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Diciassette ↭ Sex

[Claire]


Quella mattina mi sentivo diversa. Più leggera, senza la minima preoccupazione - il che era davvero una novità, considerando come fossi - e, dato più inquietante di tutti, felice. Io ero felice. Ero felice! Non mi succedeva da così tanto tempo che ormai avevo dimenticato cosa si provasse ad esserlo, ed era tutto merito di Ashley. Soltanto con la sua presenza era riuscita a cambiarmi in meglio, a curare in parte le mie ferite. E, per quanto fosse una cosa per cui essere contenti, mi spaventava. Non ero pronta a quei sentimenti così vecchi eppure così nuovi, nonostante sapevo di meritarli dopo tutto ciò che avevo passato, ma il fatto di averli ottenuti così facilmente mi spaventava, perché ero sicura che le nuvole fossero all'orizzonte e i problemi ancora dovevano finire. Tra l'altro non ero neanche così sicura sui sentimenti che provavo pee Ashley e sull'eventualità che essi fossero ricambiati; certo, c'eravamo baciate - più di una volta - ma io non potevo sapere se ad Ashley piacessi o meno, e comunque stava con Bryana nonostante nell'ultima settimana non avessero fatto altro che litigare. Diciamo che tutta la situazione fosse un'incognita, e io non sapevo bene a cosa pensare se non al fatto che, per l'ennesima volta, la ragazza che mi piaceva stava con un'altra che la trattava di merda quando io avrei potuto fare di meglio. Cominciavo a pensare che me le scegliessi con il lanternino.

«C'è qualcosa che non va?».

Alzai gli occhi dal mio cellulare, trovandomi Michael davanti. Lo fissai con un sopracciglio alzato. «Perché decidi di chiedermelo proprio nel giorno in cui non ho complicatissimi problemi esistenziali?», chiesi, trattenendo una risata quando lui fece una smorfia buffa. Per quanto tutti ci provassimo, Michael non si poteva mai prendere sul serio.

Il biondo si sedette accanto a me sul muretto, accendendosi una sigaretta con fare disinvolto. «Sorridevi. Ed è prima mattina. Tu non sorridi mai di prima mattina, quindi c'è automaticamente qualcosa che non va - o che va anche troppo bene, visto che sorridi», espose la sua teoria con fare da vero psicologo, gesticolando con la sigaretta in mano.

«Ottima osservazione, Sigmund», lo presi in giro, facendolo accigliare, «Oggi mi va di sorridere, tutto qui».

«Dimmo perché!», mi chiese Michael, implorante.

Scossi la testa soffocando una risatina. «Non so se posso, Mikey», borbottai, facendolo imbronciare.

«Dai, che ti costa?», sbottò, «Ci sono: sorridi così perché Tessa ti ha appena detto che per pranzo ordina le lasagne in quel ristorante italiano che le fa da Dio e non puoi dirmelo perché a voi due stronzette piace tenermi all'oscuro dei vostri pranzi, quando mangiate qualcosa di buono».

Ridacchiai. «Ma non è mai successo!», esclamai, ottenendo un'occhiata scettica, «Okay, forse è successo. Ma comunque non riguarda il cibo - e sul serio, Michael, non so se posso dirtelo».

Michael sospirò. «Va bene, allora lascio stare. Ma... quella non è la tua amica? Quella che ti piace», mi chiese Michael, indicando un punto avanti a lui con la sigaretta.

Alzai gli occhi verso la direzione indicata dal mozzicone ancora acceso, trovando alla sua estremità Marjorje in compagnia di Stephenie (caso strano, quello, visto che secondo le mie fonti stava uscendo con Allison al momento, ma ormai avrei dovuto conoscere l'imprevedibilità di Marjorje quanto le mie tasche), ma la situazione non sembrava delle migliori. Sembravano litigare, ma l'unica scossa dalla situazione era Marjorje; Stephenie sembrava apprezzare il male che faceva alla mia amica, e ciò mi fece arrabbiare non di poco, tanto che mi alzai dal muretto e, ignorando le domande di Michael, mi diressi verso le due ragazze che si votarono subito verso di me, Marjorje riconoscente e Stephenie un po' stupita. Io la guardai schifata. Le avrei voluto cancellare la faccia. Ed era ciò che avrei finito per fare, se Ashley - che chissà da dov'era spuntata - non si fosse intromessa e non mi avesse portata via prima che potessi maciullarle la povera malcapitata a forza di pugni.

