Due ↭ Girl at Home
[Tessa]
Il discorso tra noi e Michael su come cambiare la situazione s'era miracolosamente interrotto quando il cellulare del biondo era suonato; rispondendo, Michael aveva scoperto che il suo amico Matty - di cui davvero non ricordavo il volto, non sapevo neanche se Michael me l'avesse presentato o meno - aveva dato fuoco alla cucina puntando l'accendino contro una pozza di alcool per una scommessa. La festa era finita, ovviamente, dopo quello - Michael aveva dovuto chiamare i vigili del fuoco e la proprietaria del palazzo, la decrepita Imogen Chapman aveva vietato tassativamente a Matty l'ingresso nel palazzo, ma tutto sommato non era andata così male. Beh, almeno nessuno ci aveva rimesso le penne.
Entrai nel bar del Campus, salutando due ragazzi che avevo riconosciuto dal corso di letteratura russa prima di dirigermi verso la cassa, ordinando un caffè da portare via e una conchiglia al cioccolato per Claire. Dopo la festa l'avevo vista sempre più giù e per rimediare avevo deciso di portarle un dolce, sperando che almeno la mettesse di buonumore.
«Ti vedo stanca», notò Dan, il cassiere del bar, alzando un sopracciglio.
Sospirai. «Due ore di lingua tedesca e altre due di letteratura francese. Credo che chiunque sarebbe stanco. Ma chi me l'ha fatto fare?», mi lamentai, spostandomi dalla cassa dopo aver pagato per non intralciare la fila e seguendo Dan alla postazione dove si faceva il caffè.
Il moro mi fece un cenno affermativo della testa prima di voltarsi. «Ti capisco. Se non fosse per i miei adesso davanti a te troveresti qualcun altro e io sarei su di un'isola deserta», sospirò rammaricato, «E invece, purtroppo per me sono qui»
A volte mi dispiaceva per lui, costretto ad andare all'università per colpa dei suoi genitori quando in realtà voleva girare il mondo e fare successo con la sua band, che tra l'altro non era neanche tanto male; li avevo sentiti suonare un paio di volte e li avevo adorati. Ma purtroppo, per i genitori di Dan l'istruzione era molto più importante della musica.
«Suvvia Dan, un giorno riuscirai a fare ciò che vuoi e loro non potranno impedirtelo», cercai di rassicurare il ragazzo prima di afferrare il cellulare, che aveva appena squillato, dalla tasca. Mi era appena arrivato un messaggio da Claire.
Da: Claire 💖
S.O.S. vieni subito a casa. Sono da Michael e c'è anche Ashley e dIO TESSA TRA POCO MI SPARO
Da: Claire 💖
Tra l'altro credo che un amico di Michael voglia provarci con me. Glielo dico che sono lesbica o no?
Ridacchiai, rispondendole che sarei arrivata al più presto e ringraziando Dan per il caffè, uscendo dal bar subito dopo. Il nostro appartamento distava poco dal Campus, giusto cinque minuti di metro. Arrivai velocemente come al solito e mi fiondai in ascensore, salendo fino al sesto piano chiacchierando con Pete Wentz, l'inquilino dell'ottavo che mi lasciava sempre giocare con il suo Husky, Ghost - chiamato così in onore del metalupo di Jon Snow di Game of Thrones.
Dopo un'accesa discussione sul futuro di Jon Snow come Re del Nord arrivai al sesto piano. Salutai Pete con un sorriso e mi diressi verso la porta dell'appartamento di Michael, bussando. Ovviamente, appena la porta si aprì mi ritrovai davanti Claire con un'espressione spiritata in volto e gli occhi sgranati, avvolta da un alone sospetto di fumo. Sembrava appena uscita da un cartone animato giapponese, o da un videogioco. In effetti la sua espressione facciale mi ricordava qualcuno...
Alzai un sopracciglio. «Sembri Bowser. Che succede? E cos'è tutto questo fumo?», le chiesi, entrando in casa, «Non dirmi che Michael ha bruciato di nuovo le lasagne».
Claire sospirò. «No, però sta bruciando i suoi neuroni già belli che andati».
Non mi ci volle molto a capire, quindi, da dove provenisse quel fumo. Appena arrivata in cucina trovai Michael e i suoi amici fattoni seduti a tavola (che per uno strano caso ironico, era rotonda) tutti e cinque intenti a fumarsi una canna ciascuno. Ashley - l'unica ragazza del gruppo a parte me e Claire - era seduta per terra, vicino ad una presa di corrente poiché era intenta a tenere il cellulare in carica. Dovetti ammettere che era proprio una bella ragazza: aveva lunghi capelli ondulati color biondo cenere, un viso dolce e un paio di luminosi occhi verdi contornati da lunghe ciglia nere. Capivo perfettamente perché Claire ne fosse attratta.
