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F•I•F•T•H

Dopo la cena, quando ebbe salutato tutti, Izumi uscì dalla casa, promettendo di tornate l'indomani. Era già buio, Izumi non vedeva ad un palmo dal suo naso e il paesaggio buio le ricordava molto le sue passeggiate notturne con Paolo. Rabbrividì per il freddo, e notò che, effettivamente, era troppo tardi e troppo freddo per tornare a casa a piedi. Forse già per la terza volta quel giorno, chiamò il fratello, sperando che fosse ancora sveglio e, questa volta, rispose immediatamente: 

-Izumi?-

-Ciao bro, dove sei?-

Si sentì qualcuno borbottare di fianco alla cornetta e Ichirota si sbrigò a rispondere: 

-A casa. Vengo a prenderti?-

Izumi si morse il labbro e abbassò lo sguardo sul marciapiede buio: con che coraggio gli chiedeva di uscire di casa a quell'ora e di fargli da autista dopo due anni di vuoto assoluto?

 -Ce la fai?- 

chiese in un sussurro, così da non obbligarlo esplicitamente. Quello mugugnò qualcosa che Izumi prese per un sì. 

-Grazie, Niisan.-

-Figurati. Piuttosto, Haruya come l'ha presa?-

-Tutto bene, non ce l'ha con me... Credo.-

-Mh. Stanotte dormi da me? Come ai vecchi tempi, eh?- 

"Come ai vecchi tempi."
Quando Ichirota divenne maggiorenne e si trasferì, Izumi passava tutti i venerdì sera da lui, nella casa che l'anno dopo divenne anche di Izumi. Avevano passato serate piene di disagio a fare pazzie, fino all'anno ancora successivo, quando quella se ne andò. Izumi strinse le labbra, trattenendo per l'ennesima volta le lacrime. Da quanto tempo non piangeva così tanto? La vera domanda era da quanto non piangeva per qualcosa. Maya si sarebbe messa a ridere vedendola in quello stato, e le avrebbe detto di mettersi una delle sue strane creme viso per reidratarsi dopo il pianto. 

-Izu?-

Ad Izumi scappò un singhiozzo e Ichirota sospirò dall'altro capo del telefono. 

-Sto arrivando da Mido, tu non muoverti.-

La chiamata terminò, Izumi smise di trattenersi e si lasciò cadere seduta sul marciapiede, singhiozzando. Cosa le era successo? Quando era diventata così debole? Non le aveva fatto poi così bene quel viaggio, era diventata troppo nostalgica, troppo depressa, troppo... Troppo. Izumi si strinse nella felpa, mentre ricordi su ricordi le scivolavano addosso come acqua, mutilandole la carne lentamente e come coltelli. 

-Izu, cosa ti è successo?-

Izumi alzò lo sguardo, incontrando quello preoccupato ma comprensivo di suo fratello. Come aveva fatto ad arrivare così velocemente? Izumi si pulì il viso sulla manica e tornò a guardare Ichirota seduto sulla moto, che si tendeva verso di lei e le passava il casco. 

-Ichi... Tu non eri a casa, vero?-

-Ero da Endou, okay? Ora sali, hai tanto da sapere e da raccontarmi.-

🌙🌙🌙🌙🌙

-Quanto tempo ci sei stata in Perù?-

Izumi era seduta sul divano, appoggiata con la schiena alla spalliera e le gambe piegate sul davanti a sé. Si era cambiata, mettendosi una vecchia maglia mimetica di Ichi e dei leggins blu scuro, e si era coperta con un plain di lana azzurro. Ichi uscì dalla cucina con due tazze di thè fumanti e si sedette al suo fianco, lasciando che Izumi stendesse le gambe sulle sue. 

-Due mesi e mezzo, sono stata a Combayo per la maggior parte del tempo. Oh, grazie.-

Izumi prese tra le mani la sua tazza e tornò silenziosa come poco prima. Non sapeva come mai si sentisse così male. Credeva che quei due anni fossero bastati, e invece...

 -E com'è?-

Izumi tirò su con il naso e alzò le spalle, muovendo la tazza per mescolare lo zucchero.

 -Triste. Cioè, no. Gli abitanti sono tutti molto allegri e nonostante non abbiano cibo condividono tutto. Ma, vederlo è... diverso.-

-Hai conosciuto qualcuno?-

-C'erano molti amici di papà. Te la ricordi Lady e Vula? Ho anche un regalo da parte loro.-

E così dicendo, Izumi si sporse il più possibile verso il muro, ove era appoggiata la sua valigia. Ci frugò dentro per un po' e poi tirò fuori un involucro arancione che si posò in grembo e si riappoggiò alla spalliera.

-Mi hanno detto che piangesti tanto quando la perdesti, tanti anni fa.-

Izumi gli porse l'involucro e Ichirota lo aprì: era vuoto. Izumi ridacchiò nel vedere il suo volto confuso: 

-Si tratta della coperta, Ichi! Mi hanno detto che la portavi ovunque quando te l'hanno regalata.-

- Non l'avevo riconosciuta! È invecchiata, sai?- 

Rise Ichi a sua volta, e la posò al suo fianco cambiando argomento non troppo delicatamente: 

-Ora però dimmi... A chi toccherà domani? Maya e Paolo?-

-No!- 

Scattò Izumi, voltando bruscamente lo sguardo: una pessima idea, giacché il suo sguardo si posò verso un quadro attaccato alla parete, dove era raffigurata l'intera Inazuma. E, di conseguenza, anche i due ragazzi citati dal fratello. 

-Insomma... Non sono pronta per affrontarli... Maya ce l'avrà a morte con me e Paolo...-

-E Paolo è Paolo, okay, lo capisco. Ma allora da chi andrai?-

Izumi bevve un sorso di The e fece una smorfia: 

-Bleah, è amaro. Oh, domani Ryuuji mi accompagnerà in macchina fino alla spiaggia visto che ci saranno Tsunami, Otonashi e...-

- Izumi, dimmi la verità. Perché non vuoi vedere Maya?-

Izumi di bloccò, stringendo la tazza tra le mani, ma non ebbe il coraggio di guardare in viso il fratello. Ichirota, notando il conflitto psicologico in cui era caduta la sorellina, le scosse una spalla per svegliarla dalla trance. Quando finalmente Izumi si riprese, aveva gli occhi vacui e lo sguardo assente: 

-Come posso tornare da loro se sono il motivo per cui me ne sono andata?-

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