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Capitolo 11

Michael's pov



«Quindi hai fatto sesso con Luke, eh?».

Alzai la testa dal libro che stavo leggendo, incontrando lo sguardo torvo di Calum Hood. Il moro mi fissava seduto proprio di fronte a me, con un libro aperto sul tavolo per far credere a tutti che stesse studiando. No, era ovvio che non lo stesse facendo; Calum era in biblioteca solo per parlare con me del suo migliore amico dalla bocca larga (insomma, Calum Hood in biblioteca? Se l'avessi raccontato in giro mi avrebbero dato del pazzo).

«Purtroppo per me, sì. Che t'importa?», borbottai, tornando concentrato alle odiose pagine di diritto che avevo in arretrato.

«Se io facessi sesso con Danielle ti importerebbe, vero?», mi chiese Calum, facendomi alzare lo sguardo di nuovo.

Alzai le spalle. «Ovvio. È la mia migliore amica!».

«Ecco la risposta alla tua domanda. Ah, e se vuoi saperlo, l'abbiamo fatto».

Feci una smorfia. Era tanto stupido da pensare che Danielle non ce l'avrebbe detto? Lo sapevo già che lui e la mia migliore amica avevano fatto sesso.

«Come se non lo sapessi già. E comunque è diverso. Danielle è una ragazza, e per di più abbastanza fragile, se le avessi fatto male? Se non avessi usato il preservativo? È normale che qualcuno si preoccupi. Luke è un ragazzo che sa il fatto suo, di cosa ti dovresti preoccupare?».

Tutto ciò che ebbi in risposta fu un «davvero Danielle ti ha detto di noi?» sussurrato dalla voce di un imbarazzatissimo Calum Hood, il quale era rosso come un pomodoro.

Scossi la testa amareggiato. Allora era vero che certi ragazzi ragionavano con il proprio cazzo e non con la testa. «Non è questo il punto, Calum. Allora, dimmi perché ti preoccupa tanto che io abbia fatto sesso con Luke».

Calum si morse il labbro inferiore. «Avete... Fatto uso di droghe, quella sera?», mi chiese, «So che avete fumato erba, ma...».

Lo interruppi. «Se te lo stessi chiedendo no, non c'è stato nient'altro. Solo l'erba un po' scadente di quel figlio di papà di Moss Wilden», Calum mi sembrò visibilmente sollevato, il che mi rese un tantino sospettoso, «C'è dell'altro?».

«Altro? No, niente», disse Calum frettoloso, «Avevo solo paura che Luke avesse fatto uso di qualcosa di più pesante...».

«Perché prima lo faceva, vero?», tirai ad indovinare, «Aveva qualche dipendenza, scommetto».

Calum sbiancò. «C-come... Come cazzo fai a saperlo?», mi chiese, sconvolto.

Io lo guardai stupito. «Ho tirato ad indovinare. C'ho azzeccato?».

Calum annuì, poi sospirò sconfitto. «È... È iniziato tutto quando avevamo sedici anni. Se ci ripenso mi viene da ridere, eravamo così ingenui», disse sorridendo leggermente, «Negli anni che avevo passato con Luke - tutta la mia vita, praticamente - avevo già notato che fosse diverso dalle altre persone che conoscevo. Era sempre inquieto, i suoi occhi erano spenti, temeva l'abbandono più di ogni altra cosa. Non sapevo, però, che la sua tristezza fosse tanto forte da... Indurlo a cercare qualcosa per distrarsi da essa».

Calum fece una lunga pausa; ne approfittai per esporre la mia teoria. «E quindi... Ha iniziato a fare uso di droghe?».

Calum annuì di nuovo. «Prima si faceva solo qualche canna, ma poi... Poi ha iniziato con la cocaina. La sua "dipendenza", per così dire, è durata qualche mese, ma abbastanza da rovinarlo per parecchio. Adesso è pulito da quella merda da tipo due anni, ma... Temo in una sua ricaduta. Temo nella sua ricaduta da due anni a questa parte e ho paura che sia più vicina di quanto pensi», concluse, rabbuiandosi.

Mi morsi il labbro inferiore, non sapendo cosa dire esattamente. Cosa si diceva, in situazioni come questa? Non ero poi così bravo con le parole, non so se si è notato.

