•43•
• Aurora's pov •
Tornare ad occupare il posto del passeggero nella macchina di Stephan era strano, soprattutto considerando il fatto che era da luglio che non ci parlavamo e non sapevamo praticamente nulla di quello che era successo in questi mesi; era strano tornare a viaggiare con lui, ma era una sensazione talmente famigliare che anche in quel momento era come se avessi dimenticato tutto quello che era successo nei mesi precedenti. Sensazione famigliare, come famigliari erano i brividi che mi provocava la sua mano appoggiata sulla mia coscia; avrei dovuto respingere qualsiasi contatto fisico, così come avrei dovuto respingerlo quando ci siamo trovati troppo vicini che era inevitabile baciarsi, ma quella sera sarebbe stato impossibile resistere alla tentazione. Tutte quelle certezze che avevo costruito in questi mesi – o meglio, che avevo cercato di costruire in questi mesi – erano crollate nel momento in cui lo ritrovai fuori dalla mia università.
«Ti stai pentendo di avermi chiesto di fermarmi da te, vero?» Trasalii nel sentire la sua voce, ero immersa nei miei pensieri e non stavo prestando attenzione al ragazzo al mio fianco; girai il volto nella sua direzione, ritrovandomi a guardare il profilo del suo viso illuminato dalla luce dei lampioni lungo la strada.
«No, non mi sono pentita; però sai anche tu che non è baciandoci che risolviamo la situazione. Stavo pensando a questo, perché quello di cui abbiamo bisogno è parlare, spiegare l'uno all'altra cosa è successo in questi mesi.» Era arrivato il momento di confrontarci, di parlare sinceramente e di dire all'altro come effettivamente avevamo passato questi mesi; Stephan non sarebbe potuto partire senza aver affrontato questa conversazione.
«Ti accompagno a casa e poi vado in hotel, ci vediamo domani e ne parliamo, non voglio rovinarti la serata.» Affermò, dopo essersi preso qualche istante di silenzio per riflettere; scossi la testa e afferrai la sua mano, poco prima di replicare «non è questo il discorso, Ste; non sai quanto mi piacerebbe passare la notte con te senza pensare ai mesi precedenti, ma so già che non la vivrei come vorrei. Non voglio litigare con te, vorrei semplicemente chiarire perché io un altro mese lontana da te in questa condizione non lo voglio fare.»
Stephan rimase in silenzio, continuando a guidare verso il mio appartamento; sapevo che stava riflettendo su quello che aveva da dirmi, ma non ci era mai successo di dover passare un viaggio in silenzio, avevamo sempre qualcosa da dirci o da raccontarci. Girai la testa verso il finestrino, concentrandomi sulle strade di Roma ormai deserte vista la tarda ora della notte in cui eravamo usciti dal locale; accompagnati dalla voce di qualche speaker radiofonico, arrivammo sotto il mio palazzo. Il silenzio ci accompagnò anche in ascensore, Stephan era immerso nei suoi pensieri ed era visibilmente preoccupato dall'ormai imminente confronto; sapevo che forse non era il momento giusto per parlarne, visto anche l'orario, ma non sarei mai riuscita a dormire sapendo che lui stava nella stanza accanto alla mia e, soprattutto, non sarei mai riuscita ad andare a dormire senza che avessimo provato a risolvere la situazione tra noi due.
«Vado a spogliarmi, così sono più comoda e ci sono; l'appartamento lo conosci, se hai bisogno di qualsiasi cosa fai pure.» Lo informai, togliendomi i tacchi e andando in camera per recuperare un paio di leggings e una felpa da indossare per stare comoda; mi guardai allo specchio e la luce che c'era nei miei occhi era inequivocabile ed era tutto merito del calciatore.
Tornai in soggiorno, dove trovai Stephan seduto sul divano; si era slacciato la camicia, probabilmente per stare più comodo, e alla vista del suo petto mezzo nudo non restai di certo indifferente. «Non ti puoi mettere una maglietta, vero?» Mi lamentai, sedendomi al suo fianco a distanza di sicurezza, consapevole che se mi fossi avvicinata troppo non sarei riuscita a resistere. «Che c'è Rory, hai paura di non riuscire a resistere?» Mi provocò l'attaccante, sapendo di avere pienamente ragione; lo guardai di sbieco, facendolo sorridere perché sapeva benissimo quale sarebbe stata la mia risposta.
