colpa nei confronti di Arzaylea. Avrebbe dovuto dirlo a lei, non a me.

Cercai di non pensarci più mentre salivo le scale lentamente per raggiungere il mio appartamento, in cerca di un po' di pace che pensavo avrei trovato facilmente, visto e considerato che Claire quando si fermava da Michael faceva sempre tardi. In effetti, avrei fatto meglio ad andare lì, ma sapevo che mi avrebbe riempita di domande su dove fossi stata e volevo non pensarci almeno fino alla mattina. E poi ero esausta, sia fisicamente che mentalmente.

In ogni caso, avevo parlato troppo presto. E me ne resi conto quando, arrivata sul pianerottolo, mi ritrovai la fidanzata di Michael avanti. Crystal mi guardava con sospetto e diffidenza, mettendomi in soggezione con le sue occhiate. La salutai con un cenno della mano mentre mi dirigevo sulla porta del mio appartamento, volendo soltanto liberarmi di lei.

«Come mai non sei venuta? Di solito quando Michael organizza queste cose ci sei sempre».

Sgranai gli occhi al sentire quelle parole piene di sospetto, quasi facendo cadere le chiavi per terra. Oddio. Ma non poteva andarsene e basta, invece di attaccarmi inutilmente?

Cercai di darmi un contegno mentre mi voltavo, sorridendo falsamente a Crystal. «Avevo da studiare», spiegai, indicando la borsa - che in realtà conteneva soltanto qualche quaderno per gli appunti e due penne, «Ci saranno altre occasioni».

Crystal annuì sempre più sospettosa. «Ah, capisco. E come mai hai due giacche addosso?», continuò a chiedere, indicandomi.

Arrossii, sentendo la giacca di jeans pesare più di quanto non lo facesse sul serio. «Avevo freddo stamattina», dissi soltanto, schiacciandomi contro la porta. Se avesse continuato a fare domande l'avrei pugnalata con le chiavi che avevo in mano - o mi sarebbe venuto un attacco di panico, questo era più probabile...

«Mmh, sì, capisco. Allora io vado – ci vediamo. Ah, e va a salutare Michael, c'è rimasto davvero male quando non ti ha vista arrivare con Claire», disse Crystal, salutandomi prima di dirigersi verso le scale. La salutai di rimando, entrando finalmente in casa e liberando un sospiro frustrato che non pensavo di aver trattenuto. Quella conversazione era stata assurda – e ancora più assurdo era il pensiero che forse Crystal mi aveva trattenuta sul pianerottolo per notare qualche particolare sospetto in me, come la giacca. Chissà, forse l'aveva vista indosso a Luke qualche volta e l'aveva riconosciuta... ma forse erano soltanto mie paranoie inutili. Me ne stavo facendo troppe ultimamente, e sebbene alcune avessero diritto di esistere molte erano infondate, come questa della giacca: insomma, perché Crystal dovrebbe ricordarsi di una giacca indossata da Luke? Era assurdo...

Mi diressi in camera mia, ignorando il fatto che forse sarei davvero dovuta andare da Michael e passare il resto della serata con i miei amici, anziché restare da sola a pensare a Luke e ai suoi baci e alle sue carezze; per quanto mi sforzassi di non farlo, non riuscivo a togliermi dalla testa la dolcezza delle sue labbra sulle mie, la delicatezza delle sue mani che percorrevano i miei fianchi, il suo respiro calmo e controllato in netto contrasto con il mio, affannoso e fin troppo imbarazzante. Il suo profumo aleggiava completamente attorno a me, più che altro grazie alla giacca che mi avviluppava completamente, essendo di qualche taglia più grande della mia; quel profumo mi faceva stare bene, in pace con me stessa nonostante non volessi provare quelle cose – era inevitabile. E non sapevo neanche come classificarle, quelle cose, se rientrassero nell'amore o meno o se alla fine fossero scaturite soltanto da un'attrazione fisica che non poteva e non doveva esistere, non con Luke, non in quel momento almeno. Ma era qualcosa di talmente dolce che riusciva a superare tutto il mio buonsenso e l'autocontrollo che, diciamocela tutta, non era mai stato così forte. Con Luke tuttavia era stato capace di raggiungere picchi altissimi di debolezza, a far cedere completamente le mie difese, ad arrendermi al mio istinto senza tener conto del mio raziocinio. Non che fossi stata mai una persona così razionale e con la testa sulle spalle, io, del resto. Non facevo mai la cosa giusta, qualsiasi essa fosse.