Uno degli amici di Michael, quello biondo con i capelli strani, mi notò e gli si illuminarono gli occhi. Diede un paio di gomitate al ragazzo accanto a lui, quello con i capelli neri e ricci e l'aspetto gracile. Sembrava in procinto di spezzarsi da un momento all'altro. «Matty ti sei sdoppiato! Sei accanto a me eppure sei davanti a me!», disse meravigliato, facendo voltare tutti verso di me.
«Quella non è Matty, testone!», sbottò Michael, allungandosi per dare un ceffone in testa al biondo, «Ragazzi, lei è Tessa, la coinquilina di Claire. Tessa, loro sono Matty, George, Adam e Ross».
I quattro mi salutarono con un cenno della mano; io ricambiai timidamente, tenendo gli occhi fissi su George. Ricordai che con lui ci avevo già parlato, ad una festa. Lui era convinto che fossi Matty e ci aveva provato con me. Perché è sempre convinto che io sia Matty? Mica gli assomiglio! E a proposito di Matty, come diavolo aveva fatto ad entrare nel palazzo?
Quasi come se si fosse reso conto che stavo pensando a lui, Matty si voltò verso di me e mi sorrise. Sembrava ancora più inquietante. «Il bello dei palazzi di New York è che hanno le scale antincendio», disse, facendo un breve tiro dal suo spinello. Già, dovevo togliermi questo vizio di pensare ad alta voce.
Claire, accanto a me, sbuffò sonoramente. «Dio, io non lo sopporto. Sta parlando da quando sono entrata qui delle scale antincendio! Ma non potevi starti zitta?», sbottò sottovoce, attirando comunque le occhiate di Ashley verso di sé.
Feci spallucce. «Scusa se a volte penso ad alta voce!», mi difesi, notando che Ashley non staccaca gli occhi da Claire, «Comunque, Ashley ti sta guardando», sussurrai nell'orecchio della mia amica, cosa che la fece rabbrividire.
«Mi sta guardando perché l'altra sera ho fatto una figuraccia colossale con lei!», sbraitò in risposta, approfittando delle risate sguaiate di Michael&co per non essere sentita, «È normale che mi guardi!».
Feci spallucce. «Che ne sai, magari ti guarda per altri motivi. Magari sta pensando davvero alla probabilità di usare la sua lingua come fazzoletto per la tua vagina».
Claire alzò gli occhi al cielo, arrossendo leggermente. «Ha Polly Pocket, perché dovrebbe pensare queste cose di me?», borbottò, indicandosi.
«Se non la smetti di sminuirti prendo un accendino dal tavolo e ti brucio i capelli», sbottai, facendola accigliare, «E poi che ne sai, magari Polly non la soddisfa più».
«Suvvia, non essere così aggressiva con la tua amica».
Il mondo smise di girare, il mio cuore smise di battere, i miei polmoni si infiammarono. Cercando di non fare caso al sorrisetto malizioso di Claire - che sicuramente sapeva della sua presenza e non mi aveva avvertita, stronza com'era - mi voltai, trovandomi davanti Luke, il ragazzo della festa. Sentii il sangue affluire alle mie guance, il viso dannatamente accaldato.
Claire ci guardò ridendo maliziosa. «Va beh, se mi vuoi sono di là a guardare la tv», mi disse prima di andarsene nel salotto di Michael, ancora ridendo di me. Io ero rimasta muta tutto il tempo, incapace di parlare; la voce mi era morta in gola e avevo la sensazione che la mia lingua si attorcigliasse su sé stessa.
«Che c'è, il gatto ti ha mangiato la lingua?», mi chiese, scoppiando in una risatina bastarda, «E adesso so anche il tuo nome, Tessa, oltre a conoscere le tue fantasie sessuali su di me».
Desiderai di scavarmi una fossa e morirci dentro. Luke mi guardava sorridendo malizioso, i suoi bellissimi occhi blu mi bruciavano la pelle e diamine, se non fosse uno stronzo con una fidanzata a detta di Michael ipergelosa qualche pensiero ce lo farei. Ma a chi prendo in giro? Io sto già facendo qualche pensiero su di lui - forse troppi. Ma diamine, non posso farci niente se ho gli ormoni a mille e questo stronzo è proprio il mio tipo.