«Ho capito, faccio il bravo, te lo prometto.» Si prese qualche istante di silenzio, prima di sospirare e iniziare a parlare «so che se ti chiedessi semplicemente scusa, mi manderesti a quel paese; mi conosci, sai che mi sono pentito della mia scelta non appena ti ho vista entrare in casa quella mattina. So di averti deluso perché ti avevo promesso che non ti avrei nascosto più nulla, ma come avrai capito quando ti ho rivelato la verità sulla prima offerta, era già pronta la seconda; credo che sia chiaro che il vero motivo per cui non te ne ho parlato è perché avevo paura, paura che tu non mi seguissi, paura che tu mi lasciassi, paura che tu mi dicessi che avrei fatto una cazzata nel scegliere di andare in Cina. Sono stato un codardo perché non te ne ho parlato e, alla fine, si è avverato tutto quello di cui avevo paura; la colpa è tutta mia e io non posso fare altro che impegnarmi per cercare di recuperare la fiducia che ho tradito.»
Vidi una lacrima fuggire al suo controllo e, quasi automaticamente, mi avvicinai per asciugargliela; appoggiai la mano sulla sua guancia, accarezzandogli lo zigomo con il pollice per fargli sentire la mia vicinanza. «No Ste, non è tutta colpa tua; una parte di colpa ce l'ho anch'io, perché mi sono comportata fin troppo da stronza orgogliosa.»
«Rory, ma che colpa puoi averne tu? Non mi hai obbligato a partire senza dirti nulla.» Replicò lui interrompendomi, ma non volevo che si sentisse ancora in colpa; non potevamo fare nulla per tornare indietro, ma potevamo lasciarci alle spalle tutto quello che era successo per cercare di recuperare il rapporto a piccoli passi. «Ti ho lasciato partire da solo, pensando solo a me e non a te che sei partito senza il mio supporto per affrontare una nuova avventura; quale ragazza lascia partire il ragazzo che ama per un'avventura che gli cambia la vita senza dimostrargli il suo supporto?» Lo guardai negli occhi che si fecero via via sempre più lucidi; ormai avevo capito che in questi mesi non si era mai sfogato completamente, si era trattenuto tutto troppo a lungo e, in quel momento, stava per crollare lì davanti a me.
«Una ragazza che era appena stata tradita dal suo fidanzato; se c'è una cosa che non mi perdonerò mai è aver perso la tua fiducia. Ed io so quanto ci metti ad aprirti con le persone; con me ti è venuto quasi naturale, non sappiamo il motivo ma mi hai permesso di conoscerti un pochino fin dal nostro primo incontro, quando ho avuto l'impressione che tu fossi una ragazza speciale. Lorenzo continuava a parlarmi di questa ragazza che avrei dovuto conoscere assolutamente al suo matrimonio e, vedendo quanto ti conoscesse bene, non mi aspettavo minimamente che tu non sapessi chi fossi io e tutti gli altri calciatori; mi aspettavo tutto, tranne che ti imbarazzassi per una semplice stretta di mano. Mi hai colpito fin da subito, proprio per la tua semplicità e la tua purezza; quando sono con te, non mi sento un calciatore, è come se fossi un ragazzo normale. Mi hai trattato fin da subito come se fossi un ragazzo qualunque e, anche se all'inizio si vedeva che non ti fidavi completamente di me, io non volevo arrendermi; è difficile trovare ragazze come te ed io sono stato fortunato ad incontrarti. A luglio ho rovinato tutto e non mi perdonerò mai perché tradire la tua fiducia credo che sia la cosa peggiore che avrei potuto fare; e so quanto sia difficile riacquistare la fiducia una volta persa.» Sentii i miei occhi inumidirsi dopo le sue parole - parole che non mi aveva mai detto in modo così esplicito, ma che mi fecero realizzare ancora una volta non potevo assolutamente perderlo perché senza di lui sarei stata peggio.
Distolse lo sguardo dal mio, non voleva farsi vedere in quella condizione; portai anche l'altra mano verso il suo viso e lo costrinsi a guardarmi negli occhi. Vederlo così, con gli occhi lucidi mentre cercava di trattenersi fu un colpo al cuore; abbandonai tutta la mia buona volontà che mi spingeva a trattenermi e avvicinai le mie labbra alle sue, sulle quali lasciai un leggero bacio. Contro ogni mia aspettativa, Stephan non ricambiò il bacio, lasciandomi un po' interdetta; ma ormai avevo imparato a conoscerlo, voleva semplicemente rispettare la mia volontà per dimostrarmi che era davvero intenzionato a farsi perdonare del tutto, prima di tornare ad essere quelli che eravamo.
«Fai la brava, per favore; è stato difficilissimo resisterti per tutta la sera dopo tutti questi mesi di lontananza, se ti avvicini troppo non riuscirei a resistere.» Cercò di sfuggire dalla mia presa, ma ormai avevo completamente scollegato il cervello e non gli permisi di allontanarsi; riavvicinai le labbra alle sue e questa volta fu Stephan ad approfondire il bacio. Portai le braccia intorno al suo collo, infilando una mano tra i capelli – sensazione che mi era mancata; le nostre lingue si intrecciarono nuovamente e, come al solito, era come se fosse la prima volta - le emozioni del nostro primo bacio, quando ancora eravamo inconsapevoli di quello che sarebbe successo tra noi due, si erano moltiplicate nel tempo e dopo tutti quei mesi di lontananza era l'unica cosa che entrambi volevamo. E non aveva senso reprimere i miei sentimenti, nonostante fossi consapevole che non era il modo corretto per risolvere la situazione.
Portai le mie mani sul suo petto, a contatto con la sua pelle scoperta dalla camicia sbottonata e, con un po' di coraggio che avevo acquistato nei mesi della nostra relazione, slacciai anche gli ultimi bottoni che Stephan aveva lasciato chiusi; ma prima che potessi togliergli l'indumento, Stephan si staccò dalle mie labbra e bloccò le mie mani. «Rory no, hai detto che prima vuoi parlare e io voglio rispettarti, non voglio che passi l'idea che voglio risolvere dopo averti portat-»
«Ti prego basta parlare, mi sei mancato troppo.» Lo interruppi, posando nuovamente le mie labbra sulle sue; sapevo che non era in quel modo che avremmo risolto la questione, ma in quel momento non ragionavo più. Dopo un primo momento di incertezza, il ragazzo ricambiò il bacio circondandomi la vita con le sue braccia e, quando ci staccammo per riprendere fiato, Stephan ne approfittò per togliermi la felpa che indossavo; mi alzai dal divano e tesi una mano all'attaccante, invitandolo a seguirmi.
«Direi che questa è di troppo.» Sussurrai, facendo scivolare la camicia di Stephan lungo le sue braccia, prima di riavvicinarmi per baciarlo nuovamente; e, fortunatamente, questa volta il ragazzo ricambiò il bacio senza esitazione. Sapevamo entrambi che non avremmo risolto nulla quella notte, ma non potevamo negare il sentimento che ancora c'era tra noi due e, per una volta, non ascoltammo cosa ci suggeriva la nostra testa.
Stephan mi prese in braccio afferrandomi sotto le cosce, prima di posizionarmi delicatamente sul letto; rimase qualche istante fermo, reggendosi sulle braccia per non schiacciarmi con il suo corpo e iniziò a guardarmi negli occhi. «Quanto mi sei mancata.» Sussurrò, prima di posare le sue labbra sulla mia fronte.
«Tu sei davvero sicura? Siamo ancora in tempo per fermarci.» Posai una mano sulla sua guancia, invitandolo a mantenere il contatto visivo e gli accarezzai lo zigomo con il pollice. «No, non siamo in tempo per fermarci; non è il modo giusto per risolvere e così non risolveremo nulla, ma sti cazzi Ste. Mi sei mancato troppo.» Si abbassò per lasciarmi un bacio sulle labbra, prima di scendere lasciandomi una scia di baci lungo il collo; e in quel momento capii che aveva finalmente scollegato il cervello anche lui. Fu come fare l'amore per la prima volta, dopo tutti questi mesi di lontananza eravamo riusciti a dimostrarci quanto amore ancora provassimo l'uno nei confronti dell'altra; il giorno dopo sarebbe stato l'occasione giusta per chiarire tutto quello che ancora dovevamo chiarire, ma se c'era una cosa di cui ero certa era che, questa volta, non volevo perderlo.
***
Un rumore proveniente dalla cucina mi fece aprire gli occhi di scatto; realizzando che, per la prima volta dopo mesi, non ero sola in casa immaginai che Stephan si fosse già alzato. Mi girai verso la parte di letto che aveva occupato lui stanotte e, proprio come mi aspettavo, era vuoto, a testimonianza del fatto che il ragazzo fosse in cucina - e, conoscendo le sue abilità in cucina, non era una novità che facesse casino. Mi presi qualche istante per svegliarmi del tutto, prima di uscire dalle coperte e recuperare la camicia di Stephan; avevo sempre amato indossare i suoi vestiti perché avevano il suo profumo e, soprattutto in questi mesi, mi era mancato quel qualcosa che mi facesse sentire a casa. Ero riuscita finalmente a riposare bene, stretta nelle braccia dell'uomo che amavo e non c'era sensazione migliore; continuando a pensare alla notte appena trascorsa, lo raggiunsi in cucina, dove lo trovai ai fornelli a petto nudo. Davanti a quella scena, pensai che fosse un ottimo modo per iniziare la giornata.
