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Capitolo 16

Oh mio dio ma questo non molla.

CHAT CON ?

'Che diavolo vuoi'

' Voglio solo fare due chiacchiere con te'

'E se io non volessi?'

'Senti lo so che siamo partiti col piede sbagliato, probabilmente ti ho spaventata ma ti assicuro che non sono un pazzo maniaco. Che ne diresti di darmi una possibilità?'

' Come pretendi che mi fidi di te? Non so nemmeno chi sei.'

'Lo scoprirai quando mi avrai conosciuto meglio, quando saprai che non sono un coglione come tutti credono.'

'Io.. non lo so. Senti ho un ragazzo e sinceramente non lo avrei mai immaginato, voglio essere felice con lui e penso che parlare con te potrebbe costituire un grosso problema.'

'Ehi ma cos'hai pensato? Non voglio provarci con te voglio solo esserti amico, seriamente non ti darò problemi.'

'Quando mi hai scritto la prima volta sembravi Christian Grey con una gran voglia di scherzare e ora mi vuoi far credere che non vuoi provarci con me?'

'Te l'ho detto che siamo partiti col piede sbagliato, mi ero fatto prendere dal momento. Ti prego una possibilità.'

'Va bene.'

'Sii son contento:)'

FINE CHAT

Metto via il telefono e mi rimetto a guardare il film anche se la mia concentrazione non dura a lungo. Che cavolo ho fatto? Potrebbe essere un maniaco, un assassino o peggio.

Ma no che vado a pensare, ho letto troppi libri.

Il tempo passa e si sono fatte le dieci, dovrei andare a dormire se domani non voglio sembrare uno zombie.

Mi metto una maglia grigia e mi metto sotto le coperte poi regolo la sveglia. Sto per spegnere il telefono quando mi arriva un messaggio... di Jace! Mi augura la buonanotte che dolce.

Sarà una dolce notte.

DRIIIIIIN

Sveglia maledetta un giorno ti disintegrerò giuro solennemente. Mi alzo e vado in bagno per rinfrescarmi cercando di ignorare il mostro che vedo davanti allo specchio, mi trucco e vado all'armadio alla ricerca di qualcosa di carino.

Opto per una gonna nera con una canottiera bianca e le mie amatissime adidas, semplice ma anche comodo direi. Scendo a fare colazione e trovo papà che legge il giornale davanti ad una tazza di caffè e la mamma che guarda leggermente in ansia una cartelletta verde.

"Buongiorno a tutti! Mamma tutto a posto?"

"Non proprio tesoro, ti ricordi il matrimonio che sto organizzando?"

"Quello della pazza che vuole l'orsetto lavatore?"

"Esatto, ha accettato il fatto di non poterlo avere ma mi ha detto che mi licenzierà se non le procuro venti colombe in smoking. Ma siamo matti?"

"Beh lei è sicuramente matta, dai ce la puoi fare."


"Speriamo"

Papà si alza e la abbraccia, le da un bacio sulla fronte e ritorna al suo posto.

Quanto sono dolci.

"Smettila di fissarci così e vai a scuola"

"Sì vado vado"

Rido ed esco zaino in spalla e cuffiette ormai creatrici della mia droga mattutina. Il viaggio in sé è tranquillo ma appena vedo la scuola il mio stomaco fa una capriola dopo l'altra. Vedrò Jace!

Mi avvicino al portone e aspetto un secondo vicino ad un muretto, lo cerco con lo sguardo ma non lo vedo così un po' abbattuta entro dirigendomi al mio armadietto.

Metto via la felpa e prendo il libro di italiano sempre ascoltando la musica, sto per chiudere lo sportello ma vengo sollevata da terra da qualcuno. Caccio un urlo attirando l'attenzione di tutti ma mi rendo conto subito dopo di chi ho davanti.

"Piccola non urlare sono io"

Jace mi sorride, dio che sorriso meraviglioso non mi ci abituerò mai.

"Mi hai fatto prendere un colpo idiota" Ci mettiamo a ridere, mi abbraccia e mi bacia appassionatamente.

Gli studenti cominciano a bisbigliare tra loro e alcuni si mettono ad applaudire. In lontananza vedo Alec che mi fa l'occhiolino.

"Andiamo in classe?"

"Sì"

La giornata procede tranquilla ma ancora non ho visto Mad e sono molto preoccupata. Appena finisce la scuola vado da lei, non può non rispondere ai messaggi e pensare di passarla liscia.

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