Risvegli
Jeff
Un bruciore disumano mi costrinse a riprendere conoscenza da quello che non era un sonno profondo, ma un vero e proprio coma.
Mi misi seduto sul letto e alla cieca cercai il collirio in uno dei cassetti del comodino accanto al mio letto, forse una volta cessato l'inferno nei miei occhi avrei potuto riprendere lucidità e capire cosa cazzo era successo.
Trovai il flacone e dopo essermi bagnato tutta la faccia riuscii a centrare gli occhi che, data l'assenza di quelle cazzo di palpebre, ci misero troppo sia ad umidificarsi che a lacrimare.
La cosa più fastidiosa, però, non erano i miei occhi, ma quel dolore pulsante e martellante che continuava a colpirmi il cervello: ogni volta che cercavo di ricordarmi il momento in cui mi ero messo a letto, nella mia mente cominciavano a rincorrersi immagini sconnesse e confuse che dal poco che avevo capito facevano parte di giorni diversi, come se il mio risveglio così traumatico fosse la conseguenza di intere giornate all'insegna dell'alcol.
Appena cominciai a distinguere il profilo degli oggetti che componevano la mia stanza, smisi di pensare e mi concentrai su esse finché non diventarono delle immagini più o meno chiare, poi mi alzai.
Sentivo il bruciante desiderio di una birra e, nonostante fossi ancora spossato, scesi in fretta le scale e raggiunsi la cucina.
Anche se odiavo ammetterlo, mi ero reso conto da un po' che non stavo del tutto bene, qualunque cosa avessi fatto, non mi sentivo come tutte le volte che mi ero lasciato andare ubriacandomi e l'orribile sapore che avevo in bocca sembrava volerlo testimoniare.
Presi un sorso di birra e mi buttai a peso morto sul divano, volevo rilassarmi, riflettere e cercare di capire cosa avevo fatto, ma qualcosa più forte di me prese il sopravvento, spiazzandomi.
Posai la birra sul bracciolo del divano e, affondando la testa fra i cuscini, mi coprii gli occhi con le mani. Il mio intero corpo era già pieno di brividi ed il mio stomaco si chiuse su stesso.
Un attacco di panico, di nuovo.
Cercai di respirare normalmente e mi sdraiai del tutto sul divano, non ricordavo l'ultima volta che mi ero sentito così ma fortunatamente sapevo bene come agire per farlo smettere.
Era il non sapere che aveva fatto andare in tilt il mio cervello, e l'ansia per delle ignote conseguenze aveva fatto la sua parte, avevo bisogno di un po' d'ordine e la parte di me che continuava ad urlare che avevo dimenticato qualcosa di importante non mi stava aiutando.
-"Devo intervenire?"
Riconoscendo quella voce metallica mi scoprii gli occhi e mi misi seduto per vedere la figura bianca e alta dello Slender apparire davanti a me.
-"Non serve."
Osservai l'Operatore avvicinare un tentacolo alla mia faccia e prontamente mi spostai per non farmi toccare da lui.
-"Hai la mente più caotica del solito, Jeff, sai che io posso aiutarti."
-"Non è affar tuo."
Riagguantai la birra e facendo finta di niente ricominciai a bere, stritolando la lattina in modo da sfogare il mio malessere nel modo più controllato possibile.
-"Lo è invece, non voglio che dai di matto rischiando di farci scoprire."
Cominciai a sudare e, avendo abbassato la guardia, il viscido prolungamento dello Slender riuscì a raggiungere la mia faccia, accarezzandola.
-" Posso gestirmi da solo."
-" NON È COSÌ"
La voce metallica dell'uomo rimbombò così forte all'interno della mia mente che per un momento tutto si spense permettendomi di respirare normalmente.
-" Che-stai-facendo?"
-"Silenzio, devo controllare una cosa."
Mi lasciai andare e permisi allo Slender di entrare del tutto nella mia testa, forse solo lui avrebbe potuto trovare le risposte che cercavo e preferivo apparire debole davanti a lui che rimanere in quella situazione ancora per chissà quanto tempo.
