Diciotto ↭ Young God
[Tessa]
Tornai a casa dall'Università molto più tardi del previsto, essendomi ritrovata ad aiutare Dan con delle fotocopie. Avevamo combinato un disastro nella biblioteca del Campus - disastro formato da fogli volanti e fotocopiatrici che si bloccavano e che ci facevano andare in crisi - ma alla fine eravamo riusciti a far funzionare il tutto. L'unico problema era che, uscita dalla biblioteca, mi ero resa conto che l'ora di pranzo fosse passata da un bel po' e che non potessi più andare a prendere le lasagne che avevo promesso a Claire. Le avevo mandato un messaggio per dirle che sarei tornata a casa a mani vuote, ma lei non mi aveva risposto; sicuramente però l'aveva letto, quindi sapeva che sarei tornata a casa senza lasagne. Era strano, però, di solito Claire risponde sempre ai miei messaggi, per quanto stupidi essi siano. Quindi, potrebbe non averlo letto del tutto e restarci malissimo quando mi vedrà rientrare in casa senza pranzo...
Quando rientrai in casa ebbi la conferma che sì, Claire non aveva letto il mio messaggio. Ma a confermarlo non fu Claire, o almeno, non lei direttamente. Non appena varcai la soglia di casa, infatti, fui salutata con dei gemiti piuttosto acuti provenienti dalla stanza di Claire che mi fecero uscire di casa immediatamente così com'ero entrata, imbarazzata come se avessi beccato lei e la sua ragazza misteriosa a farlo davanti ai miei occhi. Non potevo farci niente, certe cose ancora mi mettevano in imbarazzo.
Non sapendo davvero dove andare per stare un po' in pace con me stessa, finii per bussare alla porta dell'appartamento di Michael; lui avrebbe sicuramente capito visto che non era la prima volta che mi nascondevo da lui perché il mio appartamento era inagibile per me. Purtroppo, quella vana speranza di pace che avevo covato in me andò allegramente a quel paese quando la porta si aprì e non mi ritrovai davanti Michael, ma Luke e i suoi dannatissimi occhi azzurri, adesso spalancati per la sorpresa. Dopo le parole che mi aveva detto la notte del compleanno di Michael la tensione fra me e lui non aveva fatto che aumentare, e non sapevo davvero quanto bene mi facesse stargli troppo vicino (insomma, soltanto vederlo mi aveva fatto esplodere il cuore nel petto e mi aveva fatto tremare le ginocchia, oltre a farmi venire l'ansia).
«Hey. Pensavo fossi Michael», mi salutò, sorridendomi improvvisamente timido, «Lo stai cercando?».
Deglutii nervosamente. «Ehm, a dire la verità ho bisogno di essere ospitata per qualche minuto- ora, facciamo qualche ora».
Luke alzò un sopracciglio. «Perché?», mi chiese, curioso, mentre entravo nell'appartamento.
Entrai in cucina e posai la giacca e la borsa su di una sedia, voltandomi successivamente per fronteggiare Luke, adesso appoggiato contro lo stipite della porta. «Claire sta facendo sesso con una ragazza e la cosa mi mette alquanto a disagio», spiegai, arrossendo mentre mi rendevo conto che forse non avrei dovuto dirlo, «Ehm... ma Michael dov'è?», decisi di chiedere per sviare il discorso, sapendo comunque che sarebbe stato inutile. Luke mi avrebbe sicuramente chiesto di dirgli di più.
«Non lo so, quando sono arrivato qui era già uscito», rispose, facendo spallucce, «Ma questo non è importante. Quindi, Claire sta facendo sesso eh?», aggiunse, sorridendo canzonatorio.
Alzai un sopracciglio. «Togliti quel sorriso dalla faccia, sei inquietante», borbottai, «Comunque, sì. A differenza mia, Claire ha una vita sessuale», aggiunsi, sedendomi sconfitta sulla sedia. Non sapevo davvero dove volesse andare a parare Luke, ma qualsiasi cosa fosse non prometteva niente di buono.
Luke rimase al suo posto, tenendo gli occhi fissi su di me. Il suo sguardo era languido e mi terrorizzava, oltre a mettermi a disagio. «Tu potresti averla una vita sessuale, se avessi ceduto l'altra sera», mi fece presente, puntandomi un dito contro.
Scossi la testa. Avrei dovuto aspettarmelo, sì, ma non riuscii a fare a meno di arrossire per l'imbarazzo. «Ti ho già detto le mie ragioni e non voglio riaprire il discorso, quindi ti prego, smettila do rinfacciarmelo», borbottai cercando di sembrare risoluta ma risultando disperata ed implorante. Tipico di me, del resto. Non riuscivo a contenere bene le mie emozioni.
