10. L'incendio
Jake
Elodie è ancora là dentro cazzo.
Ed io sono qui fuori a guardare la scena come un tipico umarell di ottant'anni.
"L'abbiamo trovata" l'urlo di uno dei pompieri riuscì a risvegliarmi dai miei pensieri e senza pensarci scattai in avanti per vedere e assicurarmi che fosse ancora viva.
Dalla porta vidi uscire i salvatori che stavano trasportando fuori un corpo di una ragazza. In quel momento, non seppi bene il motivo, ma quei ragazzi erano le persone più simpatiche che avessi mai visto. Li avrei quasi sposati.
Okay no così è un po' eccessivo.
Forse perché ti hanno riportato Elodie...
La vocina nella mia testa si fece sentire forte e chiara. Perché ovviamente non bastava quello stronzo di Alex a tormentarmi! Ci si metteva anche la mia stupida vocina.
Ce l'hai tu una ragazza ricordatelo Jake. Ricordatelo bene e non farti strani sogni su altre persone...(Elodie). Cosa che però hai già fatto.
Mi sbattei una mano sulla fronte ridacchiando per quello che avevo pensato.
La portarono da quelli del 118, perché sì era venuta anche l'ambulanza, il mio cuore saltò un battito appena la vidi.
Il volto che penzolava dalle braccia del pompiere, privo di alcuna forza vitale.
"Mi sa che quella povera ragazzina è morta..."
"Oh Jessie speriamo di no! Era così carina!"
Mi voltai infuriato verso le voci gracchianti di due vecchie bacucche.
Quando loro mi videro una delle due ammiccò sensualmente ed io alzai un sopracciglio.
Grazie. Ma anche no grazie.
Tornai a concentrarmi su Elodie priva di sensi. I vestiti bruciati lasciavano intravedere un po' di pelle mentre sia il volto che i capelli erano ricoperti ancora di fuliggine. Sulla guancia un taglio abbastanza profondo le sfregiava il suo viso principesco.
Alla vista del suo sangue che colava il mio cervello si spense ed agii solo con l'istinto.
Mi feci largo tra la folla dei curiosi riuscendo a raggiungere i medici che stavano cercando di rianimare Elodie.
Riuscii quasi a sfiorarla quando una ragazza con la camicia da medico mi bloccò la strada.
"Lei è suo fratello?"
Le sembriamo per caso simili? Lei mora ed io biondo, proprio due gocce d'acqua.
"Sì. Certo" risposi invece. Dovevo sapere se stava bene.
Un dottore però ad un certo punto richiamò a gran voce la mia attenzione
"Le si è fermato il cuore! Portatemi un defibrillatore presto!"
Sentii il mondo collassare sotto i miei piedi.
Le si è fermato il cuore. Le si è fermato il cuore. Le si è fermato il cuore.
No! Non è vero!
Le ginocchia mi cedettero ed incontrarono il duro asfalto. Vidi il suo petto alzarsi per le scariche ma continuare a rimanere immobile subito dopo.
Una voragine mi si aprì nel petto.
Anche se eravamo nemici. Anche se io la odiavo.
Dopotutto le volevo bene. Anche se avrei preferito spararmi pur di confessarlo.
Serrai la mandibola cercando di arginare il dolore e il nodo di ansia nel mio petto.
Mi stava abbandonando.
"Torna Elodie, ti prego" sussurrai con la voce rotta dalla disperazione.
Tracy
"Amore! Per il matrimonio...é meglio qualcosa a tema floreale o qualcosa a tema magari più moderno?" stavo sfogliando una rivista di viaggi mentre snocciolavo diverse idee sulle varie location per il matrimonio.
Mark invece non sembrava curarsene, stava guardando il telefono con aria assorta.
"Tesoro? Mi stai ascoltando?"
"Sì sì certo. Va pure avanti...Stavi parlando del colore dei palloncini, no?"
Sospirai
"No stavo parlando della location" risposi dolcemente. Non mi piaceva arrabbiarmi con lui. In più dovevamo organizzarci per il matrimonio imminente ed una litigata sicuramente non sarebbe servita a molto.
"Ah d'accordo" ripose non curante.
Chiusi il magazine e lo guardai studiandolo. I capelli ramati pettinati con il gel all'indietro gli lasciavano scoperta la fronte alta, i tratti marcati ed i suoi bellissimi occhi verdi-azzurri. Un moto di affetto mi spinse a volerlo abbracciare solo per quanto era bello, ma l'altra parte di me mi stava gridando di indagare sulla faccenda.
"Mark...Sei sicuro di volermi ancora sposare?" sussurrai impercettibilmente.
