Capitolo 8
Michael's pov
Rowin arrivò un quarto d'ora dopo la mia chiamata, accompagnata da James e portando ciò che pensava avrebbe risollevato il morale a Danielle: una confezione del suo gusto di gelato preferito e un dvd di Pitch Perfect.
In quel momento eravamo seduti sul divano del mio salotto, cercando di seguire il film - operazione che riusciva davvero a fatica. Eravamo tutti annoiati ed assonnati, Ognuno con la testa sulla spalla di chi aveva accanto, una cosa che mi faceva quasi ridere perché mi ricordava le tessere del domino.
L'unica cosa che mi impediva di addormentarmi era la ragazza dai capelli neri seduta accanto a me, che annoiata si attorcigliava i capelli fra le dita. Esmeralda non aveva ancora aperto bocca sulla cosa che doveva dirmi qualche ora fa, quando eravamo stati interrotti dalla mia migliore amica in lacrime; la gravità della situazione di Danielle mi aveva impedito di pensare ad Esmeralda e a cosa volesse dirmi ma ora la mia mente aveva cominciato a vagare senza ostacoli e mi ero trovato a scervellarmi per capire almeno in minima parte cosa Esmeralda dovesse dirmi. Il mio subconscio mi diceva che fosse qualcosa riguardante la nostra situazione, il che mi spaventava e rendeva contento allo stesso tempo. Sarebbero potute essere sia notizie buone sia notizie cattive... Beh, io speravo vivamente in buone notizie.
Preso dai miei pensieri quasi non mi accorsi di Esmeralda che si alzava, piazzandosi davanti alla tv.
«Sentite ragazzi», sbottò la mora, «Perché non facciamo qualcos'altro?».
Alzai gli occhi verso di lei. «Qualcos'altro tipo...?».
«Oh, a me va bene tutto», borbottò James, «Non voglio addormentarmi sul divano».
Esmeralda sorrise. «Se vi interessa, questa sera sono stata invitata ad una festa», disse, arricciandosi i lunghi capelli tra le dita.
«No», sbottò Danielle, facendoci voltare verso di lei, «Festa vuol dire Calum. E Calum ed io nello stesso edificio non può finire bene».
«Se ti promettiamo che ti terremo alla larga da Calum? Dai», implorò Esmeralda, «Secondo me una bella festa è ciò che ti ci vuole per stare almeno un po' meglio».
«Esme ha ragione», concordò Rowin, «E poi se dovesse venire a darti fastidio ci siamo io e James. L'hai mai visto senza maglietta? Potrebbe schiacciare la testa di Calum in due secondi», ridacchiò, facendo arrossire il suo ragazzo.
«Forse non lo farei, ma sta certa che ti aiuterò a tenerlo alla larga da te», James rassicurò Danielle, posando una mano sul suo ginocchio.
La mia migliore amica sospirò. «Se proprio volete andare... per me va bene».
«Sì!», esclamò Esmeralda, battendo le mani, «Su, andate a prepararvi. Io dovrei avere un cambio in borsa... sai, volevo già chiedere a Michael di andare».
Alzai un sopracciglio. «Pensi che ti avrei detto sì?», le chiesi, scettico.
«Dopo un pompino sì, voi ragazzi diventate abbastanza malleabili con il sesso», rispose lei, facendomi arrossire, «Comunque io vado a vestirmi. Ci vediamo tra mezz'ora davanti a casa di Luke?».
Al sentire il nome di Luke scattai dal divano, fissando Esmeralda che si allontanava con occhi di fuoco. «Cosa?! Casa di Luke?! Sei pazza se credi che venga anch'io!», sbottai, alzandomi e raggiungendo la mora, che si era diretta in camera mia.
«Hey, ti dispiacerebbe andartene? Vorrei vestirmi», mi disse Esmeralda, vedendomi sulla soglia della porta.
Strinsi le mani a pugno. «Io con te non ci vengo», sbottai, «Lo sai che io odio Luke!».
Esmeralda scosse la testa, camminando verso di me. Sfoggiò la migliore espressione da cucciolo smarrito che avessi mai visto. «Luke mi ha invitato, sarebbe un peccato non andarci», disse implorante, mordendosi il labbro inferiore.
Deglutii quando la sua mano si posò sul mio petto, accarezzandomi lentamente. «Non ho detto che tu non debba andarci», borbottai, «Sto solo dicendo che io con te non ci vengo».
Esmeralda sospirò. «Non voglio andarci senza di te. Se qualcuno dovesse provarci con me e io non dovessi resistere?».
Cercai di scacciare via quel fastidio che avevo provato alla bocca dello stomaco quando Esmeralda aveva pronunciato quelle parole. «Puoi fare ciò che vuoi, non siamo un'esclusiva».
La mano di Esmeralda scese più giù, arrivando a sfiorare il bottone dei miei jeans. «Quindi... Questo posso farlo a chiunque?», chiese innocente, sbottonando i miei jeans ed infilando la mano nei miei boxer, afferrando la mia erezione.
Sussultai al contatto con la sua mano, deglutendo. «Uh... A-ah, cazzo. No. P-puoi farlo solo a m-me».
Esmeralda sorrise maliziosa, allontanando la sua mano. «Bene, dimostralo venendo alla festa con me. E mh, forse... Forse potrei continuare da dove mi sono interrotta. E ricorda che ho ancora qualcosa da dirti», disse, afferrando il vestito ed infilandoselo.
Sbuffai. «Sei una stronza. Mi lasci con una mezza erezione, mi fai andare ad una festa a cui non voglio andare e in più mi tieni sulle spine», borbottai, sedendomi sul letto.
Esmeralda rise. «Tutti i tuoi sforzi saranno ripagati, tranquillo».
Beh, io ci speravo.
***
«Non posso credere che lo stia facendo sul serio», sbottai mentre entravamo in casa di Luke, «Ricordami di non rimanere mai più da solo con te», aggiunsi, rivolto ad Esmeralda.
Dovevo ammettere, però, di essere vagamente compiaciuto dal fatto che fossi venuto con una bellezza come lei alla festa. Lasciando stare il sentirsi meno soli, mi piaceva stare con lei perché nessuno se lo aspetterebbe - che uno come me potesse portare una come lei ad una festa, insomma. Era divertente stare al centro dell'attenzione, per una volta. Senza contare che Esmeralda era uno spettacolo a vederla e che l'avrei molto probabilmente vista nuda a fine serata...
Esmeralda sorrise, spostandosi i capelli dalla spalla. «A tuo rischio e pericolo, Mikey», mugolò, avvicinandosi al mio orecchio, «Non te ne pentirai. Stasera sarò tutta tua».
Sorrisi malizioso, stringendo la presa sulla sua vita. «Non vedo l'ora, piccola».
Entrati in casa il nostro gruppo si divise; James e Rowin raggiunsero alcuni dei compagni di lacrosse del ragazzo, Danielle cominciò a vagare sparendo velocemente dalla mia vista ed Esmeralda scomparve in cucina, tornando da me con due bottiglie di birra in mano. Me ne porse una che accettai volentieri - essa sarebbe stata l'unica bevuta della serata, visto che dovevo guidare dopo.
«A noi», disse la mora, facendo scontrare le nostre bottiglie.
Sorrisi, mormorando un «a noi», prima di bere un lungo sorso di birra.
Tenni una mano sul fianco di Esmeralda mentre i miei occhi scrutavano il salotto gremito di gente; all'improvviso vidi Luke avviarsi verso la cucina seguito da Danielle. La mora gli stava urlando qualcosa contro che non riuscii a sentire a causa del volume alto della musica e del vociare insistente delle persone in salotto. Istintivamente aggrottai le sopracciglia, cercando di pensare a cosa avesse potuto dire Danielle a Luke e perché lo stesse seguendo in cucina. Forse litigavano per la faccenda di Calum?
«Mikey?».
Abbassai lo sguardo verso Esmeralda. «Dimmi, piccola».
La mora si morse il labbro inferiore. «Ti vedo pensieroso», disse, premendosi contro il mio petto.
Sospirai. «Ho visto Danielle parlare con Luke... Non sono riuscito a capire cosa si stessero dicendo però», spiegai, arricciando le labbra.
«Perché non glielo chiedi? Stanno uscendo giusto ora», borbottò Esmeralda, indicandomi la cucina; Luke uscì da essa seguito da Danielle.
Prima che potessi raggiungere la mia migliore amica Luke mi si parò davanti, sorridendomi sornione. Mi sembrava alquanto scombussolato, difatti la prima cosa che gli chiesi fu «Stai bene, Luke?».
«Io? Uh, mai stato meglio. Buonasera, Michael. Esmeralda», ci salutò il biondo, portandosi il bicchiere alle labbra. Il suo contenuto puzzava di vari alcolici e il solo odore dava la nausea.
«Che diavolo ci hai messo in quel bicchiere? Mi sta venendo da vomitare», sbottò Esmeralda, dando voce ai miei pensieri.
Luke rise. «Uhm... Un po' di tutto, già. Stasera voglio divertirmi, non pensare. D'altronde a questo servono le feste, no?», disse sornione, facendo vagare i suoi occhi, «A proposito di divertimento. Moss! Vieni qui!».
Io ed Esmeralda ci guardammo concitati mentre Moss Wilden, l'amico di Luke conosciuto a scuola principalmente per le sue attività di spaccio si faceva spazio tra la folla, raggiungendoci. Il ragazzo dai capelli castani sorrise a Luke, poggiando un braccio sulle sue spalle.
«Ragazzi, conoscete Moss?», disse Luke, facendo un cenno verso il ragazzo più basso, «Beh, adesso lo conoscete. Lui si che sa come divertirsi».
Storsi leggermente il naso. Non mi piaceva la sua idea di divertimento. Non prendetemi per un bacchettone, ma io mi diverto con le cose semplici e di certo non ho bisogno di un po' di marijuana per passare una bella serata. «Immagino», borbottai, stringendo la presa su Esmeralda e rivolgendomi a lei, «Esme, credo che Danielle ci stia aspettando».
Esmeralda alzò un sopracciglio. «Non credo. Dai, che ti costa stare un po' con loro? Lo so che odi Luke, ma... Su, stare un po' insieme non ci farà tanto male».
Sospirai. «Non lo so, Esme, io-».
La voce alta di Moss mi interruppe. «Allora, o stai con noi oppure no. Deciditi, perché sinceramente non mi piaci per niente e sarei più contento se non potessi vederti per un po'».
Me ne sarei andato volentieri, ma Esmeralda voleva restare con loro e io dovevo ancora sapere cosa doveva dirmi quindi dovevo restare per forza. Così, forse anche per il fatto che mi piaceva dare fastidio a quello sfigato snob di Moss, mi lasciai trascinare da Esmeralda su di un divano del salotto, finendo schiacciato tra lei e Luke. Mi sembrava così sbagliato essere lì, sentivo di non appartenerci.
Insieme a noi si sedettero altri cinque ragazzi, chi per terra, chi sull'altro divano; tutti guardavano Moss mentre arrotolava l'erba nelle cartine e passava gli spinelli a tutti. Me ne arrivò uno in mano e lo guardai confuso: cosa avrei dovuto farmene? Non volevo farmi immischiare, io!
«Te lo accendo io?».
Mi voltai verso Esmeralda; la ragazza teneva il suo spinello fra le labbra e l'accendino, ancora spento, puntato verso di esso. Scossi la testa. «Non voglio fumare», dissi semplicemente, «Lo trovo sbagliato».
Luke sbuffò. «Oh, non fare il piagnone e accenditi quella maledetta canna. Fidati, mi ringrazierai poi», sbottò nervoso, prima di portarsi lo spinello alle labbra.
«Non faccio il piagnone, hai mai sentito parlare di diniego? Non voglio fumare e di certo non lo farò per compiacere te!», protestai, scuotendo la testa.
Sentii la mano di Esmeralda sul braccio; quando mi voltai verso di lei mi ritrovai le sue labbra sulle mie e il fumo in bocca. Mi staccai da lei scioccato. «Ma che cazzo fai?!».
Esmeralda fece spallucce. «Volevo darti un bacio, tutto qui», disse innocente, passandomi il suo spinello consumato e prendendosi il mio, «Dai Mikey, fa almeno un tiro. Fallo per me», mi implorò, arricciando le labbra.
E Dio, non avrei dovuto cedere. Ma gli occhi di Esmeralda mi avevano tratto in trappola, costringendomi a comportarmi contro il mio volere; così rapito, mi portai lo spinello alle labbra e feci un tiro, lasciando che il fumo uscisse dalla mia bocca automaticamente.
«Ah, finalmente il nostro piagnone si diverte», borbottò Moss, derisorio, «Benvenuto nel club, Clifford».
Feci un altro tiro. «Vaffanculo Wilden», borbottai, facendogli il dito medio mentre mi voltavo verso Esmeralda, «Me la pagherai».
Esmeralda mi sorrise maliziosa, premendo le sue labbra sulle mie. «Puoi punirmi se vuoi. Mi piace essere legata», sussurrò sulle mie labbra prima di staccarsi per fare un tiro dal suo spinello.
«Mmh, lo terrò in considerazione piccola», mugolai io, lasciando perdere lo spinello per baciare il collo della mora, che inclinò la testa per permettermi di avere più accesso alla sua pelle nivea.
«Prendetevi una camera, questo non è il set di un film porno».
Mi voltai verso Luke, facendogli un sorrisetto malefico. «Sei solo geloso», dissi, facendo ridacchiare Esmeralda accanto a me.
Luke sbuffò. «Per favore. Posso scoparmi chiunque qui dentro, non ho di certo bisogno di te», ribatté con tono di sufficienza, scuotendo la testa.
Alzai le spalle. «Sarà pure vero, ma non ti piacerà mai quanto una scopata con me», borbottai in tono di sfida, quasi stupendomi delle mie parole.
Beh, potrei dire che sia l'erba a parlare, ma forse dentro me queste cose le penso davvero. Non voglio chiedermi se è vero o no, però, preferisco restare nella mia ignoranza e far finta di non aver mai dubitato di me stesso o di ciò che sento per Luke. Giusto perché a volte è meglio lasciare le cose come stanno invece di cambiarle e provocare disastri immani.
«Non posso dirlo. Non si può paragonare una cosa ad un'altra che non è mai successa», mugugnò Luke, riportandomi alla realtà con la sua voce. Non mi ero accorto di averlo vicinissimo, i nostri nasi quasi si toccavano.
«E che mai succederà», sbottai io, completando la sua frase, «In effetti hai ragione».
Luke alzò le spalle, poggiando una mano sulla mia spalla. «E tu non ce l'hai mai. Non dire che non succederà mai se non è successo ancora».
«Con questo che vorresti-».
«Vorrei dire che sei un povero illuso se non pensi che io mi arrenda al primo ostacolo», mi interruppe Luke, poggiando le sue labbra sulle mie in uno scatto repentino.
Sulle prime, devo ammetterlo, non mi importò neanche del fatto che Luke mi stesse baciando. Fu quando sentii le sue labbra, morbide e calde, modellarsi perfettamente alle mie che mi resi conto della gravità della situazione. Luke Hemmings mi stava baciando, ad una festa piena di gente, davanti a delle persone (compresa la ragazza con cui ero quasi del tutto fidanzato), eravamo entrambi fatti e Luke era ubriaco di chissà quante cose - il miscuglio di alcolici nel suo alito era qualcosa di assolutamente non identificabile. E disgustoso, se lo aggiungi al sapore di sigarette e marijuana.