Era strano trovarlo ai fornelli - lui che non riusciva neanche a farsi un caffè - ma era strano anche rivederlo in giro per casa mia; era una sensazione che mi era mancata e sorrisi tristemente al ricordo delle mattine in cui ci risvegliavamo insieme. Mi avvicinai e circondai il suo busto con le mie braccia lasciandogli un bacio sulla schiena e facendolo sussultare, probabilmente era immerso nei suoi pensieri e non aveva notato la mia presenza.
«Buongiorno Rory.» Mi salutò, girandosi per lasciarmi un bacio sulla fronte; era incredibile come sembrava che fossimo tornati a qualche mese fa, come se in questi mesi non fosse successo nulla; era come se fossimo tornati a quando ancora potevamo viverci ogni giorno. «Cosa ti è successo?» Gli domandai ridendo, andandomi a sedere a tavola e aspettando che il ragazzo finisse di preparare la colazione.
«In qualche modo devo sopravvivere, sto imparando a cucinare almeno il minimo indispensabile per sopravvivere.» Si girò a guardarmi e, quando notò che indossavo solo la sua camicia, scosse la testa e, sorridendo, affermò «tu invece non sei cambiata per niente, continui a rubarmi i vestiti.»
«Era buttata a terra, sarebbe stato uno spreco lasciarla lì.»
«Chissà come mai era buttata a terra.» Replicò sorridendo maliziosamente, alludendo alla notte appena passata insieme; mi ritrovai ad arrossire, era un discorso che mi imbarazzava anche dopo tutto quello che avevamo condiviso in poco più di un anno dal nostro primo incontro. «Dai Ste, ti prego.» Lo pregai di smetterla, coprendomi il viso con il volto per l'imbarazzo.
«Menomale che a letto non ti imbarazzi mai.» Continuò lui, prendendo posto accanto a me e porgendomi una tazzina di caffè, senza la quale non avrei potuto iniziare la giornata; lo guardai male, aveva sempre amato farmi imbarazzare e lo faceva ogni volta che ne aveva occasione.
«Sei sempre carina quando ti imbarazzi.» Si avvicinò per lasciarmi un bacio sulla guancia, cercando di farsi perdonare; per non dargli la soddisfazione di vedermi sorridere, portai la tazzina alle mie labbra e iniziai a bere il mio caffè.
«A che ora parti domani?» Ruppi il silenzio che si era venuto a creare dopo che avevamo finito di mangiare; era una domanda che mi tormentava da quando l'avevo visto la mattina precedente, ma mi ero trattenuta perché non volevo rovinare l'atmosfera tra noi due.
«Nel primo pomeriggio.» Rispose lui sospirando, distogliendo lo sguardo; lo conoscevo abbastanza da poter dire che aveva distolto lo sguardo per non farsi leggere dentro, ma avevo capito che c'era qualcosa che non andava e non era per l'imminente partenza.
«Ti sei pentito della scelta, vero? E non parlo della nostra situazione, mi riferisco alla scelta di andare a giocare in Cina.»
«Mi dici come fai?» Domandò sussurrando, facendomi capire di aver fatto centro. «Ste, credo di conoscerti abbastanza ormai; i tuoi occhi parlano, si sono spenti non appena ti ho fatto la domanda.» Portai una mano sulla sua guancia, accarezzandogli lo zigomo; il ragazzo accennò un sorriso, non uno dei suoi soliti sorrisi smaglianti, ma vista la situazione mi potevo accontentare.
«Non mi sono pentito, perché comunque sto facendo una nuova esperienza della quale porterò sempre dentro qualcosa e che mi aiuterà a crescere ancora di più come uomo; però è un po' di tempo che penso che avrei potuto pensarci meglio, prendermi qualche altro giorno per riflettere sulla situazione e valutare bene i pro e i contro. Poi è inevitabile che non la sto vivendo come avrei voluto perché questa decisione mi ha portato a perdere la ragazza che amo.» Provai a intervenire per dirgli che non mi aveva persa, che ero ancora lì per lui, ma il ragazzo non me lo permise.