Lo guardai con occhi lucidi attendendo una sua risposta come: "Che domande ti fai amore? Certo che voglio ancora sposarti" oppure "Tu sei la cosa più importante per me, come potrei lasciarti andare?"
Ma non disse nulla di tutto ciò. Anzi visto che si sentiva osservato alzò lo sguardo confuso.
"Hai detto per caso qualcosa?"
Questa risposta mi serrò un nodo in gola e non riuscii più a parlare. Gli occhi pizzicavano e la vista si stava sfocando.
Mi alzai in piedi singhiozzando mentre mi avviavo verso la nostra stanza.
"Tesoro! Che succede? Tracy!" Mark mi venne dietro subito dopo ma io fui più veloce e chiusi a chiave la porta.
Lo sentii bussare ma io mi rannicchiai sul letto matrimoniale cominciando a singhiozzare convulsamente.
Se non ero neanche abbastanza interessante per lui da stare ad ascoltarmi poteva andare a cercarsi qualcun'altra.
"Tracy! Ti prego apri la porta! Io..."
"Tu cosa? Volevi solo di nuovo comprarmi con qualche altra passeggiata al centro commerciale? Qualche altro gelato?" la voce rotta ed il naso chiuso sicuramente non aiutavano alla comprensione delle parole ma lui riuscì comunque a capirle.
"Cosa!? E questo quello che pensi di me? Dopo tutto questo tempo Tracy?" strillò impanicato dall'altra parte
"Sì" risposi scoppiando a piangere.
Ad un certo punto sentii la serratura scattare.
Era riuscito ad aprire la porta... sentii i suoi passi avvicinarsi e il letto sprofondare quando ci si sedette sopra.
"Tracy... Mi dispiace, è un periodo complicato. Sai che io..."
"Tu?" lo interruppi, alzai il volto dal cuscino sul quale avevo sprofondato il viso attendendo una sua risposta
"Io... ti voglio bene" sussurrò infine sconsolato.
Mi misi seduta mentre con una manica del maglione mi asciugavo le lacrime che continuavano a scendere.
"Mark. Io ti amo e lo sai. Ma non posso sposarmi con qualcuno che non mi parla dei suoi problemi, che non riesce neanche a dirmi ti amo. Non posso sposarmi con te mi dispiace"
"Ma...Io...Non..." sussurrò con gli occhi spalancati dallo shock.
"Ho bisogno di tempo Mark. Riuscirai a darmelo?"
Lo vidi annuire mentre una lacrima gli tracciava lo zigomo seguita da altre. Cercai di asciugargliele con una mano ma lui si spostò uscendo di corsa dalla stanza.
Erano quasi dieci anni che stavamo insieme e non avevamo mai litigato.
Un dolore al petto mi impedì di continuare con questi pensieri mentre altri singhiozzi si facevano strada nel mio petto e le lacrime ruppero la diga riversandosi nuovamente all'esterno.
Catherine
" è bellissimo tesoro non so cosa dire davvero" esalai senza fiato.
Era tutto così bello che sembrava surreale. Io e lui in riva al mare seduti su un'altalena ricoperta di fiori durante un tramonto spettacolare.
Ad un certo punto lo vidi alzarsi per poi inginocchiarsi davanti a me prendendo fuori una scatolina di velluto.
Sentii le lacrime salirmi agli occhi mentre le emozioni avevano la meglio su di me.
Aprì la scatolina rivelando un anello bellissimo composto da tantissimi diamantini.
"Tu Catherine Acson vuoi darmi l'onore di amarti e proteggere i nostri figli in eterno?"
"Sì! Un milione di volte sì!" urlai quasi dall'emozione mentre le lacrime di gioia facevano colare tutto il mascara.
Mi alzai lentamente, appesantita dal pancione mentre andavo ad abbracciarlo.
"Ti amo Jasen McCaufield"
"Ti amo Catherine Acson"
Poco dopo le sue labbra si incontrarono con le mie in un leggero bacio pieno di amore ed affetto.
Questo sarebbe stato il giorno più bello di tutta la mia vita.
Una sua mano si spostò poi sul mio pancione e sentii i piccoli scalciare approvando la nostra unione. "Sembrano felici" sussurrò sulle mie labbra, sorrisi di rimando.
"Lo sono perché adesso ci sei anche tu"
Abbassammo entrambe lo sguardo sul pancione che ogni mese continuava a crescere a dismisura. Diverse volte avevamo pensato che fosse un po' troppo grande per soli due gemellini. Ma la vita è unica e piena di sorprese, ed io non vedevo l'ora di iniziare a costruirla con la mia nuova famiglia.
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