Otto ↭ Little Bird
[Tessa]
La setta segreta delle lesbiche stronze era una delle mie teorie del complotto preferite. L'idea mi era venuta in mente quando Claire, una sera, mi aveva raccontato della situazione altalenante che stava vivendo con la sua amica Marjorje, di cui era innamorata, che aveva il piede in due staffe: da una parte c'era la sua ex ragazza, Stephenie, che l'aveva fatta soffrire svariate volte ma che alla fine riusciva sempre a riconquistarla, e dall'altra c'era Allison, una ragazza interessata più alla vagina che al cuore di questa povera Marjorje, la quale finiva sempre per dargliela vinta a discapito della mia amica, che si ritrovava sempre con il cuore spezzato ad ascoltare i piagnistei della ragazza ignara di tutto e con una passione sadomasochistica per le ragazze stronze - cosa da cui scaturiva la mia teoria su questa setta segreta composta da lesbiche che avevano la passione del distruggere le vite degli altri. Era una teoria che si era formata negli anni, anni in cui avevo raccolto le testimonianze sia di una mia amica di Houston, Texas, da cui provenivo sia ascoltando Claire che tra i singhiozzi mi raccontava di Marjorje, Allison, Stephenie e di Polly Pocket che tra l'altro ormai era la fondatrice di quell'ordine segreto di stronze. Beh, non era un segreto che Bryana Holly meritasse un premio per essere la persona più stronza ed infame dell'anno - del secolo, mi correggo.
«Sto cominciando a crederci anch'io all'esistenza di questa setta», mugugnò Claire, mentre raggiungevamo l'appartamento di Michael con il fiatone - l'ascensore era in manutenzione quella settimana, il che era stato davvero una bruttissima batosta per noi ragazze pigre e svogliate.
Sospirai, bussando alla porta prima di guardare Claire.«Te l'ho detto io, che esiste e che ce l'ha particolarmente con te per chissà quale motivo, visto che le stronze le acchiappi sempre tu», le rinfacciai,facendole una linguaccia a cui lei mi rispose facendomi il dito medio.
«Wow, non apro neanche la bocca e già mi rispondi a gestacci. Notevole, Claire», borbottò Michal, facendoci entrare in casa, «Com'è stato salire fin qui senza ascensore?».
«Un trauma», risposi io, sospirando mentre mi sedevo al tavolo di Michael in cucina, «Ci siamo solo noi? Di solito hai sempre ospiti a casa».
Michael mi fece un sorriso malizioso. «Ross oggi ha i corsi all'università, quindi non viene se vuoi saperlo», mi prese in giro, facendomi sgranare gli occhi.
Fu Claire a parlare al posto mio, io ero troppo scossa per spiccicare mezza parola. «Quindi le notizie corrono, eh?».
Michael fece spallucce, ridacchiando; io, nel frattempo, stavo sudando freddo. «Beh, vi hanno visti tutti alla festa, sareste potuti essere un po' più discreti», mi rinfacciò il biondo, «Ad ogni modo, Ross me l'ha raccontato comunque. Finalmente hai fatto conquiste!».
Alzai gli occhi al cielo. Sapevo che Ross l'avrebbe raccontato a qualcuno, era ovvio, ma avevo comunque sperato che non lo facesse. Beh, ad ogni modo non c'era niente di male, più o meno. «Non è stato niente di che, solo qualche bacio», mi difesi, stringendomi nelle spalle.
Michael mi guardò scettico. «Già, qualche bacio, due dita nella vagina... un normale sabato sera», mi prese in giro, facendomi impallidire, «Era ora che conoscessi le gioie del sesso, tesoruccio».
Sbuffai. «Avete intenzione di sfottermi per tutta la mia vita?», mi lamentai, prendendo possesso del pc di Michael e facendo partire la playlist su Ed Sheeran che aveva nel suo spotify. La riproduzione casuale fece partire Little Bird, e la cosa, nonostante avessi l'umore un po' a terra, mi fece sorridere.
Michael ridacchiò, distraendomi dalle note della canzone. «Oh, certo che ti sfotterò per tutta la tua vita, Virgin Mojito - io vado in bagno comunque, fate come se foste a casa vostra», disse, prima di voltarsi e lasciare la cucina.
Claire ridacchiò. «Come se ci fosse bisogno di dircelo - cosa diavolo vuoi fare con quell'accendino?», mi chiese accusatoria, puntandomi il dito contro.
Arrossii mentre sventolavo la sigaretta che avevo rubato dal pacchetto che Michael aveva lasciato sul tavolo davanti agli occhi di Claire, che scosse la testa contrariata. «Ehm... volevo accendere questa».
«Ma tu non fumi».
Alzai le spalle. «Voglio fumare oggi, okay? E poi... diamine Claire, è uno Zippo. Ti rendi conto?», mugugnai riferita all'accendino, portandomi la sigaretta in bocca ed accendendola successivamente.
Claire alzò gli occhi al cielo. «Qualsiasi scusa è buona per usare un accendino, piromane in erba come sei», si lamentò, «E poi vuoi dirmi che non ti piace Michael!».
Fissai la mia amica accigliata. «Che?».
«Guarda che me lo ricordo di quando mi raccontasti di quella volta in cui facesti un tiro dalla sigaretta del ragazzo che ti piaceva! Comincio a pensare che questo sia il tuo modo di rompere il ghiaccio con quelli che ti piacciono», mi attaccò Claire, accigliata.
Alzai gli occhi al cielo. «Quante volte te lo devo dire? A me non piace Michael! E quella cosa della sigaretta è successa quando avevo sedici anni - non pensi che sia maturata da allora?», obbiettai, facendo scuotere la testa a Claire.
