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F•I•R•S•T

[Aggiornamento 3/10/19
Giustamente, Masaki avrebbe dovuto avere circa 11 anni, per essere in pari con la serie, ed io non ci avevo assolutamente pensato. Perciò qui Masaki avrà un'età compresa tra i 7 ai dieci anni circa. Mi dispiace per il problema causato dalla fretta che ho avuto nel pubblicare questa storia.]

Izumi deglutí a vuoto e lanciò un'occhiata in tralice al fratello. Si trovavano davanti ad una casetta di mattoni grigiastri, con un tetto di tegole rosse e un giardino molto spazioso e curato. Ma, nonostante l'atmosfera tranquilla dall'interno dell'abitazione si udivano urla isteriche e tonfi assordanti. Ichi sghignazzò, osservando il viso terrorizzato della sorellina, e le indicò il campanello dorato che si trovava al lato della porta di legno:

Kira

Midorikawa

Kiyama

Le sopracciglia di Izumi si affrontarono nel leggere il terzo cognome, ma non riuscì a domandare nulla poiché Ichirota, velocemente, suonò il campanello, e la costrinse a indietreggiare per la sorpresa. Dopo il Dlin Dlon del campanello, i rumori e le urla si immobilizzarono, sovrastati da un sussurrò che richiamava il silenzio. Si udì qualcuno tossire, un piagnucolìo e, infine, la porta si aprì. Un uomo sulla ventina, che comunque non superava Izumi di più di cinque centimetri, apparve sulla soglia con uno splendido volto liscio ed abbronzato, occhi pece e capelli dello stesso colore dell'erba del giardino acconciati in uno chignon sul capo. Ryuuji spalancò la bocca e, nonostante la situazione (triste? Critica? Imbarazzante? Era troppe cose insieme) Izumi avrebbe voluto ridere nel vedere il suo migliore amico vestito come sua madre nei tempi migliori: pantaloni rossi della tuta, maglietta H&M in saldo (pride like a woman) e grembiule bianco con il pizzo e la scritta "kiss the cook". I secondi di silenzio sembravano non finire mai, Ryuuji rimaneva immobile sulla porta e Izumi, davanti al fratello di diversi passi, non aveva intenzione di muoversi da lì. Ad interrompere quel gioco di sguardi infinito, fu l'ingresso di un secondo uomo sull'uscio della casa: con i suoi solito capelli rossi, la pelle lattea, i vestiti quasi sicuramente firmati e i suoi occhi talmente particolari da rendere impossibile dimenticarsene, Hiroto Tatsuya fece la sua comparsa con in mano quella che doveva essere una bellissima bambina dai lunghi capelli blu e il viso assonnato, vestita con un completo da rugby versione bambino.

 -Kaze!- 

sussurrò Hiroto, facendo un passo avanti e schiudendo le labbra in un sorriso. Izumi trattene le lacrime che già minacciavano di scendere ed annuì avvicinandosi con timore a Hiroto, senza però staccare gli occhi da Ryuuji. 

-Ry-ryuuji?-

 disse con voce rotta Izumi, sperando con tutta sé stessa che Ryuuji si ricordasse di lei. Il verde digrignò i denti e i suoi occhi, Izumi lo vide, diventarono via via più lucidi e più rossi.

 -'zumi...-

 singhiozzò, e, nell'udirlo,  Izumi si lanciò in avanti, abbracciando l'uomo che la sovrastava di pochi centimetri e lasciando che questo la stringesse a sé e piangesse sulla sua spalla. I due vennero presto raggiunti anche dal resto dei presenti, che, chi da una parte e chi dall'altra, cinsero entrambi i corpi in un ulteriore, caloroso abbraccio.

Mi fermerò qui nel descrivere l'incontro sull'uscio, giacché le lacrime e gli abbracci terminarono solo 37 minuti dopo. Sarò invece felice di raccontarvi ciò che accadde una volta che tutti e cinque si furono trasferiti in salotto. Tanto per cominciare, Ryuuji sembrava non volersi staccare da Izumi, quasi timoroso di vederla scomparire, ma l'attenzione di lei era catturata, sì, dal suo migliore amico, ma anche dal bambino azzurro che già da un po' aveva iniziato a fissarla curiosa.

 -Si chiama Masaki.- 

Le disse Ryuuji, facendola accomodare e prendendo dalle braccia del compagno quello che Izumi scoprì essere un maschio.

 -Lo siamo andati a prendere solo un mese fa. L'attesa è stata infinita.- 

Izumi, ancora presa dalla contemplazione di quella creatura, lasciò che una lacrima le scivolasse sulla guancia. Notando la situazione, Ichirota trattenne in un discorso Hiroto che, a sua volta, finse di non notare il volto sconsolato di Izumi. Ryuuji si sedette al fianco di Izumi, posandosi in grembo Masaki e facendo un sorriso: 

-Siamo andati a fare richiesta perché ci hai convinto tu, ricordi? Mi avevi promesso che saresti venuta a vederlo subito.-

- Avrei tanto voluto, Ryuuji.- 

Sussurrò Izumi, piangendo di nuovo a dirotto e lasciandosi circondare da un braccio color caramello, che le accarezzò i capelli.

 -Comunque...- aggiunse Ryuuji dopo un po' -se ti fa piacere sentirlo, lui non è la prima volta che ti vede.-

 Izumi tirò su con il naso, senza smettere di piangere:

 -Che vuoi dire?-

 Ryuuji sorrise e si voltò verso il marito: 

-Amore, puoi mettere la cassetta del ritiro del 2011?-

Izumi si asciugò il viso con un braccio (addio felpa bianca della Pepsi) e improvvisamente le si formò in viso un sorrisetto. La famosa cassetta ritraeva tutta la Inazuma durante un ritiro estivo a Kyoto, e si vedevano in lontananza le manager che preparavano la merenda, mentre diversi ragazzi giocavano in campo senza uno scopo, con una decina di palloni. La telecamera si spostava in particolare su un gruppetto che si passava la palla senza troppo impegno, solo per il gusto di muoversi un po'. Una Izumi 15'enne si divertiva a prendere in giro un Ryuuji 16'enne che faticava a giocare, perché i capelli sciolti gli impedivano la visuale del pallone:

-Vuoi un elastico Mido?-

-Ne hai uno per te?-

-Beh, basta che mi sciolgo le trecce e me ne rifaccio solo una!-

Izumi si nascose il viso tra le mani, mentre i ricordi si rispolveravano e il sorriso spingeva prepotente per scacciare le lacrime.

-Nube della Discordia!-

 gridò Masaki. Il viso di Izumi scattò verso la televisione, dove la piccola Izumi aveva appena eseguito la sua unica tecnica difensiva che riusciva, effettivamente, a difendere la porta. Izumi ricordava che Hiroto aveva fatto un normalissimo tiro in porta al solo scopo di aiutarla e lei, piena di energia, aveva eseguito la sua tecnica migliore. Il nome lo scelse Ryuuji. 

-Ha voluto riguardarlo decine di volte.- 

Le spiegò Hiroto, appoggiandosi a Ichirota che, così Izumi sospettava, già sapeva tutta la storia. 

-Però- le disse Ryuuji, posandogli Masaki sulle ginocchia -Non sa ancora il tuo nome. Tesoro, dì il tuo nome.-

 Debolmente e timidamente, Masaki le tese la manina: 

-Io sono Masaki Kariya. Tu chi sei?-

 Izumi sorrise commossa, si asciugò il viso per l'ultima volta e, stringendogli la manina tra le sue, disse:

 -Io sono Izumi Kazemaru ma, se vuoi, puoi chiamarmi zia.-

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