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Aurora's pov

«Ma ci credete che era l'ultimo esame?» Esclamò Valentina, dopo essere uscita dall'aula in cui avevamo appena finito di dare l'ultimo esame che segnava la fine di un percorso che avevamo iniziato insieme e che avremmo finito tutti insieme a ottobre, il giorno della laurea; ci incamminammo verso l'uscita ed era strano pensare che sarebbe stata una delle ultime volte in cui avrei camminato in quei corridoi.

«Io probabilmente non l'ho realizzato.» Intervenne Alessandro che, in realtà, aveva finito già da qualche giorno ma era venuto per sostenere me e Valentina. «È praticamente finita, è troppo strano pensare che fra qualche mese discuteremo la nostra tesi.» Affermai io, ritrovandomi a guardare l'imponente facciata dell'università e ripensando alla prima volta in cui ero entrata: ero così spaventata nel vedere tutti quei ragazzi più grandi di me che pensare di essere io quella più grande mi faceva sorridere.

«Ragazzuoli, io vi abbandono; ci vediamo stasera, ci meritiamo di festeggiare per bene.» Valentina lasciò un bacio sulla guancia sia a me che ad Alessandro e ci salutò, andando verso la sua macchina per tornare a casa. «Ma quindi è anche l'ultima volta in cui mi sfrutti per un passaggio.» Sorrise Alessandro che, molto gentilmente, si era offerto di darmi un passaggio anche quella mattina. «C'è sempre il giorno della laurea come ultima occasione.» Replicai sorridendo, consapevole che mi sarebbero mancati anche i nostri viaggi in macchina; si stava chiudendo un altro capitolo della mia vita e ancora faticavo a crederci.

«Pensavo di aver studiato economia, non di essere stato assunto come tassista da te.»

«Ancora non mi conosci?» Sorrisi, entrando in macchina e sedendomi al posto del passeggero. «Nono, ti conosco eccome; e infatti, se non fossi passato io, saresti venuta con i mezzi.» Rispose lui, mettendo in moto l'auto, prima di infilarsi nel traffico. Presi il telefono per controllare eventuali messaggi da parte di Stephan che, stranamente, non si era fatto sentire prima che io entrassi nell'aula; ma, fortunatamente, trovai un messaggio da parte sua e sorrisi automaticamente, l'effetto che mi faceva era sempre lo stesso.

«Che dice il nostro Faraone?» Domandò il ragazzo al mio fianco, probabilmente dopo essersi accorto che stavo sorridendo. «Dice che la devo smettere di disturbarti per i passaggi, ma ti ringrazia perché non sarebbe riuscito a venirmi a prendere; è uscito con il fratello per fare non so cosa e stanno tornando ora.» Risposi, bloccando il telefono; i dubbi che avevo in vacanza non erano scomparsi, ma avevo deciso di fidarmi di lui e quindi in queste settimane non riaprii il discorso, nonostante le voci si fossero fatte più insistenti. Avrei potuto sfruttare il fatto di essere in compagnia di un tifoso della Roma che, sicuramente, ne sapeva qualcosa in più di me, ma se avessi chiesto ad Alessandro notizie su questo eventuale trasferimento mi sarei sentita come se stessi tradendo la fiducia di Stephan; cercai di trattenere la mia infinita curiosità, ma non avevo considerato che Alessandro potesse approfittare del fatto che io fossi la fidanzata di Stephan per fare domande.

«Già che parliamo del Faraone, cosa hai deciso di fare? Vai con lui?» Domandò Alessandro, cogliendomi di sorpresa perché non sapevo di cosa stesse parlando – o meglio, non volevo credere che si stesse riferendo proprio a quello a cui stavo pensando.

«Vado dove?»

«Vai con lui nel senso che lo segui e poi torni per la laurea?» Continuò ad insistere, facendomi capire che molto probabilmente avevo sbagliato a fidarmi di Stephan.

«Ale, cosa stai dicendo? Anzi no, non dirmelo»

«Non dirmi che non lo sai, perché in quel caso faccio le valigie e scappo perché credo che Stephan potrebbe uccidermi.» Capii immediatamente che stava parlando del trasferimento in Cina e, con la voce che tremava, chiesi conferma: «ha accettato, vero? E ovviamente non me l'ha detto.»

«Merda.» Esclamò il ragazzo alla guida, confermandomi il fatto che il mio fidanzato avesse accettato l'offerta senza dirmelo e senza consultarmi. «Auro, io pensavo che lo sapessi..»

Non risposi, non sapevo cosa dire; aveva tradito ancora una volta la mia fiducia e questa volta non l'avrei perdonato facilmente, perché aveva preso una decisione così importante senza consultarmi, come se io non contassi nulla per lui.

«Ale, non è colpa tua; è colpa di quel coglione del mio fidanzato, che ha deciso di trasferirsi dall'altra parte del mondo senza pensare a me e al fatto che qui a Roma io ho una vita. Ha preso la sua decisione senza dirmi nulla, come se per lui fossi la prima che passa per strada.» Mi ritrovai a sfogarmi con lui, non riuscendo a trattenere le lacrime che iniziarono a scendere lungo le mie guance; Alessandro non rispose, cosa poteva dirmi in una situazione del genere? Lo conoscevo abbastanza da poter dire che si sentiva in colpa, ma non poteva assolutamente assumersi lui le colpe e anzi dovevo ringraziarlo, perché senza di lui chissà quando l'avrei scoperto.

«Quanto guadagnerà?» Spezzai il silenzio, sapendo che mi sarei fatta del male; ma ero anche consapevole che un ragazzo di 26 anni, nel bel mezzo della sua carriera non avrebbe mai potuto preferire un campionato come quello cinese per stimolazione o per volontà di raggiungere traguardi importanti.

«Ancora non sono chiari i numeri dell'affare, non saprei.» Lo conoscevo abbastanza da capire che mi stava mentendo, pensando forse che aveva già detto troppo; ma il danno ormai era fatto, tanto valeva sapere tutto. «Ale, non dire cazzate; so che lo stai facendo per me, ma ormai lo so. Quanto guadagnerà?»

«Se confermano, 16 milioni all'anno.» Sentii qualcosa rompersi dentro di me e non riuscii a trattenere le lacrime neanche questa volta; ma dovevo farmi forza, consapevole che non appena arrivata a casa avrei preso la macchina e sarei andata ad affrontarlo - trovando quel coraggio che lui non aveva avuto. «Non è ancora sicuro, non fidarti di Internet.» Aggiunse Alessandro, ma in quel momento era come se le sue parole mi entrassero da un orecchio e mi uscissero dall'altro.

«Ha rifiutato un contratto da 40 milioni in tre anni, adesso che andrà a prendere 50 cosa vuoi che importi l'amore per la sua fidanzata?» Sapevo che non era quel tipo di giocatore, ma in quel momento era l'unico motivo ragionevole con cui spiegarmi un trasferimento in Cina a 26 anni; Alessandro evitò di rispondere, probabilmente non sapendo cosa dirmi. E, in realtà, in una situazione del genere c'era poco da dire.

Quando Alessandro parcheggiò davanti al mio palazzo, non ebbi la forza di salutarlo e scendere dalla macchina; il ragazzo al mio fianco appoggiò una mano sul mio braccio, cercando di darmi conforto dopo la notizia stravolgente che era stato proprio lui a darmi. «Se vuoi sfogarti, io ci sono.» Mi girai per guardarlo e, anche se l'ultima cosa che avrei voluto fare era parlarne con qualcuno, sapevo che sfogarmi con lui mi avrebbe fatto solo del bene; e dovevo farlo prima di parlare con Stephan, perché altrimenti avrei potuto dirgli cose che non pensavo.

«Ho bisogno di te, puoi salire un attimo? Non voglio fare cazzate Ale, ma ho bisogno di parlare con qualcuno e tu mi conosci bene.» E sapevo che, comunque, anche Alessandro non mi avrebbe permesso di fare cazzate.

Una volta entrati in casa, non riuscii più a trattenermi e scoppiai a piangere e, fortunatamente, questa volta trovai le braccia di Alessandro pronte ad accogliermi; mi strinse a se e mi fece appoggiare la testa contro il suo petto. Cercò di calmarmi passando una mano tra i miei capelli e lasciandomi un bacio sulla fronte; sapevo che si stava sentendo in colpa per essere stato lui a darmi la notizia, ma non potevo fargliene una colpa perché, in realtà, avrei dovuto essere la prima a sapere del trasferimento. Il silenzio dell'appartamento era rotto dai miei singhiozzi; ero davvero delusa dal comportamento di Stephan, ma del resto non dovevo stupirmi perché il dubbio l'avevo sempre avuto. Avevo sbagliato a fidarmi così tanto di lui.