Luke alzò gli occhi al cielo. «Okay, okay, farò come dici», disse, suonando conciliante (forse non aveva voglia di litigare), «Ma... sai Claire con chi è adesso?».
Alzai un sopracciglio, colta di sorpresa dalla sua domanda. «Non lo so. Perché ti interessa?».
Luke si mordicchiò il labbro inferiore. «Perché prima ho parlato con Michael e lui mi ha detto che Claire ha fatto a botte con una ragazza davanti all'Università e che poi se n'è andata con Ashley, che al momento non si trova da nessuna parte ed è irraggiungibile al cellulare».
Sulle prime restai a guardare Luke senza dire niente, decisamente sorpresa dalle sue parole. Claire che faceva a botte con qualcuno era davvero una novità, anche se in cuor mio, per quanto cattivo fosse, avevo sempre sperato che picchiasse qualcuno (questo qualcuno ovviamente a scelta tra Stephenie, Allison, Polly Pocket o persino Marjorje, lo ammetto) e quindi ero in parte felice che finalmente l'avesse fatto, sicura che avesse picchiato Allison o Stephenie. Dall'altra parte però ero sconvolta, perché non mi aspettavo che lo facesse e dovevo ammettere di essere un tantino preoccupata per lei nonostante non avessi niente di cui preoccuparmi, visto che avevo constatato stesse benissimo. E poi, questa improvvisa sparizione di Ashley, che era stata vista l'ultima volta con Claire...
«Questo vuol dire che forse Ashley e Claire sono insieme in questo momento?», mi ritrovai a chiedere, sentendo l'ombra di un sorriso spuntare sulle mie labbra. Quella sì che era una fantastica notizia!
Luke, però, non la pensava come me sull'eventualità che la misteriosa ragazza che era con Claire al momento fosse Ashley. Di fatti, mi guardò scettico. «Che ti sorridi? Non è per niente una cosa per cui sorridere!».
Mi accigliai. «Perché dici così?».
«Perché cazzo, Ashley è fidanzata! Hai idea di come reagirebbe Bryana se lo venisse a sapere?! La tua amica sarebbe spacciata, per non parlare di cosa passerà Ashley», sbottò arrabbiato, facendomi accigliare di più.
Mi alzai dalla mia sedia. «Ti rendi conto di sembrare molto incoerente in questo momento?», mi lamentai, non riuscendo a completare il mio discorso perché fui interrotta da Luke.
«Io e te ci siamo soltanto baciati, uccellino», ribatté, seccato.
«Ma tu vuoi fare sesso con me, e non negarlo», sbottai io, facendo arrossire veemente Luke (caso strano, visto che di solito ero io quella che arrossiva), «Quindi, non venirmi a dire che Ashley ha sbagliato a farlo con la mia amica soltanto perché è fidanzata - nonostante sia davvero immorale e brutto, perché è comunque un tradimento ed è una cosa ingiusta. Ma tu non sei nessuno per giudicarla, e neanche io a dirla tutta».
Luke sospirò. «Io non voglio che soffra. So Bryana com'è fatta, se venisse a scoprirlo sarebbe la fine - e non solo per Ashley, ma anche per la tua amica», spiegò, mordicchiandosi il labbro inferiore in ansia.
Io gli accarezzai un braccio per tranquillizzarlo. «Tranquillo, non succederà niente a nessuno - e semmai dovesse succedere qualcosa Claire sarebbe più che pronta a rispondere a Bryana con le cattive, visto che ha una bella dose di torti subiti da lei alle spalle», dissi, facendolo ridacchiare.
«Non la facevo così combattiva», mugugnò Luke, appoggiandosi di nuovo con le spalle al muro, «Dovresti prendere esempio da lei, sai?».
Mi accigliai. «Che intendi?».
Non avrei dovuto chiederglielo. Non appena quelle parole lasciarono le mie labbra, mi ritrovai stretta contro il muro e le spalle di Luke, le sue mani ai lati del mio corpo per impedirmi di scappare. Il biondo mi guardò sorridendo strafottente, leccandosi le labbra. I battiti del mio cuore aumentarono esponenzialmente, così come l'ansia nel mio stomaco. «Intendo che, come Claire, dovresti essere pronta a combattere per ciò che vuoi», spiegò, «E agire senza pensare alle conseguenze».
Sospirai. «Che ne sai tu di cosa voglio io?», mi lamentai, sentendomi affogare nei suoi occhi. Diamine, era palese che stessi morendo contro di lui. Mi si leggeva chiaramente negli occhi, si percepiva dal mio respiro affannoso, si evinceva dal mio cuore che martellava furioso contro il mio petto. Non potevo scappare più, ero alle strette.
