Capitolo 12
Sapete cosa c'è di più strano che svegliarsi a casa dei propri migliori amici? Svegliarsi a casa dei propri migliori amici, nel letto del tuo migliore amico apparentemente nudo a cui ti stringi manco fosse una coperta, senza ricordarti l'esatto motivo per cui ti trovi lì, ecco cosa c'è di strano.
Eltanin si alzò di scatto, e per poco non urlava dallo stupore.
Che cazzo aveva fatto ieri sera con Fred? E George dove diavolo era?
Stava iniziando ad impanicarsi.
Santo Godric, Santo Salazar, che diavolo era successo?
Eppure i vestiti li aveva ancora addosso, e poi Fred non avrebbe mai... O forse si?
Decise che era giunto il momento di svegliare il bell'addormentato buttandolo giù dal letto.
«El ma che cazzo fai?» domandò il rosso ancora pieno di sonno.
«CHE DIAVOLO È SUCCESSO IERI SERA? E PERCHÉ DIAVOLO SEI NUDO?»
Fred le ghignò di rimando
«Sul serio non ti ricordi?»
«Oddio... Non dirmi che noi... Oh santo Godric» sussurrò portandosi le mani alle tempie.
«Perché allora sono vestita?»
«Beh ieri sera avevi freddo e ti sei rivestita»
«Sul serio?» la ragazza iniziò ad arrossire furiosamente.
Il solo pensiero che lei avesse fatto qualunque tipo di cosa con Fred la metteva in imbarazzo.
D'altro canto Fred per poco non le scoppiava a ridere in faccia, beccandosi un'occhiata sconcertata dalla ragazza.
«Cero che no tigre! Non abbiamo fatto nulla. Hai solo alzato un po' il gomito ieri sera e ti sei addormentata, così ti ho portato qui, il letto era abbastanza grande per entrambi e non penso tu preferisca il divano»
In tutta risposta, Eltanin ormai rossa come un peperone sia per la rabbia che per l'imbarazzo, lanciò un cuscino dritto sulla faccia del gemello.
«RAZZA DI CRETINO! NON FARMI MAI PIÙ UNO SCHERZO SIMILE!»
«Perché, ti sarebbe piaciuto di più se fosse stato vero?» ammiccò prontamente verso la ragazza che aveva iniziato a boccheggiare in cerca di una minaccia sensata.
«Non. Farlo. Mai. Più.»
Impugnò l'altro cuscino, colpendo ripetutamente il ragazzo che stava ridendo come un pazzo.
«Cos'è? È andata male piccioncini?»
La voce divertita di George si fece largo tra le risate del gemello.
El alzò lo sguardo di scatto, puntato i suoi occhi infuriarti in quelli di George.
«Oh no. Oh nonono» rispose spaventato prima di beccarsi un cuscino in faccia, lanciato con tutta la forza.
20 minuti dopo, tutti seduti in cucina attorno al tavolo, El cercava di capire cosa diavolo fosse successo.
Certo la parte in cui suo padre le diceva che per quella notte non ci sarebbe stato per colpa del lavoro e che non volva che restasse sola, se la ricordava ancora.
Certo, che poi avesse deciso di andare da Fred e George, piuttosto che dalla signora Weasley era un altro conto.
Tanto non aveva specificato quale Weasley.
«Bene, ora qualcuno di voi due, si ricoda che abbiamo fatto?» prese un lungo sorso della sua amata tisana alla vaniglia.
Ringrazia ancora Fred per avergliela presa tempo addietro.
«Mh... Fammi pensare, bene allora... Abbiamo mangiato...» iniziò George
«Bevuto...» disse portando il conto Fred
«Ci siamo messi a ballare...»
«Abbiamo bevuto di nuovo...»
«Hai dato una dimostrazione pessima delle tue doti canore...»
«Abbiamo bevuto di nuovo...»
«E tu ti sei addormentata, fine della storia piccola peste»
Eltanin si portò le mani alla testa.