Jason
La mano di Jack continuava a fare su e giù lungo la mia schiena, riempendo la mia pelle di brividi e facendomi sospirare ad ogni tocco.
Quella sensazione meravigliosa però, non mi permetteva di dimenticare le fitte lancinanti che partivano dalla parte bassa della mia schiena, fitte causate proprio da colui che adesso si divertiva a creare ghirigori immaginari sulla mia pelle.
-"Mi fa male la schiena!!"
-"Stai un po' fermo!!"
Lo ignorai sbuffando e mi girai verso di lui poggiando la mia faccia sul suo petto, era strano osservarlo senza niente che coprisse i suoi lineamenti e per quanto non fosse la prima volta che lo vedevo privo di maschere mi sentii attratto dal suo viso come se per tutto quel tempo non lo avessi mai visto.
-"Dovresti essere sempre così."
-"Intendi così sdolcinato da far venire il diabete?"
Sorrise e mi strinse i fianchi avvicinandomi a se, quelle zanne che aveva al posto dei denti erano una nota stonata in confronto alla dolcezza della sua faccia.
Si era ufficiale, mi stavo rincoglionendo.
-"No, intendo senza niente in faccia."
La risata del clown riempì la stanza e la sua mano mi scompigliò i capelli, infastidendomi.
-"Sei l'unico ad avermi visto così Jay-Jay, e questo non sono di certo io."
Riprese ad accarezzarmi la schiena e quando raggiunse la zona lombale cominciò a massaggiarla facendomi però strizzare gli occhi dal dolore.
-"E poi ti immagini la faccia degli altri, sarebbero tutti sotto shock."
Rise più forte di prima ed io mi appiccicai di più a lui cercando di sottrarmi dal suo tocco, faceva dannatamente male.
-"Non credo avrebbero una reazione così esagerata."
Jack cominciò a fare dei cerchi premendo con una forza maggiore rispetto a prima così finii per mordere un lembo della sua pelle senza nemmeno rendermene conto, il dolore piano piano scemava, era vero, ma non avevo mai avuto una grande capacità di sopportazione.
-"Tu non conti, mi hai già visto, pensa a come ti sentiresti se domani Jeff apparisse senza cicatrici e con le palpebre, penso ti verebbe un colpo."
-"Si, credo di si."
Come un fulmine a ciel sereno, un pensiero illuminò il mio cervello facendomi sussultare ed alzare.
-"Non pensavo di averti fatto così male."
-"Si, cioè no, è Jeff il problema."
Il clown si mise seduto e mi accarezzò il viso.
-"Pensarlo senza cicatrici fa davvero così impressione? Io penso che sarebbe un bel ragazzo."
Mi misi una mano fra i capelli e sbuffai incazzato, un deficente, ecco con chi mi stavo frequentando.
-"Fai il serio per una volta, è importante! Prima di venire da te ho visto Ben bussare alla porta di Jeff, ma non sono sicuro fosse tutto a posto; l'ho guardato bene quel folletto e non sembrava essere del tutto in se, aveva gli occhi ed un sorriso che di sicuro non gli appartenevano."
-"Capisco."
Jack si alzò dal letto e cominciò a rivestirsi, tutta l'ilaritá che lo aveva catatterizzato fino a quel momento era scomparsa e sta volta sul suo volto non c'era neanche l'ombra di un sorriso.
-"Mi dispiace lasciarti così, ma ho qualcosa da fare adesso."
-"Avevo il sospetto che fosse qualcosa di importante."
-"Scusami ancora."
Come mai mi sarei aspettato Jack si avvicinò a me e mi lasciò un bacio a stampo sulle labbra poi, in fretta e furia, riindossò il naso e lasciò la sua stanza.
Osservai la porta chiusa per pò, cercando di dare un senso a quello che avevo visto ma soprattutto cercando di capire la reazione di Jack, era evidente che lui sapesse qualcosa che io ignoravo.