«Tu vuoi me. Me l'hai detto, l'altra volta. E comunque, te lo si legge in faccia. Tu mi vuoi, Tessa, e non negarlo perché lo so che starai mentendo», disse canzonatorio Luke, senza darmi il tempo si ribattere. Le sue labbra furono subito sulle mie, morbide e calde, sicure rispetto alle mie, ancora titubanti riguardo a tutto. Mi ci volle un po' per lasciarmi andare, ma quando lo feci, mi sentii meglio, in pace con me stessa nonostante il rimorso e la consapevolezza di star facendo qualcosa di sbagliato restava ben impressa nella mia mente. Dovevo cercare di non pensarci, ma era più forte di me.
Totalmente presa dalle mie congetture, mi accorsi che Luke mi aveva portata in salotto soltanto quando sentii qualcosa di morbido - il divano di Michael - sotto la mia schiena. Luke non lasciò andare le mie labbra neanche per un secondo, sorridendo tra i baci e stringendomi talmente forte da farmi male. Quando ci staccammo, io ero già un disastro. Speravo che a lui non importasse, comunque.
«Comunque sì, ti voglio», mi ritrovai a dire, sorridendo quando Luke rise. Le sue mani si infilarono sotto la mia maglietta, accarezzandomi e facendomi rabbrividire.
Luke si chinò per baciarmi prima di sfilarmi la maglietta (e io mi ritrovai a ringraziare il cielo per aver deciso di indossare il mio reggiseno più carino quella mattina). «Me n'ero reso conto già da solo, sai?», mi prese in giro, sbottonandomi i jeans e calandoli lungo le mie gambe, liberandomi da essi.
Avrei dovuto essere in imbarazzo, ma sentivo che Luke non avrebbe giudicato nessun difetto che avevo. Anzi, i suoi occhi si illuminavano sempre di più mentre scorrevano sul mio corpo, percorrendo ogni centimetro della mia pelle e soffermandosi sulle mie labbra che reclamò con foga, baciandomi come se ogni cosa dipendesse fortemente da questo. Mi ritrovai a soffocare dei gemiti quando il suo bacio si scontrò con il mio, sfregando contro il mio punto più sensibile coperto soltanto dalla stoffa degli slip, che rapidamente finirono a terra. Luke si staccò da me e mi guardò languidamente negli occhi mentre abbassava la mano verso il punto in mezzo alle mie gambe, sfregando con cautela e sicurezza il mio clitoride. La sensazione mi fece sussultare ed inarcare la schiena dalla sorpresa; non ero per niente abituata a quel genere di cose - anche perché quella era la mia prima volta, e nonostante mi sembrasse squallido perdere la mia verginità sul divano del mio vicino di casa, non aspettavo altro, soprattutto se Luke continuava a toccarmi in quel modo.
Luke lasciò andare il mio clitoride per qualche istante, ricominciando a toccarlo soltanto quando un suo dito si infilò con cautela dentro di me, facendomi gemere per la sorpresa. Il biondo sorrise maliziosamente in risposta ai suoni che lasciavano la mia bocca, muovendo con lentezza il suo dito indice dentro di me ed aggiungendo il medio quando si rese conto che il mio respiro stesse diventando sempre più irregolare; aumentò la pressione sul mio clitoride abbastanza da farmi venire con un gemito talmente acuto che mi spaventò e che fece ridere lui. Ma cosa diavolo ci trovava di divertente? Dio!
«Potrei ascoltarti gemere per ore», commentò Luke, baciandomi mentre cercavo di riprendermi dal primo vero orgasmo della mia vita - e direi che le sue parole non fossero proprio d'aiuto.
Tenni gli occhi sul soffitto, sentendomi già esausta ma consapevole che quello fosse solo l'inizio. Stavo per rispondere alle sue parole, ma poi mi accorsi di essere sola nel salotto. Cosa diamine stava succedendo?
«Luke? Dove sei finito?», chiesi confusa, mettendomi a sedere sul divano, «Dimmi che non mi hai lasciata sola perché vuoi farmi uno scherzo e sei stronzo», borbottai, cominciando a sentire freddo. Beh, era comprensibile visto che ero mezza nuda...
Luke tornò in salotto di corsa sventolando la bustina argentata di un presevativo. Sentii un brivido percorrere la mia schiena e finire tra le mie gambe mentre lui mi sorrideva malizioso, baciandomi prima di sfilarsi la maglietta. Tornò ad inginocchiarsi sul divano di fronte a me e mi fece un occhiolino mentre si indicava i pantaloni. «Vuoi avere tu l'onore, uccellino?», mi invitò, ridacchiando malefico.
