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Capitolo 10

"Sono gay."

Cosa?? Forse ho capito male, insomma, si è sempre comportato come tutti gli altri ragazzi.

"Ma, non capisco... hai sempre fatto apprezzamenti su altre ragazze, hai una modella sulla schermata di blocco e su facebook sei letteralmente circondato da ragazzine."

"È tutta una copertura, l'anno scorso ho cambiato scuola perché venivo quotidianamente preso di mira dai cretini della scuola. Mi insultavano, mi picchiavano, più di una volta sono finito in ospedale. Ero stufo di vivere una vita di paura e solitudine così ho deciso di cambiare scuola e i miei zii mi hanno appoggiato."

Oddio. Sono alquanto scossa, non in senso negativo, non ho niente contro gli omosessuali solo che scoprire che Alec lo sia mi sorprende.

Ecco perché sembrava sempre nascondere qualcosa, una parte di se stesso che non voleva riaffiorasse, una parte che aveva paura di mostrare agli altri.

"Alec mi dispiace. Non è giusto! Non è assolutamente giusto che ti abbiano trattato così. Sono degli stupidi, non meriterebbero nemmeno di guardarti."

"Lo so, continuavo a ripetermelo ma non riuscivo a uscire da quel vortice di abbandono in cui mi ero tuffato. I miei zii provavano a fare qualcosa ma senza risultato e vederli soffrire per me mi faceva male."

"Quindi tu e i tuoi zii vi siete trasferiti qui?"

"No, solo io. Mi hanno concesso l'emancipazione per ricominciare veramente e quando compirò diciotto anni e non sarò più un apprendista senza stipendio chiederò di bloccare i versamenti mensili. Comincerò ad essere completamente indipendente."

"Posso darti una mano se vuoi."

"Come?"

"Potrei venire a lavorare nel tuo bar così mi metterebbero sotto la tua 'ala' e vedrebbero quanto sei bravo. Ti assumeranno prima di quanto credi."

"Piccola non devi fare tutto questo per me. Stai tranquilla me la cavo da solo."

Lo so che ce la può fare ma non ho intenzione di fargli fare così tanta fatica per avere una nuova vita dopo tutto quello che ha passato. Nel mio piccolo voglio contribuire.

"Sono sicura che sei perfettamente in grado di organizzare al meglio la tua vita ma voglio darti una mano, un piccolo aiuto. Gli amici fanno questo, almeno credo, non ne ho avuti molti."

"In effetti nemmeno io ero molto popolare però se vuoi, potremmo imparare assieme."

"Certo!"

Sorride, un sorriso bellissimo che mi scalda il cuore. Ci alziamo e passeggiamo per le vie affollate di Camden Town. Faccimo un giro tra le bancarelle e quando arriviamo alla macchina sono già le dieci. Alec mi porta a casa in tempo record e prima di ripartire mi da un bacio sulla guancia augurandomi la buonanotte.

Entro in casa e papà mi viene in contro a passo di marcia.

"Vi siete baciati? Ti ha fatto qualcosa? Sei incinta?"

"No, no e assolutamente no! Papà santo cielo è solo un amico."

"Ah okay, mamma torna tra un'ora ma ha detto di non aspettarla, vai a dormire piccola. Ti voglio bene."

"Ti voglio bene papà."

Lo abbraccio forte e corro in camera. Mi avvicino alla sedia e prendo una maglietta nera che mi sta decisamente grande, prendo l'intimo e faccio una doccia veloce. Appena ho finito mi butto a letto, predo il telefono e imposto la sveglia; sto spegnendo il telefono quando mi arriva una chiamata da.. Claude!

CHIAMATA CON CLAUDE:

'Ciao gatta!'

'Gattoooooo'

'Mi manchi tanto best'

'Anche tu mi manchi un sacco. Come va?'

'Tutto a posto, c'è una piccola novità.'

'Dimmi dimmi non lasciarmi sulle spine.'

' Ho una ragazza.'

'Oddio oddio oddio oddio!! Voglio sapere come si chiama, dove abita, gruppo sanguigno e precedenti penali.'

Non ci credo sono così contenta per il mio migliore amico, dopo l'ultima sofferenza aveva perso le speranze e cominciava a perdere fiducia in se stesso.

La odiavo quella, l'ho odiata dal primo istante in cui ho sentito il suo nome. Come diamine si era permessa di trattar male il mio gatto? È ufficialmente nella mia lista nera.

'Calma Cleo. Si chiama Christine, ha i capelli castani e un nasino dolcissimo, non so il gruppo sanguigno ma visto che ci tieni tanto chiederò. Infine non ha nessun precedente.'

'Farò un po' di sano stalking. Però sembra carina, un giorno dovrai presentarmela.'

' Ovvio, che ne dici di questo weekend? Eddai adesso che sei libera dobbiamo assolutamente vederci e voglio sapere cosa ne pensi della vita fuori dalle sbarre.'

'Questo weekend va più che bene, ci mettiamo d'accordo in questi giorni per ora e luogo. Ah ma comunque, dove vivi? Non me lo hai mai detto.'

'Mai?? Sicura? Sono proprio scemo. Vivo in Baker Street.'

'Bello! Quando vengo a trovarti mi presenti Sherlock Holmes?'

Cominciamo a ridere come matti anche se sappiamo benissimo che probabilmente è la battuta peggiore di questo mondo.

Parliamo ancora un po' ma poi dobbiamo andare a dormire se no domani sembreremo due morti viventi. Ci salutiamo e dopo aver spento il telefono crollo in un sonno profondo.

- - - -

Stupida luce! Ieri non ho chiuso le tende e il sole mi sta distruggendo le cornee. Mi volto cercando di dormire ancora un po' ma mi rendo conto che non sono stanca come al solito.

Guardo l'orologio sul comodino... le otto?!

Cazzo sono in ritardo non è possibile, il secondo giorno di scuola per di più, bell'impressione che darò ai professori.

Mi alzo velocemente, mi lavo i denti e mi infilo dei jeans neri e una felpa bianca, mentre prendo lo zaino cerco di non uccidermi mettendo le scarpe. Appena sono presentabile prendo le chiavi e volo fuori dalla porta. Corro come non mai fatto ma da brava imbecille inciampo nei miei stessi passi..

Cerco di alzarmi ma la caviglia mi fa malissimo. Qualcuno mi tocca la spalla mi volto e...


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