Mi staccai dal busto di Alessandro, cercando di asciugarmi le lacrime e lo ringraziai, avevo bisogno della sua vicinanza e in quel momento ringraziai il fatto di essere rimasta in contatto con lui, perché avevo bisogno di una persona che mi conoscesse bene. «Non devi ringraziarmi Auro, sai che per te ci sarò sempre, potrai contare sempre su di me; ed è la bellezza di essere rimasti in contatto, nonostante non stiamo più insieme. Guardami un attimo» circondò il mio viso con le sue mani, passando i pollici sotto i miei occhi per asciugarmi i residui delle lacrime e del mascara che mi era sicuramente colato dalle ciglia.

«Adesso vai in bagno, ti sciacqui il viso e cerchi di tranquillizzarti; quando te la senti, usciamo e ti accompagno da lui. Comunque vada il vostro confronto non ti fermeresti con lui perché sei incazzata e probabilmente delusa dal suo comportamento, quindi ti aspetterò e ti riporterò a casa. Poi avvisiamo Vale e le diciamo che è meglio rimandare la serata, non sei dell'umore giusto per festeggiare e, se vuoi, mi fermo a cena con te e troviamo un modo per non pensare a lui, altrimenti ti lascio sola.»

«Vai fuori con gli altri, io mi invento una scusa; è giusto che voi festeggiate la fine del nostro percorso, anche senza di me.»

«Assolutamente no, l'abbiamo iniziato insieme e, visto che lo finiremo insieme, la sera in cui festeggeremo ci dovrai essere pure te.»

«Grazie Ale, davvero; non so quanto possa averti fatto piacere vedermi in queste condizioni, ma se non ci fossi stato tu credo che sarei crollata completamente.» Ammisi, sentendomi davvero fortunata di aver avuto lui al mio fianco e di non averlo scoperto dai social. «Il fatto che non siamo più fidanzati non significa che non ci tengo più a te; anzi, mi sento quasi in colpa perché sono stato io a consolarti e non so quanto possa far piacere a Stephan sapere che sei crollata nelle braccia di un altro ragazzo che, come se non bastasse, è il tuo ex. Certo, sei crollata per colpa sua, però al tuo fianco a consolarti c'era comunque un ragazzo che non è lui.» Ero sicura che si sentisse in colpa per questo motivo, anche se in realtà non aveva fatto nulla di male perché è un mio amico e tale resterà, ci vogliamo semplicemente un gran bene.

«Deve solo provarci a farmi una scenata di gelosia dopo quello che ha combinato, anche perché non abbiamo fatto nulla di male; siamo amici, quello che c'è stato tra noi due fa parte del passato, in questo momento ci vogliamo un gran bene e tu, come un vero amico, mi sei stato accanto.» Sapevo di non essere riuscita a convincerlo, ma questo perché era cresciuto con determinati valori e aveva rispetto nei confronti di Stephan.

***
Citofonai a Stephan, non riuscendo a usare il mazzo di chiavi che mi aveva lasciato, ancora troppo delusa dal suo comportamento; rispose al citofono e, sentendo che ero io, rimase stupito, probabilmente non capendo il motivo per cui avessi citofonato. Presi l'ascensore e cercai di calmarmi, consapevole che se l'avessi aggredito non avrei risolto nulla; ma, sfortunatamente, mi conoscevo bene e sapevo che se avesse provato a rifilarmi cazzate, non sarei riuscita a trattenermi.

«Lo sai che ti ho dato le chiavi di casa per usarle?» Mi accolse sorridendo, spostandosi di lato per farmi entrare; non degnandolo di uno sguardo, entrai nell'appartamento e afferrai il mazzo di chiavi dalla tasca «intendi queste? Io credo che non mi serviranno più o sbaglio?» Domandai con tono estremamente calmo, ma non risparmiai la frecciatina.

«Rory, ma cosa stai dicendo?»

«Vuoi davvero dirmi che non immagini neanche lontanamente il motivo per cui mi sono presentata a casa tua, senza preavviso e così nervosa? Io credo che tu mi abbia preso per il culo già abbastanza.» Incrociai le braccia al petto, trattenendo le lacrime che già sentivo agli occhi e cercando di mantenere un tono fermo.

«Rory ascolta..» Sentendo il tono con cui aveva iniziato, lo fermai prima che potesse parlare lui. «No, non ascolto proprio nulla e anzi, parlo io, visto che le occasioni per parlare le hai avute.»