«Mi dispiace, amico, ma non so cosa questo possa c'entrare con me», decisi di dire infine, alzando le spalle. Forse risultai un po' strafottente, ma era vero: io non sapevo perché Calum mi avesse detto quelle cose.

«Era per metterti in guardia. Sono sicuro che adesso comincerai a passare molto più tempo con Luke, e... Voglio che stia attento a lui. Semmai dovesse mostrare un comportamento strano, chiedigli se c'è qualcosa che non va, costringilo a parlare... Va bene?», mi chiese Calum, speranzoso, «Dimmi che lo farai, Michael».

Sebbene fossi poco convinto del fatto che avrei cominciato a passare tempo con Luke, decisi di dire che l'avrei fatto. Giusto per far contento Calum, che mentre parlavamo di Luke mi sembrava sul punto di salire sul patibolo.

Dovevo ammettere, però, che le sue parole mi avevano preoccupato. Il mistero di Luke Hemmings diventava sempre più fitto, e io c'ero entrato sempre più dentro... Troverò mai la via d'uscita?

***



Quella mattina a scuola la situazione era piuttosto tranquilla. Esmeralda purtroppo non c'era (aveva deciso di passare qualche giorno a casa dopo ciò che era successo), c'era ancora qualche persona che voleva sapere di più della mia vita sessuale ma tutto sommato non era una brutta giornata.

Ero al mio solito posto sul muretto, Danielle era seduta accanto a me e giocava distratta con i braccialetti che decoravano il mio polso mentre io le raccontavo dello strano incontro che avevo avuto due giorni prima con Calum. La conversazione che avevo avuto con lui mi sembrava ancora strana, irreale. A partire dal luogo in cui essa era avvenuta.

«Perché ti stupisce tanto che Calum frequenti la biblioteca?», mi chiese Danielle, scettica, «Va bene che non è proprio una cima a scuola, ma... Pensare che sia un caso strano che vada in biblioteca mi sembra assurdo».

Alzai le spalle. «Che vuoi, mi sembra strano! Allora, cosa ne pensi di questa faccenda?», le chiesi, ricordandole il motivo principale per cui stavamo parlando.

Danielle si guardò intorno circospetta. «Penso che, se davvero comincerai a stare di più con Luke, tu debba tenere un occhio di riguardo nei suoi confronti. Perché penso che Calum abbia ragione, Luke può avere una ricaduta in qualsiasi momento. Soprattutto considerando che Moss gli gira attorno come una mosca».

Sospirai. «Non penso che passerò più tempo con Luke, insomma, solo perché abbiamo scopato una volta non vuol dire che-».

Danielle mi interruppe scoppiando a ridere. «Ti prego Mike, smettila. Stai tremando», mi fece notare, con tono di sufficienza.

Mi irrigidii. «N-non è vero. Ho freddo», mentii, stringendomi nelle spalle.

«Su, smettila di mentire. Luke ti piace, lo vedo nei tuoi occhi. È lo stesso sguardo che ha James quando guarda Rowin - a proposito, l'hai sentita? Non si connette su whatsapp da ieri sera».

Approfittai del cambio di argomento per dimenticare la conversazione. «Non la sento da quando ieri sera ci ha detto che usciva», constatai, «In effetti è preoccupante... Le sarà successo qualcosa?».

Danielle si morse il labbro inferiore. «Non ne ho idea... Chiediamolo a James, sta arrivando», disse, facendo un cenno della testa verso James; il ragazzo ci guardò e poi si voltò, diretto verso i suoi compagni di squadra. Guardai Danielle stranito e lei ricambiò l'occhiata, altrettanto sorpresa dalla reazione del ragazzo.

Decidemmo di raggiungerlo, così scendemmo dal muretto e ci dirigemmo da James. Il ragazzo ci guardò con aria indifferente non appena lo chiamammo.

«Che succede? Sei strano», chiese Danielle, ottenendo uno sbuffo da parte di James. Alzai il sopracciglio. Da quando James era così scontroso?

«Lo vuoi davvero sapere?», chiese di rimando a Danielle, arcigno.

La mora si strinse nelle spalle. «Beh, siamo amici, è normale».