Quasi automaticamente mi ritrovai in ginocchio sul divano, vicinissima a Luke che ne approffittò per baciarmi con foga mentre io gli sbottonavo i jeans con le dita che mi tremavano. Luke afferrò la mia mano destra, conducendola verso la stoffa ora scoperta dei suoi boxer. Consapevole di cosa dovessi fare, seppur un tantino titubante, infilai la mano all'interno dei suoi boxer, toccando il suo pene con i polpastrelli. Luke gemette sulle mie labbra, incitandomi a fare di più mentre prendeva a baciarmi il collo con insistenza, aumentando quella sensazione di disagio che sentivo nel mio stomaco. Luke continuò a gemere fra le mie labbra mentre io esploravo il suo pene con le mie dita, fino al momento in cui non mi ritrova di nuovo sdraiata sul divano con lui fra le mie gambe. Deglutii nervosa mentre Luke si abbassava i pantaloni e i boxer, restando nudo davanti ai miei occhi; sicuro dei suoi movimenti, afferrò il preservativo da dove l'aveva lasciato e ne aprì la confezione, srotolandolo successivamente su di sé con una lentezza estenuante. Forse lo faceva apposta per infastidirmi.
Luke si avvicinò al mio corpo e si chinò verso di me per baciarmi; le nostre intimità sfregarono fra di loro e ci ritrovammo a gemere all'unisono. «Credo di star impazzendo», borbottai, ansimando esausta mentre Luke si staccava da me, accarezzandomi un fianco come a rassicurarmi.
«Io sono impazzito già da tempo, uccellino», confessò lui, improvvisamente intimidito, «Da quando ci siamo visti la prima volta, per la precisione».
Arrossii veemente, facendo sorridere Luke a trentadue denti; quel momento più leggero però morì subito non appena la punta del pene di Luke si avvicinò alla mia entrata, saggiandola con cautela prima di infilarsi lentamente, facendo gemere entrambi. Luke si prese qualche secondo per farmi abituare a quella sensazione leggermente scomoda prima di addentrarsi più profondamente con spinte leggere, dal ritmo costante, che mi fecero gemere sempre più forte. Mi aggrappai alle spalle di Luke mentre lui aumentava il ritmo delle spinte, scivolando rapidamente dentro di me; la sua presa sui miei fianchi si fece più forte, possessiva mentre le mie unghie segnavano la sua pelle, artigliandosi alla carne morbida della sua schiena mentre la mia, di schiena, si inarcava al ritmo dei suoi movimenti incessanti nel mio corpo. Ormai sempre più vicina al mio limite mi ritrovai a gemere il suo nome in una cantilena stridula ed implorante, a cui lui rispose sussurrando il mio nome nel mio orecchio con voce calda e cedevole, finendo soltanto per stringere quel fastidioso nodo nel mio stomaco che si sciolse poco dopo, lasciandomi esausta ed ansimante sul divano. Luke mi seguì a ruota poco dopo, gettando la testa all'indietro e gemendo ad alta voce mentre si riversava nel preservativo. Il biondo si accasciò su di me ed io lo accolsi prontamente fra le mie braccia, lasciandogli un bacio timido sulle labbra.
Luke mi sorrise pigramente, accarezzandomi una guancia. «Credo di essermi innamorato di te, uccellino - ma forse questo non è proprio il momento adatto per dirtelo».
Io sorrisi a trentadue denti, sentendo il cuore - che chissà come s'era calmato - riprendere a battere furiosamente nel mio petto. «Mmh, meglio tardi che mai, no?», borbottai io in risposta, facendo annuire Luke, «Comunque, uhm... credo di essermi innamorata anch'io», confessai, arrossendo veemente. Non avevo mai provato quei sentimenti in vita mia, ma sapevo che volevano dire soltanto una cosa, e cioè che - per quanto sbagliato fosse - io mi ero innamorata di Luke. E forse non avrei dovuto innamorarmi del ragazzo di un'altra, o farci sesso, ma non potevo comandare il mio cuore - e neanche la mia vagina, anche quella era piuttosto inarrestabile.
Luke stava per dire qualcosa, ma il suono di una chiave che si infilava nella serratura lo ammutolì subito. Prima che potessimo fare qualcosa per arginare i danni la porta di casa si aprì, facendo passare Michael che ci guardò prima confuso poi arrabbiandosi.
«Avete fatto sesso sul mio divano?! Brutti bastardi!».
***
[A/N] sono esausta, quindi non mi dilungherò troppo: sì, Tessa e Luke hanno appena fatto sesso nonostante tutte le paranoie (era ora!) E io ho dei Gesuiti che mi aspettano quindi vi lascio ahahah
Ci vediamo martedì! ♥
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro