Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

3. Come cane e gatto

Elodie

Qualcosa stava suonando.

Aprii gli occhi assonnata, il calore del cuscino su cui mi ero appoggiata mi invitava a restare lí un altro po'. Mi accoccolai di piú, ma guardandolo meglio... Quello su cui mi ero accoccolata non assomigliava ad un cuscino... Infatti non lo era, ma erano dei pettorali.

Nessun tatuaggio avvolgeva il petto possente e a quel pensiero sbiancai.

Lui non é il mio ragazzo.

Mi alzai di scatto scendendo dal divano, quasi cadendo mentre superavo la figura addormentata di Jake.

"Cazzo! Cazzo, cazzo! Ma cosa diavolo mi é saltato in mente?!?" urlai mentre camminavo avanti e indietro per il salotto nel bel mezzo di una crisi di nervi.

"Deliri già di prima mattina?" sobbalzai al suono della sua voce e mi girai di scatto verso di lui.

"Spegni la sveglia del telefono prima che lo faccia io. E se lo faccio io, non vedrai mai piú quell'affare"

Mi affrettati a spegnere la sveglia.

Jake si mise a sedere scompigliandosi la massa di riccioli biondi che gli contornavano il volto mentre sbadigliava assonnato.

"Ho fame" esordí poco dopo, risvegliandomi dallo stato di trance in cui ero caduta mentre studiavo ogni singolo dettaglio del suo volto perfetto.

"Allora vai a casa tua e ti prepari la colazione. Io ho ben altro da fare che stare qui a farti da babysitter" mi avviai verso la cucina. Ma quando sentii dei passi dietro di me, mi girai.

L'enorme figura di Jake mi stava sovrastando, e per guardarlo negl'occhi fui costretta ad alzare il volto.

Deglutii in imbarazzo.

Ma poi lo vidi abbassarsi al mio livello fino a quasi a sfiorare il mio naso con la punta del suo facendomi gli occhioni dolci.

"Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego" i suoi occhi uno verde e uno azzurro mi stavano implorando di aiutarlo.

Sospirai, per poi sorridere.

"Inginocchiati e pregami di aiutarti, Jake"

Lui si rimise in posizione eretta, barcollando un po' visto che era ancora debole per colpa della febbre.

"Non mi abbasserò mai a tanto. Scordatelo" ringhiò incrociando le braccia al petto guardandomi con aria di sfida.

Ma lui sapeva che io sapevo essere molto testarda. Io vinco sempre.

"Beh peggio per te allora. Puoi andare se vuoi. La porta é proprio lí dietro di te, fuori c'é una bufera di neve, ma il tuo nuovo costume con le palme blu ti proteggerà dal freddo non ti preoccupare"

Feci un gesto di non curanza con la mano mentre iniziavo a percorrere il corridoio che dava sulla cucina.

"Aspetta" Sentii ringhiare dietro di me.

"Sí?" tornai a rigirarmi guardandolo inginocchiarsi mettendo entrambe le ginocchia a terra prima di unire le mani.

"Potresti, per favore, molto gentilmente aiutarmi?" Ridacchiai per la sua situazione prima di appoggiarmi un dito sulle labbra facendo finta di soppesare l'offerta.

"No" risposi alla fine dandogli la spalle entrando in cucina.

"Sei proprio stronza"

Ridacchiai nuovamente, divertita, mentre gli facevo cenno di venire in cucina.

Ci accomodammo nella piccola stanza, in stile minimal con i mobili color nocciola e un'ampia isoletta di marmo al centro, un arco a tutto sesto dava uno sguardo sulla stanza adiacente alla cucina, cioé al secondo salotto con la TV di novantacinque pollici e il divano in pelle.

"Cazzo, siete proprio dei ricconi" lo vidi guardarsi attorno incuriosito mentre studiava ogni minimo particolare del nuovo luogo.

"Sta' zitto che tu abiti quasi in un castello medievale" risposi acida prima di iniziare a prendere fuori il necessario per la colazione.

Il rumore di una porta che sbatteva mi fece irrigidire.

Oh no

"Piccola? Sei in casa?" Sentii la voce di Alex ed i suoi passi avvicinarsi finché non lo vidi comparire sulla soglia della cucina.

"Per quale cazzo di motivo lui é ancora qui?!" esplose poco dopo essere entrato indicandolo con fare accusatorio.

Mi avvicinai con passi cauti, e quando gli arrivai abbastanza vicino gli accarezzai il bicipite guadagnandomi la sua attenzione.

I suoi occhi ambrati mi guardarono con furia cieca non riconoscendomi ed una goccia di sudore freddo tracciò tutta la linea sinuosa della mia schiena facendomi venire i brividi.

Resta calma, andrá tutto bene.

"Visto che avevi deciso di farlo ibernare davanti al nostro portico, si è preso il raffreddore e l'influenza. Quando te ne sei andato é svenuto perciò l'ho aiutato. Non é successo nient'altro; te lo giuro tesoro"

Alex guardò con astio Jake che ricambiava l'occhiataccia e poi indicò gli pseudo boxer che portava.

"Ma quello non é il pezzo sotto del tuo bikini?" la sua voce presagiva guai. Quando saremmo rimasti soli mi avrebbe fatto ricordare chi comanda.

Rabbrividii al solo pensiero.

"Intendi quello che non mi fai mai indossare, perché troppo scollato secondo te?" le parole fuoriuscirono ancor prima che potessi fermare.

"Preferisci girare per una piscina mentre sculetti in mezzo a degli sconosciuti con addosso quel coso. Che non so se si possa definire indumento" la sua voce carca di rabbia mi mise sull'attenti.

É ubriaco, e quando lo é , é meglio lasciarlo in pace.

Jake rise della situazione mentre sgranocchiava delle patatine, euforico, mentre ci osservava quasi come se fossimo gli attori di un film.

"Che cazzo ridi? Vedi di toglierti dai coglioni alla svelta se non vuoi che ti cacci fuori da casa mia a calci in culo" ringhiò Alex concentrandosi su di lui.

Vidi il corpo massiccio di Jake alzarsi con calma, per poi erigersi in tutti i suoi 195 centimetri davanti al mio ragazzo alto 1.80. Che ecco sicuramente era alto...Ma in confronto a lui sembrava un tappeto.

"Sai amico io ci andrei volentieri a casa mia, ma come vedi questi indumenti non sono adatti al clima esterno. Perciò a meno che tu non abbia qualcosa da prestarmi, tappetto. Sono obbligato a restare qui" gli appoggiò una mano sulla spalla come se fossero amici di vecchia data, e vidi il mio ragazzo fissarlo con astio per poi borbottare un "Seguimi" un po' strascicato.

Li seguii su per le scale che portavano al piano superiore con le camere da letto.

Tanto per assicurarsi che nessuno dei due uccida l'altro.

Arrivati in camera nostra, dove al centro torreggiava un grande materasso matrimoniale e due armadi con ante scorrevoli ai lati, Alex si affrettò ad aprire il suo armadio rovistando dentro cercando qualcosa che potesse indossare anche lui.

Gli pose una pila di felpe e diversi paia di pantaloni e Jake li guardò curiosi.

"Mi sembra di essere in uno di quei negozi dove dici: vorrei provare quello ma intanto ti danno tipo un'altra sessantina di capi" mugugnò cercando con gli occhi un posto in cui cambiarsi. Andai a prendere fuori il separé a modi giapponese che mi avevano regalato qualche anno fa. Jake sorrise emozionato prima di darmi le spalle e avviarsi nel suo "camerino" con fare da diva.

"E che la sfilata cominci!" detto questo sparì dalla nostra visuale dietro al separé iniziando a scegliere i primi capi da indossare.

"Perché mi fai questo?" sussurrò Alex facendomi spostare l'attenzione su di lui.

"Cos'ha quel pavone che io non ho?" la sua voce delusa fu come una pugnalata al cuore.

"Niente che tu non abbia già, Alex" esordii tranquilla con affetto.

"No. Non é vero!" sbottò con i suoi soliti cambi d'umore. Mi sovrastò con la sua figura imponente. Chiusi gli occhi pronta a ricevere la punizione che mi meritavo.

"Allora pronti a vedere la star dello show?" la voce di Jake interruppe il momento.

Tornai a respirare riempiendo nuovamente di aria i polmoni.

Lo vidi uscire con addosso una felpa del mio ragazzo che gli stava talmente piccola che i polsini della felpa terminavano nel gomito.

Non riuscii a non sorridere guardandolo.

"Non pensavo che fossi così magrino" esordì Jake guardandosi i pantaloni super stretti come la felpa.

Alex diventò rosso sia di rabbia che di imbarazzo.

" E quindi? Che cazzo te ne frega?" ringhiò sulla difensiva.

Jake rispose con un'alzata di spalle alludendo al fatto che trovare qualcosa che andasse bene anche a lui fosse altamente improbabile. Appena tornò dietro il separé sentii la pelle del mio avanbraccio bruciare. Serrai la mascella trattenendo a stento le lacrime per il dolore. "E questo è solo l'iniziò" lo sentii sussurrare. 

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro