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Capitolo 18~La resa dei conti pt.2

Kenoia's POV

Urla strazianti di disperazione si sentono di sottofondo, spade che si scontrano provocando piccoli stridolii...riesco a sentire solo questo, ormai sono due anni che sento solo questo. Ho cercato di dimenticare il mio passato pensando che tutte le persone a cui volevo bene non le avrei riviste mai più ma è impossibile eliminare ciò che ci ha reso felici. E pensare che tempo fa dicevo di odiare tutti, poi invece ti accorgi di volere bene alle persone solo quando rischi di perderle. E la paura che ti assale ogni giorno quando vedi quella spada puntata contro di te svuota la mente e rimane solo la paura immensa di non rivederli mai più. La paura, la vera paura si manifesta quando vedi la tua morte e per un pelo la schivi. Il senso del rimorso che viene subito dopo, per aver ucciso così tante persone senza un vero motivo. Ripensare agli occhi lucidi delle tue povere vittime innocenti che ti guardano con disprezzo e un senso di angoscia ti assale perché, in quel momento, tu sei la morte e loro ti hanno guardato in faccia. E poi è davanti allo specchio che pensi di essere un mostro dentro proprio per tutto quello che fai ogni giorno.
E dopo un po' smetti di mangiare per la tristezza, tremi quando afferri la spada per la paura, l'angoscia ti perseguita la notte non facendoti dormire. È così che si diventa veri mostri, macchine da guerra senza cuore incontrollabili.
Molti dicono la solita frase "voglio morire" ma sanno veramente il suo significato? Sanno cosa comporta morire? Non solo una sofferenza enorme per te stesso, ma anche per la gente che ti circonda perché se anche non le vedi le persone che ti amano sono lì. Dicono che il senso della vita non si possa capire ma io dico che quando hai una spada insanguinata in mano e lo sguardo perso nel vuoto capisci tutto.
"Martina, ehy, ci sei?" Mi risveglio dai miei pensieri sentendo la voce di Marcy "Si, si..." rispondo io continuando a guardare verso la folla di persone assetate di sangue "A che pensavi?" Mi chiede lui affiancandomi "Niente in particolare...senti, secondo te quando usciremo da qui saremo gli stessi?" Vedo il suo sguardo confuso, si vede che non sa la risposta ma pur sempre vuole proteggermi dicendo qualche stupidaggine "Di certo non sarà facile ma di sicuro non è impossibile" mi risponde alla fine lui. Lo guardo e vedo nei suoi occhi la pura tristezza, mentre il suo viso è rivolto alla gente che urla per il dolore. Io abbasso la testa e tengo stretta fra le mie mani quella di Marcy.

Mentre cercavamo di scappare si sentono delle esplosioni provenire dal palazzo più vicino alla nostra base, io e Marcy ci guardiamo preoccupati e corriamo verso il rumore. Quando arriviamo lì davanti Marcy spalanca gli occhi per poi prendere le spade "Martina, promettimi che resterai qui qualsiasi cosa succeda ok?" Mi dice lui molto preoccupato. Vorrei sapere cosa stia succedendo ma conoscendo Marcy non me lo dirà mai "Te lo prometto".

Marcy's POV

Io e Kenny arriviamo davanti al palazzo da cui provenivano le esplosioni, noto un simbolo, anzi delle iniziali dipinte sul bordo del palazzo. Fortunatamente Martina non ha notato nulla.
Fisso quella "EB" come se fosse l'ultima cosa che vedrò nella mia vita. Io e Simone siamo sempre stati uniti, ormai sono quattro anni che ci conosciamo. Anni indimenticabili a parer mio, fra risate e litigi, a volte lacrime magari per quel video che non si è riusciti a caricare. I magici ricordi di ogni fiera passata insieme a lui, eravamo come fratelli ormai.
E quando ci siamo allontanati? Perché la nostra amicizia è finita così? Siamo nemici e vogliamo solo il peggio. Forse però qualcosa della nostra amicizia mi è rimasta, forse anche per lui è la stessa cosa.
Le notti in bianco a farmi mille paranoie solo a pensare a lui e al perché di tutto questo. È colpa sua, se ne andato lasciandomi solo senza preavviso e senza un motivo. L'abbandono, la solitudine, è la mia peggior paura.
Per me gli amici devono essere come fratelli, persone di cui ti puoi fidare sempre e staranno con te per sempre. Mi sbagliavo e mi sono sempre sbagliato. Ho sperato almeno per un secondo di potermi fidare di lui, e infatti così è stato ma come mai ogni persona che ho incontrato mi deve abbandonare in un modo o nell'altro. Ma come si sente lui? Gli fa male? Se lo conosco veramente, si, questa situazione gli ha spezzato il cuore, ma perché lo fa? Non credo sia il momento adatto per farsi queste domande...mai potrò avere una risposta. Ormai so che oggi è Il Giorno, l'ho capito quando ho visto le sue iniziali scritte sul muro. Io oggi lo ucciderò, vendicherò tutte le persone che ha ucciso e che hanno sofferto per colpa sua e delle sue spade, io, con la mia lama lo infilzerò facendogli capire veramente cosa si prova. Ormai non mi tiro più indietro per uccidere una persona, la guerra ti spezza e non ci puoi fare niente. Diventi un robot ma bisogna per forza stare agli ordini. Forse è questo il motivo per cui Simone fa tutto questo, forse deve solo eseguire gli ordini...no, no! Sto cercando soltanto di mentirmi da solo come faccio sempre. Io la farò finita con questa storia, tutto finirà. Oggi.