«La prima volta ho accettato che tu mi abbia tenuto nascosta l'offerta, non ne ero felice ma visto che ti amo ho deciso di passarci sopra; ti avevo chiesto solo una cosa, di essere sincero con me e io già a Ibiza avevo capito che tu mi stavi nascondendo qualcosa, ma mi sono fatta i cazzi miei e sono stata zitta, confidando in te e nel fatto che avessi imparato la lezione. Pur di farmi le vacanze con te, mi sono ridotta all'ultimo a studiare e, dopo Ibiza, ho passato le nottate sui libri per recuperare tutto lo studio in arretrato; il mio unico pensiero sarebbe dovuto essere lo studio e poi la tesi, e invece mi sono letta tanti di quei messaggi in cui i tuoi tifosi mi chiedevano di convincerti a rimanere, ma io cogliona che confidavo in te e non ci ho dato peso a quei messaggi. Finisco la sessione, felice di aver dato l'ultimo esame e quindi di avere del tempo da dedicarti e vengo a scoprire da un mio amico che il mio fidanzato ha deciso di trasferirsi in Cina?» Parlai guardandolo negli occhi, ormai ero partita in quarta e niente mi avrebbe fermata.

«Mi spieghi come pensavi che avrei reagito? Porca troia Ste, me l'ha detto Alessandro solo perché mi ha chiesto se avessi intenzione di seguirti subito o se ti avrei raggiunto dopo la laurea. Non hai pensato che avrei preferito saperlo da te subito e non da un mio amico? Non hai pensato che, visto che si tratta della Cina, avrei voluto saperlo subito e non il giorno prima della partenza? Non hai pensato a come mi sarei potuta sentire nel scoprire da altri che il mio fidanzato si trasferisce in Cina? Non hai pensato al fatto che avresti potuto mandare a rotoli la relazione nascondendomi una cosa così importante? E non mi rifilare cazzate, perché potrei incazzarmi ancora di più.»

«Ho fatto una cazzata a non parlartene, lo ammetto e so di non avere giustificazioni; anzi, adesso è anche inutile provare a spiegarti le mie motivazioni, perché in questo momento non sei lucida e sarebbe tutto inutile, perché salteresti a conclusioni affrettate e non mi lasceresti il tempo di parlare.» Provò ad avvicinarsi a me, ma io indietreggiai automaticamente, era l'ultima cosa di cui avevo bisogno in quel momento.

«No Ste, non salterei a conclusioni affrettate perché la situazione è chiara; mi hai nascosto una cosa che non cambierà solo la tua vita, ma anche la mia perché sai, fino a prova contraria siamo una coppia. Ma sembra che tu ti sia dimenticato di questo particolare, che non sei da solo ma siamo in due; credi che io sia il tuo cagnolino che ti segue ovunque senza avere un minimo di dignità per me stessa? Mi spiace, ma hai proprio sbagliato persona; e se davvero la pensi così, non hai capito proprio un cazzo in questo anno.»

«Non ho mai avuto questa considerazione di te, non sei il mio cagnolino e non ti ho mai considerata come tale» provò ad avvicinarsi nuovamente, ma al mio ennesimo passo indietro si fermò sul posto e riprese a parlare «ascoltami un attimo, te lo chiedo per favore.»

«Ma ti rendi conto che hai avuto tutto il tempo del mondo per dirmi che stavi valutando la possibilità di trasferirti?» Sbottai, non riuscendo più a trattenermi e parlai con un tono eccessivamente alto, ma ero troppo ferita dal suo comportamento «non mi sarei mai intromessa nelle tue scelte e non avrei cercato di influenzarti, la carriera è la tua e sei libero di fare le tue scelte; ma almeno ne avremmo parlato insieme, valutando le diverse opzioni insieme e magari finendo anche per litigare. Comportandoti in questo modo è come se per te contassi meno di zero e so che non è così, però quando mi sento dire che guadagnerai 16 milioni a stagione, secondo te cosa posso pensare? Che tu non me l'abbia detto perché davanti a uno stipendio del genere, a cui nessuno sarebbe in grado di resistere, il tuo amore per me sia passato in secondo piano.» Mi scappò un singhiozzo, che fu l'inizio del mio pianto; non riuscii a trattenermi ulteriormente, scoppiai a piangere e le uniche braccia di cui avevo bisogno, erano anche le uniche in cui non mi sarei rifugiata in quel momento.

