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Capitolo 10.

Quella mattina, Eltanin era particolarmente elettrizzata.
Il sole splendeva è gli uccellini cinguettavano, cosa poteva mai andare storto in una così bella giornata?
Nulla, giusto?

Stavamo dicendo... Ah si.
Eltanin era particolarmente elettrizzata quella mattina, correva avanti e indietro per la casa, con il terrore di far tardi al suo primo giorno di lavoro.
Certo, i proprietari erano i suoi migliori amici, ma meglio non beccarsi una ramanzina dai due.
«Papà! Hai visto la metropolvere?» disse la ragazza correndo giù in cucina, affermando poi una fetta di torta.
Al povero malcapitato del padre, stava venendo un brutto mal di testa a furia di vedere sua figlia correre avanti e indietro per casa.
Si portò le dita sulle tempie, in modo da far alleviare il suo mal di testa.
«È sul camino El»
«Oh... BENE ADESSO DEVO ANDARE...» disse correndo verso il camino
«El...» la richiamò il padre
«... GIURO CHE TORNO PRESTO, CIAO PA'»
«El...»
Eltanin era intenta a prendere un mucchietto di polvere da un vaso sul camino.
«Si?» disse guardando il padre, che le stava porgendo il suo zainetto di pelle.
«Lo zaino. Stavi dimenticando lo zaino.»
«Ah.»
La ragazza afferrò lo zaino, diede un bacio sulla guancia al padre è si addentro nel camino.
«Sta attenta El»
«Si pa'! Tu stai tranquillo, ci vediamo dopo!»
Si mise lo zaino sulle spalle, è con tono solenne disse «Tiri Vispi Weasley!» gettando poi la polvere nel camino.

Erano le nove in punto quando Eltanin atterrò nel fantastico magazino del negozio.
«Dio che dolore...»
Si alzò da terra, pulendosi dalla fuliggine e massaggiandosi il suo povero sedere su cui poco prima era atterrata.
Si guardò intorno, individuando la porta che portava al negozio, correndo verso di essa.
«Ragazzi sono arrivata!» disse urlando.
«Freddy hai sentito? Pulce è arrivata!»
«Wow, in orario, complimenti nanerottola!»
La ragazza gli corse incontro, abbracciandoli.
«Continuate a dire che sono una ritardataria, prima o poi avrò la mia dolce vendetta.»
I ragazzi iniziarono a ridere e a mostrarle il negozio, come se non lo conoscesse abbastanza poi.
«Bene, che devo fare?»
«Beh... Tigre, tu inizi con il sistemare il contenuto di quegli scatoloni sugli scaffali» le disse Fred indicandole quel mucchio di scatoloni abbandonati nell'angolo del magazzino.
«Va bene Freddy»

Aveva iniziato col sistemare gli scatoloni più piccoli e più leggeri, correndo avanti e indietro per il negozio per posizionare il contenuto sugli scaffali appositi.
Ne era rimasto solo uno.
Ed era il più grande, il più pesante di tutti gli altri scatoloni.
Si abbassò per sollevarlo, senza successo ovviamente.
In quel preciso istante, passò davanti a lei Fred, che la squadrava dalla testa ai piedi con uno sguardo confuso.
«Perché stai sollevando gli scatoloni alla babbana? Sono pensanti!»
«Sono cresciuta tra i babbani, È NORMALE CHE CERTE COSE LE FACCIO ALLA BABBANA, ORA SE NON TI DISPIACE MUOVI IL TUO DANNATO CULO FLACCIDO E AIUTAMI»
Fred la guardò, cercando di non ridere, El era piegata sopra ad uno scatolone molto grande, che cercava insistentemente di sollevare.
«Rosso? Mi hai sentita? MUOVITI. FAI ALLENARE QUELLE CHIAPPE FLOSCI CHE TI RITROVI E AIUTAMI.»
«Poi vedi cosa non c'ho di floscio» sussurrò.
Le guance di El si dipinsero di rosso per l'imbarazzo
«FEDERIK WEASLEY COSA CAZZO HAI APPENA DETTO»
Il rosso iniziò a correre giù dalle scale, inseguito dalla ragazza, evidentemente molto infuriata.

La ragazza, non accortasi di un piccolo pupazzo sul terzultimo scalino, inciampò.
Eltanin chiuse gli occhi, preparandosi ad un atterraggio tutt'altro che piacevole.
Fred, d'altro canto, le corse in contro, prima che la ragazza si sfracellasse al suolo.
Non sentendo il freddo pavimento del negozio, El aprì gli occhi, puntandoli dritti in quelli dei suo salvatore.
«Hey tigre, devi stare attenta, questo negozio è un casino, puoi farti male davvero se non guardi dove metti i piedi».
«S-si, hai ragione» abbassò lo sguardo d'istinto, imbarazzata da solo Dio sa cosa.
Si rimise in piedi, tenendo sempre lo sguardo basso, risalì le scale e cercò nuovamente di spostare lo scatolone, quando una mano le si posizionò sulla spalla.
«Spostati, faccio io, ora scendi giù e vai ad aiutare George a prezzare la merce»

Inutile dire che pochi minuti più tardi, i due giovani erano pieni di prezzi, attaccati ovunque.
«Sei un cretino George» le disse scherzando la ragazza, mentre cercava di togliersi tutti i prezzi sulla maglietta.
Ma qualcuno fu più veloce di lei.
Infatti, Fred la ripulì da tutte le etichetta, facendo tornare la sua maglietta come nuova.
Letteralmente.
Aveva modificato la stampa della maglia, cambiandola con un primo piano della sua faccia.
George, a quella magnifica visione, iniziò a ridere senza un ritegno, indicando insistentemente la maglia della ragazza, che, non capendo, abbassò lo sguardo nel punto indicato dal dito di George.
Quello che ne successe dopo è difficile da spiegare.
Diciamo solo che Fred fu costretto a far tornare la maglia al suo stato originale.

Più passavano le ore e più il negozio si affollava di gente.
Eltanin si avvicinò ad un gruppo di ragazzi, che si era imbambolato davanti agli scaffali.
«Vi serve aiuto?» chiese gentilmente.
Uno dei ragazzi, ammiccò ai suoi amici e rispose.
«Si, effettivamente ci domandavamo se tu fossi caduta dal cielo»
El si trattenne dal ridere e domandò di nuovo ai ragazzi se gli servisse aiuto.
«Cerchiamo un regalo di compleanno» rispose un altro ragazzo.
La ragazza allora, si girò verso gli scaffali per cercare qualcosa di adatto.
Poco dopo sentì i ragazzi dietro di lei, commentare il suo fondo schiena.
Sprofondata dalla vergogna, continuò impassibile alla ricerca del regalo.
Uno dei ragazzi, però, iniziò a toccarle il sedere, facendo girare di scatto la ragazza con lo schiaffo pronto.
Ma qualcuno fu più veloce di lei.

Fred che aveva visto tutto dalle scale, si materializzò dietro le spalle del ragazzo.
Lo girò verso di lui, tirandolo per la maglietta e dandogli un cazzotto in faccia.
«Prova ancora a toccarla e io ti spezzo, ci siamo capiti? Ora uscite dal mio negozio. Subito» sibilò quasi ringhiando.
Lasciò la maglia del ragazzo, che insieme al suo gruppetto, fuggì fuori dal negozio.
Con uno sguardo preoccupato si diresse verso Eltanin.
«Hey tigre, tutto okay? Ti hanno fatto altro?»
«Si, sto bene, quei maiali hanno fatto solo quello.»
Fred le poggiò una mano sulla guancia e le sorrise.
«Ti riporto a casa.»

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