Mi buttai in mezzo ai cuscini e chiusi gli occhi, non mi restava che riposare un po' sperando che il tempo passasse più in fretta e che Jack mi avesse dato delle spiegazioni al mio risveglio.
Jeff
-"Fatto."
Scossi la testa cercando di riprendermi e mi concentrai su Slender, non avevo neanche la minima idea di quanto tempo fosse passato.
-"Quindi?"
-"Hai una specie di blackout, qualcuno è entrato nella tua testa, oltre me."
Provai a prendere sul serio quello che lo Slender mi stava dicendo e allo stesso tempo cercai di ricordare se e quando qualcuno era entrato nel mio cervello.
-"É impossibile."
-"Ti hanno cancellato la memoria Jeff."
Mi alzai e cominciai a passeggiare per la stanza, avevo voglia di sangue, tanta.
-"Vuoi dire che qualcuno, alla cazzo, è entrato nel mio cervello e ha combinato sto casino. CHI PUÒ FARLO?! E SOPRATTUTTO PERCHÉ? POSSIBILE CHE TU NON ABBIA TROVATO NIENTE?!"
Due tentacoli spuntarono dalla sua schiena e mi fecero sedere.
ODIAVO quando mi toccava, soprattutto con quello schifo.
-"Prima che tu possa urlare di nuovo, qualcosa ho trovato, ma non credo ti interessi."
-"Parla."
Avrei dato tutto pur di ricordare, chiunque si fosse messo tra me e la mia memoria l'avrebbe pagata con la sua stessa vita, neanche quel dio a cui i comuni mortali credevano aveva il diritto di farmi sentire così indifeso.
-"Hai il desiderio di riavere le palpebre."
-"No."
-"Non era una domanda, è quello che ho trovato, l'unica cosa che è rimasta è il tuo desiderio di riavere le palpebre, e l'attesa del momento giusto per farmelo sapere."
Mi misi le mani fra i capelli e sbuffai, per la milionesima volta nel giro di pochissimo tempo.
-"Se è rimasto questo ci sarà un motivo, no?"
Le Slender scrollò le spalle e si grattò la pelata.
-"Quindi cosa devo fare?"
-"Vada per le palpebre, forse col tempo ricorderò qualcosa."
-"Lo spero."
Solo quelle ultime parole, poi fu tutto buio.
Ben
Corsi di nuovo in bagno e il familiare rumore di scarpe col tacco mi seguì a ruota.
Fregandomene di quando potessi farmi male mi buttai a terra e appena la mia faccia fu a stretto contatto con il water vomitai, di nuovo.
-"Potremmo provare a contattarlo, mi sto preoccupando."
Dina si posizionò dietro di me e prese fra le mani le ciocche di capelli che mi finivano davanti al viso.
-"Non so cosa voglia dire essere posseduti da Lui ma una reazione così mi sembra esagerata."
A causa dello sforzo gli occhi mi si riempirono di lacrime e la vista stava diventando sfocata.
-"Che poi dovrebbe già saperlo no? Perché non interviene allora? Se gli servi non può guardarti mentre ti indebolisci ogni minuto che passa."
Da quando mi ero svegliato non facevo altro che vomitare sangue accompagnato da una sostanza nera dal sapore di cadavere, e, dato che la prima volta non era andata così, la situazione stava cominciando a farmi paura.
-"Oddio e se fosse proprio lui a farti questo? Forse hai combinato qualcosa di sbagliato e ti sta punendo! Ed io ti sto aiutando! Quindi il prossimo bersaglio sarò io!"
Quando la nausea terminò lasciai andare il water e mi accasciai sulle fredde piastrelle del pavimento, era come se il mio intero corpo stesse prendendo fuoco.
Chiusi più volte gli occhi, e quando la vista tornò normale presi a fissare Dina, che da ore non faceva altro che venirmi dietro preoccupandosi per me.
La maggior parte delle volte era irritante, parlava a vanvera e diventava così oppressiva da rendere la mia nausea ancora più marcata, ma era di conforto e rare volte riusciva anche a dire qualcosa di giusto.