Tormentata da quei pensieri, mi addormentai qualche minuto dopo, con il televisore acceso, ancora vestita e con la giacca di Luke addosso.

***


Quando sono triste, guardo Daredevil. Quando sono felice, guardo Daredevil. Quando sono arrabbiata, nervosa o in ansia, guardo Daredevil. Quando devo studiare e sono a tanto così dagli esami, procrastino guardando Daredevil. Insomma, Daredevil era la risposta a tutti i miei problemi. E lo era anche in quel momento, in cui non sapevo cosa pensare riguardo ad ogni cosa e Claire non faceva altro che farmi domande insistenti su dove fossi stata, sul perché non fossi andata da Michael al mio ritorno e sull'identità del proprietario della giacca che mi aveva visto tenere addosso mentre dormivo. Cercavo di fare del mio meglio per ignorarla – e per ignorare anche i miei sentimenti e i miei pensieri – e Charlie Cox era un validissimo aiuto in questo.

«Ma insomma, smettila di guardare questo cieco in spandex che picchia mafiosi giapponesi e dimmi cosa diamine hai fatto ieri tutta la giornata!», sbottò, mettendo in pausa l'episodio che stavo guardando e mettendosi davanti al televisore brandendo il telecomando come se fosse stata un'arma di distruzione di massa.

Mi imbronciai. «Ma questa è la parte più bella dell'episodio!», sbottai, «Fammi guardare Matt che fa il culo a Wilson Fisk, dai!».

Claire alzò gli occhi al cielo. «Senti, il fatto che conosci questo episodio a memoria mi inquieta - perché non vuoi parlarmi di ieri? Mi hai detto che avresti spiegato», mi chiese, adesso imbronciata, «Lo sai che, qualsiasi cosa tu abbia fatto, io non ti giudico».

Sospirai, puntando lo sguardo verso il tappeto. Ammettere la verità mi faceva sentire strana, dava più concretezza a qualcosa che speravo ardentemente fosse successo soltanto nei sogni che avevo fatto durante la notte. «Ieri sono stata con... con Luke».

«SI! Lo sapevo!», strillò Claire, correndo ad abbracciarmi, lasciandomi spiazzata. Beh, io mi sarei aspettata di tutto, ma non questo - okay, forse me lo aspettavo. Da una come Claire puoi aspettarti di tutto, del resto. Solo che non pensavo la cosa la rendesse tanto felice da abbracciarmi...

Comunque, tralasciando la reazione esageratamente spropositata di Claire che ancora strillava ed esultava, stavo pensando ad una cosa. E cioè, all fatto che lei l'avesse capito. Certo, era qualcosa di dannatamente facile da capire specialmente per Claire, che mi conosceva quanto le sue tasche, ma non riuscii a fare a meno di pensare che la nostra assenza fosse sembrata sospetta ad altri - ovvero, ad Arzaylea e Crystal, che poi aveva avuto la conferma vedendomi sgattaiolare sul pianerottolo con la giacca di Luke addosso.

«Claire», chiamai la mia amica, che si staccò confusa e preoccupata da me. La mia voce era pregna d'ansia, paura ed inquietudine, emozioni che trasparivano da ogni lettera.

«Che succede?», mi chiese, premurosa, accarezzandomi un braccio. Mi accorsi di star tremando.

