Il mio cuore perse un battito. Poi un altro, e ancora uno. Sembrava potersi fermare da un momento all'altro.

Tutto intorno a noi andò a svanire e i rumori si assottigliarono fino a sparire completamente.

Eravamo rimasti in tre: io, Jimin, e la mia paura.

Sì, noi due non avevamo paura di niente. E anche se l'avessimo avuta, non l'avremmo mai confessato. Ma in quel momento, nell'istante in cui il mondo intero si spense attorno a noi lasciandoci soli, capii di non essere invulnerabile.

Ci guardammo negli occhi ricreando quel silenzio straziante, lacerante l'aria, che avevamo sperimentato pochi istanti prima.

Non c'era più tempo. Non avevamo più tutte quelle possibilità che ci eravamo imposti di cogliere. Non avremmo avuto più ambizioni da seguire. Non avevo più tutti quei posti dove andare senza pensare a niente.

Con poche, semplici, parole, tutte le mie certezze erano crollate. E dovevo sbrigarmi. Non potevo più aspettare.

Presi un grande respiro e posai una mano sulla guancia di Jimin, cercando di non mostrare il mio evidente tremore.

"Y-Yoongi.." Iniziò Jimin, flebilmente.

Non lo lasciai finire. Non riuscivo ad ascoltare la sua voce in quel momento. Sentivo che se avesse detto anche solo un'altra parola, sarei scoppiato in lacrime. Ma non potevo farmi vedere debole davanti a lui. Dovevo essere forte per entrambi.

Gli accarezzai il labbro inferiore con il pollice e, finalmente, feci mie le sue labbra.

Chiusi gli occhi e il mondo prese nuovamente vita. Il vento tornò a cozzare contro i nostri corpi e i petali di ciliegio ricominciarono a vorticare intorno a noi. Tornò in vita anche il mio cuore, che prese a battermi all'impazzata nel petto, allo stesso ritmo di quello di Jimin.

Eravamo due persone semplici, e il nostro amore si era consumato con un semplice bacio in un giorno di primavera.

----------------------------

Il prossimo dovrebbe essere l'epilogo hohoho.