Tolto questo, baciare Luke Hemmings era qualcosa di dannatamente eccitante. C'era qualcosa, in quel ragazzo, che ti spingeva a volerne di più, che ti costringeva a piegarti al suo volere e diamine, non ho mai provato prima qualcosa di lontanamente simile.
Se dovessi descriverlo, è un qualcosa che somiglia leggermente al senso di fame, ma che è molto più amplificato e aggiunto ad un miscuglio di altre sensazioni forse più rivoltanti del mix di alcolici e fumo nella bocca di Luke. Qualcosa che ti spaventa, ma che non vedi l'ora di affrontare e che non vuoi che finisca una volta che hai le palle per affrontarla.
Ed era come mi sentivo in quel momento, mentre Luke riprendeva fiato ridendo di me e dandomi dell'ipocrita; un povero scemo entrato nel tunnel dell'orrore soltanto a giro finito e che deve rimettersi in coda per dover rifare tutto. Ad eccezione che per me non c'era una coda in cui aspettare, almeno non fisicamente; così, afferrai il mento di Luke e premetti le mie labbra sulle sue con insistenza, reclamandole. Luke non si scompose, anzi, ricambiò il bacio con più foga, quasi a contrastare la mia.
«Visto? Te l'avevo detto che sarebbe successo di nuovo», ansimò Luke, riattaccandosi alle mie labbra senza darmi il tempo di parlare.
«Suppongo che avessi ragione, allora», concordai io, sentendo le labbra di Esmeralda sul mio collo. Gemetti, lasciando che la ragazza continuasse a fare ciò che stesse facendo.
«E tu non ne hai mai», ripeté Luke, guardando prima me e poi Esmeralda, «La tua amica vuole unirsi a noi?».
Mi voltai verso Esmeralda, fissandola curioso; la ragazza alzò le spalle, baciandomi prima di rivolgersi a Luke. «Sono sempre pronta a divertirmi un po'», disse al biondo, ridendo.
Luke si alzò. «Perfetto. Che ne dite di spostare questa festicciola di sopra, allora?», ci chiese, sorridendo malizioso; io ed Esme ci alzammo e lo seguimmo, lei consapevole, io un po' stordito.
Sapevo cosa sarebbe successo, ovviamente, ma non riuscivo a capire se fosse una cosa che volessi o no. Andava contro i miei principi morali, ovviamente, ma non riuscivo a trovare qualcosa che mi impedisse di seguire Luke ed Esmeralda al piano di sopra della casa di Luke. E se l'avessi trovata, di certo l'avrei messa da parte non appena avrei sentito Luke dire «il primo giro sul tuo cazzo lo faccio io».
Quello sarebbe stato sufficiente a convincere persino Dio.
***
[A/N] Cieoooo
Oggi sono puntualissima, non ho dimenticato il giorno eheheh
Allora, questo è stato il capitolo più difficile da scrivere. Inizialmente perché mi sono resa conto che i tempi nella storia non coincidevano e mi sembravano poco credibili, poi per ciò che succede nel capitolo. Se avete letto NBK, adesso sapete la verità su con chi fosse Michael all'inizio del capitolo 30: era sì con Esmeralda, ma anche con Luke e io la trovo una cosa creepy ma fa niente. Ah, e questo - con l'inizio del capitolo di settimana prossima - segna la fine dei capitoli collegati a Never Been Kissed. Adesso ciò che succede nella storia non è mai stato accennato.
Ah, e volevo parlarvi di una cosa. Ci sto pensando da quando ho avuto l'idea per questo spin-off, di fare un sequel. Non voglio anticiparvi niente anche perché non sono sicura se postarlo o meno, ma diciamo che è un "completamento" di Esmeralda perché ci sono cose in questa storia che devono essere sviluppate meglio e non ho tempo di farlo qui - mancano 7 capitoli e l'epilogo, gasp - e boh, la storia non mi sembra completa senza un sequel, non so perché ahahah
A giovedì prossimo! ♥
Ps: non è la prima volta che lo dico, ma io vorrei essere Esmeralda so so so so bad. Insomma..
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