-"Vuoi metterti a letto?"
-"No, per ora no."
Appoggiai la testa al water e cercai di capire dove avevo sbagliato, la bionda aveva fatto una giusta ipotesi suppenendo che la mia condizione fosse una punizione, e forse il mio unico errore era ul rimpianto.
Per quanto avessi capito e accettato gli ordini del mio signore, dentro di me mi sentivo pentito e scorretto e ciò poteva essere catalogato come un tradimento.
-"Vuoi almeno un poco d'acqua?"
-"Per ora non voglio nulla, Dina."
Chiusi gli occhi e sperai che tutto finisse, sensi di colpa, paura, dolore; tutto quello che sentivo non era causato da miei sbagli o da mie scelte e non potevo sopportare la rabbia di aver perso la tranquillità e la stabilità della mia vita per il capriccio di un viziato quale era Jack.
-"Voglio fare qualcosa per te, Ben!"
-"Seguimi qualunque scelta io prenda."
Sollevai le palpebre leggermente e osservai Dina sbarrare gli occhi, pensarci tu e poi annuire.
-"Si, posso farlo, non capisco ma posso farlo, non ho nessuno oltre te."
Sorrisi e piano piano mi alzai facendo sì che la ragazza mi sorreggesse fino al letto.
Per stare meglio dovevo far si che le cose tornassero alla normalità, e qualcuno forse non si sarebbe dovuto svegliare più.
Lj
Cambiai di nuovo strada e andai verso la camera dello Slender, ormai era l'ultimo posto in cui mi rimaneva da controllare e se non fosse stato nemmeno lì avrei aspettato che rincasasse.
Di certo non avrei aspettato oltre.
A tormentarmi era il segreto che conoscevo, se quello che Jason aveva detto era corretto allora non potevo ignorare quello che stava succedendo, Ben non era in grado di fare determinate cose ma qualcun altro, purtroppo, si.
Arrivai davanti alla porta della camera dello Slender e mi preparai a bussare, essa però si aprì si scatto e qualcosa mi tirò dentro con violenza.
-"Fai silenzio."
Sentii il tonfo della porta che veniva chiusa e alzando gli occhi mi trovai il volto bianco e inespressivo dell'Uomo Alto davanti al muso.
-"So che lo stai cercando, ma sta dormendo adesso."
Seguii il cenno di Slender e posai gli occhi sulla poltrona dove Jeff riposava; all'inizio mi chiesi più volte perché stesse dormendo in una camera che non fosse la sua, ma poi notai un dettaglio che mi fece trasalire: nessuna mascherina nera si trovava sul suo viso, il killer stava dormendo normalmente, i suoi occhi erano normali, chiusi e coperti da palpebre.
-"Ma-ma-ma... I-io scherzavo..."
Slender inchinò la testa confuso, sentivo i suoi occhi inesistenti fissarmi.
-" Con Jason, dico le palpebre, io.... Oh, ci sono cose più importanti, devo parlare con lui!"
Cercai di andare verso Jeff ma la mano dell'uomo mi si posò sulla spalla, fermandomi.
-"Qualunque cosa sia può aspettare, deve riposare."
Mi misi una mano fra i capelli e cercai di riordinare i pensieri, primo perché non volevo far scoprire a Slender ciò che sapevo, e poi perché dovevo capire il motivo della scelta di Jeff, c'era qualcosa dietro e l'indulto mi diceva che era collegata a ciò che avevo appena scoperto.
-"Perché e qui?"
Slender mi diede le spalle e avvicinò a se una sedia per poi prendere posto, fece con me lo stesso, ma io preferii rimanere in piedi: quello psicopatico addormentato era il mio unico amico.
-"È una lunga storia Jack, a cui io non so dare una spiegazione."
-"Forse posso farlo io, io e Jeff parliamo molto."
-"Lo so..."
Uno sfarfallio riempí la stanza e una tazza di caffè apparí nelle mani di Slender, l'aveva appena presa da chissà quale dimensione.