"Martina, promettimi che resterai qui qualsiasi cosa succeda ok?" Le dico . Ha uno sguardo confuso, vorrebbe sapere di cosa sto parlando ma non posso dirle niente, se le dico qualcosa e lei si mette in mezzo e...e se le succedesse qualcosa io non me lo perdonerei mai "Te lo prometto" mi risponde infine.

L'abbraccio, la stringo forte fra le mie braccia. Tenendola al caldo, proteggendola ad ogni costo.
Non è un abbraccio qualsiasi, assomiglia a quegli abbracci eterni nei film, quando due persone si devono lasciare per sempre.
Ho le lacrime agli occhi; vorrei dirle qualcosa ma noterebbe che la mia voce trema allora mi astengo dal darle un bacio sulla guancia e sfrecciare dentro l' edificio.

Le scale interminabili che mi dividono dalla morte, ogni passo capisco sempre di più che non ho speranze contro di lui, più vado avanti, scalino dopo scalino, più il mio cuore batte e il mio corpo trema come se io non lo potessi controllare. È la prima volta che mi succede in questi due anni, è questa la sensazione di quando stai per assaporare la morte?

L'ultima rampa di scale, gli ultimi scalini che mi dividono dal tetto dell'edificio. Mi fermo a metà strada. Per un attimo ho pensato di tornare indietro ma quando ho sentito quella persona gridare a gran voce il mio nome, la rabbia e la tenacia che avevo prima si sono fatte risentire. Faccio un respiro profondo, è come se in questo modo mi estraniassi dal mondo. I rumori esterni non ci sono più, un silenzio tombale si crea quando io metto piede sul tetto del palazzo "Ce ne hai messo di tempo per fare quattro scalini" alzo la testa e vedo lui, col suo sorrisino beffardo e gli occhi puntati dritti sui miei. Nonostante faccia credere di essere sicuro di se, lo vedo sudare ciò vuol dire che anche lui ha paura. Non ha senso nascondere ciò che penso adesso, gli ultimi momenti di vita che mi rimangono probabilmente.

Mi rimangio subito quel che ho detto. Devo essere sicuro di me stesso, solo in questo modo riusci a combattere.
Mi guardo le braccia, graffiate, insanguinate, completamente rovinate. Le mie sono mani peccatrici ormai, e io non ci posso fare più nulla, posso solo continuare. In un momento, però, un pensiero mi balena nella mente "Simone, noi non siamo dei robot" riparo i miei occhi dal sole con la mano continuando a guardarlo. "E con questo cosa intendi?" Si muove dal punto in cui era prima facendo qualche passo verso di me con le braccia incrociate. Un po' di vento si fa sentire in quella giornata calda e afosa che gli scompiglia i capelli "Non siamo dei robot, non siamo le loro marionette, non possono comandarci come vogliono. Non possono obbligarci a fare cosa che non vogliamo fare" rispondo così alla sua domanda. Lui fa un grande sospiro, si avvicina ancora di più a me finché non ci ritroviamo faccia a faccia. Alza le spalle e risponde: "È qui che ti sbagli, loro possono fare tutto quello che vogliono con noi". In un istante afferra una spada dirigendola verso di me, repentinamente io mi scaglio dall'altra parte per evitare il colpo. Prendo le spade stando in guardia "No Simone! La vita è nostra"
"Hai ragione Marcy, la vita è nostra, ma noi dobbiamo stare ai loro ordini. Non possiamo rifiutarci altrimenti verremo uccisi tutti". Si lancia contro di me ma, per mia fortuna e non so per quale miracolo, riesco a schivarlo "Possiamo ribellarci a tutto questo, siamo abbastanza forti per riuscirci, ma lo dobbiamo fare tutti insieme. Io e te, ci stai?"

Forse nei suoi occhi vedo ancora dell'umanità, qualche sentimento c'è ancora in lui. Non si è dimenticato di tutto quello che abbiamo passato assieme.
Lo vedo fermo davanti a me le mani con in pugno le spade lungo i fianchi, i suoi occhi esprimono consenso. Butto l'armeria a terra, so di aver fatto la cosa più pazza del mondo, ma se mi attaccasse adesso sarebbe sleale in più, se è il Simone che conosco io non lo farebbe mai. So che c'è ancora quella persona dolce e solare in lui.