«Duh, fa come vuoi. Io continuo a sostenere la mia teoria», mugugnò Claire, aprendo il tomo di Psicologia che doveva studiare.
Dopo le parole di Claire calò un silenzio interrotto soltanto dalla voce di Ed Sheeran intervallata dalla mia. «But if I kiss you, will your mouth read this truth? Darling how I miss you, strawberry taste how lips do», canticchiai, convinta che in cucina ci fossimo soltanto io e Claire, che ormai mi sentiva cantare più di quanto mi sentisse parlare. E invece...
«Però, non sapevo avessi questa voce così bella, uccellino. E se vuoi, puoi baciarmi - acqua in bocca, però».
Sobbalzai sulla sedia, voltandomi immediatamente verso la fonte di quella voce così familiare ed irritante. Luke mi guardava appoggiato allo stipite della porta, sorridendo in modo bastardo. Arrossii veemente quando i nostri occhi si incrociarono prima che io tornassi a guardare il pc. Little bird aveva appena lasciato il posto a You Need Me, I Don't Need You - scelta azzeccata, oserei dire.
«Hey Luke. Che ci fai qui?», chiese Claire, alzando il suo sguardo dal libro e salutando il biondo prima di voltarsi verso di me, sorridendomi malefica; feci finta di ignorarla.
«Michael mi ha invitato per la partita di stasera, la guardiamo insieme», spiegò Luke, «Ma non mi aveva detto che avremmo avuto compagnia», aggiunse, avvicinandosi pericolosamente a me. «Non ci si vede da sabato, uccellino. Allora, come sta la tua vagina? So che ha avuto un incontro ravvicinato con le dita di una persona», mi prese in giro, chinandosi verso di me e sorridendomi malizioso.
Sentivo Claire ridacchiare maleficamente sottovoce, il che aggiungeva altro disagio alla situazione. Cercai di mantenere la calma per quanto possibile. «La mia vagina sta benissimo, grazie per l'interessamento», borbottai, indispettita. Le mie guance erano sicuramente purpuree.
Luke mi rubò la sigaretta di bocca, facendo un tiro. Mi sbuffò il fumo in faccia. «Scommetto che starebbe molto meglio, se quelle dita fossero state le mie», mugugnò, mordendosi il labbro inferiore.
Ero troppo presa a pensare alle sue labbra per partorire una risposta decente; quando, stranamente, rinsavii, volsi i miei occhi a Claire per ricevere un aiuto di qualsiasi tipo, trovando soltanto la mia amica impegnata a non scoppiare a ridere. Ah, bella cosa quando i tuoi amici ti aiutano...
«Avresti potuto prendere una sigaretta dal pacchetto qui sul tavolo, invece di infastidire me», sbottai, riprendendomi la sigaretta, «E comunque, pensa alla vagina della tua ragazza e non rompere le scatole alla mia, grazie».
Luke mi rise in faccia. «Alla vagina di Arzaylea ci penso anche troppo, ogni tanto fa bene distrarsi e pensare ad altro. Non credi anche tu, uccellino?», disse con tono mellifluo, sedendosi accanto a me, «E poi, so che ti piace dividere le sigarette con gli altri».
Mi accigliai. «Quindi, Ross vi ha detto proprio tutto, eh?», chiesi in imbarazzo, facendo sussultare Claire. Entrambi ci voltammo verso di lei, Luke curioso, io rassegnata. Sapevo benissimo cosa stesse per dire.
«Hai fumato dalla sigaretta di Ross?! Poi vuoi dirmi che non ho ragione!», sbottò, facendo accigliare Luke.
«Che vuol dire?».
Sospirai. «È convinta che io, per fare colpo sui ragazzi che mi piacciono, faccia un tiro dalle loro sigarette», spiegai, arrossendo veemente.
Luke mi fece il labbruccio. «Quindi ti piace Ross? Mmh, non è proprio il tuo tipo», rifletté, accigliato.
Sbuffai. «Che ne puoi sapere, tu, di cosa mi piace e cosa no», mi lamentai, spegnendo la sigaretta nel posacenere al centro del tavolo.
Luke fece un sorrisetto malizioso. «Beh, considerando come mi guardi, direi che ti piace altro».
Alzai un sopracciglio. «Io non ti guardo in nessun modo particolare», ribattei, nonostante sapessi che molto probabilmente era la verità e che io lo guardavo come si guarda una fetta di torta. Come potevo negare di essere attratta da Luke?
«Continua a mentire a te stessa, uccellino, io lo so la verità», borbottò lui, alzandosi per raggiungere Michael che l'aveva chiamato dal salotto. Non appena sparì, sospirai di sollievo nonostante sapessi che la tortura non fosse ancora finita.
E infatti, Claire scoppiò a ridere. Mi voltai verso di lei. «Che c'è ora?».
«Lui ha fatto un tiro dalla tua sigaretta!», esclamò sottovoce, facendomi alzare gli occhi al cielo, «È come se vi foste baciati!».
«Dio santo».
***
[A/N] Buongiorno!♥♥ oggi prevedo un intenso pomeriggio di studio visto che sono indietro con la roba da studiare per letteratura tedesca, quindi ecco a voi il capitolo ( ͡° ͜ʖ ͡°). Ad essere sincera non è che mi convince molto, e il prossimo è sicuramente più divertente AHAHAH so, a sabato prossimo! ♥♡ (most likely martedì, dipende da quanto sono veloce a finire il capitolo nove)
Ps: ho da poco ricominciato ad usare twitter. Se vi va di seguirmi, sono @/cliffocondacant! :) (lhemmonade era già preso purtroppo, sigh)
Pps: una volta ho davvero fatto un tiro dalla sigaretta di un ragazzo che mi piaceva... lol sorry
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