James scosse la testa, ridendo in modo sarcastico. «Io e te non siamo amici. Non dopo ciò che è successo con quella puttana della tua migliore amica».

A quel punto mi feci avanti io. «Cosa cazzo stai dicendo, James?», sbottai, chiudendo le mani a pugno.

James mi guardò con aria strafottente. «Sto dicendo ciò che voi due non avete il coraggio di dire», rispose, ricordandomi fin troppo Esmeralda, «Rowin è una fottutissima puttana, e voi due lo sapete meglio di me. Adesso andatevene, non ho più voglia di parlare con voi».

Decidemmo di allontanarci, aiutati anche dal fatto che James ci stava guardando come se avesse voluto staccarci la testa a morsi.

«Cos'ha combinato Rowin?», chiese Danielle, forse più rivolta a sé stessa, mentre entravamo a scuola.

Mi strinsi nelle spalle. «Forse hanno avuto solo un piccolo litigio, niente che non sia risolvibile», ipotizzai, poco convinto delle mie parole. La faccenda mi sembrava troppo sospetta.

Danielle scosse la testa. «È successo qualcosa di molto più grave, ne sono sicura. Oggi pomeriggio ti va di andare da Rowin? Voglio capirci di più».

Annuii. «Vorrei capire anch'io. E sai una cosa?».

«Cosa?».

Strinsi i denti. «Ho come l'impressione che avremo a che fare con un certo biondino. Ora, direttamente o indirettamente, non lo so con precisione. So solo che lui c'entra di sicuro».

Danielle alzò un sopracciglio. «Tu dici?».

«È solo una mia sensazione, Dani... Potrei anche sbagliarmi», concessi, alzando le spalle.

Danielle sospirò. «Beh, io spero che tu ti sbagli».

***



Gira e rigira, riuscimmo ad andare da Rowin soltanto nel tardo pomeriggio. Un po' per colpa dei compiti, un po' per colpa di Calum. Già, quando ero passato da Danielle lei era con il suo ragazzo. Ovviamente ho visto solo Calum che usciva dalla porta tenendosi i pantaloni, ma quello era stato sufficiente a darmi un'idea di cosa stessero facendo.

«Almeno i preservativi li avevate?», chiesi a Danielle, ridendo mentre la mia migliore amica arrossiva.

«Oh, smettila! Non avremmo fatto niente», ribatté la mora, tenendo lo sguardo fisso al finestrino.

Alzai un sopracciglio. «Ah, no? Calum è corso via praticamente nudo», le feci notare trattenendo una risatina, «Come me lo spieghi?».

Danielle sospirò rassegnata. «Vo-volevo... Fare una cosa», balbettò, nascondendo il viso fra le sue mani.

«Cosa di preciso?», incalzai, ormai ridendo a pieni polmoni.

«Non te lo dirò! Pensa a guidare ora», sbottò ad alta voce, rossa come un peperone.

«Oh, la mia piccola Danielle», commentai ridendo, «Me lo puoi dire se stavi provando a fare un pompino al tuo ragazzo».

Danielle mi fulminò con lo sguardo. «Ti odio. Perché siete tutti così interessati alla mia vita sessuale? Manco fosse un miracolo!», sbottò, alzando gli occhi al cielo.

Scossi la testa. «Perché è divertente vederti in imbarazzo, tesoro. Sei adorabile, te l'hanno mai detto?», le dissi, facendole un occhiolino.

Danielle si portò una mano sulla fronte. «Santo cielo, mi sembri Calum! Non parlare mai più così, ti prego».

Scoppiai a ridere. «Va bene... Siamo arrivati», dissi, notando la casa a due piani di Rowin, che conoscevo bene quanto la mia.

«Finalmente», sospirò Danielle sollevata, scendendo dall'auto dopo che ebbi parcheggiato accanto al marciapiede.

«Non credere che sia finita qui», le ricordai, bussando alla porta.

Restammo in attesa per qualche minuto senza ricevere risposta; decidemmo, così, di entrare usando la chiave di riserva nascosta in una delle lanternine che decoravano il portico.

«Credi che sia in casa?», mi chiese Danielle prima che potessi aprire la porta.

Girai la maniglia. «Beh, se non c'è la aspetteremo qui», risposi facendo spallucce.

A giudicare da ciò che ci accolse quando entrammo - un vecchio album dei The Offspring sparato a tutto volume - Rowin era in casa eccome. Entrammo in salotto, trovandola seduta per terra tra varie bottiglie. La bionda era impegnata a scolarsene una di whisky, aveva un aspetto terribile.

«Ro?», la chiamò Danielle, spaventata, «Che stai combinando?».

Rowin alzò la testa, salutandoci con un cenno della mano prima di posare la bottiglia per terra. «Affogo i miei dispiaceri nell'alcool e nei The Offspring», rispose, alzando le spalle, «Cosa ti sembra che stia facendo?».

Io e Danielle ci avvicinammo cauti a Rowin, sedendoci accanto a lei dopo aver spostato qualche bottiglia. «Sono le sette di sera. Da quanto sei in questo stato?», chiesi, passandole una mano sul braccio.

Rowin sospirò, cercò di afferrare la bottiglia di whisky ma non ci riuscì perché Danielle gliela rubò di mano. «Più o meno stanotte. O forse stamattina».

«E perché stai così?», continuò a chiedere Danielle, premurosa come suo solito, «Avresti potuto sfogarti con noi, sai che ci siamo sempre per te».

Rowin si morse il labbro inferiore, guardandoci prima di scoppiare a piangere rannicchiata su sé stessa. Io e Danielle ci guardammo brevemente e cingemmo le spalle della nostra migliore amica cercando invano di consolarla.

«È p-perché s-sono un disastro», rispose, alzando la testa, «Sono un disastro e combino sempre così tanti casini».

«Hai litigato con James?», le chiesi, presagendo il peggio. Ormai ero più che convinto del coinvolgimento di Luke in quella faccenda.

Rowin annuì. «Ieri sera sono... Sono uscita con lui e-e abbiamo litigato. L-lui mi ha lasciata da sola e io ero così giù di morale... H-ho deciso impulsivamente, mi dispiace così tanto», balbettò tra i singhiozzi.

Danielle deglutì udibilmente. «Hai... Tradito James?», le chiese, in un sussurro talmente basso che quasi non si udì.

«N-non avrei dovuto farlo.. Ma lui era lì e io avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno».

Serrai gli occhi. «Questo lui è chi penso io, vero?», chiesi, sentendo la testa girare. Dio, avrei dovuto fargliela pagare in qualche modo.

«Se risponde al nome Luke Hemmings allora sì», rispose Rowin, dando conferma ai miei pensieri.

Stavo per alzarmi quando Rowin mi fermò. «No, Mikey. Non andartene», mi implorò, guardandomi con gli occhi luccicanti a causa delle lacrime.

Sospirai. «Non posso stare qui a guardarti soffrire per colpa sua. Devo fare qualcosa».

Rowin scosse la testa. «È tutta colpa mia. Non avrei dovuto lasciarmi trascinare».

Danielle le accarezzò le spalle mentre, riluttante, mi sedevo di nuovo al mio posto. Avrei potuto prendere Luke a calci in bocca dopo, adesso la mia migliore amica aveva bisogno di me.

«Non è colpa tua Ro. Sei adolescente, facciamo errori», sussurrò Danielle, accarezzando la guancia della bionda che fece un piccolo sorriso, «Ecco, vedi? Va già meglio no?».

Il sorriso di Rowin si spense subito. «In verità, no. Stavo solo pensando ad una cosa divertente - che poi tanto divertente non è».

«A cosa?», chiesi, alzando un sopracciglio.

Rowin guardò prima me poi Danielle. «Tutti e tre siamostati fottuti da Luke Hemmings».

***

[A/N] hey heyy

Questo capitolo sembra di passaggio, lo so. Ma se avete letto l'authors note del precedente capitolo penso sappiate che questa faccenda di Rowin si sviluppa nel sequel.

Che dire, sto male per Rowin. Ahahah ormai Rowin fa parte della lista dei migliori personaggi di cui ho scritto, sono affezionata a lei e giuro che non volevo farle una cosa del genere... ma ahimè è successo. Credete che Luke abbia qualche secondo fine o l'ha fatto per semplice istinto? Eh, lo scoprirete nel prossimo capitolo che posterò sabato. Soo, ci vediamo tra due giorni! ♥

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