«No Rory, questa volta devo parlare io.» Afferrò le mie mani e, guardandomi negli occhi, iniziò a confidarsi «la prima offerta l'ho ricevuta a campionato quasi finito, quando avevamo iniziato a trattare il rinnovo; proprio in quel periodo, c'è stato il cambio in società e quindi la trattativa è stata interrotta, passando ovviamente in secondo piano vista la situazione. Con il contratto in scadenza, l'incertezza in società e il poco spazio che ho trovato dopo l'infortunio, sono stato io stesso a prendermi un po' di tempo per pensare a cosa fare ed è in quel momento che lo Shanghai ha sondato il terreno per la prima volta; ma io non volevo andare in Cina, volevo restare a Roma, motivo per cui non ho accettato la prima volta. Il nuovo direttore sportivo non chiamava mio fratello per il rinnovo, non se ne parlava neanche e alla fine, quando lo Shanghai ha presentato la seconda offerta, ho accettato perché non volevo vivere nell'incertezza.»
«Ste, ma io non ti avrei mai vietato di prendere questa decisione, perché non me l'hai detto? Io ero rimasta alla trattativa per il rinnovo.» Lo interruppi, non riuscendo più a trattenere tutte quelle domande senza risposta che mi ero posta in questi mesi. «Immagina di ricevere un'offerta in un paese dall'altra parte del mondo, quale sarebbe il tuo primo pensiero per quanto riguarda la tua relazione?» Mi chiese spiazzandomi, ma capii cosa voleva fare: voleva farmi ragionare, facendomi mettere nei suoi panni.
«Avrei paura di perdere il mio fidanzato e probabilmente anche di essere giudicata da lui.» Risposi sinceramente, avevo vissuto in prima persona una trattativa di mercato che, a causa del mio problema al cuore, non si era finalizzata e mi ricordavo perfettamente tutte le emozioni contrastanti che avevo provato nel periodo in cui avrei dovuto prendere una scelta.
«Esattamente, paura di perdere la mia fidanzata; ho sbagliato a non dirti nulla e l'ho realizzato solo quando ti ho vista entrare in casa mia. Ho avuto paura di dirti che poteva presentarsi la possibilità della Cina perché non ti avrei mai chiesto di seguirmi, non potevo chiederti di lasciare Roma, la tua famiglia e i tuoi amici per un ragazzo che magari si sarebbe rivelato quello sbagliato per te; chiederti di seguirmi avrebbe significato iniziare una convivenza in un paese che non è il tuo, lontana dalla tua famiglia e dai tuoi amici e io non me la sono sentita di chiederti una cosa del genere dopo un solo anno di relazione.»
«Ste, io questo lo capisco e non nego che probabilmente mi sarei incazzata anche se me l'avessi detto subito, però non credi che sarebbe stato meglio discutere piuttosto che lasciarci senza aver risolto la questione? Non ti avrei seguito, ma almeno ne avremmo discusso insieme e, magari, avrei anche potuto aiutarti a decidere; hai la fortuna che sono stata un'atleta anche io e so perfettamente cosa significa vivere in questo mondo.»
«So di non avere giustificazioni, soprattutto perché in quelle settimane ho pensato solo a me e a come sarei stato io se tu avessi rifiutato di partire con me, non ho pensato a come avresti potuto reagire se ti avessi nascosto una decisione del genere. Sono stato egoista e ho combinato una cazzata, perché la paura di perderti alla fine mi ha portato a perderti lo stesso e ti ho perso nel modo peggiore che potesse esserci.»
«Ma tu non mi hai persa Ste, non sarei qui con te e non avrei voluto vederti se fossi ancora incazzata con te; sono stata male per la delusione di aver scoperto da un mio amico che il mio fidanzato si sarebbe trasferito, non perché ti sei trasferito. Sono stata male perché qualche settimana prima ti avevo chiesto di essere completamente sincero con me, perché mi sentivo che mi stavi nascondendo altro; sono stata male al pensiero di saperti lontano da casa e dalla tua famiglia, da solo in un paese che non conoscevi e con una cultura completamente diversa dalla nostra. Mi sono sentita in colpa per non averti seguito, tanto da aver guardato i voli per Shanghai prima di partire per la Sardegna; mi sono sentita una stronza perché ti ho lasciato da solo ad affrontare una realtà che non conoscevi, una situazione in cui l'affetto dei cari è fondamentale. Più passavano i giorni, più mi sentivo stronza perché non mi sono fatta sentire neanche per chiederti come stesse andando, ho fatto prevalere il mio orgoglio e, se avessi continuato così, sarei passata io dalla parte del torto.» Sentii i miei occhi inumidirsi, segno che stavo per piangere; non sapevo neanche io il vero motivo delle mie lacrime, forse perché ripensando ai mesi precedenti a mente fredda stavo capendo di essermi comportata male pure io. Stavo realizzando che se mi fossi comportata in un altro modo, nessuno dei due avrebbe sofferto così tanto.