«Ma cosa ti è saltato in mente?!», sbottò Ashley, trascinandomi fino alla sua auto, «Fare a botte con una ragazza davanti al campus?! Sei impazzita?!».

Mi mordicchiai il labbro inferiore, senza sapere davvero cosa dirle. Era stato un istinto naturale, quello di accanirmi su Stephenie, una cosa fatta senza ragionarci su - anche se, a dirla tutta, non me ne pentivo neanche a mente lucida. Ma forse io non ero ancora del tutto lucida, visto che sentivo ancora le mani prudere.

Vedendomi ammutolita, Ashley sospirò rassegnata ed aprì la portiera dal lato del passeggero della sua auto. «Lascia stare. Salta su».

«Dove... dove andiamo?», chiesi stupidamente, facendo sospirare nuovamente Ashley.

«Via di qui. Non vorrei finissi coinvolta in qualche altra stupida rissa», rispose la bionda, mettendo in moto.

Restai in silenzio per tutto il viaggio, ripensando a ciò che era successo e rendendomi conto che no, io non me ne pentivo per niente. E credo che non me ne sarei mai pentita. Insomma, mi ero tolta finalmente lo sfizio! Dovevo assolutamente raccontarlo a Tessa, lei sì che sarebbe stata fiera di me!

***

Non ero mai stata una ragazza tanto combattiva, o capace di cose del genere, ma Stephenie me l'aveva tirato dalle mani, se l'era praticamente cercata. Ed era ciò che continuavo a ripetere ad Ashley che, in piedi di fronte a me, cercava di pulirmi il viso dalle ferite che mi aveva inflitto quella sottospecie di strega con le sue unghie artigliose - niente di che, ovviamente, comparato a ciò che avevo fatto io a lei.

Dopo varie peregrinazioni eravamo finite a casa mia, perché era il luogo più vicino all'Università - e anche perché forse Michael ci aveva azzeccato con la storia delle lasagne ed io avevo convinto Ashley a restare a mangiare da me, chissà come. C'era voluta un'opera di convincimento non indifferente, ma alla fine aveva accettato per la mia gioia. Mi piaceva stare con lei (per ovvi motivi).

«Io continuo a dire che darle addosso così sia azzardato», borbottò Ashley, tamponando un fazzoletto sul mio viso, «Insomma, che ti ha fatto di così grave da picchiarla selvaggiamente?».

Strinsi i denti quando il fazzoletto imbevuto d'alcool finì su di un graffio piuttosto profondo. «Il fatto che sia nata è sufficiente», mi lamentai, guadagnandomi un'occhiata scettica - ne avevo già avute mille ed eravamo soltanto a metà giornata -, «Okay, okay... fa soffrire la mia amica. Quella che mi fissava come se avessi appena sparato ad un gattino, hai presente?».

Ashley si sedette accanto a me sul bordo del letto. «Me ne hai parlato, forse. È quella che ti piace?», mi chiese, afferrandomi una mano e stringendola. Mi si formò un vuoto nello stomaco quando la sua pelle entrò a contatto con la mia, ma cercai di non farci caso.

Annuii, tenendo gli occhi fissi sulle nostre dita intrecciate. Mi venne naturale sorridere. «Sì, più o meno», mi ritrovai a rispondere, alzando gli occhi verso Ashley.

La bionda mi guardò sorpresa. «Più o meno?».

Alzai le spalle. «Ehm, ultimamente ho altro per la testa, sì. Non so se sia possibile, ma sto cominciando a pensare che forse mi sto disinnamorando di Marjorje - e ciò che ho fatto oggi l'avrei fatto più per proteggere un'amica che per gelosia, quindi. Insomma, prima non l'avrei fatto».

Ashley avvicinò impercettibilmente la testa verso la mia; tenne gli occhi fissi sulle mie labbra mentre diceva «E perché ti staresti disinnamorando?».

