Il Mio Passato
Pov's kira
Io: Questo potere me l'ha passato mia madre, fin da quando era piccola le sue ferite guarivano. Dopo il diploma, mio padre Williams le chiese di sposarlo e lei accetto. I miei genitori si amavano dall'inizio delle superiori e mia madre prima di sposarsi disse tutto a Williams. Lei era sicura che l'avrebbe disprezzata, ma non fu così, anzi. Mio padre grazie a lei diventò un famoso dottore, perché conduceva su di lei degli "esami". Mia madre scrisse sul suo diario che lei veniva squartata in malo modo da lui. Pensava che il marito non la amasse più e la stesse semplicemente usando per arricchire le sue tasche e la sua sapiente fama da dottore. Anche se le sue ferite esteriormente guarivano, dentro al suo cuore rimanevano tanti lividi che le facevano male. Lei scrisse che l'avrebbe ucciso per paura che lui potesse fare le stesse cose a me.
Un giorno mio padre le chiese se avesse un punto debole e lei rispose che non lo sapeva così Williams aprí, ferì, tagliò, colpí ogni centimetro del corpo della mia mamma e molto probabilmente lo trovò altrimenti mia madre sarebbe ancora viva. Queste sono le mie supposizioni: Williams deve aver trovato il punto debole, accecato dalla voglia di conoscenza. Mia madre prima di morire appiccò un fuoco e velocemente scrisse che cosa stava cercando il marito, senza dare molte spiegazioni e per evitare che il diario bruciasse lo lanciò dalla finestra.
Jack: come fai a sapere che l'aveva lanciato fuori? E tu dov'eri quando il fuoco avvolse la casa?
Io: io ero dentro, rinchiusa nella mia camera. Ogni notte quell'uomo che non voglio mai più chiamare padre, chiudeva a chiave la mia stanza per evitare che vedessi quel che faceva a mia madre. Quando il fuoco entrò nella mia camera, mi gettai dalla finestra. E corsi davanti alla casa continuando a chiamare i miei genitori, ma mai nessuno rispose. Quando arrivò la polizia, mi guardai dietro e trovai il diario. Uno dei miei più grandi rimpianti è non essere entrata nella casa e aver tirato fuori mia madre. Da quel giorno il mio carattere era cambiato radicalmente e nel mio cuore si era fatto spazio un profondo odio verso le persone. Fino ad oggi ho sempre cercato il mio punto debole ma non l'ho mai trovato.
Jack: ma che.... Razza di mostro sei?!
Quella frase... Sentire di nuovo quella frase mi fece male, mi creò un buco nel cuore e mi rattristai profondamente. Quando ero alla materna, mi ferii gravemente il ginocchio cadendo da un vecchio e alto albero. All'impatto con il ruvido pavimento, il ginocchio si aprí e formò un cratere di carne e pelle ricoperto da sangue che sporcò tutto il pavimento attorno a me. I miei compagni mi vennero incontro e le femmine andarono in gruppo a chiamare la maestra. Dopo pochi secondi mi ritrovai circondata da tutti i compagni e le maestre. Il mio migliore amico Eric si inginocchiò davanti a me con le lacrime agli occhi e mi chiese scusa per avermi incoraggiato a salire sull'albero. Mentre stavo per rispondergli con un piccolo sorriso sulle labbra, la ferita si rimarginò davanti agli occhi increduli di tutti. Eric mi guardo con una faccia spaventata e schifata allo stesso tempo. Indietreggendo velocemente mi disse con disprezzo le stesse parole di Jack. Ricordando questo mi sentii male e abbassai lo sguardo. Non pensavo che un giorno qualcuno me lo avrebbe ridetto sopratutto se quella persona sarebbe stata Jack.
Jack: *si tappa la bocca* sc-scusa...
Io: niente. Ci sono abituata. Molti ragazzi alle elementari mi dicevano così. Io esco per un po'.
Jack: *annuisce*.
Presi un libro a caso dalla piccola libreria in corridoio e il pacchetto di patatine piccanti sul tavolo che mi aveva comprato. Uscii dalla porta e camminai il più lontano possibile, girandomi indietro mi assicurai di essere abbastanza isolata da luci e essere umani. Lanciai il libro sul ramo dove volevo mettermi e salii sull'albero che era il più alto nei dintorni, con il pacchetto di patatine tra i denti. Appena sopra aprii il pacchetto e iniziai a leggere la copertina del libro illuminato dalla luce della luna : "Mezzomorto". Era un horror. La copertina mostrava un cuore ricoperto di sangue su un tavolo bianco e un ragazzo dietro che allunga la mano verso di esso. Il ragazzo era senza espressione, aveva un buco nel petto e sulla maglietta. Mi sembrava di averlo già visto ma probabilmente era solo una mia impressione. Dopo aver analizzato l'immagine della copertina aprii il libro e notai che era scritto tutto con un colore simile al sangue secco. Pensai che fosse stato fatto apposta per impressionare il lettore, ma una piccola parte di me supponeva che fosse sangue vero. Iniziai a leggere velocemente per non pensare al passato, ma dopo un po' venni interrotta da una voce maschile. Alzai svogliatamente lo sguardo dal libro e cercai l'essere che mi aveva interrotta su un punto davvero fantastico, dove la descrizione dell'uccisione dell'infermiera nell'ospedale era perfetta.
Liu: ehi, ciao.
Appena vidi il suo sorriso il desiderio di uccidere la persona che mi aveva interrotto era svanito.
Io: ciao. Perché sei qui?
Liu: stavo andando a mangiare. Tu?
Io: non ho sonno e poi volevo stare tranquilla.
Liu: ti ho disturbata?
Io: * tono scherzoso* sì e anche tanto. Avrei voluto ucciderti. *sorride*
Liu: *sorride anche lui* guarda che puoi farlo... Se ci riesci.
Io: nahhh, troppa fatica. E poi preferisco non uccidere qualcuno che mi stà simpatico.
Liu: ne sono lieto. Vuoi venire con me? Ti mostro un po' il posto.
Io: e il tuo spuntino?
Liu: mi è passata la voglia. Sono a tua completa disposizione.
Io: allora accetto volentieri.
Liu: ce la fai a scendere?
Io: certamente. Per chi mi hai presa? *prende il libro e il pacchetto di patatine ormai vuoto e scende dall'albero saltando e facendo 3 giri a mezz'aria e atterrando perfettamente in piedi*
Liu: esibizionista *borbotta*
Io: ho solo voluto dimostrarti di poter scendere da un albero in modo non rozzo, ma con stile.
Liu: ho capito, tranquilla. Andiamo?
Io : si.
Liu era un ragazzo carino e gentile,con lui mi sentivo bene. Subito però un pensiero mi avvolse la mente: "e se diventasse un mio caro amico e succedesse come con Eric? Non voglio soffrire ancora per colpa dell'amicizia" pensai che se glielo avessi detto subito, non avrei sofferto molto, cosi gli chiesi un coltello.
Io: hai un arma tagliente con te?
Liu: certo, ma non c'è da preoccuparsi, nessuno ci aggredirà.
Io: non é per quello... Vorrei mostrarti una cosa.... Un segreto che conoscono solo poche persone.
Liu: tieni *le dà il coltello*
Io : sei un killer, quindi non dovrebbe impressionanti più di tanto del semplice sangue. *si taglia su una lunga parte del braccio*
Liu: cosa fai?! *allarmato*
Io: guarda attentamente il taglio e la carne dentro. *inizia a rimarginarsi*
Liu: ... W-wow! Ma è fantastico! Come cavolo hai fatto?
Io: *stupita per via della sua reazione* è una cosa naturale per me... Tutte le mie ferite si rimarginano.
Liu: non ho mai visto una cosa del genere.
Io: non ti ha fatto schifo?
Liu: no. È bello essere a conoscenza di qualcosa di così segreto. Chi altro sa questa cosa?
Io: solo Jack e tu. Comunque lo facciamo si o no questo giro?
Liu: certo, andiamo.
Mi mostrò la città che era molto lontana dalla mia vecchia casa. Mi fece conoscere anche Toby, un altro Killer, lui era più riservato, ma comunque simpatico. Mi spiegò anche che solo lui, Jack, Jeff, Toby e Slender vivevano in quella grande foresta, ed altri, invece, erano sparsi un po' dappertutto. Finito il giro mi accompagnò davanti alla finestra della mia camera e lì lo salutai. Dopo di che mi misi a letto anche se sapevo che fra una mezz'oretta sarebbe spuntato il tiepido sole del mattino.
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