«Oddio, che casino, mi sono lasciata un po' andare»
«Oh non ti preoccupare! Hai solo iniziato a cantare sul tavolo della cucina, ma niente di strano» le diede una pacca sulla spalla Fred.
«Beh penso che la cosa più importante sia quando hai cercato di baciare il cuscino pensando fosse un certo Andrew...? E poi te la sei presa a male perché credevi ti avesse respinto» George iniziò a ridere al ricordo della sera prima.
Era certo che nessuno avesse visto Eltanin Black così prima di allora.
Nessuno.
«Il cuscino Andrew?» domandò Fred
«Il cuscino Andrew» asserì il gemello.
Intanto Eltanin si stava crogiolando nell'imbarazzo più totale, cercando di nascondersi più che poteva dietro alla tazza che stava bevendo.
Argh.
Diamine.
Di solito reggeva molto di più l'alcool, devono aver bevuto molto più del normale, o almeno, più del suo solito.
Fred e George la stavano fissando intensamente con un sorriso intenerito.
«Oh... Tigre, non c'è niente di cui imbarazzarsi, ti sei divertita è questo quello che conta» Fred le diede un pizzicotto sulla guancia e le sorrise.
«Già, e poi io e Fred abbiamo combinato di peggio con Lee, ah, il vecchio Lee Jordan, se non abitasse di fronte a noi, potrei anche dire che mi manca» sospirò George.
«E poi, fattelo dire, ma reggi l'alcool meglio di Harry»
«Almeno questo..» borbottò la ragazza.
«Che ore sono?» domando appoggiando la testa sulla spalla di Fred.
«Le dieci»
La rialzò di scatto, era meglio tornare a casa, e subito.
Non voleva subire il quarto grado dal padre se non l'avesse trovata a casa della signora Weasley una volta accortosi che non era in camera sua, o semplicemente in giro per casa.
«Okay ragazzi, devo letteralmente sparire di qui» disse alzandosi da tavola in cerca delle scarpe lasciate chissà dove.
«Dove corri tigre?» le domandò uno stralunato Fred, guardandola correre per il suo appartamento.
«A prendere le scarpe e ritornare a casa prima delle dieci e mezza.»
«Le tue scarpe sono vicino al divano»
«Grazie!» le disse El dandogli un grasso bacio sulla guancia.
Fred guardò la scena divertito, quella ragazzina non sarebbe cambiata mai.
Fortunatamente, riuscì ad arrivare a casa in tempo, avendo così modo di ripulirsi dalla cenere e iniziare a preparare dei pancake per il padre.
Il diretto interessato, era appena arrivato a casa e si era spinto a raggiungere la cucina non appena aveva sentito il riconoscibile odore dei pancake.
«Pancake!»
«Si, buongiorno anche a te papà! Si sto bene anche io, com'è andata la ronda?» domandò ironica la figlia.
Sirius ridacchiò, sendensoi a tavola.
«Bene, è andata bene, tutto molto tranquillo al ministero, da quando la guerra è finita è tutto molto tranquillo, i mangiamorte ancora in circolazione sono stati mandati ad Azkaban, quindi niente più attentati ed è meglio così» si stiracchiò sbadigliando, ma ad un certo punto il suo sguardo venne attirato da un barattolo posizionato di fianco ai pancake.
Sgranò gli occhi e afferrò il barattolo di vetro.
«Santo Godric! La crema di nocciole! Sono letteralmente più di vent'anni che non la mangio! Ricordo che tua madre e Lily la prendevano sempre e la condividevano solo con Remus, bastardo fortunato.» sorrise al ricordo, se l'immaginava, sua madre Lily e zio Rem a nascondere in tutti i modi possibili il barattolo della Nutella da suo padre e James.
«Bene, ora puoi morire felicemente con le carie ai denti, perché la Nutella in casa mia nessuna la sposta» rise addentando un pancake.
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