Sospirai, sentendo il respiro mancarmi mentre avvertivo la mano di Ashley risalire sulla mia coscia pericolosamente. «Perché... uhm, ci sarebbe un'altra. Forse più irraggiungibile di Marjorje, ma diamine, è talmente bella sia dentro che fuori, meravigliosa. E credo di provare qualcosa per lei», spiegai, facendo arrossire Ashley. Aveva sicuramente capito che stavo parlando di lei.

«Io non credo che sia irraggiungibile, sai», borbottò dopo qualche secondo, avvicinando ancora di più la sua testa alla mia, «Soprattutto per una come te», aggiunse, senza darmi il tempo di ribattere o chiedere spiegazioni. Le sue labbra si posarono sulle mie con naturalezza, come se fossero fatte apposta per trovarsi e combaciare alla perfezione.

Come al solito, baciare Ashley provocò una miriade di sensazioni diverse in me, questa volta però più amplificate, sconvolgenti e terrificanti, soprattutto perché nel bel mezzo del bacio mi ero ritrovata stesa sul materasso con Ashley seduta a cavalcioni su di me; la sua gonna s'era leggermente alzata lasciando scoperte le sue cosce. Non esitai a toccarle, stringendole nel disperato intento di toccare quanta più pelle possibile. Ashley artigliò le coperte con le sue mani, poggiate saldamente ai lati della mia testa, quando incorniciai il suo sedere, spingendo il suo bacino contro il mio; gustandomi la reazione che avevo scaturito in lei ripetei quei movimenti, strappandole una serie di gemiti che si mescolarono ai miei.

«Quindi, credi che io sia irraggiungibile?», mi chiese senza fiato, sfilandosi il maglione che portava e sbottonandosi la gonna di tutta fretta.

Restai a bocca aperta alla visione del suo corpo, adesso coperto soltanto da un completino intimo rosa confetto e un paio di autoreggenti nere orlate di pizzo - e diamine, prima non le avevo notate. Deglutii nervosamente. «Beh, tecnicamente lo sei. Hai una ragazza», le ricordai, maledicendomi. Insomma, c'è una Venere in biancheria intima e autoreggenti seduta a cavalcioni su di me e io mi metto a pensare a quella stronza della sua ragazza rovinando l'atmosfera?

Ashley alzò gli occhi al cielo. «Senti, davvero pensi a Bryana in un momento come questo? Mi deludi», borbottò indispettita, tuttavia portando le mani all'orlo del mio maglioncino che presto finì per terra insieme al resto dei nostri vestiti. Nonostante fossi sempre così dannatamente insicura, e avrei dovuto esserlo specialmente paragonandomi ad Ashley ed al suo fisico perfetto, in quel momento mi sentivo bene. In pace con me stessa, per quanto assurdo fosse. Forse era dovuto a come Ashley mi guardava, con quegli occhi dal colore indefinito che squadravano la mia pelle come se fosse stata il più bel quadro impressionista. Occhi pieni di amore ed ammirazione, desiderio, senso di protezione. Mi sentivo sicura, sotto il suo sguardo.

Ashley si chinò per baciarmi. Quando si staccò, io ero completamente senza fiato e sempre meno pronta a ciò che sarebbe successo. «Sei bellissima».

Arrossii veemente, gemendo mentre le labbra di Ashley attaccavano il mio collo, baciandolo languidamente e scendendo sempre di più fino ad incontrare il solco tra i miei seni. «T-tu lo sei», riuscii a biascicare, totalmente fuori controllo. Non riuscivo più a connettere, a ragionare correttamente; l'unica cosa che popolava la mia mente erano le labbra di Ashley che lentamente toccavano ogni centimetro della mia pelle, danzando intorno al punto in cui avrei avuto più bisogno di loro.

«Oh, lo sei anche tu», borbottò Ashley, alzando gli occhi verso di me mentre le sue labbra lambivano il mio interno coscia, «Devi essere più sicura di te».

Sospirai. «Eh, fosse facile».

Ashley rise, riprendendo a baciare la mia coscia ed avvicinandosi pericolosamente all'orlo dei miei slip. «Beh, allora mi prenderò la responsabilità di dimostrarti che sei bellissima con ogni mezzo possibile», disse, portando le dita alle estremità dei miei slip, «Iniziando da qui», aggiunse, abbassando di poco i miei slip e lasciando un bacio languido sulla pelle scoperta.

