F•O•U•R•T•H
Maya, (349 chiamate perse)
Izumi ignorò Maya e chiamò il fratello, mentre Masaki le chiedeva nuovamente di farle fare il cavalluccio.
-Tesoro, Izumi sta parlando al telefono!-
-Tranquillo Ryuuji, ce la faccio.-
Izumi tranquillizzò l'amico e prese in braccio il bimbo, mentre si portava il cellulare all'orecchio:
Niisan, (1 chiamata senza risposta)
Izumi fece una smorfia, ma si rese conto dell'ipocrisia con cui lo stava mandando a quel paese e ripose il cellulare nella tasca.
-Pronto, Makkachin?-
-SI!!-
Izumi lo fece sedere sulle sue ginocchia e gli cantò la filastrocca, mentre la porta di casa si apriva e Hiroto si levava le scarpe all'ingresso.
-Papà!-
Gridò Masaki, senza scendere dalle ginocchia di Izumi.
-E' tornata Nume della Dicoldia!-
Izumi ridacchiò e strinse tra le dita una guancia di Masaki, correggendolo e facendolo ridere:
-Mi chiamo Izumi, lo sai!-
-Si, lo so! Ma tu non mi chiami Masaki e io non ti chiamo Izumi!-
Ryuuji rise dall'altra parte della stanza e Izumi fece la linguaccia al bambino che, prontamente, ridacchiò:
-Allora trovami un soprannome, su, Makkachin.-
-Ma Nume della Dicoldia è un soplannome!-
-Bambini, smettetela di litigare!-
Li sgridò scherzosamente Hiroto, scompigliando i capelli, non solo a Masaki, ma anche ad Izumi, distruggendole la treccia. Izumi sbuffò, sciogliendosi i capelli annodati, e fece per pettinarsi la treccia, ma Masaki la fermò chiedendole se poteva farla lui.
-Sai fare?-
-SI!-poi ci pensò:-No...-
-Okay, okay, ti insegno.-
E Izumi gli mostrò come fare. Mentre Izumi si sistemava per terra, con Masaki sul divano dietro di sè, Hiroto e Ryuuji cominciarono ad apparecchiare, e Izumi corrugò la fronte: sei posti a tavola?
-Ryu, come mai ci sono così tanti pos-
-Amore, vai ad aprire?-
Il campanello aveva suonato e Izumi non era riuscita a terminare la domanda, ma non servì: Hiroto aprì la porta, e d'improvviso Izumi capì perché né Ichi né Marghe avevano voluto fermarsi per cena. Quando Haruya varcò la soglia, seguito ovviamente da Fuusuke, Izumi credette che sarebbe scoppiato e le avrebbe urlato contro vedendola. Ma il rosso la ignorò e salutò allegramente Hiroto e Ryuuji, fingendo di non vederla. Sospirando, Fuusuke le si avvicinò e la saluto (ovviamente evitando il contatto fisico che lui disprezzava) scusandosi al posto del tulipano.
-Ciao, Kachan. Bentornata.-
-Sono felice di rivedervi, Fuusu.-
Fuusuke si sedette sul divano, di fianco ad un concentratissimo Masaki alla prese con una treccia, al quale scompigliò i capelli, sempre rivolgendo la sua attenzione alla ragazza per terra.
-Marghe mi ha detto che non hai ancora salutato un sacco di gente.-
-É stata una giornata impegnativa.-
-Da Fubu ci sei andata?-
Izumi annuì e guardò verso Haruya, che conversava con il verde senza rivolgerle un'occhiata.
-Fatto!-
Gridò Masaki soddisfatto, attirando su di sé l'attenzione dei presenti. Haruya si complimentò con il bambino che, accorgendosi solo allora della sua presenza, saltò giù dal divano e corse ad abbracciarlo. Izumi occupò il posto su cui sedeva Masaki, senza smettere di osservare il tulipano.
-Non puoi sorprendenti del suo comportamento.-
-Lo so, Fuusu, lo so. Ho infranto una promessa, vi ho fatti preoccupare e ne sono consapevole, okay?-
Fuusuke alzò gli occhi al cielo e i due rimasero in silenzio, con il sottofondo di risate di Masaki e Haruya.
-Senti... Grazie per non esserti arrabbiato con me.-
Sussurrò Izumi, in modo che solo il ragazzo al suo fianco potesse udirla. Fuusuke fece una specie di sorriso.
-Ormai lo so come sei fatta, e lo sa anche lui. La monotonia e il cambiamento ti spaventano e anziché affrontarli preferisci scappare. Non lo ammetterà mai, ma lo sapeva che non mancava molto prima di una tua partenza. Si vedeva che non riuscivi più a vivere così.-
Izumi sospirò ed abbassò lo sguardo. Si sentiva debole, egoista, stupida e sleale.
-Ma lo avevo promesso. Non sarei più fuggita dai miei problemi e dalla mia famiglia ma... Non so come fare. Mi dispiace.-
Fuusuke le posò una mano sulla spalla:
-Dagli tempo, ti perdonerà.-
-Allora, Kachan? Sei stata in Corea del Sud, mi hanno detto.-
Izumi sobbalzo: erano seduti a tavola, Nagumo di fianco a Suzuno, che era di fianco ad Hiroto, a sua volta di fianco a Ryuuji, che stava di fianco ad Izumi, che sedeva di fianco a Masaki (che al mercato mio padre comprò). Fino a quel momento, Haruya non le aveva mai rivolto neppure lo sguardo ed ora, di punto in bianco, si era voltato completamente verso di lei e le aveva anche parlato:
-Eh?-
rispose eloquentemente Izumi, alzando lo sguardo dal suo piatto. Haruya sorrideva, la guardava senz'ombra di delusione, come se l'avesse notata solo in quel momento:
-Ti ho chiesto se sei andata in Corea, Kachan.-
-Ah, oh, si. Ma non ci tornerei.-
Rispose, riprendendosi. Fuusuke smise di osservarli e coinvolse Hiroto e Ryuuji in un'altra conversazione, permettendo ad entrambi di parlare tranquillamente.
-E dove torneresti?-
Domandò di nuovo Haruya.
-Qui.-
Rispose Izumi con semplicità. Haruya si fece improvvisamente serio e posò il gomito destro sul tavolo, stringendo il pungo e tendendo il mignolo:
-E hai intenzione di ripartire presto?-
Izumi strinse il mignolo dell'amico con il suo, sorridendo, e rispose:
-Presto no, Haru.-
Mentre i due si sorridevano dopo ormai anni, Masaki posò e e manine sporche di salsa sulle loro mani, rovinando il momento ma permettendo al resto dei presenti di scoppiare in una sonora risata.
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