«Rory smettila di sentirti in colpa, tu non c'entri nulla perché questa situazione me la sono creata da solo, con le mie stesse mani; non potevo pretendere che tu mi stessi vicino, mi ero comportato troppo male. E infatti, chiederti semplicemente scusa mi sembra una presa per il culo, non è chiedendoti scusa che risolvo la situazione; poi mi conosci, sai che mi sentirò sempre in colpa per aver preso questa decisione. L'unica cosa che posso fare per dimostrarti che ti amo e che ho imparato dai miei errori, è lasciarmi alle spalle questa grandissima cazzata e fare di tutto per recuperare la tua fiducia; domani parto, ma se il mister mi chiama per la pausa di novembre, torno tra un paio di settimane. Se tu me lo permetterai, cercherò di starti vicino anche a tutti questi chilometri di distanza.» Quello che Stephan non aveva ancora capito è che io l'avevo già perdonato, l'amore che provavo per lui era riuscito a superare tutto il dolore di questi mesi; mi alzai dalla sedia per andare a sedermi sulle sue gambe, avevo bisogno di un suo abbraccio.
Stephan circondò la mia vita con le sue braccia, prima di posare la testa contro la mia spalla; sentii la camicia inumidirsi, segno che il ragazzo non fosse più riuscito a trattenersi. E vederlo in quelle condizioni era un colpo al cuore.
«E adesso perché stai piangendo? Ste, ti ho già perdonato e non ho nessuna intenzione di lasciarti andare, non ora che ti ho appena ritrovato; sono stata male, siamo stati male, ma adesso abbiamo la possibilità di ricominciare perché ci siamo detti tutto quello che abbiamo nascosto l'uno all'altra in questi mesi.» Passai una mano tra i suoi capelli, con l'intenzione di calmarlo; ma si rivelò un tentativo vano. «Non ti meriti un coglione come me al tuo fianco.» Borbottò contro la mia spalla, facendo uscire tutta la sua insicurezza; cercai di ottenere un contatto visivo con lui, per parlargli guardandolo negli occhi in modo da fargli capire che la mia decisione l'avevo già presa e che non avevo intenzione di cambiare idea.
«Ste, non dire cazzate; mi hai fatta soffrire è vero, ma ti ho fatto soffrire anche io. Ci amiamo, ci siamo detti tutto quello che dovevamo dirci, perché pensi che non ti merito? Abbiamo la possibilità di ricominciare insieme, sfruttiamola.» Gli accarezzai il volto, facendogli spuntare un sorriso appena accennato e, davanti al suo sorriso, non riuscii a trattenermi; posai delicatamente le mie labbra sulle sue, aspettando una reazione da parte di Stephan che, fortunatamente, non tardò ad arrivare. Ricambiò il bacio, approfondendolo e facendomi capire che si era finalmente convinto di meritarsi una seconda possibilità.
«Ho immaginato tante volte questo momento, pensavo che mi avresti tirato uno schiaffo mandandomi a fanculo» ammise, facendomi sorridere perché si stava finalmente confidando con me; e, se volevamo recuperare il rapporto, la prima cosa da cui dovevamo ripartire era proprio questa, l'essere sinceri l'uno con l'altra.
«Anche io ho pensato spesso a cosa sarebbe successo la prima volta che ci saremmo visti e l'ultima cosa che volevo fare era cedere prima di aver parlato; ma, in fondo, io già sapevo che ti avevo perdonato perché non riuscivo a pensare ad un futuro senza di te. Però, la soluzione di Lorenzo mi piaceva di più» scherzai, ripensando alle parole di Lorenzo e scoppiai a ridere non appena notai la faccia perplessa di Stephan.
«Guarda, me ne ha dette talmente tante in questi mesi che ho paura di sapere cosa abbia detto a te» infilai una mano tra i suoi capelli e, con nonchalance, affermai «lui mi ha consigliato di dare una bella spuntatina al tuo ciuffo.»
«A me ha detto che mi avrebbe tagliato il ciuffo in ritiro» sorrise, prima di tornare serio «come fai ad essere così buona?» Mi accarezzò un fianco, dandomi modo ancora una volta di vedere la sua fragilità ed era strano vederlo così, con me si era sempre dimostrato un ragazzo forte, anche nelle occasioni in cui magari avrebbe dovuto mostrarmi la sua fragilità.
