04: friends
Adrien.
Osservo Marinette da lontano. E' sul suo terrazzo, a godersi il sole tiepido d'autunno. Sorrido da sotto la mia maschera, sembra così... in pace.
Con un paio di balzi atterro dietro di lei, ma non sembra essersene accorta. Un'idea mi salta in mente, così mi avvicino furtivamente, e quando sono alle sue spalle, mi chino verso il suo orecchio.
- boo. -
Il mio è solo un sussurro, ma Marinette urla comunque, voltandosi di scatto verso di me. Ridacchio.
- tu, stupido felino! -
- è sempre bello rivederti, principessa. -
Posso sentire il repiro affannato di Marinette anche da qui. Sospira, portandosi una mano sul cuore. Forse ho esagerato?
... Nah.
- ti piace sorprendere le persone all'improvviso, per caso? -
Domanda, una volta che il suo respiro si calma. Scrollo le spalle.
- perché no, è uno scherzo che non muore mai. -
- e ai tuoi amici piace? -
- non lo so, ti piace, Marinette? -
La ragazza mi lancia uno sguardo confuso.
- io e te non.. Non siamo amici, Chat Noir. -
Borbotta perplessa.
- ouch, principessa... Questa fa male. –
Cerco di strapparle un sorriso, ma lei si volta di nuovo verso la ringhiera del suo terrazzo per appoggiarsi con le braccia.
- Mari? –
Chiedo cautamente, imitando la sua posizione. Marinette sembra pensierosa, quasi... Triste.
- Chat Noir, perché sei tornato qui? –
Domanda, senza neanche alzare lo sguardo su di me.
- perché l'ultima volta ho gradito la tua compagnia, e i tuoi croissant. –
Ridacchio, ma nemmeno stavolta le riesco a farla sorridere. Continua a non guardarmi.
- se vuoi dei dolci basta chiedere. I miei genitori stravedono per i supereroi come te, potrebbero farti una scorta a vita. –
Ma la sua voce è monotona. Sospiro e mi chino di più sulla ringhiera, posando il mio peso sui gomiti.
- beh, è un'informazione alquanto interessante, devo dire. –
Rifletto.
- ma per quanto la proposta sia allettante, sono sicuro che nemmeno una scorta a vita di croissant Dupain-Cheng potrebbe mai compensare il piacere che mi porta la Vostra compagnia, mademoiselle. –
Stavolta, quando alzo lo sguardo, vedo la bocca di Marinette far fatica a rimanere seria. Alla fine, scoppia in una risata limpida.
- ah, Chat Noir, se tu non ci fossi bisognerebbe inventarti. –
Sospira, chinandosi anche lei sui propri gomiti verso il panorama di Parigi.
- lo so, vero? Che mondo sarebbe senza Chat Noir? –
Mi passo una mano tra i capelli con movenze teatrali.
- un mondo libero da gatti randagi e battute squallide. –
- hey! –
La colpisco con un gomito e lei ridacchia di nuovo.
- è vero! –
Si giustifica, massaggiando il punto che ho colpito.
- ma ammettillo, Marinette, stare in mia compagnia rende le tue giornate più allegre e intriganti. –
Marinette mi guarda e sospira, continuando a sorridere.
- sei un tipo piuttosto.. Interessante, te lo concedo. –
Scrollo le spalle, ragionando sulle sue parole.
- Interessante. Mh. Sì, lo posso accettare. –
Marinette torna al suo posto vicino a me, protesa a guardare la città sotto di noi. La gente in strada è troppo impegnata con le loro vite per alzare lo sguardo su di noi, e ne sono grato. Posso anche essere meno popolare di Ladybug, ma tra i cittadini non passo di certo inosservato.
- sono contento che siamo amici, Marinette. –
Dico annuendo a me stesso, e punzecchiandola su ciò che ha detto poco fa. Marinette mi rivolge uno sguardo che ricambio furtivamente, ghignando appena. La vedo sospirare rassegnata.
- anche io, Chat Noir. –
- quindi lo siamo? –
- se dico di sì starai zitto per almeno dieci minuti? –
- umh, forse cinque. –
- ugh. –
Marinette ruota gli occhi.
- e va bene. Siamo amici. Adesso non voglio sentirti parlare per i prossimi cinque minuti. –
Sorrido soddisfatto, annuendo.
- okay, principessa. –
Marinette mi fulmina con lo sguardo e punta un dito contro di me.
- sta zitto. –
Mi intima, il che non fa che farmi divertire ancora di più.
- va bene. Starò zitto. –
- Chat.. –
- cosa? –
- avevi detto che.. Ugh. –
- cosa, Marinette? –
- lascia stare. Sei un caso senza speranza. -
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