«Rory ti prego, ascoltami due minuti e poi puoi anche mandarmi a fanculo.» Si avvicinò a me, circondando il mio volto con le mani, ma questa volta non ebbi la forza di sfuggire dalla sua presa. «Non pensare che io possa mettere davanti a te uno stipendio del genere, perché ti amo e niente può cambiare i miei sentimenti; dimmi solo una cosa, cosa ne sarà di noi?»

Alla sua domanda, appoggiai la testa sul suo petto circondando la sua vita con le braccia e continuai a piangere; ero sicura di star bagnando la sua maglia con le mie lacrime, ma in quel momento non riuscivo a trattenermi. Stephan mi strinse a se, appoggiando il mento sopra la mia testa ed ero sicura che anche lui stava per piangere, consapevole dell'immenso errore che aveva commesso. Le lacrime continuavano a scorrere lungo le mie guance, ma non ebbi né la forza di staccarmi dal suo corpo né la forza di rispondere alla sua domanda; se c'era una cosa certa in quel momento, è che io non l'avrei seguito in Cina su due piedi. A Roma avevo la mia vita, l'università che ancora non potevo considerare finita e tutta la mia famiglia e, per quanto amassi il ragazzo che continuava a stringermi tra le sue braccia, non mi sarei trasferita dall'altra parte del mondo su due piedi, senza sapere a cosa sarei andata incontro.

«Se c'è una cosa certa in questo momento è che non ti seguirò; non posso lasciare la mia vita per seguirti in questa follia. Qua ho tutta la mia famiglia, ho le mie amiche, ho l'università. E sì, ti amo anche io e non potrò cancellare quello che sei per me, ma non posso seguirti. Dovevi pensarci prima.» Mi liberai dalla sua presa e andai verso l'ingresso per recuperare la borsa e uscire dall'appartamento il prima possibile, consapevole che se non fossi uscita velocemente da quell'appartamento, sarei crollata e l'avrei perdonato, perché il pensiero di stare senza di lui mi faceva stare malissimo.

«Aspetta..» esclamò con la voce rotta dal pianto; feci lo sbaglio di girarmi e guardarlo in faccia e, la mia parte innamorata voleva andare da lui e abbracciarlo ancora una volta, per dirgli che avremmo trovato una soluzione. Ma avevo una dignità da mantenere e la delusione per il comportamento prese il sopravvento.

Misi la borsa in spalla e lo raggiunsi, posizionandomi davanti a lui «cerca di capirmi, non posso seguirti; se te lo stai chiedendo sì, ti sto lasciando. Non dico adesso, né domani, ma quando sarai pronto, cerca di metterti nei miei panni; non posso perdonarti su due piedi un comportamento del genere e non sono disposta a portare avanti una relazione a distanza, soprattutto perché parliamo della Cina. Ti auguro di non pentirti di questa scelta e ti auguro di dimostrare anche lì chi sei; ti meriti il meglio e, nonostante tutto, ti sosterrò da qui. Non so come andrà a finire tra noi due, ma sappi che è la prima volta che penso che tu potresti essere quello giusto, non ho mai fatto con nessuno questo pensieri; è passato poco più di un anno, ma non ti dimenticherò facilmente e sicuramente ti porterò dentro a lungo, perché ti amo. Però adesso devo andare, altrimenti sarei in grado di partire con te e non posso, non posso perché rimane il fatto che tu mi abbia mentito. La mia parte innamorata vorrebbe consolarti, dirti che andrà tutto bene, ma sarò sincera con te: non so cosa succederà, so solo che in questo momento non posso perdonarti.» Passai una mano sulla guancia per asciugargli le lacrime, non riuscivo a vederlo in quelle condizioni, ma non ero io dalla parte del torto.

«Io so che mi pentirò della scelta perché ti ho appena persa, ma proprio perché ti amo devo accettare le conseguenze del mio comportamento e lasciarti andare.» Appoggiò la fronte contro la mia guardandomi negli occhi, facendomi cedere definitivamente; appoggiai le mie labbra contro le sue per lasciargli un ultimo bacio, prima di uscire dal suo appartamento.

Sapevo che avrei sofferto tantissimo, ma non potevo assolutamente passare sopra a questo suo comportamento; probabilmente mi sarei pentita della mia scelta di non valutare neanche la possibilità di partire con lui, ma sapevo di aver preso la decisione migliore per entrambi: per me, perché non meritavo di essere presa in giro e per Stephan, perché avrebbe capito che, se solo me lo avesse detto, non sarei arrivata a tanto.