Gemetti ad alta voce, facendo ridacchiare Ashley che continuò quella piacevole tortura finché non alzò la testa, mugugnando un «Oddio, ricordo quando mi dicesti che avresti voluto che usassi la mia lingua come fazzoletto per la tua vagina» che mi fece scoppiare a ridere.

«Beh, i sogni si realizzano ogni tanto», commentai io, facendo sorridere maliziosa Ashley.

«Beh, se vuoi saperlo è lo stesso per me», confessò, facendomi sgranare gli occhi, «Ma direi che è ora di smetterla di perderci in chiacchiere e passare all'azione».

«Sono d'accordo», concordai, facendo ridere Ashley che finalmente mi liberò degli slip, lasciandomi nuda ed inerme ai suoi occhi. La bionda mi guardò languidamente mentre si abbassava, lasciando un bacio sulla pelle dannatamente sensibile e scendendo verso il mio clitoride, lasciando un bacio anche in quella zona prima di segnare ciò che aveva toccato con le labbra usando la sua lingua. Inarcai la schiena a quella sensazione improvvisa, gemendo mentre sentivo la lingua calda e umida di Ashley esplorare la carne sensibile, soffermandosi sui punti deboli e capaci di farmi perdere la testa completamente; in tutto questo i suoi occhi, le cui pupille ormai erano del tutto dilatate, continuavano a fissarmi con un'innocenza disarmante, aumentando soltanto quel nodo che mi stritolava lo stomaco in una morsa quasi insopportabile. Ashley mi strinse la natica destra; ancora con gli occhi fissi nei miei si staccò da me per introdurre due dita nella sua bocca. Le succhiò sotto i miei occhi che non si perdevano neanche una sua mossa, facendomi tremare d'agitazione. S'era sicuramente accorta del mio stato disastroso.

Mi ero quasi calmata del tutto quando Ashley decise di sconvolgermi di nuovo, questa volta aggiungendo le sue dita alle sue labbra e alla sua lingua che avevano preso a lavorare freneticamente su di me. Le dita abbastanza lunghe di Ashley si insinuarono con facilità dentro di me, aiutate dalla saliva della ragazza e dalla mia stessa eccitazione; trovando un accesso così facile Ashley decise di andare subito al sodo, muovendo velocemente le sue dita ed arricciandole, facendomi letteralmente urlare mentre la sua lingua torturava il mio clitoride con insistenza, portandomi letteralmente al limite; di fatti mi ci volle davvero poco per crollare, sciogliendo finalmente quel nodo che avevo nello stomaco con un ultimo gemito piuttosto acuto che risuonò nella stanza. Mi accasciai sul materasso, fissando il soffitto in attesa di calmarmi. Quando finalmente il mio respiro si acquietò, trovai Ashley accanto a me. Sorrisi prima di baciarla.

«Avrei dovuto usare il mio fazzoletto su di te molto prima», commentò, facendomi scoppiare a ridere ed arrossire leggermente.

«Beh, meglio tardi che mai», borbottai io, spingendola di schiena sul materasso ed alzandomi, «Adesso è il tuo turno», annunciai, facendola sorridere maliziosa.

«Non vedo l'ora - ma prima devo dirti una cosa».

Alzai un sopracciglio. «Ti ascolto».

Ashley sorrise ed arrossì. «Sai, credo che mi sia disinnamorata di Bryana - se mai lo sia stata, ovvio. E sai perché?», chiese, non aspettando una mia risposta (ero troppo impegnata a gioire per quelle parole, lo ammetto), «Perché c'è questa ragazza così bella da rendere tutto attorno a sé meraviglioso. E io credo di provare qualcosa per lei».


***


[A/N] BOOM BIATCH

Sì, lo so che è tardissimo, probabilmente nessuno leggerà adesso e io sto morendo di sonno ma non fa niente, vero? Ahah

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, nonostante il contenuto un po' inusuale (?) (Probabilmente ho scritto un mucchio di cazzate ma compatitemi, è l'una di notte), e niente ci vediamo sabato! ♥ (quindi tecnicamente domani visto che è già venerdì hahah)

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