Decisi di dissimulare, comunque. «Se quello lo definisci "fantasia sessuale" allora ti consiglio di cambiare partner e di cercare qualcosa di più azzardato», parlai senza pensare, appoggiandomi al muro.
Luke alzò un sopracciglio. «E chi dovrei scegliere? Te, piccola?», ironizzò, squadrandomi da capo a piedi, «Beh, però ammetto che un pensierino su di te lo farei. Mi piacerebbe fare un bel giretto su queste curve da urlo che hai».
Alzai gli occhi al cielo per fargli credere che le sue parole non mi toccassero, nonostante il rossore - ormai perenne - sulle mie guance mi tradiva parecchio. Luke di fatto scoppiò a ridere, scuotendo la testa davanti alle mie azioni. «La tua ragazza sa che dici queste cose ad altre ragazze?», sbottai, incrociando le braccia al petto.
Luke si limitò a fare spallucce. «Lontano dagli occhi lontano dal cuore - Arzaylea non deve necessariamente saperlo. E poi, non sto dicendo niente di male. Faccio solo apprezzamenti sul tuo fisico, piccola».
«Apprezzamenti forse un po' spinti, sai?», ribattei, facendo ridacchiare Luke.
«Se quello lo definisci un apprezzamento troppo spinto, ti consiglio di trovare qualcuno che ti faccia un complimento una volta tanto. E comunque, tu non hai la minima idea di ciò che mi frulla per la testa in questo momento», ribatté, usando le mie parole contro di me, «Piuttosto, cosa affligge la tua amica? L'ho vista piuttosto... uhm, suscettibile».
Sospirai. «Problemi di cuore», spiegai vaga, «La ragazza che le piace se la fa con delle zoccole e lei non può fare niente al riguardo».
«Oh, poveretta. Non deve passarsela bene», commentò Luke, perplesso, «Quindi le piacciono le ragazze, eh? Beh, devo dire che me l'aspettavo. Ha la faccia da lesbica».
Alzai un sopracciglio. «E chi sei tu, per capire l'orientamento sessuale di una persona solo dalla faccia che ha?», borbottai, stranita.
Luke rise. «La mia migliore amica, che conosco da praticamente sempre ed è ormai una sorella per me, è lesbica. Credo di saper riconoscerne una», spiegò, vantandosi, «Sai, so riconoscere anche le ragazze attratte da me», aggiunse, avvicinando pericolosamente il suo viso al mio, «È abbastanza facile».
Deglutii, sentendo i battiti del mio cuore aumentare. «A-ah sì? E dimmi, da cosa le riconosci?», chiesi, con il fiato corto. Dovevo andarmene al più presto o sarei morta per asfissia.
Luke intanto si era avvicinato al mio orecchio, ridacchiando rocamente in esso - la cosa mi piacque più di quanto mi sarebbe piaciuto ammetterlo. «Di solito ci metto un po' a capirlo, ma a volte basta poco. Come un commento sul mio collo e su come vorresti riempirlo di succhiotti», mi prese in giro, facendomi arrossire, «Scommetto che sei tanto bagnata in questo momento».
Cazzo. Probabilmente lo ero. Probabilmente avevo una pozza lì sotto da far invidia al lago Michigan. «Come il deserto del Sahara nel periodo della siccità», sbottai, allontanandolo da me, «Hai una ragazza, stronzo. Non dovresti provarci con le altre».
A dire il vero non mi importava affatto che avesse una ragazza, poteva provarci con me e fare assunzioni assolutamente reali sullo stato di umidità delle mie regioni a sud quanto voleva (poteva anche testare se le sue assunzioni fossero vere, a dirla tutta), ma mi stava prendendo in giro e quella situazione non mi piaceva. Ed Ashley che ci guardava rendeva il tutto più compromettente - era fidanzata con Bryana, quindi conosceva di sicuro anche Arzaylea, la ragazza di Luke. Se le avesse detto qualcosa? Non mi andava di passare per la stronza che ruba il fidanzato alle altre.
Luke fece spallucce. «Ti stavo solo prendendo un po' in giro, Sahara, non te la prendere», borbottò, ridendo di me, «Sei proprio suscettibile».
Avrei ribattuto, ma la voce estasiata di uno degli amici di Michael che mi chiamava mi costrinse a voltarmi. «Che c'è?», chiesi a quello con la barba - mi sfuggiva il nome - ovvero colui che mi aveva chiamata.
«Voglio quella conchiglia al cioccolato che hai nella borsa!», esclamò con gli occhi sgranati, «Dio, ho così tanta fame che mangerei persino te».