Gli porgo la mano, se me la stringe forse potremmo tornare come prima, e uniti saremo incontrastabili. Riusciremo a salvare tutti da questa folle battaglia.
Il cuore mi si ferma in un secondo, lo sguardo assolto nel nulla, trattengo un grido a malapena vedendo la spada di Simone correre verso di me. Riesco a fare uno scatto all'indietro, ho i riflessi molto più svelti da quando sono qui forse perché l'istinto di sopravvivenza quando la morte è vicina si fa sentire davvero. Cado a terra mentre Eren sferra un altro colpo con la sua spada...

È come se tutto fosse a rallentatore, come se il tempo si fosse fermato, il colpo di Simo galleggia nel vuoto, Martina davanti a me con le braccia spalancate per proteggermi. Un ronzio mi pervade la testa, pensieri confusi circolano nel mio cervello...cosa faccio? Che sta succedendo? Perché Martina è qui? "Martina!" Esce dalla mia bocca un urlo strozzato, tutto ricomincia a muoversi, prendo Marty per i fianchi e la butto verso destra.

Il colpo di Eren era ormai andato a segno su Martina.

Il mondo sta girando, fa sopra e sotto mentre sfumature di nero compaiono nel mio campo visivo. Strizzo gli occhi, scuoto la testa e metto una mano sulla bocca. Quando riapro gli occhi i giramenti di testa sono finiti e fisso solo Eren in lacrime e immerso nelle sue urla di dolore e disperazione. I miei occhi iniziano ad inumidirsi e subito dopo le lacrime salate rigano le mie guance. Eren spalanca gli occhi di colpo e scatta in piedi, imito il suo gesto ma non riesco ancora a percepire il motivo.
Giro la testa nella direzione in cui lui si è gettato e così riesco a tornare alla realtà. Martina è morta. Non ho tempo per piangere, urlare e provare a far fuori uscire le mie emozioni, sfreccio verso Eren che è in piedi davanti a Martina. Lei invece si tiene una mano sullo stomaco mentre singhiozza. Mi inginocchio vicino a lei e la fisso.
Io e Simone la fissiamo senza dire nulla, io piango in silenzio mentre lui lotta con se stesso, come se una parte di lui volesse ridere di tutto ciò, mentre l'altra  è sull'orlo della follia.
Vederlo così mi fa più pena di Martina. Quasi ignorando che il corpo di Marty inerme è lì a pochi centimetri da noi, abbraccio Simone. Per ricambiare questo abbraccio lui ci fa cadere a terra, le nostre risate misto al pianto che ci ha fatto gonfiare gli occhi ci trascina nel vecchio e unico rapporto che avevamo io e lui. Ci stacchiamo dall'abbraccio per poi metterci in ginocchio davanti a Tina, io con il braccio intorno alle spalle di lui e viceversa.
Tutto ad un tratto Marty apre gli occhi e sorride.

Kenoia's POV

Il colpo di Eren mi sfiora la guancia. Sento la lama affilata attraversare il mio stomaco, un vento gelido mi fa tremare mentre penso che Marcy mi butti dal lato che sembra più sicuro. Mentre ruzzolo verso il muro posso dire di star vedendo le stelle. Mi butto di forza contro il muro, i miei occhi si chiudono da soli e sputo del sangue dalla bocca. Sento delle urla ovattate, penso che quella che stia urlando sia io dato che non ho più il controllo del mio corpo ma la voce è più roca della mia. Una mia mano va a premere la ferita che ho sulla pancia, sento questa inumidirsi e percepisco i miei occhi muoversi da una parte all'altra all'impazzata ma a quanto pare è solo una mia illusione visto che probabilmente i miei occhi sono fermamente chiusi.
Sento dei passi, un tonfo e delle risate. Questi suoni li distinguo a malapena, il mio orecchio sinistro è completamente fuori uso per la botta che la mia testa ha dato al cemento.
Riesco a riprendere il controllo del mio corpo e apro pian piano gli occhi. Le immagini di Marcy e Eren uno accanto all' altro diventano sempre più nitide. Un sorriso spunta spontaneo sul mio viso.
"Perché sorridi?" Chiede Marcy,
"Perché vi rivedo finalmente insieme, amici".
Si guardano sorridendo e si abbracciano.
"Ke..." dico con un filo di voce portando la mano libera tesa verso di loro
"...Ren..." continua Eren posando la sua mano sulla mia
"...Cy." Finisce Marcy in bellezza posando anche lui la mano sulle nostre.
Con le poche forze che ci rimangono gettiamo un urlo di vittoria
"Perché noi siamo i MaiDeboli!".

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Hola amici, si dopo un diavolo di anno ho finito questa storia, alleluia! Carissimi ragazuoli miei ci sono un paio di sorprese per questa storia quindi ne vedrete delle belle. Spero che questa "storia" vi sia piaciuta aspettatevi un sequel perché ci sarà.
E niente, mai arrendersi, maideboli.
Alla prossima ;3

Ciauzz

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E che possa la fortuna essere sempre a vostro favore!

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