«Non si tratta di essere buona, ma di dare una seconda possibilità; mi conosci, non a tutti permetto di riavvicinarsi una seconda volta, ma tu ne vali la pena. In questi mesi ho letto una frase che mi ha colpita, ma che non ho ancora ripetuto ad alta voce perché mi spaventa, ma è da ieri sera che sento di doverla ripetere; io potrei mandarti a fanculo e dirti di uscire da casa mia, anzi ne avrei tutto il diritto, non credi?» Stephan annuì, abbassando lo sguardo forse per paura di sentire qualcosa che non avrebbe voluto sentire; ma non aveva ancora capito che ero sicura della mia scelta.
«Avrei potuto farlo non appena ti ho visto ieri in università, ma cosa avrei risolto? Nulla, perché in ogni caso avremmo dovuto parlare; ho avuto modo di pensare tanto in questi mesi e se c'è una cosa di cui sono certa è che senza di te sto peggio. Non sono disposta a rinunciare a te senza neanche averci provato, forse perché, come dice qualcuno, se nella vita incontriamo qualcuno che ci fa soffrire, ma senza il quale stiamo peggio, probabilmente abbiamo incontrato l'amore della nostra vita.» L'aver pronunciato queste parole a voce alta, avevano reso tutto molto più reale; ma ero sicura dei miei sentimenti e, per una volta, lasciai da parte la paura. Stephan, in quel momento, aveva bisogno di rassicurazioni da parte mia e, pur di non perderlo, ero disposta a fare di tutto.
Si vedeva che l'avevo preso in contropiede, non si aspettava parole del genere da parte mia e, soprattutto, non se l'aspettava in quel momento; l'avevo lasciato senza parole e, approfittando del suo silenzio, affermai sorridendo «chiudi la bocca che entrano le mosche.»
«Non so cosa dire Rory, se non che penso la stessa cosa; non so come andrà a finire tra noi due, non so dove saremo tra qualche anno, ma so che in te ho trovato la mia metà esatta. E questo mi fa sentire ancora più in colpa, perché non so davvero come io possa aver fatto una cosa del genere.»
«Guardami un attimo» circondai il suo volto con le mani e lo guardai dritto negli occhi «basta pensarci, lasciatelo alle spalle; non so se l'hai capito, ma ti sto dicendo che sono disposta a vivere una relazione a distanza pur di non perderti. E non dire nulla, non me lo stai imponendo tu, sono io che sto decidendo; non posso ancora seguirti, ma posso cercare di stare al tuo fianco anche se sarai dall'altra parte del mondo.» Stephan mi strinse in un abbraccio che valeva più di mille parole, un abbraccio con cui voleva comunicare tutto l'affetto che provava nei miei confronti, un abbraccio che non potevo fare altro che ricambiare con la stessa forza.
«Grazie, posso solo dirti questo» mi disse, prima di alzare il viso dalla mia spalla e posare le sue labbra sulle mie; ricambiai il bacio, sigillando il nostro nuovo inizio - l'inizio di una storia che avrebbe avuto inevitabilmente degli alti e dei bassi, che sarebbe stata piena di insidie a causa della distanza, ma che non avremmo potuto fare a meno di vivere.
«Non nego che mi fa paura portare avanti una relazione a distanza, ho paura di non poter reggere il peso della distanza perché abbiamo vissuto praticamente insieme per un anno e il contatto fisico non ci è mai mancato; ma senza di te sarebbe peggio, quindi sono disposta a provarci. Tu ne vali la pena, Ste, ed io non posso vivere con il rimorso di non averci neanche provato; andremo con i piedi di piombo perché comunque mi hai mentito. E, se devo essere sincera, ancora faccio fatica a capire con che coraggio tu mi abbia guardata in quel periodo, consapevole che stavi nascondendo una cosa così grande che avrebbe portato inevitabilmente a una rottura tra noi due. Saranno mesi durissimi quelli in cui non potremo vederci, ma per il momento più di così non posso fare. Non escludo che un giorno io possa raggiungerti, ma per ora non me la sento ancora; vediamo come va questo primo mese e speriamo che il mister ti chiami per la prossima pausa.»
«Non ti avrei chiesto di seguirmi subito, anche se mi farebbe piacere e non credo ci sia bisogno di dirlo; poi è ovvio, se vuoi provare a venire per una settimana o dieci giorni sai che mi renderesti felice, ma non ha nessun senso affrettare le cose. A me fremeva solo chiarire questa situazione perché senza di te non è la stessa cosa e domani partirò sicuramente più tranquillo al pensiero che, al mio ritorno a Roma, ci sarai tu ad aspettarmi; so che chiedendoti di portare avanti una relazione a distanza ti sto chiedendo tantissimo, però per me significa tanto.»