Un sospiro lasciò le mie labbra quasi automaticamente mentre mi sedevo composta sul divano, a gambe incrociate. Claire studiò ogni mio movimento attentamente. «È che... ieri sera, tornando qui, mi sono ritrovata Crystal davanti e mi ha fatto delle domande un po' troppo consapevoli, come se sapesse dove fossi stata e con chi, e... ho paura che lei ed Arzaylea abbiano capito che io e Luke siamo stati insieme», spiegai, stringendomi nelle spalle.

Claire mi fissò dispiaciuta, non facendo altro che aumentare la mia ansia. «Eh... non voglio mentirti, ma mi è sembrato che Arzaylea sospettasse qualcosa. Mi ha chiesto di te», rispose, arrestando il battito del mio cuore, «Potrebbe essere perché io le ho chiesto di Luke, ma... non ne sono sicura, sai».

Mi portai le mani in faccia. «Dio santo! Avranno capito sicuramente tutto e cazzo, finirò all'inferno perché sono una zoccola traditrice», mi lamentai, sull'orlo di una crisi di panico.

«Beh, dopo averti sentito parlare di Jared Leto e Charlie Cox credo che all'inferno ci finiresti comunque», sdrammatizzò Claire, strappandomi una risata, «E poi tu non hai tradito nessuno, semmai Luke- aspetta. Cosa è successo?!», strillò poi, stonandomi.

Arrossii veemente. «Io e lui... ci siamo... ci siamo baciati più di una volta», confessai, sentendomi sprofondare sempre di più.

Claire strillò, abbracciandomi di nuovo, praticamente saltandomi addosso; non riuscivo a capire tutta quella sua felicità quando neanche io ero proprio così felice di ciò che era successo.

«Sapevo che sarebbe successo», esclamò, lasciandomi andare, «Aspetta che lo dica a Nia e Calum», aggiunse, alzandosi per prendere il suo cellulare.

Riuscii a fermarla prima che potesse fare un altro passo fuori dal mio campo visivo. «No!», urlai, tirandola per il braccio, «Non deve saperlo nessuno a parte te!».

Claire alzò un sopracciglio. «Perché?», mi chiese, scettica, «Calum e Nia non lo direbbero a nessuno, lo sai».

«Lo so, ma... se dovesse scoprirlo qualcun altro? Io ho paura, Claire. E poi... me ne vergogno? Non lo so. Non so cosa pensare», confessai, sentendomi stupida.

Claire indietreggiò, sedendosi sul bracciolo del divano. Mi accarezzò i capelli. «Te ne vergogni? Perché? È una cosa bella», mi chiese, curiosa.

Sospirai. «Non è una cosa bella, Claire. Luke ha tradito la sua ragazza, io sono stata più che altro una distrazione, ecco. E per quanto cerchi di pensare che non è giusto che è sbagliato, riesco sempre a finire per pensare alle labbra di Luke e a quanto mi è piaciuto stare con lui ieri sera - ancora a pensarci ho il vuoto allo stomaco», spiegai, socchiudendo gli occhi.

Claire ridacchiò. «Beh, dalla faccia che hai, ti è piaciuto molto», disse, facendomi aprire gli occhi per puntarli verso di lei, «E sì, forse hai ragione sul fatto che è sbagliato. Ma ci penseremo più in là ad una soluzione, adesso goditi il presente e quella giacca di Luke che ha l'odore di un negozio di profumi maschili».

Risi, annuendo mentre Claire si sedeva accanto a me, facendo ripartire l'episodio di Daredevil - sapeva quanto la terapia a base di Matt Murdock poteva farmi bene. «Già, forse hai ragione. Lo sai che la nonna di Luke ha un cane?».

Claire mi guardò scioccata. «Sei stata da sua nonna? Okay, adesso mi racconti tutto nei minimi dettagli!».

***


[A/N] Heyy, buonasera! ♥♥

Forse è un po' troppo tardi per postare, ma finito di scrivere giusto adesso e voglio postare tre volte a settimana regolarmente, so stick w/me and my disagio ahaha

A domani! ♥♥

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