-".... e forse preferisco che sia tu ad occupartene, sai bene che per quanto la vostra presenza mi sia utile certi vostri affari mi risultano una grande seccatura..."
Un giramento di testa mi costrinse a sedermi, stava provando ad entrare nella mia testa con la forza.
-"...Qualcuno è entrato nella sua testa, non so perché, ma gli ultimi giorni sono stati del tutto rimossi, non vorrei ci fosse in mezzo qualcosa con cui non voglio avere a che fare."
Chiusi gli occhi, anche se la mia guardia era rimasta alta il rumore di statico si fece più forte e sentii chiaramente lo Slender farsi un giro all'interno del mio cervello; scartava tutti i pensieri che non gli interessavano come fossero carta straccia finché non trovò quello che cercava.
Come un flashback rividi le conversazioni avute con Jeff negli ultimi giorni, risentii la voce di Jason raccontarmi ciò che aveva visto e ripercorsi la folle corsa che avevo fatto pochi secondi prima, alla ricerca disperata del mio amico.
-"È una fortuna che tu sia venuto proprio adesso."
L'uomo uscì dalla mia testa ed io finalmente riuscii a respirare, se non fosse stato dannatamente forte avrei fatto un palloncino con le sue budella.
-"Quando Jeff si sveglierà potrai fargli tutte le domande che vuoi, ma di quello che sai non dovrai dire nemmeno una parola."
Si alzò facendo scomparire la tazza e mi venne vicino.
-"Devo almeno metterlo in guardia."
-"Non sai contro chi ti metteresti. Se vuoi proteggerlo lo farai indagando nell'ombra, sei solo una delle mie tante pedine Jack, qua sono io il re e tu devi fare ciò che dico."
Oh si, se non fosse stato forte lo avrei scortaticato vivo per vedere cosa nascondeva quella pelle bianca, avrei preso i suoi organi interni e li avrei attaccati ad un filo da appendere all'entrata come un festone e poi avrei creato chissà quale giocattolo con le sue lunghe ossa, se solo non fosse stato in grado di farmi fuori anche solo con il pensiero.
-" Ne sono consapevole."
-"Bene, perché dobbiamo scoprire perché Lui sia così interessato a giocare con Jeff, abbiamo un patto, lui non tocca le mie cose ed io non lo faccio con le sue."
-"Cosa devo fare."
-"Per ora vai semplicemente via da qui e fai finta che niente sia successo, se nessuno sa che sospettiamo ci saranno altri passi falsi, ed una volta che avrò capito cosa c'é sotto farò la mia mossa."
Annuii e mi avvicinai alla porta, la voglia di uccidere mi spingeva fuori da quella stanza eppure la mia mano indugiava ancora sulla maniglia.
Il peso delle cose che sarebbero cambiate da li al momento in cui avessi messo piede fuori da quella porta, la convinzione che Slender non si stava muovendo per il bene di Jeff ma semplicemente per orgoglio personale, la preoccupazione che Jason avesse visto troppo e che lui stesso sarebbe stato in pericolo, tutte quelle sensazioni facevano bloccare i miei muscoli e mi facevano incasinare la mente.
-"Non una parola Jack, con nessuno."
Con uno scatto uscì di corsa dalla stanza, dalla casa, dalla città.
Giocai anche io, con bambini e genitori, vite ed anime innocenti, e mi convinsi che infondo mi sarei potuto anche divertire, facevo parte dello schema di Slender e per qualche tempo non mi sarei annoiato più, Jeff era un amico ma stava diventando anche un buon passatempo e avrei giocato volentieri alle sue spalle, la vittoria forse era la sua incolumità.
Passai il mio tempo divertendomi e poi stanco tornai a casa, nel mio letto ancora pieno.
Chiusi gli occhi e cercai di appuntarmi mentalmente di chiedere a Slender di tenere Jason fuori dal nostro piccolo giochino, almeno lui si meritava un normale risveglio.
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