•••

Zzio7️⃣

Dimmi cosa devo fare con te perché sinceramente io non lo so! Non mi sento neanche di nasconderti che Alessandro ha chiamato Veronica chiedendole di andare da lei, ti pare normale?

So che non hai bisogno di essere aggredito, però cazzo Ste.. va bene che sei mio amico, ma anche lei lo è e vederla così non mi piace

Sono un coglione

Avevi ragione, ho combinato una cazzata

Non hai bisogno di sentirti dire che avevo ragione io, eri consapevole pure tu che saresti passato dalla parte del torto.. ha deciso di non seguirti?

Mi ha lasciato..

Ste, non puoi biasimarla.. so che ti starai già incolpando e non hai bisogno di me che infierisco, ma sai bene che dico sempre quello che penso

No, non posso biasimarla perché sono un coglione

E adesso, non solo parto per un paese in cui non conosco nessuno, ho anche perso la ragazza che amo

Quando parti?

Domani pomeriggio

Domani mattina cerchi di risolvere con lei e non molli finché non riesci a parlarci

Non mi vuole vedere, è stata chiara

Ste, ma non puoi biasimarla! Lo sai che sono dalla sua parte, te l'ho detto fin da subito.. ma domani ci provi comunque, d'accordo?

Non puoi andare dall'altra parte del mondo in queste condizioni, non puoi partire avendo nella testa l'immagine di lei che lascia casa tua in lacrime

No Lore, mi ha chiesto di lasciarla stare e, proprio perché la amo, devo rispettare la sua decisione.. partirò per la Cina senza vederla e spererò che a settembre il mister mi chiami per il ritiro, almeno ho un motivo per tornare

Ti accontenti di vedere me domani mattina?

Mi mancherai Lore😔

Anche tu Ste, ma sono sicuro che ci terremo in contatto😘

Posso chiederti una cosa?

Ho già capito, ma voglio sentirtelo dire

Prenditi cura di lei, ti chiedo solo questo

Mi prenderò cura di lei, promesso🥰

Grazie Lore, almeno so che al suo fianco ci sarete tu e Veronica

E al tuo fianco invece?

Me la sono cercata io, potevo avere il supporto della mia fidanzata e invece ho fatto il coglione.. io mi sfogherò sul calcio, lei ha bisogno di voi

Mi prometti tu una cosa? Che qualsiasi cosa mi scrivi ed io farò di tutto per esserci anche per te?

Ti voglio bene zio, grazie❤️
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Stephan❣️

So che non mi risponderai, molto probabilmente neanche leggerai questo messaggio perché vorrai cancellare ogni mia traccia; non posso biasimarti, sono stato un coglione e ne pagherò le conseguenze. Dirti quanto ti amo mi sembra scontato e forse potrei farti incazzare di più; volevo scusarmi, perché mi sono comportato da coglione e non so cosa mi abbia spinto a non dirti nulla. Avevo paura di perderti, ma ti ho persa lo stesso e, anzi, se te ne avessi parlato prima probabilmente non saremmo in questa situazione. Sono su un aereo che mi porterà letteralmente dall'altra parte del mondo e sto partendo senza di te, me lo aspettavo ma non avrei mai voluto arrivare a tanto. Promettimi che cercherai di stare bene, che chiederai aiuto e che nei momenti in cui penserai di non farcela ti ricorderai che sei forte e che meriti tutta la felicità di questo mondo.. felicità che purtroppo io non sono riuscito a darti

Io cercherò di stare bene, ma ci sarà sempre il rimorso di non averti detto nulla.. e se vorrai sentirmi, il mio numero ce l'hai e sappi che a me farebbe piacere. Continuerò a considerarmi un coglione, ma sono sicuro che prima o poi torneremo perché anche tu sei quella giusta per me e un amore come il nostro non può finire solo per la lontananza; ti amo Rory, grazie per questo anno fantastico e scusa se non sono stato all'altezza di stare al tuo fianco
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Io vi dico che ho pianto sia mentre scrivevo, che mentre rileggevo il capitolo😂 chiedo scusa per la lunghezza del capitolo, ma era inevitabile🙈

Devo fare le valigie e scappare, vero?😂 scherzi a parte, spero che nonostante tutto il capitolo vi sia piaciuto perché la storia è nata proprio da qui🥰

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