2 - Back to the origins
Il ritorno a scuola è sempre faticoso, specialmente se ci ritrovi un ex scomodo.
-Come?- mi urla contro Bay, non capendo.
-C'è il mio ex. Bay perché urli? Non sei sorda- gli chiedo, sopprimendo una risata. Emmett ci sta osservando incuriosito, mentre Dafne gli spiega la situazione.
-Io e Dafne andremo a frequentare le lezione dei college dove siamo state ammesse, se hai qualche problema, puoi chiedere a Emmett, okay?- mi avvisa Dafne, affiancata da Bay, che mi sorride e si allontana con Dafne.
-No, aspettate...va be, me la caverò- dissi voltandomi verso Emmett, che mi guardò sorridente.
-Cassie! Non credevo venissi anche tu in questa scuola- speri di aver sentito male ma mi giro e lo rivedo, il mio ex.
-Lucas, ma quanto sei spiritoso- dissi sorridendogli, facendogli l'unico gesto che conoscessi, quello che ti dice: quanto sei coglione. E lo lasciai lì nel grande piazzale, mentre io ed Emmett andavamo a lezione. Sentii una leggera risata alla mia destra.
-Gli ho detto che è un coglione...sì, anche perché era l'unica cosa che ricordavo chiaramente nel linguaggio dei segni.- dissi scoppiando a ridere. Emmett si mise davanti a me e mi fermò.
-Posso insegnarti io...ne sei sicuro Emmett?- chiesi, mentre lo vidi annuire, felicemente.
-Okay, quando iniziamo?- chiesi pimpante.
-Oggi pomeriggio, ci scambiamo i numeri e ti invio un messaggio con la via di casa mia, okay? Certo!- gli risposi leggendogli le labbra. Ci scambiammo i numeri e appena le lezioni finirono ritornai a casa Kennish.
-Sono a casa!- urlai, vedendo la madre di Bay venirmi incontro e salutandomi con un abbraccio. Quanto affetto, pensai divertita.
-Nel microonde c'è il pranzo, io e John dobbiamo uscire, okay?- disse prima di andarsene con John.
Bene, sono a casa da sola e adesso?
Mi misi le cuffie attaccandole al telefono e sentii la musica, mentre presi la pezza e iniziai a pulire la mia moto, sentendo poi il telefono vibrare per l'arrivo di un messaggio.
-Pronta per la lezione del linguaggio dei segni? Ti aspetto, Emmett- con l'indirizzo a fine messaggio.
Sorrisi involontariamente e mi staccai le cuffie e misi il casco, diretta a casa di Emmett.
Ci arrivai in 10 minuti buoni, scendendo e suonando il campanello.
-Salve...- dissi salutando impacciatamente la madre di Emmett, che mi invitò ad entrare. E ora?
Subito Emmett corse dalla sua stanza al salone, parlando con la madre, sicuramente avvisandola che mi avrebbe aiutato con la lingua dei segni.
Così seguii poi Emmett in camera, notando delle foto di lui e Dafne, lui e Bay attaccate al muro, insieme ad altre foto ritraenti paesaggi. Mi voltai verso di lui.
-Tu fai foto?- chiesi.
-Sì! Iniziamo, che dici?- mi chiese.
Da lì a un'ora e mezza, quasi due, aveva imparato molto della conversazione base.
-Quindi dici che sono ad un buon punto?- gli chiesi, gesticolando, senza rendermene conto, era diventato automatico.
-Non è facile, ma sei davvero brava. Quel Lucas era il tuo ex?- mi chiese con sguardo preoccupato.
-Sì, è davvero un coglione, ti consiglio di non frequentarlo. Porta solo guai- dissi alzandomi dal letto e infilarmi la giacca.
-Te ne stai andando?- mi chiese raggiungendomi e toccandomi la spalla.
-Sì, domani ho la verifica di filosofia e devo studiare dal libro, sperando di farcela...- dissi sconsolata. Mi fermò prima di uscire dalla sua stanza, prendendo dalla libreria un quaderno.
-Sono i miei appunti, possono esserti utili o...almeno aiutare a studiare. Domani non ho quella materia, puoi tenerlo- mi disse sorridendomi.
-Grazie, Emmett. Sono in debito con te- dissi sorridendogli. Alzò le spalle.
-Non preoccuparti- disse, accompagnandomi poi alla porta. La mattina seguente, ci salutammo per andare nelle rispettive classi, e mentre stavo per andare via mi ricordai della festa delle moto all'autolavaggio Kennish, così mi volti e urlai il suo nome.
-Emmett! Emmett! E' vero, non mi sente- dissi come una stupida, attraversando la strada per andare a raggiungere Emmett dall'altra parte del marciapiede. Subito dopo sentii un clacson e un tonfo e un dolore partire dal centro irradiarsi per tutto il corpo, ritrovandomi in seguito in ospedale.
-Maledizione...- sussurrai, sentendo la testa far male, in una maniera inverosimile.
-Come stai?- mi chiese Emmett, catapultandosi dalla sedia al mio fianco, preoccupato.
-Non bene, Emmett- dissi con una smorfia di dolore. subito entrò il dottore, con affianco Dafne che fece da interprete a Emmett.
-Ha una leggera frattura al bacino, fortunatamente per il resto è tutto apposto, deve solo evitare di fare sforzi per la durata del mese prossimo. La dimetteremo in serata- mi disse con un sorriso il dottore.
-Grazie- dissi per poi vedere il dottore lasciarci.
-Ma perché non hai guardato prima di attraversare?- mi chiese Dafne, con tono paternale.
-Stavo pensando ad altro, Dafne- dissi guardando altrove.
-Cosa stavi pensando?- mi chiese Emmett, mettendosi davanti al mio campo visivo.
-Stavo venendo da te per parlarti del raduno di moto che c'è domani all'autolavaggio dei Kennish. Ma come una stupida urlavo il tuo nome, ma tu non mi sentivi, giustamente!- urlai contro, vedendolo guardarmi con uno sguardo davvero dispiaciuto.
-Mi dispiace davvero, Cassie- mi disse, scuotendo la testa tristemente.
-Non è colpa tua Emmett! È mia la colpa, ora per favore lasciatemi sola- chiesi, appoggiando la testa sul cuscino, chiudendo gli occhi.
-Va bene, andiamo Emmett- disse Dafne andando via dalla stanza con Emmett.
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