«Non basterà trasferirti dall'altra parte del mondo per liberarti di me, caro il mio Faraone.» Lo guardai negli occhi e, per la prima volta da quando avevamo intrapreso questa conversazione, mi regalò uno dei suoi sorrisi smaglianti; e io non potei fare altro che baciargli quel sorriso meraviglioso che si ritrovava. «Vorrà dire che escogiterò qualcos'altro per liberarmi di te» mi provocò, appoggiando una mano sulla coscia nuda.
«Fossi in te, non scherzerei tanto visto che ti sei appena fatto perdonare; anche se, a dire la verità, non sei perdonato del tutto.» Lo provocai a mia volta, fissandolo dritto negli occhi e iniziando un gioco di sguardi; ma, come al solito, i suoi occhi erano in grado di farmi cedere al primo sguardo e, anche quella volta, non andò diversamente. Passò un braccio sotto le mie gambe e l'altro dieto la mia schiena e si alzò dalla sedia tenendomi tra le sue braccia; si diresse verso la camera da letto e mi adagiò delicatamente sul letto.
«Promemoria per te, so sempre come farmi perdonare.» Sussurrò al mio orecchio, iniziando a lasciarmi una scia di baci lungo tutto il collo; e, purtroppo per me, aveva ragione: sapeva sempre come farsi perdonare. E quello era anche il modo migliore per sigillare il nostro nuovo inizio.
•••
Vero🧡
Ehi, hai due minuti?
Dipende.. posso stappare una bottiglia o devo incazzarmi?
Non puoi bere, devi fare la madre responsabile😘
Ah ah ah🤦♀️
Devo tagliare il ciuffo a lui e prenotare un biglietto per te?😠
No, non serve🥰
Avete risolto?😍😍😍😍😍😍
Non vi ringrazieremo mai abbastanza❤️
Non dovete ringraziarci, siamo i vostri migliori amici e ci siamo stati in un momento in cui avevate bisogno di noi.. ed è servito, perché altrimenti non sareste arrivati a chiarirvi🥰
Cosa avete deciso di fare?
Ho accettato di portare avanti una relazione a distanza, con molti dubbi e questo lui lo sa; andremo con i piedi di piombo perché lui deve riconquistare la mia fiducia e infatti per il momento non lo seguo. Vedremo come andrà questo primo periodo e poi capiremo come andare avanti
Non stai meglio al pensiero che, anche se è lontano, potrai sentirlo tutti i giorni?
Sarà dura, ma per lui ne vale la pena🥰
Finalmente l'hai capito🥳🥳🥳
Parliamo di cose importanti.. avete dormito stanotte?😏
Certo che abbiamo dormito stanotte😂
Quindi lui non risponde a Lorenzo perché lo sta ignorando?🤔
No, non risponde perché sta dormendo🙈
Birichini, doppio round?😏😏
A parte che sono cazzi nostri😘
Sei troppo rilassata, non hai dormito un cazzo stanotte😘
E invece abbiamo dormito 🤦♀️
Immagino😂 non posso insistere perché Cami sta richiamando la mia attenzione, sei fortunata!!!
Sempre detto di amare quella bambina😍
Stasera siete a cena da noi, non accettiamo un no in risposta😘
La coppia deve salutarsi per bene?😂
E io voglio i dettagli😏🔥🔥
Dettagli che non avrai😘
Come no, sai che so essere molto convincente😎
Io non parlerò, passerò la serata con Cami🥰
Tanto prima o poi Cami si addormenterà e, a quel punto, non mi scappi☺️
Che rompicoglioni che sei🙄😂
Ti voglio bene anche io❤️
Io no😜
visualizzato
•••
stewel92
Piace a itsaurora e altre persone
Non è da me espormi così tanto per quanto riguarda la mia vita privata, ma oggi mi sento di fare un'eccezione; ti sto scrivendo mentre sono su un aereo, ti ho appena salutata e sono ancora fermo all'abbraccio che mi hai dato prima di partire. Sono davvero orgoglioso di te, per il traguardo che hai raggiunto nonostante le mille difficoltà degli ultimi mesi; sei forte, più forte di quanto tu possa credere e l'hai dimostrato ancora una volta. Sorridi, sorridi sempre, sorridi come nella foto che quando ridi sei bellissima❤️ mi mancherai Rory, ci vediamo presto🥰 @itsaurora
itsaurora Ti sto odiando, lo sai vero?🥺 mi mancherai tantissimo anche tu, buon viaggio❤️
lorepelle7 Questi sono i miei amici😍
veromartinel Siete stupendi😍
itsaurora ha messo mi piace al commento
I commenti su questo post sono stati limitati
•••
Posso considerarmi ufficialmente perdonata?😇
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro