Quel ragazzo aveva un sorriso bellissimo. I suoi denti erano dritti, perfetti, irradiavano luce in quella via semi-buia. Aveva labbra carnose e rosee, ora tirate per il grande sorriso che mi stava rivolgendo, mentre i suoi occhi erano diventate due fessure, due mezzelune.

"Sembra un angelo"

Si dirigeva con passo sicuro verso di me, senza staccarmi gli occhi di dosso; quando mi fu di fronte, si fermò. Mi squadrò attentamente e io feci lo stesso. Sul suo volto non c'era la minima traccia di imbarazzo; anche quando allungò una mano per prendere la mia, tirandola fuori dalla tasca del mio giubbotto.

Giocò con le mie dita, osservandole, esaminandole. Il suo tocco era freddo, glaciale, eppure non tremava.

Fece intrecciare le nostre dita, poi alzò nuovamente lo sguardo su di me.

"Fammi vivere" disse piano.