Quelle parole mi fecero arrossire fino alla punta dei piedi - e diedero lo spunto a Luke per dirne un'altra delle sue.
«Beh, io sono d'accordo con Ross. Ti mangerei molto, molto volentieri».
Mi voltai verso Luke, fissandolo spiritata - e cercando di non dargli a vedere quanto il suo commento mi avesse scossa. «Dillo alla tua ragazza con il nome strano, questo!».
***
Prendersi cura di cinque ragazzi strafatti ed evitare che dessero fuoco all'appartamento di Michael era un'impresa titanica degna delle dodici fatiche di Ercole. Dopo aver messo i quattro amici di Michael davanti alla tv per tenerli buoni (che, come dei bambini, avevano abboccato ed al momento stavano con gli occhi incollati allo schermo - Matty era addirittura scoppiato a piangere alla visione di Gordon Ramsey che prendeva a bestemmie un concorrente di Hell's Kitchen), avevamo cercato di mettere a letto Michael. E vi dirò, quella è stata la parte peggiore. Michael era impossessato da una strana tristezza che l'aveva reso quattro volte più pesante e avevamo dovuto attaccarlo al letto usando delle cinture - il che mi aveva ricordato un tantino Cinquanta Sfumature, ma lasciamo stare. Starei cercando di non pensare a Michael che fa sesso con Jamie Dornan con una parrucca e una maschera sugli occhi.
«Vi ho detto che sto bene!», sbottò Michael, dimenandosi, «Lasciatemi! Devo andare da quel bellissimo pezzo di manzo della biblioteca a Fifth Ave!».
A quelle parole ci fissammo tutti straniti e confusi. Pezzo di manzo della biblioteca a Fifth Ave? Era più fuso del previsto, allora. A meno che non ci stesse nascondendo qualcosa, ovvio.
Luke sospirò. «American Horror Story: Michael Clifford sotto l'effetto della Maria», commentò, seccato, «Sul serio amico, devi stare lontano da quella roba. Ti fa delirare».
«Sto beneeee», cantilenò Michael, dando i segnali di uno che non stava proprio a posto con la testa, «Voglio vedere il mio pezzo di manzo della biblioteca a Fifth Ave».
«Vai dal macellaio alla fine della strada e fissa la carne appesa al soffitto. Sono sicura che sia la stessa cosa», commentò Claire, facendo scoppiare Ashley in un'adorabile risatina.
«Non sei simpatica! Sei proprio come lei, che crede di essere divertente e invece è noiosa e squallida e non sa neanche fare un pompino decente!», si lamentò Michael, facendoci voltare sconvolti verso di lui.
«Addirittura ti fa anche dei pompini? Mi sembra troppo schizzinosa per anche solo pensare ad un cazzo, figurarsi a tenerlo in bocca!», esclamò Claire, sarcastica.
«Claire, smettila dai», mi lamentai, facendole alzare gli occhi al cielo, «Perché dici questo di Crystal, Michael?», chiesi, trattenendo a stento le risate quando Michael fece una smorfia addolorata decisamente troppo buffa.
«Perché è vero», rispose, voltandosi verso Luke ed Ashley, «Crystal è noiosa e stupida e vanitosa ed egocentrica - proprio come quelle altre due che vi portate dietro voi! Tutte zoccole! Ma chi ce l'ha fatto fare?! Dovevamo darci all'agricoltura invece di rincorrere quelle patate marce!».
Luke ed Ashley erano sconvolti dalle parole di Michael che tanto Michael non era (o che forse era più sincero del solito). Io non sapevo cosa pensare oltre al fatto che volevo scoprire se quel ragazzo della biblioteca esistesse davvero, e Claire se la rideva sotto i baffi: Michael aveva confermato ciò che pensava da una vita (soprattutto di Polly Pocket!). Mi avrebbe fatto una testa tripla, quando saremmo state da sole...
***
[A/N] Sorpresaaaa! Lo so, vi aspettavate che postassi domani, e invece sono qui, a scassarvi i maroni come mio solito. Lol
Il punto è che ho finito il capitolo stanotte e questa storia mi sta prendendo un casino, quindi ho deciso di postare oggi. Molto probabilmente posterò due volte anche settimana prossima, quindi state attenti hahaha
Beh, anyways, spero che il capitolo vi piaccia. A settimana prossima! ♥♥
Ps: quella foto è qualcosa di epico
Pps: chissà chi è il bel pezzo di manzo della biblioteca a Fifth Ave... 😏
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